Anime & Manga > Lovely complex
Segui la storia  |       
Autore: Risa Lily Angelie    02/05/2013    5 recensioni
°Verrà revisionata a breve, i promise.°
***
Risa e Otani si sono lasciati.
Ma, dopo un particolare incontro, dopo cinque anni, può accadere di tutto.
Scoppierà di nuovo la scintilla?
***
~Tratto da Prologo - Risa Koizumi.
Piacere, sono Risa Koizumi, ho 25 anni. Lavoro in un'agenzia di moda. Beh, "Lavoro" è un eufemismo; sgobbo tutto il giorno, sono una sorta di tuttofare. E' tutto un: "Porta questo di lì e "sposta questo di là".
Il mio grande sogno era fare la stilista; invece mi ritrovo a fare la sotto-segretaria. Nel senso che mi da gli ordini praticamente chiunque. Forse un giorno riuscirò a realizzare il mio sogno, chissà.
[...]
Dimenticavo; sono single.
***
~Tratto da Prologo - Atsushi Otani.
Sono Atsushi Otani, e ho 25 anni. Sto studiando per diventare un insegnante, ma per guadagnarmi qualche soldo lavoro in una biblioteca, vicino all'università.
[...]
Sono l'amante della mia ragazza alle medie, Mayu Kanzaki.

***
~Koizumi and Otani Centric.~
[Risa/Otani, with... storie contorte.]
{Avvertenze: OOC in vari punti.}
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Atsushi Otani, Risa Koizumi
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Lovely Complex: It isn't over. '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un raggio di sole filtrò dalle persiane chiuse, oltrepassò il vetro della finestra ed andò a finirmi sugli occhi, che stopicciai infastidito. Li aprii un istante e venni accecato da quella piccola striscia di luce. Emisi un lamento piccato e sprofondai un istante sotto le coperte. Ne riuscii fuori quando sentii una voce femminile chiamarmi.
Sbuffai e mi tirai su.
«Atsushi.»


Sono Atsushi Otani, e ho 25 anni. Sto studiando per diventare un insegnante, ma per guadagnarmi qualche soldo lavoro in una biblioteca, vicino all'università.


«Buongiorno» sbadigliai.
La bellissima donna con la quale stavo parlando mi posò un bacio sulle labbra.
«Devo andare», disse, per poi allontanarsi, e avviarsi verso la porta.
«Per quanto continuerà così?» chiesi all'improvviso.
«Devi avere pazienza» sospirò lei, senza voltarsi «lui ancora non...»
Non finì la frase, perché mi alzai di scatto e iniziai ad innervosirmi.
«Ma possibile?! Sono CINQUE anni che va avanti questa storia! Cinque!»
«T-ti prego, Atsushi...» lei mi guardò, con gli occhi lucidi.
«Mi sono stancato. Vedi di parlare con lui. Sono stufo di fare l'amante.»
Quelle parole parvero colpire la mora, alla quale scese una lacrima.
«Te lo sei sposato!» cominciai a gridare; ero fuori di me, non volevo più continuare così. «Te lo sei sposato» ripetei, guardandola negli occhi chiari «TE LO SEI SPOSATO NONOSTANTE ANDASSIMO AL LETTO INSIEME!».
Lei pianse, a quel punto. Scoppiò a piangere, mentre era scossa da violenti singhiozzi.
«Atsushi, io n-non volevo...» pianse, stringendosi nelle spalle e dandomi le spalle.
Che si stesse aspettando che la abbracciassi? Beh, si sbagliava, non l'avrei fatto.
«Mi sono letteralmente rovinato per te!» continuai anzi ad urlare «Ho perso quasi tutti i miei amici per te! Ho fatto soffrire persone che non se lo meritavano, E SOLO PER TE!» Ero stanco. Quella situazione... Non era quella che mi immaginavo quando avevo deciso di iniziare una storia con lei. Avevo retto per cinque lunghi anni; ma ora non ci riuscivo più.
Lei mi lanciò improvvisamente un'occhiata gelida.
«Non "le persone". La persona.» mi corresse. «Hai fatto soffrire Lei, vero?»
Non risposi, quasi stupito; non parlavamo mai di prima, di come eravamo prima.
«Lei. Certo. Quella spilungona.» sussurrò piccata.
«NON PARLARE COSÌ DI LEI!» Urlai, con un tono che non mi ero mai sentito.
«La difendi?
» sussurrò lei, sprezzante «Difendi Lei?» mi fissò un lungo istante. «Forse saresti dovuto restare con Lei, invece di stare con me.»
Quelle parole, per me, furono come un pugno sul naso. Le bloccai il polso con rabbia, fissando quegli occhi chiari ed aquosi.
«Non dire cazzate. La storia con lei è finita, per te. Sei tu che non fai lo stesso.» Sibilai tra i denti, scrutandola. Ci guardammo qualche istante. Poi lei si liberò dalla presa, ed infilò la porta, chiudendola silenziosamente.
Tirai un calcio alla sedia lì vicino, innervosito con me stesso, ma soprattutto con lei. Lanciai di sbieco un'occhiata all'orologio: ottimo. Ero in ritardo.
Passai davanti all'armadio e lo aprii, trovandomi davanti lo specchio, dove mi osservai un attimo.


