Spazio autrice: questo nuovo capitolo è un po’ lungo, forse
avrei dovuto dividerlo in due parti come avevo fatto con altri, ma poi mi sono
messa dall’altra parte, la lettrice, e ho rischiato di morire ammazzata da me
stessa se avessi mai provato a farlo per davvero, quindi, evitando di attentare
alla mia giovane (?) vita, l’ho messo tutto assieme.
Per
tutto quello che lo riguarda parlerò alla fine, quindi ci rivediamo in fondo!
* * *
Era
la mattina del primo gennaio.
Il
silenzio pervadeva le antiche mura della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts mentre i suoi studenti, stremati da una notte di
baldorie, erano ora chiusi nelle loro stanze a smaltire qualche sbornia o a
recuperare le ore di sonno perdute a far casino in Sala Grande assieme ai
professori più allegri, oppure assieme agli amici o, ancora, a qualche ragazza.
Hermione
chiuse la porta dietro di se, richiamò un incantesimo per sigillare la
serrature, dopodiché vi si appoggiò con le spalle, stringendo al petto un
cuscino: un vecchio cuscino color crema dalle nappe un po’ rovinate, i contorni
sbiaditi e la passamaneria sgualcita.
C’erano
otto macchie su quel cuscino.
Otto
macchie di sangue.
La
sua verginità.
Stava
male da morire e pianse su quell’oggetto ormai alla fine dei suoi giorni.
Eppure
non aveva niente da piangere perché se adesso era lì, era tutta colpa sua.
* * *
Si
era svegliata all’alba quando il primo raggio di luce del nuovo anno l’aveva
malamente colpita dritta in faccia, interrompendo la quiete notturna.
Si
era svegliata per prima, mentre lui, riparato da un pezzo della tenda, stava
ancora dormendo.
Non
c’era voluto molto prima che i ricordi di quanto accaduto si affollassero nella
sua mente, tanti quanti le lacrime.
Le
aveva asciugate con la mano coprendo approssimativamente la sua nudità e
immaginando che lui non dovesse trovarsi in condizioni migliori.
Che
cosa era successo?
Che
aveva fatto, così, senza pensarci?
Qualcosa
per cui la gente dovrebbe riflettere e anche molto.
Stupida,
stupida e ancora stupida Hermione!
L’aveva
guardato, mentre appisolato sembrava davvero Lucifero, il più bello degli
angeli, colui che porta la luce, ma che è il demone più terribile… che buffi
gli equivoci della vita… volendo ridere, suo padre si chiamava Lucius e lui, non sapeva neppure più lei, se fosse un
demone o un angelo vendicatore.
Dormiva
sereno come un bambino mentre il sole si avvicinava di soppiatto al suo torace
candido che si sollevava e abbassava ritmicamente, sembrava fatto di
porcellana, fragile, mentre quel segno nero spiccava sul braccio sinistro
depositato con noncuranza sopra lo stomaco.
Un
pezzo di tenda gli copriva i fianchi nascondendo la parte inferiore di quel
corpo levigato e facendola arrossire.
Il
mistero della vita, il segreto più antico del mondo era stato svelato ad una
persona in più.
Sorrise
contenta senza, tuttavia, riuscire a scacciare quel briciolo di tristezza che
si infiltrava nella sua anima facendola piangere senza sapere perché.
Era
stato qualcosa di unico e magico come, forse, solo lui riusciva a renderlo.
L’aveva
tenuta tra le braccia mentre ancora singhiozzava e non era certo per il dolore,
forse piuttosto per la grande felicità che aveva provato; era rimasto un po’
sconcertato lui quando l’aveva vista singhiozzante e, nonostante lei sapesse
che l’avrebbe mandata via subito, non l’aveva fatto.
Aveva
strappato quella tenda dal suo antico supporto e aveva cercato di coprire loro
due alla bella e meglio.
Era
stato dolce e l’aveva stretta a se come non credeva avrebbe mai fatto nessuno.
Per
una volta, non era stato acido e villano, era rimasto zitto e nel silenzio
della notte si sentivano solamente i singhiozzi di lei, aggrappata alla stoffa
che lui aveva drappeggiato sulle loro spalle.
L’aveva
cullata come una bimba e poi lei si era addormentata.
E
adesso non sapeva cosa fare.
Doveva
svegliarlo?
Doveva
baciarlo?
Doveva
dirgli grazie?
Doveva
insultarlo?
Doveva
piangere o ridere?
Non
era pronta a tutto questo: aveva commesso una follia senza analizzare quel che
sarebbe accaduto dopo, proprio per questo era stata FOLLIA.
Si
erano lasciati trasportare un po’ troppo, non c’entravano i sentimenti, quelli
non dovevano mai esserci, o meglio, c’erano stati solo per lei.
Ma
lui ha detto di possederne. Aggiunse l’altra se stessa, sottilmente.
Frottole.
Gli
uomini dicono un sacco di bugie mentre fanno l’amore.
L’aveva
letto in molti libri.
Ma
adesso?
Che
avrebbe fatto se all’improvviso lui si fosse svegliato?
Era
pavida e codarda, accidenti a lei!
Avrebbe
voluto avere la forza di dirgli quanto lo amava, ma non ce la faceva.
Asciugò
l’ultimo rivolo di rugiada che le scivolò dagli occhi
-
Accio maglione e gonna – pronuncio a bassa voce
E
l’istante più tardi aveva in mano la sua maglia marrone e la sua gonna nera.
