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Autore: Gemells_ShikaNara    02/05/2013    1 recensioni
“Io”... piccolo essere disgustoso… (Loki e i suoi pensieri costanti, corrono in parallelo alla sua voce) "Ma dove? In quale mondo tu meriti di diventare Re al posto mio?" ("io" "io" "io" Loki) “io” che di giorno tenevo viso duro, per non sembrare debole…" ("io") "Avrei potuto ucciderti ad occhi chiusi, avrei potuto...
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Odino, Thor
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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<< Sono stati tempi duri… giorni avvolti dal pietoso “mio” stato mentale, nella quale “io” sono stato obbligato a celare con insofferenza, il tuo ardito crescere…il tuo modo di porti grande e forte agli altri… mentre “io” tacevo insofferente, davanti a quegli sguardi che disapprovavano la “mia” presenza… “io” >> Uscì un ghigno. Poi le fredde labbra si serrarono. << Io”... piccolo essere disgustoso… >> Bensì così pensavano. Glielo aveva sempre letto attraverso quegli occhi; tanti occhi accorsi a pensare la stessa cosa. << Fin d’ora… in questo presente, in cui mi guardo riflesso in questo specchio… lì, dove più mi guardo e più “mi” vedo diverso da te, fratello! >> Digrignò.

<< Loki? >>

Loki si voltò nel sentir pronunciare il suo nome. Picchiò furente i suoi occhi addosso a chi aveva osato interrompere il suo sfogo.

<< Che cosa ti affligge, mio dolce tesoro? >>

<< Freyja!>> Oh maledetta Dea della seduzione! Non poteva proprio sopportarla. << Che cosa vuoi? >> Le domandò seccato.

La Dea si avvicinò sensuale a lui. Con la punta dell’indice accarezzò la sua spalla. << Stavi tramando qualche d’una cosa, senza di me? >>

<< Da quanto eri lì? >> Allontanò con un movimento il suo tocco leggero.

Freyja si portò il dito alla bocca, assumendo un espressione imbronciata e a col tempo eccitata. << Non da molto, mio Loki. So che non ti piace essere spiato.. >>

<< E nemmeno interrotto! >> Esclamò a pochi centimetri dal suo viso.

<< Ooou.. povero piccolo. Ti ho fatto adirare.. >> Iniziò a sfiorare il suo petto.

Loki infastidito si allontanò. << Lasciami in pace! >> Avanzò con passi baldanzosi fuori dalla propria stanza. Passò per il grande arco arcaico che faceva da collegamento tra stanze ed il resto dell’enorme palazzo.

Tra pochi giorni, Thor, suo fratello, sarebbe diventato Re. Nominato Re men che meno da Odino, il loro rispettatissimo e amato padre. I pensieri si avvolgevano come ferro ardente nella sua testa. Suo padre aveva da sempre dato opportunità e speranza ad entrambi, per diventare un giorno Re di Asgard. Ma il rancoroso sentore delle sue emozioni, aveva percepito da tempo, che il padre avrebbe prediletto veder salire sul trono il suo primogenito, Thor. Si fermò nell’enorme atrio vuoto, benché i pensieri pesavano talmente e oziosamente nel suo petto. << Dovrei amarti, dovrei rispettarti… dovrei applaudire… sublimare... il giorno della tua onorabile incoronazione. >> Si strinse la tempia nel palmo sudato della mano.

<< Invece no, fratello… non saranno questi i sentimenti che il mio cuore proverà per te… tu che mi inviti a essere più forte… tu che mi raggiri… siamo fratelli di sangue… tu che mi dicesti che siamo uguali “io” e te… ma non è così… >> Respirò affondo. << Il tuo cuore mentiva… e il mio ha imparato a farlo osservando il tuo… perchè sono stato troppo a lungo dinnanzi a un Dio, per la quale tutti avevano occhi e sorrisi… mentre “io” dentro avevo il tenebroso terrore di non riuscire mai a essere alla tua altezza… “io” che di giorno tenevo viso duro, per non sembrare debole…>> Buttò a terra dei gingilli in oro puro. La sua disapprovazione era tale da sfociare in uno sfogo fisico. Ma doveva controllarsi, oppure qualche ridicolo e patetico servo lo avrebbe sentito. Di fatti così fu. << Loki, mio signore. >>

Loki ghiacciò con un occhiata quell’inutile vita. << Affrettati a mettere a posto. E’ un ordine!>> Non restò lì a guardare. Sbucò nell’atrio composto per spazio pranzo-cena. Thor stava mettendo alla prova l‘abilità di Sif. Con ammirazione Odino premiava con parole, entrambi i guerrieri. Odiava quello sport da battaglia.

