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Autore: AlternativeBrain    01/05/2013    13 recensioni
La guerra è finita e le forze del bene hanno avuto la meglio. E' in una mattina simile a molte altre che Harry Potter decide di cimentarsi nell'arte culinaria preparando la colazione a Draco Malfoy, il suo ragazzo, dando così il via ad una serie di sfortunati o fortunati eventi. Questo dipende dai punti di vista.
Sono intento ad aprire ogni ripiano della dispensa di Grimmauld Place n. 12 in cerca degli ingredienti per i pancakes, i preferiti di Draco, quando mi imbatto, quasi casualmente, in un’ampolla dal contenuto rossastro. Mirtillo, penso. Perfetto, mi dico. E, da completo idiota quale sono, ne verso in abbondanza nell’impasto.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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I want to hold your hand 
 

Oh please say to me,
you'll let me  be your man
And please say to me,
 you'll let me hold your hand

The Beatles -  I want to hold your hand

 

Mi sveglio.
Non è uno di quei risvegli lenti e graduali, è immediato. Veloce.
Un attimo prima dormo e quello successivo sono vigile. Lucido.
Per quanto possa essere lucido Harry Potter ad un’ora assurda della domenica mattina.
Mi passo una mano tra i capelli, li scompiglio. Come se non fossero abbastanza in disordine. Sorrido tra me e me, perché avverto un respiro caldo sul collo e all’improvviso apro gli occhi. Lo vedo. È reale.
Sorrido ancora.
 
È avvinghiato a me, le sue gambe sono un tutt’uno con le mie. I suoi capelli biondi, quasi bianchi, mi sfiorano il viso e penso di essere l’uomo più felice della terra, perché un angelo dorme accanto a me. Lo guardo, come raramente ho la possibilità di fare. Lo accarezzo, percorro con i polpastrelli parte dei suoi spigolosi lineamenti. Lo bacio, ed è un bacio morbido e familiare. Un bacio che sa d’amore.
 
Draco apre gli occhi, mi guarda. È uno sguardo caldo, argento liquido. Lo bacio ancora, sorride.
“Buongiorno” Dice, e non ha la voce impastata. Non ce l’ha mai.
E io non rispondo, non gli auguro di avere una buona giornata. Perché non ce n’è bisogno: una giornata passata insieme non necessita di augurii per essere buona.
Lo stringo a me, ride. Ed è una risata imbarazzata, perché stiamo insieme ufficialmente solo da qualche mese e lui stenta ancora a credere che sia tutto vero. Che qualcuno possa sul serio amarlo, si chiede come sia possibile.
E pensare che io, invece, mi chiedo come sia possibile il contrario.
 
Mi allontano di qualche centimetro, sbadiglio. Lentamente, mi alzo.
Percorro la stanza in lungo e in largo, in mutande, sotto lo sguardo divertito del mio ragazzo. Devo sgranchirmi le gambe, lo faccio ogni mattina, mi chiedo cosa ci sia di buffo e lo ignoro.
Mi volto verso di lui e alzo un sopracciglio, scoppia a ridere e mi prende un po’ in giro.
Gli dico di aspettarmi a letto, scendo le scale tre gradini alla volta e mi fiondo in cucina.
 
Sono intento ad aprire ogni ripiano della dispensa di Grimmauld Place n. 12 in cerca degli ingredienti per i pancakes, i preferiti di Draco, quando mi imbatto, quasi casualmente, in un’ampolla dal contenuto rossastro. Mirtillo, penso. Perfetto, mi dico. E, da completo idiota quale sono, ne verso in abbondanza nell’impasto. Finisco di preparare il tutto con l’ausilio della magia e qualche minuto dopo sono seduto sul bordo del materasso e aspetto speranzoso l’opinione del ragazzo sul frutto delle mie indubbie capacità culinarie. Lui mi dice che sembro un bambino ritardato che mostra, per la prima volta, una pagella decente ai suoi genitori. Mi guarda, avvicina le sue mani affusolate alla colazione e ne stacca un frammento che non sazierebbe nemmeno un criceto.
Chiude gli occhi ed elegantemente lo porta alla bocca.
Mastica, inghiotte.
Poi, sotto i miei occhi, rimpicciolisce.
 