“Stupida
e codarda!” gridò l’altra se stessa inveendo come difficilmente
Ma
a niente servì, rimanere non ci sarebbe riuscita, era troppo coinvolta, era
troppo scossa, shockata.
Che
avrebbe fatto o cosa si sarebbe dovuto dire?
Guardò
la stanza deserta mentre lo Slytherin ancora dormiva:
sarebbe mai più riuscita a guardarlo in faccia?
E
adesso… che sarebbe successo al loro rapporto?
Avrebbe
voluto che quella maledettissima notte non ci fosse mai stata perché, se da una
parte poteva ancora sperare grazie a piccoli e quasi insignificanti dettagli,
dall’altra non POTEVA crederlo, sarebbe stato come illudersi e lei stava
soffrendo abbastanza.
Che
aveva pensato quando gli aveva detto di non fermarsi?
Pazza
Hermione Granger…
Il
vestito della festa era ammucchiato sul pavimento, non lo avrebbe raccolto.
Quello
di lui aveva fatto la stessa fine.
I
cuscini sparpagliati sul pavimento, quasi non ci fece caso se uno non attirò la
sua attenzione, irrimediabilmente macchiato.
Lo
prese in mano: il simbolo del suo fallimento.
Lo
strinse al petto e volò verso la porta.
-
Dove vai? – le
chiese la voce di Malfoy che la fissava serio seduto tra la tenda e i
guanciali.
Sarebbe
riuscita a guardarlo in faccia?
Si
voltò indietro e lui notò le lacrime che avevano ricominciato a rigarle le
guance, gli sorrise appena sussurrando “mi dispiace, scusa”, dopodiché chiuse
la porta dietro di sé e corse per i corridoi verso il Grifondoro.
* * *
Draco
l’aveva guardata mentre piangendo chiudeva la porta dietro di se.
Stupida.
Chissà
per quale ragione lo stava facendo.
Ma
in realtà, sperava che non si fosse pentita di quanto successo.
Perché
non avrebbe resistito, perché non avrebbe voluto, perché c’era stata una magia
tra di loro e non era stato un maleficio.
Guardò
intorno vedendo gli abiti sparpagliati sul parquet, i cuscini in disordine, la
tenda che avevano usato come coperta.
Le notti non finiscono all'alba nella via
le porto a casa insieme a me, ne faccio melodia
e poi mi trovo a scrivere chilometri di lettere
sperando di vederti ancora qui.
Curioso
come lui, che aveva sempre scacciato le ragazze dal suo letto, quel giorno
l’avesse voluta lì e lei non fosse rimasta.
Curioso
come proprio lei se ne fosse andata.
Non
l’aveva fatto per lo stesso motivo di Pansy, c’era
dell’altro, ma che gli venisse un accidente a chi riusciva a capire quella
dannata mezzosangue, lui di certo non ci sarebbe mai arrivato.
Aveva
allontanato dal suo giaciglio molte fanciulle, ma quella in particolare,
avrebbe voluto tenerla con se, stringerla e coccolarla come non aveva mai
fatto, come avrebbe dovuto imparare a fare, lo avrebbe fatto, per lei.
Glielo
aveva detto.
Gli
aveva creduto?
Guardò
la porta e scosse la testa.
No.
Cinica
mezzosangue senza cuore, da quando le parti erano state scambiate?
Da
quando era lui che si preoccupava di sentimenti e lei quella senza?
Perché
proprio lei?
Perché
non poteva provare qualcosa del genere per qualsiasi altra donna al mondo.
No,
proprio lei.
Incomprensibile
e indecifrabile sangue sporco dagli occhi d’ambra…
Lui
l’avrebbe voluta lì.
Lei
se n’era andata.
Avrebbe
voluto dire che era stato qualcosa di speciale.
E
lei stava piangendo.
Pazzo
Draco Malfoy.
Inutile parlarne sai, non capiresti mai
seguirti fino all'alba e poi, vedere dove vai
mi sento un po' bambino ma, lo so con te non finirà
il sogno di sentirsi dentro un film.
Era
stato davvero lui, per una volta, a sognare che potesse esserci dell’altro?
Bene,
aveva imparato cosa accadeva agli illusi.
Non
avrebbe ripetuto certo lo stesso errore.
Mai
più.
Ma
per lei, forse, lo avrebbe fatto.
Perché
c’era qualcosa in lei che lo rendeva sciocco, che gli faceva fare delle
stupidaggini, che lo faceva comportare come un babbeo: perché lei gli ispirava
dei sentimenti e, come aveva detto quella notte, i sentimenti non si possono
cancellare.
Brutta
cosa, sarebbe stato mille volte meglio rimanere lo stesso freddo e glaciale
Draco Malfoy di quando non la conosceva, ormai in tutti i sensi, compreso
quello “biblico”.
Eppure,
i sentimenti gli procuravano dolore perché lei non li ricambiava, lei fuggiva e
scappava, veloce quanto una lepre, sperduta in un mondo non suo; ma, forse, era
stato grazie a quelli che aveva trascorso il più bel Natale della sua vita,
grazie a quelli che, per una volta, aveva messo da parte l’orgoglio e l’aveva
cercata, l’aveva chiamata, l’aveva voluta, baciata, amata.
Era
stato per quei sentimenti che avevano fatto l’amore.