<< Ah! Fratello. Ero sul punto di arrendermi alla destrezza della nostra bella Sif. E’ in forma. >> Il suo sorriso era solare, un grande contrasto con le labbra strette di Loki.

<< Perché prima di pranzo, non ci sfidiamo? >> Continuò il fratello maggiore.

Ben sapeva che Loki non era particolarmente caparbio con le spade. Loki immaginava volesse dimostrare a tutti i presenti, che sarebbe diventato Re per delle ottime ragioni. Voleva umiliarlo, ne era certo, come se non bastassero già gli occhi di sfida da parte del pubblico in quella sala, come anche quei pavoneggianti guerrieri Hogun, Fandral e Volstagg, suoi amici di vecchia data.

<< Temo che non potrebbe essere un combattimento alla pari, fratello. >>

Thor rise, sembrava deriderlo. << Tu devi avere più autostima in te stesso, Loki.>>

Un muscolo nervoso saltò al lato della sua bocca. << Parlavo dei miei poteri. Non vorrei sentirmi costretto ad usarli. >> Maledisse il suo orgoglio per essersi fatto uscire quelle parole di bocca.

Tutti lo fissarono in silenzio, cercando di penetrare la sua mente, cercando di catturare il mistero che quelle parole avevano creato. Persino suo padre lo fissava incerto con il suo unico occhio vedente.

<< Erano solo parole vaneggianti. Per dire che nessuno è più forte di te, fratello. >> Allungò un sorriso per distogliere il più possibile, quelle ombre osservatrici.

<< Ben presto lo dimostrerò. In onore di Asgard, per proteggerla da chi osa percuoterla con le mal’intenzioni. Io, Thor, sarò pronto a combattere. >> Fece con il vanto di tutto il pianeta negli occhi.

Odino rise e placò con un semplice gesto il suo figlio più grande. << Solo quando, e se, la situazione lo richiederà. E’ bene mantenere la pace. Il più a lungo possibile. >> Disse saggio. Poi il Re, loro padre, si rivolse al secondogenito suo figlio. << E tu al fianco di tuo fratello, Loki. >>

<< Certo padre. Così come al tuo. >>

Sembrava averlo compiaciuto come in nessun modo riusciva a compiacere i restanti. Thor pur sembrando il suo unico (per così dire) complice da quando avevano avuto vita lì ad Asgard, non era dissimile il modo in cui lo spiava in viso. Non poteva rimanere, non ora. Pesava il disagio, pesavano i pensieri che attraversavano le loro menti. Lo schiacciavano come un insulso insetto fastidioso.

<< Loki, perché non vieni alla tavola? Perché te ne stai lì in piedi sulla soglia? >> Domandò suo padre.

Ora gli occhi di Loki si rivolsero al pavimento. << A dire il vero padre, non so perché sono venuto qui. Non ho fame. >> Quindi alzò la testa, quasi come a sfidarli.

<< Devi mangiare, Loki. E’ così che si diventa forti. >> Allargò i muscoli Thor. << Bisogna mantenere un fisico florido, come il mio. Tu sei bianco come un cencio. >> Eccolo che arrivava a identificare le loro differenze.

Ma Loki non lo guardò nemmeno, sempre fisso su suo padre continuò << Ci sono questioni più importanti del cibo. Devo appunto risolverne una. Con il tuo assenso, padre, mi congedo. >>

Odino seduto di sbieco, quasi stanco, sulla sedia, quella a capotavola, la solita a cui prendeva posto, impercettibilmente mosse il capo in segno di accettazione.

Mentre Loki girava a loro le spalle, udì Thor urlare il suo nome. Il fratello minore non prestò ascolto, e furioso calpestò il pulito del marmo sotto i suoi piedi. Scese nei sotterranei, luogo in cui era stato sempre propenso a migliorare i suoi personali e magici poteri. Gli sembrava di impazzire…

<< Come osi? Oscilli tra me e loro! Il tuo biasimarmi “mi” da la noia! Il tuo denigrarmi per sentirti superiore “mi” discapita, mentre “io” cerco un modo per piacergli! >> Delle gocce di saliva fuoriuscirono dalla sua incompresa rabbia.

Rumori di corsa si affrettarono alle sue spalle. << Loki! >>

Cercò di riottenere l’autocontrollo. Non fu facile questa volta.

<< Che c’è, Thor? >>

Il Dio biondo ansimò. << Stavi urlando… posso capire che cosa ti succede in questi giorni? Sei schivo… tra pochi giorni sarò incoronato Re di Asgard, e voglio mio fratello al mio fianco… >>

Il Dio dai capelli corvini presentò un falso sorriso. << Questo lo so, caro fratello. >> Lo so ma non lo penso, tu non puoi diventare Re, “io”, è “mio” destino diventare Re. Tu sei solo un pallone gonfiato pronto a guerrigliare. Le risposte nella sua mente, viaggiavano in parallelo a quelle della sua voce.

