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Autore: Medea Astra    02/05/2013    2 recensioni
Lewis e Kira hanno appena vissuto la loro prima notte insieme. Il giovane vice-sceriffo si sveglia, disturbato dai timidi raggi del sole mattutino e pensa al suo rapporto con la ragazza, a quanto lei sia importante per lui ...
TRATTO DALLA STORIA:
Non credo di essere mai stato così felice in vita mia.
Continuo a ridere da solo, come un folle, sono pazzo d’amore per te Kira, totalmente pazzo di te. Sei così giovane e bella che ancora mi chiedo com’è che tu possa stare con me.
Ho dieci anni più di te e sono un reduce dall’Iraq.
Già, un veterano di guerra, ho visto così tanto orrore in quei posti che credevo di doverlo sognare ogni notte. I boati delle esplosioni, il tonfo dei corpi morti che cadevano a terra, il puzzo della terra mista al sangue … credevo che questi incubi mi avrebbero accompagnato per tutta la vita.
Poi sei arrivata tu.
Spero di tutto cuore che la storia vi possa piacere e che recensiate in tanti!
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lewis Sirk
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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I primi raggi di sole filtrano dalla finestra e colpiscono i miei occhi, mi riportano alla realtà, passo una mano sul volto per svegliarmi meglio, poi la sento.
 Sento un calore particolare su di me, sento il suo seno morbido sul mio petto, i suoi capelli mi fanno il solletico.
Sorrido.
La guardo dormire beata su di me, sembra davvero un angelo. Sul viso ha lo stesso sorriso di ieri sera. Chiudo ancora gli occhi ripensando a quello che è successo tra noi, quasi non mi sembra vero. Ti accarezzo i capelli, attorciglio qualche filo attorno alle mie dita e ne ispiro il profumo. Scendo ad accarezzarti la schiena, hai una pelle molto morbida.
Sento le tue vertebre scorrere sotto la mia mano, le conto come a volermi rendere ancor più conto che tu sia qui.
 Sei mia.
Sospiro.
Non credo di essere mai stato così felice in vita mia.
Continuo a ridere da solo, come un folle, sono pazzo d’amore per te Kira, totalmente pazzo di te. Sei così giovane e bella che ancora mi chiedo com’è che tu possa stare con me.
Ho dieci anni più di te e sono un reduce dall’Iraq.
 Già, un veterano di guerra, ho visto così tanto orrore in quei posti che credevo di doverlo sognare ogni notte. I boati delle esplosioni, il tonfo dei corpi morti che cadevano a terra, il puzzo della terra mista al sangue … credevo che questi incubi mi avrebbero accompagnato per tutta la vita.
Poi sei arrivata tu.
Sei arrivata tu, amore mio, con i tuoi sorrisi sinceri, con l’ingenuità tipica delle ragazzine della tua età. Sei arrivata tu, Kira, una grande donna in un corpo ancora da ragazzina.
 Nemmeno tu sei stata molto fortunata, la vita non è stata poi così generosa con te. A me ha tolto un braccio, a te una madre e i ricordi di un infanzia serena.
Ti stringo a me.
Stringo forte, ho paura di perderti Kira, ho paura esattamente come ne hai avuta tu quando ci siamo separati poco prima dell’uragano. Ricordi quel che ti dissi? Tu piangevi a dirotto, non riuscivo a convincerti a lasciarmi in ospedale, a seguire la tua famiglia e metterti al sicuro così ti presi una mano e la posai sul mio cuore, ti dissi che finchè quel cuore avesse avuto vita avrebbe battuto per te e che ti avrei aspettata anche in eterno.
Tu mi baciasti.
Mi baciasti con la dolcezza che solo una donna innamorata può avere, mi baciasti con la passione di chi sa che può perdere la persona amata da un momento all’altro e vuole dargli tutto l’amore che ha.
Ieri sera abbiamo festeggiato il nostro sesto mese insieme. Il tempo è volato! Sono venuto a prenderti a casa dopo il lavoro, quando sono entrato tu non eri ancora pronta e tuo padre si è messo a discutere di un’indagine in corso.
 Tu sei arrivata poco dopo.
Mi hai mozzato il fiato.
Ho sempre detto che sei la donna più bella al mondo ma ieri avresti fatto girare la testa anche ad un santo. Un trucco semplice, i capelli sciolti sulle spalle e un vestitino verde che lasciava poco all’immaginazione. Come un automa mi sono alzato e ti sono corso in contro, ti ho baciata davanti a tutti, ho messo anche un po’ in imbarazzo tuo padre che non sapeva come comportarsi e dove guardare per non vedere sua figlia e il suo vice baciarsi davanti ai suoi occhi. Ti ho sussurrato un ti amo a fior di labbra e tu mi hai sorriso di rimando.
Mi sono sentito l’uomo più fortunato al mondo.