Sono paralizzato.
Non muovo un muscolo, nemmeno sbatto le palpebre.
Probabilmente ho la bocca aperta.
 
Penso che ci sia qualcosa di vagamente inquietante in ciò. Mi ripeto che è tutto un sogno, magari una delle tante visioni collegate alla mente di Voldemort. Non che abbia molto senso, ora che è morto. Probabilmente non avrebbe senso nemmeno se fosse vivo.
 
Mi do un pizzicotto. Niente. Chiudo gli occhi, li riapro ed è ancora lì. Un Draco Malfoy di undici anni che mi osserva diffidente con un cipiglio disgustato. Deglutisco.
Dannati Black. Dannate pozioni illegali. Dannati Mangiamorte.
 
“Potter.” Strascica, e uno sguardo omicida si riversa nei miei occhi.
Come ha fatto a riconoscermi ? Forse gli occhiali mi hanno tradito. Dannati occhiali.
Mi chiedo cosa io abbia fatto di male per meritarmi questo.
 
“Come sei riuscito a crescere così in fretta ?” Chiede, e mi guarda sospettoso.

“Ho, ehm, bevuto per sbaglio una pozione invecchiante ?” Tento, ostentando una sicurezza che non ho. Lui mi fulmina con lo sguardo e io vorrei sotterrarmi.
 
Mi chiedo come sia possibile che un bambino che ha la metà dei miei anni possa incutermi così tanto timore. Non lo so, eppure continuo a sentirmi osservato e vagamente terrorizzato.
 
“Sempre il solito cretino, noto. Bene, adesso spiegami cosa ci faccio qui. L’ultima cosa che ricordo è di essermi addormentato nel mio letto, accanto a Blaise.” Mi dice, e devo avere una faccia davvero buffa perché lui trattiene a stento le risate.
La verità è che sono geloso.
Insomma, so che è solo un bambino e che molto probabilmente muore dalla voglia di farmi a fette, ma a me Zabini è sempre stato antipatico. Che aveva da seguire Draco ovunque ? Lui è mio. MIO.
 
“Senti, sarai anche il Prescelto o quello che ti pare ma per quanto mi riguarda penso che tu sia un po’ svitato, mio caro Sfregiato. Qualche settimana fa eravamo sul treno, hai fatto quella tua sceneggiata da San Potter protettore degli sfigati rifiutando la mia mano e ora eccoci qui, in un letto che non ho mai visto. Se questa è tutta una farsa che hai organizzato per rimediare al tuo errore, farai meglio a dirlo subito anche perché se non mi spieghi cosa sta succedendo giuro che chiamo il professor Piton e ti faccio sottrarre cinquanta punti per ogni bugia che mi rifili.” Inveisce, ma non sembra arrabbiato sul serio.
 
“No, beh, non è per questo che siamo qui. Sei caduto dal letto ed hai battuto, questa è una nuova ala dell’infermeria. Io sono qui per quella faccenda della pozione sbagliata, come ti ho detto.” Balbetto, e percepisco io stesso quanto ridicole possano sembrare le mie parole.
 
“Quindi non siamo qui perché vuoi umilmente chiedere il mio perdono ?” Se non sapessi con certezza che è impossibile che si verifichi una situazione del genere, direi che Draco stia per mettersi a piangere. Mi guarda ferito e contrae il viso in un’austera smorfia che non gli appartiene.
Mi sento in colpa.
 
“Scusa, non intendev-“ Provo a rimediare, ma lui mi interrompe.

“Stai zitto. Anche solo pensare che sto condividendo l'ossigeno con te mi disturba, se davvero siamo in infermeria allora ce ne staremo ognuno dal suo lato del letto, in silenzio.” Dice, e all’improvviso ho voglia di abbracciarlo. Mi trattengo e faccio come dice. Siamo vicini ma lo sento lontano, è passato molto tempo dall’ultima volta in cui ho avvertito questa sensazione.
Anch’io ho voglia di piangere.
 
Passano alcuni minuti di silenzio in cui sia io che lui ci limitiamo a fissare il muro di fronte a noi cercando di buttarlo giù con lo sguardo.
Poi lo sento sbuffare e questo mi ricorda che è vivo, così, di riflesso, mi sento vivo anch’io.
 