E,
maledizione, adesso non sembrava più una cosa così insignificante come lo era
stato fino a poco prima.
Dannazione
alla Granger, che gli aveva fatto?
Quale
sortilegio?
E
lei, perché lo aveva fatto?
Domanda
che sarebbe stato meglio non porsi…
La
scusa per tirarsi indietro l’aveva avuta, gliel’aveva data lui stesso, da bravo
babbeo, tanto per confermare quanto aveva detto prima, ma l’aveva rifiutata,
ricordava perfettamente: aveva scosso la testa e detto di no.
Perché?
Perché?
Perché?
L’aveva
fatto con coscienza?
Eccolo,
il dubbio, il tarlo che rode l’anima…
Sì
o no?
Pregò
perché fosse sì, almeno quello.
E poi all'improvviso, sei arrivata tu
non so chi l'ha deciso, m'hai preso sempre più
la quotidiana guerra con la razionalità
vada bene pur che serva, per farmi uscire
Che
cosa era accaduto?
Da
quando aveva cominciato a provare tutto questo, a porsi tutte queste domande?
Da
dove era sbucata la Granger, all’improvviso, e gli aveva rivoluzionato
l’esistenza?
Era
stata lì sei anni senza che non la considerasse se non uno dei tanti addobbi
della scuola destinati a farlo divertire, poi, all’improvviso, era scattato
qualcosa.
Cosa?
Cosa…
Com’era
cominciata tutta quella storia?
…le
ripetizioni, suggerì la coscienza e l’immagine di quell’antico colloquio con la
McGranitt si fece viva nei suoi ricordi, esultando
come se volesse gridare “E’ cominciato tutto da qui!”.
E
poi? Come era proseguito?
Il
bagno… quella volta nel bagno di Mirtilla, già… Weasley
e la Brown che si sollazzavano a metà pomeriggio, bel
problema… bel casino.
C’era
stato qualcosa…
Ma
soprattutto, lo punzecchiò se stesso, quando vi siete incontrati in cucina la
prima volta.
Già,
come dimenticarlo?
Avrebbe
potuto trascorrere tutta l’esistenza senza poter cancellare ogni singolo attimo
di quel frangente di tempo trascorso con lei.
L’aveva
baciata.
Sul
naso.
Bella
roba…
Beh,
che doveva dire?
Ce
l’aveva fatta, s’era portato a letto la Granger, la tanto santarellina e
verginella Granger che ormai, tanto verginella non lo era più… ed era pure
opera sua, bel lavoro aveva combinato.
E
non riusciva a gioirne.
Lo
sapeva, si conosceva, non avrebbe avuto la forza di prenderla in mezzo a un
corridoio e gridarle “Ti sei divertita l’altra notte?”.
Che
gli prendeva?
Draco
rammollito non era proprio uno slogan da urlare ai quattro venti, avrebbe
rivaleggiato con “Weasley è il nostro re”, il grande
tormentone dei grifoni.
Scosse
la testa a scacciare quei pensieri e solo allora si accorse che mancava
un’altra cosa in quella stanza vecchiotta oltre alla mezzosangue: un cuscino.
Dopo
due settimane trascorse a non far niente tra quelle quattro mura, ne ricordava
ogni dettaglio e mancava quel cuscino: quello color panna tutto sgualcito.
Ricordò,
quando l’aveva tenuta stretta quella notte, di averlo visto tra gli altri,
macchiato di sangue, il sangue degli angeli: l’aveva preso lei, ora rammentava,
l’aveva in mano quando era scappata poco prima.
L’orologio
rintoccò le dieci, beh, forse, non proprio poco prima…
Quanto
tempo era rimasto lì a riflettere?
* * *
Hermione
asciugò le ennesime lacrime con la manica di lana, arrossandosi le guance.
Era
stata stupida.
E
stupido anche lui che aveva voluto far l’amore con lei.
Come mai, ma chi sarai, per fare questo a me
notti intere ad aspettarti, ad aspettare te.
Dimmi come mai, ma chi sarai, per farmi stare qui
qui seduto in una stanza, pregando per un si.
Perché
era successo?
Perché
proprio a lei?
Perché
proprio loro due?
Lo
amava e lì non ci poteva fare niente: i sentimenti non si cancellano.
Era
fuggita.
Codarda.
Perché
non avrebbe sopportato di vedere quel che pensava, se l’avesse schernita, ne
sarebbe morta.
Probabilmente
lui non l’avrebbe fatto. Suggerì una parte di lei.
Ma
se l’avesse fatto, non avrebbe resistito.
Aveva
sopportato quel che era accaduto con Ron,
probabilmente non avrebbe saputo fare altrettanto con lui: Draco Malfoy.
Stupidissimo
furetto dagli occhi d’argento che la metteva tanto in soggezione, che la
condizionava fino a questo punto!
Batté
i pugni contro la finestra mentre le nuvole si addensavano all’orizzonte
promettendo nuova pioggia.
Perfetto,
almeno il cielo capiva il suo umore.
Già,
perché certo non l’avrebbe detto a Harry… e di Ginny
e Daphne manco a parlarne.
Avrebbe
potuto scrivere un manuale: “Come farsi del male, corso accelerato su come
distruggere la tua vita in tre mesi. Senza possibilità di recupero”.
Sarebbe
stato un bestseller.
Chissà,
forse sarebbe stata la sua fortuna, avrebbe guadagnato tanti soldi e avrebbe
avuto una vita tra le pagine di un libro.