Siamo andati a cena fuori, ti ho vista armeggiare per mezz’ora per pulire un pesce, eri adorabile, ho riso come non mai e tu divertita. Quando siamo usciti dal ristorante era ormai quasi mezzanotte, i tuoi sapevano che avremmo fatto tardi così ti ho chiesto se ti andasse ti fare una passeggiata in spiaggia.
Hai acconsentito.
Abbiamo camminato a lungo fianco a fianco, abbiamo parlato di tutto. Adoro questa nostra complicità, questa mancanza di segreti tra noi.
Ci siamo seduti.
Ci siamo seduti al chiaro di luna, io poggiato ad uno scoglio e tu tra le mie gambe. Guardavamo il cielo in silenzio quando tu ad un tratto mi hai preso la mano e l’hai portata alle tua labbra. Una scia di baci. Un gesto infantile, innocente ma che per me fu l’estasi. Sentii un brivido percorrermi la schiena, presi il tuo viso e lo portai al mio.
Ti baciai.
Ti baciai come mai avevo fatto prima. Avevo sempre saputo che se mi fossi comportato come un uomo della mia età difficilmente sarei riuscito poi a contenermi con te ma ieri sera proprio non ce la feci. Ti bacia le labbra, le gote e la fronte. Approfondii il contatto, cercai la tua lingua, la trovai, ci giocai. Ti strinsi a me, feci scorrere la mia mano su di te, saggiai ogni tua forma, ogni tua curva.
Ti sentivo gemere su di me, ero in paradiso. Le tua mani accarezzavano il mio collo, tentavano di avvicinarci ancor di più. Quando sentii le tue gambe stringersi attorno al mio bacino ti fermai. Frapposi un minimo di distanza tra noi e ti guardai.
“ Kira io… io non so se resisto io…”
Un tuo dito sulle mie labbra e un sorriso.
“Lo voglio anch’io…”
Quelle parole bastarono per farmi perdere qualsiasi freno inibitore. Ti portai a casa mia, continuai a baciarti fino alla mia camera da letto, ti baciavo perché volevo farlo, perché non riuscivo a staccarmi da te.
Cominciasti a sbottonarmi la camicia, lentamente, si vedeva che non avevi dimestichezza con gli indumenti maschili ma ti lasciai fare. Volevo assaporare ogni singolo istante con te. Alla fine ci riuscisti,rimasi a petto nudo davanti a te.
Guardai il mio braccio sinistro.
Osservai  quel poco che ne rimaneva e ti guardai. Volevo capire se ti facesse impressione, se ti turbasse ma tu non sembravi nemmeno farci caso. Mi baciasti il petto, l’incavo del collo, mi accarezzasti come se volessi plasmarmi sotto le tue dolci mani.
Ti spogliai a mia volta, più esperto di te, più veloce. Cercai di non fartelo notare ma quando ti vidi nuda davanti a me mi resi conto di esser io in quel momento il bambino tra i due.
Ti guardai in ogni tuo centimetro. Osservai le spalle magre, i seni tondi e sodi, il ventre piatto e le gambe toniche. Non riuscivo a non fissarti. Non avevo mai visto una donna bella quanto te.
Ti accarezzai.
Accarezzai il tuo viso, i tuoi seni. Ti sentii fremere al mio tocco, ti vidi reagire ad ogni mia carezza come se ne fossi ipnotizzata.
Ti spinsi sul letto.
Ti guardai ancora una volta e mi spogliai, non distoglievo lo sguardo da te come tu non lo facevi da me. Mi misi su di te, notai il tuo viso voglioso e spaventato allo stesso tempo. Non osai chiederti se per te fosse la prima volta.
Mi avvicinai lentamente alla tua intimità, ti chiesi ancora una volta il consenso con gli occhi. Tu di contro ti avvicinasti al mio membro ormai completamente duro.  Feci il primo affondo, leggero, delicato. Come avevo pensato eri ancora vergine.
Tu capisti i miei pensieri e voltasti lo sguardo rossa in viso. Scesi a baciarti il collo e presi a massaggiarti i seni. Volevo che tu ti rilassassi, che la tua prima volta fosse magica. Non appena ti sentii più rilassata entrai in te.
Vidi una smorfia di dolore.
Mi si spezzò il cuore, sapevo che era un dolore inevitabile ma odio vederti soffrire e sarei capace anche di uccidere se qualcuno tentasse di farti del male.
Ti chiesi se volessi che mi fermassi.
Mi dicesti di no.
Intrecciai la mia mano con la tua e cominciai ad affondare in te, ritmicamente, come una danza, la danza più antica del mondo. Continuai a baciarti mentre spinta dopo spinta ti sentivo sempre più rilassata fin quando ti sentii venire e venni anch’io in te.
 
Ti sento muovere, ti stai sicuramente svegliando, il sole avrà infastidito anche te.
“Ciao Lewis…” sussurri ancora assonnata.
“ehi..- dico prima di baciarti- dormito bene?”
“Si decisamente” scoppi  a ridere ed io ti seguo a ruota.
“Tuo padre non ha chiamato, mi sa che dovremmo dargli delle spiegazioni plausibili tra poco!”
Ridi ancora, questa volta imbarazzata.
Ti sollevi coprendoti con il lenzuolo, mi guardi e poi mi baci.
“Ti amo Lewis, grazie di tutto” sussurri .
Ti accarezzo il viso consapevole che dovrei esser io a ringraziarti e non viceversa. Mi hai regalato la tua purezza e la notte migliore della mia vita.

   
 
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