“Perché in quest’infermeria c’è un solo letto e, per di più, matrimoniale ?” Chiede stizzito e non so se si stia effettivamente rivolgendo a me o se la sua sia una domanda retorica volta allo smorzare la tensione. Spero vivamente nella seconda opzione.
 
“Non ne ho idea, Malfoy.” Biascico, e inizio a sentirmi piuttosto nervoso. Speravo che l’effetto di quella pozione sarebbe svanito nel giro di pochi istanti, dopotutto la quantità assunta era minima, ma il piccoletto non sembra avvertire segni di cedimento.
Ho già fatto riferimento a quanto odio i Black e le loro pozioni ? Dannati contenitori ingannevoli.
 
“Mio padre lo verrà a sapere, e poi vedremo se quel vecchio rimbambito di Silente riderà ancora !” Dice, e io non posso trattenere un ghigno al pensiero dei fantasmi dei due che discutono. Mi guarda interrogativo e mi sento un bambino colto a farsi una sega sulla foto di sua zia. Cerco di dissimulare con un colpo di tosse e lui inarca un sopracciglio con aria scettica.
Odio quanto lo fa. Sul serio. Beh, magari non proprio. Diciamo che odio il formicolio che provoca al mio bassoventre. L’odio però sembra esagerato. Sarebbe più appropriato chiamarlo fastidio, credo. No ? Non sono credibile, lo so. Dannato sopracciglio.
 
Sento il suo sguardo fisso su di me e mi ricordo di essere in mutande. Mi dico che devo fare finta di niente, per il bene di entrambi. Faccio finta di niente. Mi sto impegnando. Fischietto. Fisso il soffitto. Mi rendo conto che non sono tanto bravo a fare finta di niente. Dannazione.
 
“Sai, Potty, ti stavo giusto guardando e non ho potuto fare a meno di pensare che, se essere sexy fosse un crimine, non potrebbero mai alzare nessun'accusa contro di te.” Ridacchia, e io gli rivolgo l’occhiata più drammaticamente offesa del mio repertorio. Alza gli occhi al cielo. Sorrido.
 
Poi però mi ritrovo a pensare i bambini sono la bocca della verità, la quinta essenza dell’innocenza e dell’ingenuità e che, di conseguenza, se lui dice che sono brutto probabilmente anche il mio ragazzo lo pensa solo che, semplicemente, è troppo educato per dirmelo !
In preda all’ansia, mi alzo e cerco uno specchio.
 
Qualche crisi isterica dopo, con un balzo torno sul letto ed inizio a rimirami. Draco mi guarda come mi guarderebbe se portassi sulle spalle un troll di montagna. Non sono dell’umore per le sue facce aristocratiche da undicenne di alto borgo. Ho faccende più importanti da affrontare, io !
Tipo il fatto che la mia reputazione da sex simbol e scapolo d’oro del Mondo Magico è stata appena messa in dubbio. E questo non deve accadere. Io non devo lasciare che accada. Tutto, ma non il mio status di indiscusso Dio del sesso.
Sospiro, e il bambino affianco a me sembra riscuotersi.
 
“Quando inauguri il cervello fammelo sapere, almeno ti regalo una pianta.” Esclama e si avvicina con fare accondiscendente. Come se il piccolo capriccioso fossi io. Non voglio che si avvicini. Sono nel bel mezzo di una crisi interiore che, tra l’altro, ha provocato proprio lui. Cerco di scacciarlo, ma mi trattiene. Prende il mio viso tra le sue minuscole manine e mi obbliga a guardarlo. Non riesco a non sorridere e mi perdo nei suoi occhi. C’è solo ghiaccio.
 
“Sai, Potter, forse prima mi sono espresso male. Insomma, non è che tu sia proprio brutto è solo che non fai niente per cambiare la situazione. So che sei sotto l’effetto di una pozione ma non sappiamo quanto durerà, quindi, guardati: barba incolta, capelli cespugliosi, sopracciglia unite, occhiali antiestetici. È come se avessi razionalmente scelto di essere orribile o, forse, di assomigliare al tuo caro amico Hagrid e, credimi, se continui a mangiare queste porcate anche il tuo peso si adeguerà.” Proferisce in tono saccente, indicando i miei deliziosi pancakes e continuando a prendere le misure del mio viso e a scrutarmi con occhio attento e mediamente preoccupato. Come farebbe un dottore con un paziente gravemente malato.
 