Sono alto - per così dire - 1,56. Si, sono piuttosto basso, è sempre stato un problema per me.

 

Scuotendo la testa, mi restai dai miei pensieri, ed afferrai un paio di jeans e una maglietta; mentre uscivo di casa, considerai che era tanto che non pensavo a quella sera: quella serata che cambiò tutto, che distrussi l'inizio di una storia, che spezzai amicizie. Tutto per colpa mia. Scossi la testa furiosamente; non volevo pensarci, nonostante io ricordi tutto, perfettamente.

Ricordo l'espressione di Risa, preoccupata quando le avevo detto che dovevamo parlare. La sua faccia, dapprima stupita, poi disperata - anzi, distrutta. Lei che mi urlò cose che non ricordo. O meglio, mi illudo di non ricordarmelo, perché invece me lo ricordo bene.
Ricordo che poi corse al piano superiore, mentre la sentivo singhiozzare.
Io ero letteralmente incapace di dire qualcosa; insomma, che dovevo dire?
Le avevo appena confessato che l'avevo tradita.

Ricordo che scese poco dopo, con una valigia chiusa, ma dalla quale si vedeva fuoriuscire un calzino.
Ricordo che, tentai debolmente di farla restare.
E ricordo che lei mi aveva urlato che no, non poteva. Non ci sarebbe riuscita.
Rammento che non riusciva ad aprire la porta di casa - da sempre difettosa, ma a quanto pare era troppo sconvolta per ricordarselo, e io che per un momento, per un assurdo istante, desiderai che quella porta non si aprisse, in modo che lei sarebbe rimasta con me per sempre.
L'incanto si ruppe quando lei diede un calcio alla porta e la tirò con forza, aprendola.
Ricordo che mi avvicinai a lei, ma lei urlò che non la dovevo più toccare. Che l'avevo fatta soffrire abbastanza. Che potevo risparmiarmi quella scena.
Mi immobilizzarono quelle parole.
E quando lei uscì, sbattendo la porta, ricordo nitidamente che mi diedi dell'idiota, per aver appena rovinato una delle cose più belle che mi fossero mai capitate.

Mi avvicinai alla bici e saltai su; era tardi, avrei dovuto già essere al lavoro.



Sono l'amante della mia ragazza alle medie, Mayu Kanzaki.
 




________________________________________________________________________________________________________________________________________________

**Angolo della scema di turno**

Hola!
Beh, questo è il secondo cap.. No. La seconda parte del prologo, lol.
I capitoli successivi saranno "capitoli" come si deve. u.u
E... Non mi uccidete! 
*si nasconde sotto la scrivania*
Apparte scherzi, la situazione si evolverà. Di certo non lascerò le cose come stanno. OH. u.u
Ringrazio tanto Drogatadiapifrizzole, per ora unica recensitrice - si potrà mai dire? -, e tutti i lettori silenziosi. Anche se una recensione non ha mai ucciso nessuno :')
Ad ogni modo, vi lascio u.u

Cali :)

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lovely complex / Vai alla pagina dell'autore: Risa Lily Angelie