<< E allora dimmi… cosa ti rende nervoso? Tu dovresti essermi vicino in un momento tanto importante. Ti voglio qui.>>

<< Ma lo sono… >> No, caro fratello. “Io” trattato come un reiètto, “io”, un Dio come lo sei tu, sono stanco di guardare la tua ascesa al potere. Provo disgusto, ed è per questo che non mi senti.

<< Per così tanti anni, mi sono preparato al meglio per questo grandissimo evento. E voglio essere al massimo delle mie potenzialità, così come affrontalo con la massima serenità. >>

Loki eseguì due passi indietro. << Tu lo sei… tu hai diritto più di chiunque altro di diventare prossimo a nostro padre… >> Ma dove? In quale mondo tu meriti di diventare Re al posto mio? Solo le mie aggraziate bugie possono darti tale merito. Il cuore mi contraddice. Sì, tu sei il nulla che hai da sempre rispecchiato su di me.

Thor sorrise fiero, come un pavone, si gonfiò nel esporre le sue penne dorate. << Quindi sei con me, fratello? Sono sicuro che renderò nostro padre orgoglioso di suo figlio, io, Thor, figlio di Odino, governerò su questo pianeta. Mi farò temere e soprattutto amare. >>

Una vena innescata dall’odio apparse sulla fronte di Loki. << Sono certo che non tradirai gli insegnamenti e i valori che nostro padre, ha saputo insegnarci. >> Certo, ma sarò “io” a tradire te, fratello.

Thor gli si avvicinò, ma sfuggente Loki gli diede le spalle. << Lo so, Loki, anche tu avresti avuto il diritto e l’opportunità di diventare Re, ma io sono il maggiore. Sono il più maturo, e ti guiderò con umiltà e coraggio. >>

Le budella gli si strizzarono provovando bruciore. << Non ho dubbi… e poi, chi ha mai parlato di diventare Re al posto tuo..? >> Odio sentirti parlare con quella miserabile pietà nei miei confronti. Non sopporto e lo devo negare qui di fronte a te, che non è ciò che desidero così ardentemente. Ma dannazione… aspiro eccome a prendermi il posto che mi spetta… rinnego la tua superiorità, quella che ha schiacciato me, quella che conduceva l’attenzione di nostro padre su di te, quel tuo essere più bravo e capace in tutto e, così, approfittavi con quel tuo eccessivo diffondere, nel distendere che la tua estrema superiorità superava senza traccia, la mia poca ed inutile inferiorità. E tu lo sapevi bene che avrebbe scaturito quest’effetto. “Io” nel sforzarmi a sembrare al tuo pari, ma a te, fratello, bastava un niente per smontare ogni mio sforzo. Avrei potuto ucciderti ad occhi chiusi, avrei potuto farti implorare pietà, per dimostrare a tutti che tu non sei più forte, che “io” non sono debole. Ma dannata è fragile la mia mente nel supportare l’aspettativa di un mondo nella quale tu non fai parte.

Thor gli si parò di fronte prendendolo con forza per le spalle, e assunse un espressione ridicolamente triste. << Delle volte, stupidamente, penso se tu possa provare rancore, o peggio, odio nei miei confronti. >>

<< Certo che no… >> Ti odio, fratello! Sono qui, dietro alla mia mente, celato dalle mie assurde bugie che te lo sto gridando.

Il maggiore scosse il più piccolo. << Ma era destino. Così mi convinco che tu da sempre lo abbia accettato senza malumori. So quanto ci vogliamo bene, come fratelli. >>

<< Come Dei, ambire è più che noto. Ma perché mai dovrei odiarti? Sei il mio sangue, un amico e una guida. Ti amo, fratello. >> Il fardello di questi sentimenti è opprimente. In quale menzogna “io” potrei davvero amarti? In quale mondo, tu pensi di potermi credere? Non sono l’allocco che tu pensi di conoscere. Sono un Dio, diverso dal tuo. Presto ci farai inimicizia. Presto te ne andrai inglorioso con appresso la tua ingordigia.

Thor finì con l’abbracciarlo. << Anch’io ti amo, fratello. >>

La coscienza “mia” malvagia, è propensa a strappargli il cuore. Ma laddove la “mia” inerzia ancor mi rende innocuo, mi spinge a ricambiare quella dissimile volontà.

 

 

Grazie per essere arrivati fino alla fine. Spero che avrete trovato questo capitolo di vostro gradimento. Vi chiedo solo un favore: recensite! Voglio sapere cosa ne pensate. Alla prossima! Silvia.

  
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