Una
volta gli aveva chiesto se valesse davvero vivere con gli occhi di un altro e
lui aveva detto di no, che la vita andava vissuta.
Gli
aveva creduto.
L’aveva
vissuta.
Quante
volte aveva letto quella scena nei suoi romanzi?
Un
milione e forse più, ma quando tutto era terminato, si scopriva che i due erano
innamorati, così si confessavano i loro sentimenti e si giuravano amore eterno.
Lei
e Malfoy non si erano scambiati i loro pensieri, ammesso che lui provasse
davvero dei sentimenti come lei aveva disperatamente cercato di dimostrargli
quella sera prima di partire.
Si
era scottata, o meglio, aveva avuto paura di scottarsi ed era scappata con le
sottane in fiamme.
Non
era andata come nei libri: questa era la realtà.
Terribilmente
ingiusta e diversa.
* * *
L’aveva
tenuta stretta e ancora non riusciva a capacitarsi che se ne fosse andata.
Era
tornato al dormitorio per scoprire che i suoi compagni stavano tutti dormendo, Blaise per primo.
Aveva
bevuto del firewhiskey, si era gettato sul letto e
aveva riflettuto, ancora e ancora.
Ma
non sapeva cosa aver fatto per farla scappare a quel modo e, colpa sua oppure
no, doveva saperlo, perché lei lo rincitrulliva e lo istupidiva, ma fino ad un
certo punto!
Voleva
sapere, doveva
sapere!
Poteva sapere?
Sì,
poteva e lo avrebbe fatto!
Ma
il suo impeto era presto scemato.
Che
avrebbe fatto se lei gli avesse detto che era pentita?
Non
voleva sentire quelle parole. No, mai!
Accidenti
al loro orgoglio che non gli faceva mai dire le cose come stavano, a lui, prima
di tutto, che avrebbe dovuto fermarla.
A
lei, che aveva la sua colpa, che era scappata e che non gli aveva creduto.
Che
non aveva detto le cose come stavano per lei.
Si
era passato una mano nei capelli bevendo dell’altro liquore: Pansy non era a Serpeverde e
neppure Daphne.
E
si accorse che, quando aveva avuto un problema, da qualche mese a quella parte,
era sempre corso da LEI.
Sempre.
La
mezzosangue che tanto disprezzava, ma che voleva accanto quando c’era qualcosa
che non andava, quando aveva bisogno di essere se stesso.
Lei
e Blaise erano tutto quello che gli rimaneva.
E
il piccolo Seraphin, quella peste diabolica…
Ma
quella era un’altra storia.
C’era
stata lei, quella notte di dicembre, a stargli accanto prima che partisse, al
freddo, consolandolo.
E
c’era stata ancora lei, per un gioco di destini, quando era scappato e poi
giunto alla Torre di Astronomia, era lassù assieme a Potter; era stato geloso,
lo confessava, proprio lui sarebbe stato invidioso di Sfregiato se la
mezzosangue fosse stata sua.
Ma
la mezzosangue non era una proprietà, come lei diceva in ogni suo gesto,
involontariamente, era se stessa, era una ragazza, una donna.
Lei
voleva essere se stessa, come aveva esplicitato quella volta alla serra
della Sprite, non si sarebbe svenduta per poco, mai!
Era stata se stessa fino alla
fine e non aveva fatto come le altre.
Ma forse, per questa cosa, un
po’ rimpiangeva che fosse così tanto se stessa.
E comunque, alla fine, era
stata lei la prima a curarlo, a guardargli il braccio, a piangere per lui.
Perché nessuno aveva mai
pianto per un lurido bastardo come lui, forse neppure sua madre…
Lei
l’aveva fatto e anche con sincerità, qui stava il problema, perché la
mezzosangue dallo spirito fiero e bruciante, era fragile e delicata come un
bocciolo e, come lui, aveva una facciata che minacciava di crollarle sopra la
testa.
Erano
simili e diversi al contempo e forse era per questo che esisteva quella strana
alchimia tra di loro che li portava a fare pazzie, a condividere una vita che,
forse, sarebbe stato più giusto vivere da soli.
Ma
non avrebbe voluto novecentonovantanove vite da solo senza la certezza che la
millesima sarebbe stata con lei.
Perché
ormai le cose erano andate troppo avanti e non si poteva tornare indietro.
Perché,
glielo aveva detto, lei a suo modo era diventata la persona più speciale che
avesse.
Perché,
anche se all’inizio ci aveva riso sopra su quella storia di sbattersi la
Granger, quando davvero avevano fatto l’amore, ed era stato un vero fare
all’amore, non del semplice sesso, non era stato altro che il gradino ultimo di
una scala che avevano già percorso.
Insieme.
E
adesso, a scanso di tutto, non le avrebbe permesso di tornare indietro solo
perché soffriva di vertigini.
Avrebbe
imparato a volare.
Con
le sue ali.
Con
o senza di lui.
Ma
non sarebbe tornata indietro perché non si può tornare indietro.
MAI.
Guardò
l’orologio della Sala Comune e controllò quello nella tasca dei pantaloni,
c’erano ancora i gemelli d’argento.
Erano
le sei e mezza di sera.
La
sera del primo dell’anno avrebbe visto la sua pazzia ultima.
