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Autore: AnnaPi    02/05/2013    2 recensioni
Quando conobbi Alaric, non credevo che avrei tenuto di nuovo a qualcuno. Dopo secoli e secoli a girovagare per il mondo, senza un punto fermo e col cuore duro come il marmo, non avevo più speranze. Non credevo di poter tornare a vivere.
Genere: Erotico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alaric Saltzman, Damon Salvatore
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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"Quando conobbi Alaric, non credevo che avrei tenuto di nuovo a qualcuno. Dopo secoli e secoli a girovagare per il mondo, senza un punto fermo e col cuore duro come il marmo, non avevo più speranze. Non credevo di poter tornare a vivere.
È stato tutto così veloce che non ho neanche avuto il tempo di rendermi conto di ciò che mi stava accadendo. La mia vita stava cambiando ad un ritmo incredibile. Io stavo cambiando. Quel giorno a Mystic Falls ho trovato un compagno di bevute, un confidente, un fidato alleato e...un amante.
Un cacciatore di vampiri che lega con un vampiro...chi l'avrebbe mai immaginato? Per lui non ha avuto importanza ciò che ho fatto in passato. Contava il presente".
 
Damon sorseggiò un bicchiere di bourbon, leccandosi le labbra e sospirando con gli occhi socchiusi. Poggiò la penna sulla scrivania e chiuse il diario. Non sapeva più cosa scrivere. O meglio, non sapeva cosa non scrivere. Aveva così tante cose da dire, da ricordare, di lui. E il solo pensiero di non averlo più accanto...lo faceva stare troppo male. Si poggiò sullo schienale della sedia, allungò le gambe e incrociò le braccia. I suoi occhi azzurri scintillarono, per poi chiudersi in un dolce e caldo ricordo.
 