Mi sento piuttosto offeso e, se solo non mi rendessi conto che si tratti di un’affermazione estremamente infantile, gli direi che perseverando nel tirarsi i capelli all’indietro con chili e chili di gel non fa che alimentare le maldicenze secondo le quali nei dormitori Serpeverde ci sarebbe una vacca assunta appositamente per leccare, ogni mattina, la sua testa bionda.
 
Sono perso in questi esilaranti pensieri e sussulto piuttosto violentemente quando mi accorgo che Draco ha appena tirato fuori la sua bacchetta dalla veste e che è tutto concentrato nell’intento di trasfigurare un bicchiere in un paio di forbici. Sto per avvicinarmi e portare a termine il lavoro per lui ma, un istante prima che io possa farlo, ci riesce. Dannazione.
 
Il piccoletto continua imperterrito a trasfigurare oggetti di uso quotidiano in rasoi e pinzette, non ho la minima idea di quello che sta succedendo ma sento un profondo senso d’ansia crescere dentro di me. Draco è minorenne e noi non siamo ad Hogwarts. Mi aspetto che da un momento all’altro una strillettera del ministero faccia il suo ingresso distruggendo la finestra e tutti i miei piani.
Attendo, ma non accade.
 
Passo qualche minuto a riflettere e giungo alla conclusione che il Ministero non percepisca la magia di Malfoy come minorile poiché, effettivamente, egli è maggiorenne e tale è la sua magia. Solo il suo corpo e la sua mente sono tornati indietro di parecchi anni e sembra che, in questo momento, il nano malefico ci tenga a ricordarmelo arrampicandosi sulla mia schiena e sui miei capelli. Dannati bambini. In momenti come questo penso che essere gay non sia altro che un grande dono che Merlino mi ha fatto in cambio degli anni spesi a salvare il mondo. Sospiro, esasperato.
 
“Cosa ne pensi ?” Chiede e, ancora arpionato alla mia schiena, mi sventola precariamente uno specchio in faccia. Lo afferro prima che mi cavi un occhio e lo aiuto a sistemare le gambe sulle mie spalle. Almeno così non rischia di farsi male. Sto per rispondere, ma lui mi tappa la bocca.
 
“Prima che tu dica qualcuna delle tue scemenze, ti ricordo che quando una donna o un Malfoy ti chiedono un parere non si interessano della tua vera opinione ma vogliono solo che confermi la loro !” Mi strilla nell’orecchio. E io sto provando a fare il sostenuto, davvero, ma non riesco a trattenermi dallo scoppiare a ridere. Sto per chiedergli se posso finalmente guardarmi ma lui mi incita a farlo prima ancora che io apra bocca, così afferro lo specchio e lo porto davanti al viso.
 
Non ho parole.
Insomma, come è possibile ?
Sono un po’scosso. E incredulo. E, dannazione, felice.
 
“Allora ? Una chimera ti ha mangiato la lingua, Potty ?” Sbuffa, e il suo alito crea una patina di vapore sui miei occhiali. Sono infastidito e grugnisco per farglielo sapere.
 
“Cosa c’è ? Mi dispiace che il mio meraviglioso senso dell'umorismo ti offenda. Oh, con ‘mi dispiace’ intendo ‘fottiti’.” Ghigna, e mi ritrovo a pensare che certi atteggiamenti non cambiano mai, non importa quanti anni passino. Vorrei dire che questo mi irrita, ma non devo dire bugie.
A questo punto lui sembra ricordarsi di qualcosa e con un gesto risoluto arpiona le lenti sul mio naso e le getta via, sto per girarmi e urlargli contro qualcosa di piuttosto arguto ma sono troppo sconvolto per farlo. Non ho gli occhiali, eppure vedo. Quel bambino è un dannato prodigio, mi dico.
 
“Wow.” Mormoro e, lentamente, lo aiuto a scendere dalle mie spalle e ad accomodarsi sul letto. Di fronte a me. Lo guardo e alza un sopracciglio, poi però inarca un lato del labbro in un sorriso asimmetrico che gli si addice particolarmente. Mi scruta.
“Come hai fatto ?” Chiedo, e sono sinceramente colpito.
 