E
l’anno sarebbe cominciato con qualcosa di diverso e sarebbe stato testimone di
quel che avrebbe fatto, ma, soprattutto, di quello che avrebbero fatto.
LORO.
Fuori
della finestra era buio e pioveva mentre un timido tramonto all’orizzonte
chiazzava il cielo di un rosa palliduccio spintonato
dalle tenebre.
L’avrebbe
fatto?
POTEVA
FARLO?
Sì!
DOVEVA
FARLO?
Sì!
VOLEVA
FARLO?
In
quel momento, più di qualsiasi altra cosa.
Prese
la scopra, si mise il mantello e volò dalla finestra.
Lo sai all'improvviso, sei arrivata tu
non so chi l'ha deciso, m'hai preso sempre più
una quotidiana guerra, con la razionalità
ma va bene pur che serva, per farmi uscire
* * *
Come mai, chi sarai, per fare questo a me
notti intere ad aspettarti, ad aspettare te
dimmi come mai, ma chi sarai, per farmi stare qui
qui seduto in una stanza pregando per un si.
Hermione
era alla finestra, a piangere come aveva fatto per tutto quel pomeriggio.
Lacrime
amare di chi fugge.
E
il cielo la capiva e piangeva con lei, inondando la terra del suo dolore.
Ma
dalla terra bagnata nascono i fiori, fece notare la Hermione attenta e
riflessiva che coglieva ogni dettaglio dell’esistenza.
E
quella era una verità innegabile.
Sorrise.
Aveva
sorriso prima di abbandonarlo, aveva sorriso adesso.
Sciocca.
E
all’improvviso, una mano si piantò sull’altro lato del vetro, producendo del
rumore, facendola sobbalzare e quasi cadere a terra per lo spavento.
Sfoderò
la bacchetta, pronta a tutto: il mondo magico era pieno di squilibrati che
cercavano sempre di ammazzare Harry, poteva cavarsela da sola.
Ma
neppure il tempo di osservare un tantino di più fuori che le linee della mano
che aveva sbattuto contro il vetro cominciarono a sembrarle familiari e le
lunghe dita bianche assunsero una forma nota nei suoi sogni, proveniente da
un’esperienza che era impressa a fuoco nella sua mente.
Portandosi
le mani alle labbra, lasciò cadere il fuscello di legno magico e corse ad
aprire l’imposta ritrovandosi di fronte, nel vano della finestra, Draco Malfoy
bagnato fradicio a cavallo della sua Nimbus 2001 che
la scrutava truce dalla sua cavalcatura senza la benché minima intenzione di
entrare a ripararsi.
Hermione
rimase in piedi studiandolo e riuscendo perfino a guardarlo in faccia, ma non
c’era emozione sul volto del biondo, tranne una muta domanda, quasi ringhiata,
che emerse poi dalla sua bocca come l’ululato di un lupo
-
Perché sei
fuggita?
Ecco,
lo stava facendo di nuovo, stava tergiversando.
Non
era “perché sei fuggita” la domanda giusta da fare, bensì “sei pentita?”.
Lei
abbassò colpevole gli occhi al pavimento, studiando le tanto familiari listarelle di legno che lo ricoprivano, strascicando il
piede
-
Sei pentita? –
domandò ancora lui, questa volta formulando la domanda corretta
-
No, MAI! – fu
la caricata risposta di lei e, solo allora, lei si accorse di aver parlato e
arrossì, mentre il viso di lui assumeva quell’espressione perduta che aveva
avuto quella sera e quella angelica della mattina come, lei pensava, non
sarebbe mai riuscita a vedergli da sveglio
-
Allora dimmi
perché te ne sei andata – chiese ancora lui, smontando e appoggiandosi al
cornicione della finestra mentre lei rimaneva inchiodata poco distante.
Ed
eccole, le lacrime traditrici.
Non
aveva pianto a sufficienza quel giorno?
La
gioia, il dolore, la paura, l’angoscia, la frustrazione, il timore, il
desiderio, la perdita, l’amore.
Questa
volta, non le asciugò, lasciando il viso inclinato di lato che si rigasse come
i vetri della finestra di quell’acqua che veniva dal cuore
-
Perché…
perché… - incominciò lei, sentendo tra le labbra il sapore salato. Glielo
avrebbe detto? Avrebbe davvero avuto il coraggio? – perché sono
un’idiota, Draco Malfoy – sbottò infine sorprendendolo mentre si sporgeva in
avanti, i pugni serrati, le braccia lungo i fianchi – perché sono un idiota e
tra tutti gli idioti di questa terra, proprio di te dovevo andare ad innamorarmi,
l’unico che ha ai piedi mezza scuola se non tutta, che le ragazze le cambia
come i calzini, che mi disprezza, che lo disgusto, ma che beve con me la
cioccolata alle tre del mattino e che è disposto perfino ad accompagnare al
ballo una insignificante piccola e sudicia mezzosangue come me! Perché tra
tutti gli idioti proprio te!
Urlò
infervorata.
Dimmi come mai, ma chi sarai per fare questo
a me
notti intere ad aspettarti, ad aspettare te
dimmi come mai, ma chi sarai, per farmi stare qui
qui seduto in una stanza pregando per un sì.
Era
quello dunque?
Era
davvero quello?
L’aveva
sognato, l’aveva desiderato, ma non aveva neppure lontanamente osato sperarlo,
perché lei era troppo preziosa per essere perduta per orgoglio. Perché lui non
la meritava
-
Perché io non
ti merito – aggiunse poi – e perché tu mi detesti
La
Risposta.