Era una fredda giornata d'inverno a Mystic Falls. La cittadina taceva di fronte al gelo. Damon non usciva da due giorni e non si era preoccupato di dare notizie di sé. Non aveva nemmeno voluto avvertire il suo più caro amico. Questo perché Damon era confuso. Provava degli strani sentimenti per Alaric, ma non riusciva a definirli. Ormai lo conosceva da un po' e ne aveva passate tante con lui. Aveva dovuto affrontare parecchie difficoltà e aveva sempre potuto contare su Alaric. Ma sentiva che l'affetto e la gratitudine che provava per lui erano sentimenti troppo forti...e profondi.
Qualcuno bussò alla porta. Damon spostò un ceppo di legna sul fuoco e si incamminò verso l'ingresso. Aprì. Alaric poggiava su un lato della colonna del portone, a braccia conserte. Era serio.
"Dov'eri finito, Damon?!", chiese, alzando un sopracciglio.
Il vampiro abbassò lo sguardo. "Mi serviva del tempo per pensare...", rispose, con voce esitante.
"E il fatto di pensare implicava di dover tenere spento il cellulare e non darmi notizie di te?", continuò Alaric, confuso e un po' irritato.
Damon alzò le spalle. "Che ti importa? Non sono tenuto a informarti di tutto quello che faccio", rispose, con un filo di arroganza.
Alaric ignorò l'ultima frase di Damon. Si guardò intorno. "Allora, non mi fai entrare?", chiese.
Il vampiro gli fece cenno con la mano verso l'interno della casa. "Accomodati".
Alaric seguì Damon in salotto, per poi appoggiarsi al bordo in pietra del camino.
"Mi spieghi che ti è preso?!", chiese.
Il vampiro lo guardò con sguardo di finta confusione.
"A che ti riferisci?", continuò.
"Lo sai, Damon. Tu mi stai evitando, e voglio sapere perché", rispose Alaric.
Damon tacque per qualche secondo. Conosceva la risposta alla domanda dell'amico ma sapeva che la cosa giusta sarebbe stata quella di tacere per sempre. PER SEMPRE. Un tempo relativamente lungo per un vampiro, equivalente all'eternità.
Alaric rise. "Strano che proprio tu, che hai sempre la risposta pronta e la battuta facile, ora non riesci a proferire parola". Divenne serio. "Ti ho fatto qualche torto? Ti ho offeso in qualche modo? Dimmelo, Damon".
Il vampiro scosse il capo, evitando accuratamente di aprire bocca. Perché da lì sarebbe uscito tutto o niente.
"Parla, Damon! Mi stai facendo impazzire!", gridò Alaric. "Smettila di fare il misterioso! Mi stai facendo arrabbiare!”.
Damon lo guardò. Era incuriosito dal suo comportamento. Un essere umano stava gridando contro di lui, una creatura pericolosa e assetata di sangue. E Alaric non portava neanche l'anello. Doveva fidarsi davvero di lui.
"Ma non hai neanche un po' di paura, Ric?", chiese Damon.
"Paura?", continuò Alaric, confuso. "Di cosa dovrei avere paura?".
"Di quello che potrei farti...", rispose Damon, divertito.
Alaric rise. "E cosa potresti farmi?", chiese incuriosito.
"Sono un vampiro...e non è consigliabile gridare contro un vampiro...", rispose Damon.
"Non mi faresti mai del male" , continuò Alaric.
"Ah, no?! E chi te lo garantisce?", chiese il vampiro.
Alaric sorrise, intrigato. "E cosa mi faresti, allora? Sentiamo...", rispose, con tono di sfida.
Damon si avvicinò a lui, a passo lento. "Ric, Ric...vuoi davvero saperlo? Bene... Per prima cosa, farei quello che un vampiro sa fare meglio...". Era davanti a lui. Aprì la bocca e la orientò verso il collo di Alaric. I denti di Damon gli sfiorarono la pelle, quasi per chiudersi in un morso. Il cacciatore di vampiri era inerme. Immobile, di fronte a quel contatto.  La bocca di Damon si chiuse in un bacio, che percorse dolcemente il collo di Alaric. "Damon...ma...", sussurrò lui.
"Fermami, se vuoi", rispose il vampiro, mentre continuava a percorrergli il collo con i suoi baci sensuali.
Alaric ansimò. "Mai".
Damon lo teneva nella sua presa forte, bloccandolo al bordo del camino. Alaric non muoveva un muscolo. Lasciava che il vampiro facesse di lui ciò che desiderava. Damon gli aprì la camicia bianca, per poi iniziare una marcia di baci che partiva dalla base del collo e scendeva sempre più in basso, attraversando il suo petto. Il respiro di Alaric si faceva sempre più affannoso. Damon si sbottonò la camicia nera e condusse le mani di Alaric sui suoi addominali. Poi sulla sua cintura. "Aprila", disse. Alaric ubbidì e gli slacciò la cintura dei pantaloni. Poi passò alla lampo. Damon gli bloccò le mani prima che potesse abbassargli i jeans. "No no no...Comando io, cacciatore di vampiri...", disse, facendo cenno negativo col dito. Alaric si fermò, lasciando che Damon lo guidasse. Il vampiro lo fissò negli occhi, per poi posare le sue labbra su quelle di Alaric. Damon gli morse un labbro, per poi esplorare con la lingua la sua bocca. Alaric sentiva il sapore del solito bourbon, mentre si lasciava trasportare dal bacio forte e passionale del vampiro. Damon gli prese le mani e le condusse sulla sua vita. "Abbassa", ordinò. Alaric gli abbassò i jeans. "Ora mettiti in ginocchio". Alaric si chinò a terra, senza battere ciglio. Era troppo preso dal suo vampiro e non gli avrebbe negato nulla. Davanti ai suoi occhi aveva i boxer neri di Damon. "Lo vuoi prendere?" , chiese il vampiro. Il cacciatore annuì, abbassandogli i boxer.
L'espressione di Damon era di puro piacere, e Alaric ne provava altrettanto sapendo di soddisfare il suo vampiro. "Basta", ansimò Damon, "Non posso, Ric...". Alaric si fermò, alzando lo sguardo verso quello di Damon, rimanendo in ginocchio a terra. "Perché?", disse, confuso.
Damon lo guardò negli occhi. "Mi vuoi davvero?", chiese.
"Da sempre", rispose Alaric.
Damon gli prese le mani e lo fece alzare. "Allora mi avrai subito e sempre".
Gli slacciò velocemente la cinta del pantaloni e glieli tirò giù. Lo strinse forte e gli abbassò i boxer bianchi. "Mi vuoi ancora?", chiese.
"Sempre di più", rispose Alaric.
In un attimo Damon era dentro di lui.
Il vampiro e il cacciatore gemevano accasciati a terra davanti al fuoco caldo del camino.
Allo stremo delle forze, Damon sussurrò qualcosa. "Ti amo, Ric".
Alaric gli posò la testa sulla spalla. "Ti amo anch'io, Damon".
 
Damon aprì gli occhi. Il gusto caldo e amaro di quel ricordo gli scorreva in corpo. Alaric gli mancava troppo. Aveva perso un amico, e aveva perso il suo cuore. Nessuno glielo avrebbe più restituito. Il cuore del vampiro sarebbe appartenuto per sempre al suo cacciatore.
 
  
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