“Non farla tanto lunga, Potter, come credi che faccia la Parkinson ad avere sempre la chioma apposto ? Hai mai visto un pelo sulle sue gambe ? Per non parlare di mio padre, credi che sia nato con i capelli lisci e pari ? Certo che no. A dire la verità, sembravano un casco di banane all’inizio. Penso che tu abbia notato quanto belli siano i miei amici e, sicuro, tutti loro avevano un bel viso e un corpo niente male ma è ovvio che abbiano avuto bisogno di un aiutino per raggiungere il livello di fascino micidiale che si ritrovano ora. E si da il caso che quell’aiutino porti il mio nome.” Dice, e non so se ridere o ringraziarlo. Faccio entrambe le cose, e lui mi rivolge un’occhiata sgomenta ma poi accetta le mie parole e si vanta un po’.
Quando crede che non lo veda, si lascia sfuggire un sorriso.
 
Resto qualche momento in silenzio e mi chiedo come mai mi stesse antipatico, ai tempi della scuola. Non so rispondermi e un grave senso di colpa si fa strada dentro me. Non so cosa fare per porre rimedio a quanto di brutto ho fatto e che ancora farò a questo piccolo angelo biondo, ma poi ho un’illuminazione.
 
“Draco - Lo chiamo. Lui si volta e mi fissa, in attesa. – Prima ti ho mentito. La verità è che ho organizzato questa farsa per chiedere il tuo perdono, ma avevo paura che tu non accettassi. Per questo ho negato. Se sono ancora in tempo, vorrei implorarti di essere mio amico.” Dico.
 
Tendo una mano aperta tra noi. Lui la guarda e non sembra intenzionato a muoversi. Poi sussulta, riversa il mare dei suoi occhi in tempesta nei miei e io non so che fare, così accenno un sorriso e spero che la mia sincerità sia palese. Indugia, si morde un labbro. Ha gli occhi lucidi e gli si legge in faccia che non sa che fare, però, alla fine la stringe e io mi sento come se una parte di me di cui non conoscevo l’esistenza sia finalmente tornata al suo posto.
 
Lui si illumina e mi ricordo di una frase che ho sentito.
Le carezze sui graffi si sentono di più.
È vero.
 
Poi sbatto le palpebre e davanti a me c’è di nuovo Draco. Il mio Draco, quello di ventidue anni.
 
“Harry, sul serio, io ti amo. Ma non ti azzardare mai più a prepararmi la colazione, mi sento come se mi avessero lanciato dieci schiantesimi.” Dice, con gli occhi ancora chiusi.
Poi li apre e la sua bocca si spalanca.
 
“Ma sei.. bellissimo ! Com'è successo ?” Sembra piuttosto sorpreso e non so se dovrei sentirmi offeso o lusingato. Nel dubbio, aspetto che vada avanti. “Insomma, dicono che siamo ciò che mangiamo, ma non ricordo di averti mai visto ingurgitare qualcosa di così dannatamente sexy.” Mugola e all’improvviso è a cavalcioni su di me. Non posso fare l'offeso in una situazione del genere. Scemo sì, ma fino a un certo punto.
 
Mi lascio sfuggire un sospiro di piacere e lui ferma per un secondo il lavoro di perlustrazione che sta compiendo sul mio corpo. Mi guarda.
“Ti sembrerà strano, - dice - ma penso di aver fatto un sogno su tutto questo una decina d’anni fa.” 
Sorrido.

***

PS: Avevo quest'idea che mi frullava in testa da qualche tempo e ho deciso di sfruttarla per scrivere una OS in occasione del compleanno di Chiara. (A proposito, auguri stronza !) Naturalmente non sono riuscita a mantenere il segreto e le ho spifferato ogni cosa prima del tempo. Ebbene sì: mi saboto di sola, ahimè. Anyway, è la prima volta che scrivo qualcosa di breve e di 'comico'. Mi farebbe davvero un grandissimo piacere sentire i vostri pareri al riguardo ! A parte gli scherzi, spero davvero che non vi abbia fatto troppo schifo.

   
 
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