La
risposta a quella domanda che l’aveva assillato fino a fargli dolere le tempie,
fino a costringerlo ad andare lassù con quel tempaccio da lupi, a cercare LEI,
a VOLERE lei.
-
Granger –
disse piano scendendo dal balcone ed entrando in camera sua – di fesserie ne
dici tante, ma questa mi sembra proprio la più cretina di tutte…
Lei
si fermò e le lacrime smisero di rigarle il viso mentre lo fissava costernata
-
Te lo
assicuro, potresti fare concorrenza a Daphne o a quel matto di Paciock… ma che c’avete voi grifondoro,
un virus o il gene della stupidità?
-
Perché?
-
Perché
insomma, mi pareva di averti detto ieri sera che sei la persona più speciale
che ho
E
sorprendendola, l’abbracciò, stringendola contro di sé.
Ed
Hermione non pianse.
Non
capì, ma non pianse.
E
sentì sulle sue mani la consistenza della stoffa bagnata, era fradicio!
Lo
guardò e cercò di allontanarsi, ma lui la tenne stretta, appoggiandole il mento
sulla testa e impedendole di andarsene.
Non
sarebbe fuggita, non di nuovo.
-
Credevo che
gli uomini dicessero sempre quelle cose quando vanno a letto con una donna – si
giustificò lei
-
E sentiamo, Miss-So-Tutto-Io, questo dove l’hai imparato?
Dall’esperienza? – lei arrossì fintamente offesa – scommetto 10 galeoni che
l’hai letto in uno di quei libri dove ti rintani per vivere nelle altre realtà
Gli
occhi ambrati di lei si sollevarono in quelli severi di lui
-
Dopotutto era
di questo che parlavi, l’altra sera, no? Vivere la vita con gli occhi di altri…
Lei
sorrise a malincuore, chi l’avrebbe mai detto che un giorno il Principe degli Slytherin sarebbe venuto a farle la paternale e, per di
più, in camera sua, dopo aver trascorso la notte assieme e mentre la stava
abbracciando piuttosto “energicamente”.
-
E adesso, piccola
mezzosangue – aggiunse cambiando tono di voce – sturati le orecchie perché non
lo ripeterò una seconda volta: non me ne frega un cazzo
se sei una mezzosangue, una purosangue, un vampiro, un demone, un mangiamorte o qualunque altra creatura sulla faccia della
terra; non m’importa se io sono Draco Malfoy e tu sei Hermione Granger, tu SEI
SPECIALE, per me tu sei speciale.
D’accordo, è vero che non avrei voluto che
accadesse, non sono un ipocrita, ma è successo ed è colpa mia, tua e di tutti
quanti e non posso tornare indietro, né andare avanti. E io non so come voi
comuni mortali interpretate la cosa, ma credo che sia qualcosa di molto simile
a quel che hai detto te poco fa… - e ghignò, lei sorrise – ma bada bene,
Granger – aggiunse col suo solito tono – non ti dirò che ti amo, non aspettarti
troppo!
Il
sorriso di lei si fece più aperto, mentre lui faceva le dovute precisazioni,
perché in quelle ultime parole c’era proprio quello che aveva sognato di
sentire, la sua frase era stata “non ti dirò ti amo”, ma alla fine, “ti amo!”
era stato proprio quello che aveva gridato con ogni parola e con ogni gesto.
-
E adesso,
mezzosangue, dammi un bacio e lasciami andare a gettarmi dalla Torre, dopo
questo, credo che la mia rovina sia totale – disse scuotendo la testa, lei
sorrise e sfiorò delicatamente le labbra di lui con le sue, allontanandosi
dubito e lasciandolo perplesso
-
Tutto qui? –
domandò lui
-
Non mi faccio
coinvolgere da uno che so andrà a suicidarsi tra dieci minuti! – protestò lei,
lui le sorrise, per davvero
-
Sei sempre la
solita saccente – aggiunse – ma non cambiare mai – lei annuì e lui la baciò
Come
si deve.
-
A questo
punto, allora… - continuò lui tenendola sempre stretta a se – forse è giusto
che tu conosca il mio segreto, se mi hai rivelato il tuo – e la lasciò
momentaneamente libera
Lei
lo guardò fragile, temendo il peggio dopo quell’attimo di euforia.
E
in un battibaleno, lui sparì da sotto il mantello.
Guardando
perplessa tra la stoffa, la caposcuola si domandò che fine avesse fatto e, solo
fra le pieghe bagnate, trovò l’indizio di ciò che cercava.
* * *
Va
bene, sì, lo so che avevo detto in cima che il capitolo non era stato diviso,
ma io intendevo la vicenda principale, mica posso lasciare a metà la
dichiarazione di Draco!
Per
il resto della trama dovrete soffrire come per le altre volte, ma per lo meno
siamo giunti a qualche punto.
Innanzi
tutto, finalmente, c’è stata questa benedetta dichiarazione e confesso di aver
attinto a piene mani da tutto quel che mi veniva in mente a proposito,
cominciando dal fatto che Draco è sempre un Malfoy e quindi non è poi così
facile immaginarsi una sua dichiarazione senza finire nello sdolcinato che,
personalmente, credo gli si addica solo in determinate situazioni.
