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Autore: _shalls    01/05/2013    1 recensioni
Emma Franklin, una ragazza di 17 anni che ha passato molto in vita sua.
Nasconde dei segreti cercando di mascherare la verità con delle bugie, scrivendo tutto nel suo diario.
Ma funzionerà? La verità verrà a galla?
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-Perchè dovrei crederti?- chiese lei.
-Per il semplice fatto che se mi credi, non ti succederà niente.- le rispose sorridendo.
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Zayn Malik FF
Trailer: http://www.youtube.com/watch?v=B_L6gmiPAQw
Si accettano recensioni di ogni tipo c:
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scusate, per uno strano motivo a me sconosciuto, si sono eliminate entrambe le mie storie.
Ma visto che mi ero già affezionata a questa, la riscriverò.
Mi scuso con i lettori precedenti, che avevano già messo la storia tra i preferiti.

 


 

Emma's story



Emma Franklin, un ragazza di 17 anni. Una ragazza normale, come tutte le altre, almeno era questo quello che pensavano di lei.
Ma la sua vita non era così semplice. Vive in una roulotte da quando sua madre è morta e suo padre ha perso il lavoro.
Quando il padre non era in casa, lei doveva occuparsi di suo fratello minore, Ben.
Inizialmente aveva una vita perfetta, una grande casa, dei genitori amorevoli ed un hobby.
Fino a un anno fa era una cheerleader nella sua scuola, ma dopo l'incidente della madre e la perdita di lavoro del padre, dovette mettere da parte i sogni e iniziare una nuova vita, ciò per lei significava anche frequentare un nuovo College.
Nessuno sapeva dei loro problemi, che non avevano abbastanza soldi o che vivevano in una roulotte.
Scriveva tutto nel suo diario, per rileggerlo e rendersi conto, giorno dopo giorno, di quanto la sua vita sia cambiata nel corso di un anno. Di addormentarsi ogni notte piangendo, volendo essere in grado ti tornare indietro nel tempo, quando aveva una vita perfetta, senza problemi.

Non è facile essere 'la ragazza nuova', soprattutto non al College, dove vieni criticato per il tuo aspetto e la reputazione.
Come ogni giorno Emma si sedette a un tavolo libero, fuori, nel cortile della scuola, ed iniziò a scrivere nel suo diario.

'28. Aprile 2013.
Ho pensato a lungo al fatto che probabilmente sia stato destino che la mia vita sia cambiata così tanto.
Mi manca mia madre.. lei per me c'è sempre stata, ogni volta che ne avevo bisogno, lei era lì, al mio fianco.
Tutte quelle scene, quando ebbe l'incidente, non mi escono più dalla testa. Fu uno dei momenti più terribili della mia vita. C'erano ancora speranze che non era morta sul colpo, quindi la portai in ospedale con l'aiuto di mio padre, dove resistì solo poche ore.
Ho avuto così tanta paura e angoscia in me, quando la vidi morire in quella stanza di ospedale.
Mio padre, mio fratello ed io eravamo persi senza di lei. Era la donna che aveva messo in vita me e mio
fratello, che ci ha cresciuti e ha superato ogni ostacolo insieme a noi.
Quei giorni ormai erano passato, dal momento che lei è morta e mio padre è stato licentiato, tutto è cambiato. Ora sono io a dovermi prendere cura di mio fratello, a dover occuparmi di tutto, e non è di certo facile essendo solo una diciassettente che va al College.
Non abbiamo abbastanza soldi per pagare per una casa decente o un piccolo appartamento.
Piuttosto viviamo nella nostra vecchia roulotte, che ormai, non è neanche più in grado di muoversi.
Ho dovuto mettere da parte il mio hobby, il mio sogno, per prendermi cura di mio fratello Ben.
Ero una cheerleader nella mia vecchia scuola, andavo quotidianamente ad allenamento e partecivao ai tornei contro altre scuole. Anche il College che frequento ora ha una squadra di cheerleader, contro cui ho anche avuto un torneo.
Vorrei registrarmi, ma purtroppo si paga e non poco, e francamente non oso chiedere a mio padre dei soldi, visto che quasi non basterebbero neanche per mangiare.'


Qualcuno le diede dei colpetti sulla spalla. Chiuse il diario velocemente, girandosi verso la persona a lei scuonosciuta.
Ma si ritrovò davanti tre ragazze sorridenti, in uniforme da cheerleader.
-Sì ..? - chiese incerta, con un sorriso sul suo volto.
-Ehi, tu dovresti essere Emma. Abbiamo sentito che hai lasciato la tua squadra di cheerleader per venire a frequentare la nostra scuola.- disse la bionda.
-Sì .. sono io, ma come .. - questa volta fu la castana ad interromperla.
-Il nostro allenatore ci ha informate. Comunque, sono Mandy. La bionda è Stacy e lei è Trina -. disse indicando in fine una ragazza di carnagione più scura. Si sorrisero l'un l'altro fino a quando Trina non ruppe il silenzio.
-Sei ancora interessata ad essere una cheerleader?- chiese entusiasta.
'Certo, ma come .. senza soldi?' pensò.
-Ehm .. non proprio, cioè non lo so .. non sono una cheerleader da un anno ormai, non credo di ricordare come si faccia..-
-Non dire sciocchezze. Queste cose non le dimentichi facilmente, basta provare. Domani vieni ad allenamento alle 15:30, sii puntuale, ti aspettiamo.- disse Mandy e trascinò le altre due dietro di lei.
'Grande .. adesso come lo spiego a mio padre? '

Quando la campanella annunciò la fine dell'ultima ora, Emma afferrò i suoi libri e il suo diario e li posò nella borsa.
Si precipitò verso l'uscita, salì sulla bici e si affretto ad arrivare a 'casa'.
-Papà? Ben? sono tornata.- disse togliendosi la giacca e posando la borsa a terra.
-Ehi, eccoti.- suo padre le andò incontro abbracciandola.
Le mancavano quei momenti padre-figlia. Tanto quanto le mancava sua madre.
-Come è andata a scuola?-. le chiese, interessato.
-Bene -. disse brevemente, dileguandosi in camera sua.
Non sapeva se raccontare a suo padre riguardo alla squadra di cheerleader del college.
Sapeva che era il suo sogno essere di nuovo una cheerleader. Ma sapeva anche che il denaro non sarebbe bastato per pagare anche l'allenamento.
Ecco che passava un'altro giorno in cui si chiedeva perchè era ancora viva, perchè si meritava tutto questo, ma poi pensò a suo padre e suo fratello, la sua piccola famiglia, almeno ciò che ne era rimasto, e si ricordò perchè era ancora viva. Sono loro la sua ragiona di vita, erano gli unici che potevano aiutarla, l'unica cosa che le era rimasto, l'unica cosa che per lei portava il nome 'famiglia'.
  
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