*Autore: Rota
*Titolo: Ring
*Fandom: Kuroko no Basket
*Personaggi: Kuroko Tetsuya, Kagami Taiga
*Generi: Sentimentale, Fluff
*Avvertimenti: Flash fic, Shonen ai, What if...?
*Rating: Giallo
*Note: Un anno fa, esattamente, io pubblicavo la mia prima fanfic su KuroBas su EFP. Quindi per me oggi è giorno di festa.
Pubblico, come allora, una piccola KagaKuro – mio OTP del fandom. Spero vi possa piacere (L)

Il dito, veloce e vivace, recupera l'anello dalla conca che il collo del corpo disteso placidamente di Kagami forma con il cuscino spesso di piuma soffice e il materasso bianco, seguendo la catena di metallo sottile appiattita contro la pelle per il peso, seppur non ingente, del piccolo monile rotolato di lato non più di qualche secondo prima – forse proprio il movimento ha catturato l'attenzione di quegli occhi sempre attenti o forse solo la pace del ritrovarsi abbracciato al corpo nudo e ancora piacevolmente tiepido del proprio amante.

Si infila dentro il buco tondo, cominciando a giocare in silenzio e ogni tanto facendo sfregare i bordi di quello con la catenina per bearsi, in maniera sciocca e infantile, del rumore così prodotto.

Prima ancora di dire qualsiasi cosa, Kagami intreccia le gambe con quelle di lui, e aderisce con le cosce e i polpastrelli caldi al corpo esile di Tetsuya, perché il fastidio non è molto ed è sicuramente vicinissimo alla mera curiosità.

-Cosa stai facendo, Kuroko?

Il ragazzo si allunga su di lui e porta mano e dito, tirando anche di poco la catena, all'altezza dei suoi occhi – solo quando è sicuro che lo sguardo di lui sia ben fisso su quel punto preciso ricomincia il movimento di prima senza farsi scrupolo per l'esigua distanza dalla punta del naso di Taiga né tanto meno dello stupore e della meraviglia su quel viso ancora rosso di imbarazzo e piacere.

-Gioco con il tuo anello, guarda.

La mano di Kagami, appoggiata su quella parte finale della schiena che, non ancora terminante nel sedere, fa una piccola curva in avanti, stende le dita e le fa aderire con i polpastrelli alla pelle, in una sorta di carezza leggera. Kuroko, con un movimento lento, porta la testa alla spalla dell'altro e si stringe a tutto il suo fianco, pur continuando nel suo strano divertimento.

La prima cosa che ottiene è un abbraccio più stretto – la seconda è uno sbuffo.

-Devi proprio continuare?

Tetsuya non si ferma neanche per rispondergli ma ha nello sguardo la tipica sicurezza tutta sua che Taiga ben conosce e ben recepisce.

-Sì.

Kagami sbuffa di nuovo e chiude gli occhi. Sente il suo corpo rilassarsi contro il proprio, ancora, e la mano che continua imperterrita a giocare.

Che quell'anello sul momento possa essere considerato solo un monile o anche un simbolo ha poca importanza: appartiene a Taiga e completa, definisce il suo essere – è persino caldo come lui al tatto, su tutta la sua superficie. Ed è queslla caratteristica imprescindibile che lo rende, anche nel gioco, oggetto delle continue attenzioni di Tetsuya come qualsiasi altra parte della persona di Kagami. Il peso del suo valore è già stato definito, manca solo la quotidianità che lo renderà loro, di entrambi.

Kuroko porta di nuovo il ciondolo sopra il naso dell'amante, aspettandosi di sorprenderlo una seconda volta. Quello, però, avendo scorto il suo gesto con gli occhi socchiusi, in un movimento veloce afferra l'anello tra i denti e fa arretrare la mano di Tetsuya per reazione. Non è un borbottio astioso quello che ottiene ma un'occhiataccia piena di contrarietà e il mento, duro, contro il petto. L'anello torna a rotolare sul suo collo quando, lasciato libero il monile, la bocca di Kagami viene costretta in un bacio di ripicca.