Altra
cosa che devo assolutamente dire: se mi direte che il capitolo è uno schifo
dove non ci si capisce una fava, comprendo perché in effetti il punto di vista
(ma soprattutto dei pensieri) è alternato tra i due protagonisti e le loro
riflessioni sono volutamente confuse come, credo, sarebbero davvero,
soprattutto con i viaggi che iniziano a farsi ogni tanto.
Molto
bene.
Spero
di non aver ammazzato nessuno e di aver un po’ sciolto la tensione che si era
formata nel precedente finale (forse le scene passionali non sono il mio forte
>_>).
Mi
auguro che vi sia piaciuto anche questo nuovo cappy e
spero che mi lascerete dei commenti, sono molto curiosa a proposito…
Buona
lettura e sappiatemi dire!
Kiss
Nyssa
PS:
ho provato anche la tipologia di song fic, non so
come è venuta, ma mi pareva che la canzone ci stesse bene con gli stati d’animo
dei personaggi… ^^
PS2:
per chi continuasse a seguire la numerologia, il 21
sarebbe l’Amore + l’Uomo, con l’Amore al primo posto, quindi che ha il sopravvento,
ehehe, direi che è proprio azzeccato.
Shavanna: beh, sono contenta che la scena di Pansy e LavLav ti faccia ridere,
a quanto pare sono effettivamente tornate tutte e due ai rispettivi ruoli. Per
quanto riguarda i capelli di Malfoy e le osservazioni di Herm,
quella è stata una piccola ideuzza che è venuta
guardando una bellissima fanart che forse posterò tra
qualche capitolo, quindi più che mio il merito è del disegnatore.
Per
quanto riguarda Draco, sì, forse è finito un po’ OC, ma confesso che la fic è nata tutta da quel capitolo, quindi forse non ero
molto lucida mentre lo scrivevo e dicevo “Ah, finalmente siamo arrivati anche
qui…”.
La
vera dichiarazione è arrivata, anche se forse è un po’ deludente, quindi non mi
aspetto commentoni entusiasti, è un po’ un
esperimento (non dovresti fare esperimenti con le scene così importanti! ndTutti, …scusate ndA). Io mi
auguro comunque che ti piaccia quindi, bello oppure no, spero che mi lascerai
un comment anche a questo capitolo.
Ahaha, beh, Harry ormai ha capito come van
le cose, invece l’atmosfera spero che non si sia rovinata, non credo che
riuscirei a essere così sadica con i miei poveri personaggi.
Grazie
mille per tutti i complimenti che mi hai fatto e, credimi, sono davvero molto
felice che la mia fiction riesca a emozionarti, personalmente è una cosa che
apprezzo molto nelle storie, quindi sono davvero molto contenta!
Ciao
e un bacione! Nyssa
luana1985: già, ma dire a Hermione di smettere di
pensare è un po’ come far vivere un fiore senz’acqua… cmq
penso che dovrebbe rilassarsi un po’ di più, quello senz’altro.
Mi
fa piacere che Draco ed Herm siamo risultati teneri,
avevo paura che fossero un po’ troppo aggressivi per la scena che stavo
scrivendo, ma meno male che non è stato così…
Blaise invece non si smentisce
Bene,
spero ti piaccia anche questo cervellotico cappy 21, ciao e a presto! Nyssa
Diddola: addirittura con ansia? Wow, me molto felice
di avere dei lettori così appassionati (brill brill, ho gli occhi che scintillano).
Sono
felice che l’andamento ti piaccia e spero che continuerai a seguirla! Io
intanto spero di non deludere le tue aspettative… bene, ecco qui il nuovo
capitolo, kiss! Nyssa
LaTerrestreCrazyForVegeta: grazie mille, sono oltremodo felice che ti
sia piaciuto il mio 20° capitolo di amore tra i due, anche se di scene di amore
effettivo se ne vedono pochette… Il futuro non so neppure io che riserva, visto
che la fic la sto ancora scrivendo, quindi posso
prevedere solo il prossimo futuro e il finale, stampato a fuoco nella mia
mente, così è e così lo scriverò!
Sono
molto felice anche che ti abbia fatto venire il batticuore, a me succede spesso
nelle fic, solo che nella metà dei casi finisce che
uno dei due deve morire, quindi oltre al batticuore mi vengono le lacrime.
Addirittura sublime però è forse un poco eccessivo… mi commuovo davvero! *_*
Per
la shot, datemi tempo, chissà che non la metta come
regalo di Natale, magari riesco a rintracciare qualche ora per scriverla…
Bene,
spero che ti piaccia anche il 21° capitolo, sono molto curiosa di avere il tuo
giudizio! Sappimi dire, un bacio e un abbraccio! Nyssa
AuraD: non credevo di aver così totalmente
cancellato le tue speranze da andare a prendere addirittura i fuochi
artificiali, ma forse rileggendo la storia mi accorgerò che è proprio così…
probabilmente se fossi una dei miei lettori mi vorrei uccidere :P
Sono
felice che il cappy sia rimasto dolce nonostante
all’inizio non lo fosse proprio del tutto e l’intervento di Blaise
ha contribuito a stroncare un po’ l’attesa, ormai ero a corto di idee. Zab è davvero un grande, avercelo un amico così…
Per
il day-after, gli ho dedicato un capitolo intero, spero che ti piaccia! Qui c’è
finalmente la tanto sospirata dichiarazione, anche se è travestita da
qualcos’altro, ihihihi.
Bene,
mi auguro che ti piaccia e visto che sono curiosa come una scimmia, spero che
mi dirai che cosa ne pensi a riguardo! Ciao e un bacione!
Nyssa
luci94: beh, sono contenta che le mie scelte siano
approvate, effettivamente forse una nc17 sarebbe stata un po’ pesante per la
vicenda eppoi c’è quella faccenda del rating che è tutta una discussione.
Mi
fa piacere anche sapere che le scene hanno avuto il loro giusto spazio, ogni
tanto mi capita di esagerare con l’una o l’altra, ma fortunatamente nel
precedente non è successo, fiuuuu
Spero
ti piaccia anche questo nuovo, fammi sapere! Ciao, Kiss!
Nyssa
rossy..!: Lavanda era davvero fuori come un poggiolo,
Pansy invece per una volta ha fatto davvero la parte
dell’altezzosa serpeverde, raramente l’ho vista
comportarsi con tanta alterigia… Per Ron e la Parkinson, devo ancora decidere come si evolverà la storia,
vedremo, nel frattempo sono molto felice che ti sia piaciuta la scena tra Draco&Herm, anche se è un po’ povera di particolari…
Spero
sia lo stesso anche per questo nuovo e 21° capitolo, ciao e a presto! Nyssa
Lisanna Baston: essendo Herm un
personaggio tutto a se stante, è difficile ogni tanto renderlo vicino alla
gente comune, quindi il tuo commento mi ha fatto molto piacere, sono contenta
di essere riuscita a cogliere anche questo lato di lei che è il mio chara preferito. Ovviamente mi fa anche moltissimo piacere
sapere che la scena è stata resa bene nonostante la carenza di dettagli che vi
ho fornito, sono felicissima e grazie per tutti i complimenti che mi hai fatto!
Che
Draco sia un bel figliolo credo che ormai sia diventato un dogma quasi, forse
mi è uscito un po’ OC, spero non troppo, sennò poi diventa smielato e io ho un
debole per i ragazzi che non sono proprio tutto latte e miele…
La
scena di Pansy e Lavanda è stata una mia follia, non
sapevo quando far uscire questa cosa, però a quanto pare ci ho preso a metterla
in questo capitolo, meno male… Per quanto riguarda Ron
e Pansy, lo confesso, all’inizio ero scettica pure io
mentre scrivevo, ma poi mi sono detta: perché no? Proviamo! Insomma, un altro
esperimento dei miei… non so quindi come la farò finire, vedremo più avanti, a
me però, se Pansy non fosse così p****** piacerebbero
insieme…
Bene,
spero che ti sia piaciuto anche il mio nuovo capitolo, aspetto di sapere che ne
pensi, sono molto curiosa! Ciao e un bacio! Nyssa
potterina_88_: eh, credo di aver frustrato le aspettative
di tutti lasciandovi aspettare ben 20 cappy prima che
succedesse qualcosa e poi buttando tutto assieme in solo 2 la loro notte e quel
che ne segue… forse ho esagerato con i tempi, spero solo di non aver fatto
disastri come mio solito…
Come
hai visto, si è riscattato in questo 21° e finalmente quella zuccona può
credere davvero che non fosse solo un’illusione sua, ma c’era davvero qualcosa,
sotto certi aspetti Herm è un po’ tarda o, se
preferisci, non vuole farsi del male, a costo di starci peggio, risultato, sta
male comunque, meno male che non ho fatto Draco troppo cattivo e ce l’ho
mandato davvero a cercarla, sennò sai che piste cominciava… però stava di fatto
che Hermione era innamorata e lo sapeva e forse lui lo era senza saperlo
davvero fino alla mattina, o forse finchè lei non gli
ha toccato la mano, cmq aveva ancora bisogno di
riassestare le idee.
Stranamente
non è ricorso alle crisi, per una volta, e questo fa felice anche me, anche se
forse il cappy che vi ho propinato è moooooolto peggio XD.
Spero
che ti piaccia ugualmente, quindi aspetto di sapere cosa ne pensi in modo da
saziare la mia curiosità.
Ciao
e un bacione! Nyssa
chibi_elyon: ops, scusa, non
volevo certo ucciderti così su due piedi! Scusascusascusa….
Mi dispiace tanto, lo so che sono stata un po’ improvvisa e sventata, però mi
sembrava che ci stesse così bene, anche se fino a cinque minuti prima non era
successo quasi niente… mi perdoni, vero? Non voglio perdere una cara recensitrice come te… però tutto quello che hai detto,
anche se non ha proprio giovato alla tua salute, è stato un toccasana per il
mio spirito, sono contenta che la tensione sia stata palpabile, anche se forse
ho un po’ esagerato :P
Ahahah, beh, potevi star tranquilla, non avevo intenzione di tirarla
fino all’epilogo, per il sequel, invece, ci sto
pensando, ma forse prima posterò qualcos’altro, ogni tanto mi aiuta staccare
con un personaggio, trattarne un altro e poi ricominciare, chissà, magari
ottengo qualche risultato migliore…
Sono
felice che le scene meno serie, come quella con Blaise
e la litigata di Lavanda ti siano comunque piaciute, forse erano un po’ fuori
posto, però…
Va
bene, la smetto sennò arrivo a domattina, ciao e dimmi che pensi di questo
nuovo capitolo, io aspetto in ansia! Un bacione! Nyssa