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Autore: La Mutaforma    02/05/2013    1 recensioni
“Mi dispiace, ti porgo le mie condoglianze”
L’inventore sorrise a stento, la sua compagnia gli infondeva sempre positività. “Non preoccuparti, amico mio. Non è la morte che mi spaventa. È… il resto, credo. Come un punto su una retta” sorrise “ma la retta è senza limiti, sai? Sia prima che dopo”
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ezio Auditore, Leonardo da Vinci
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ezio spinse la porta della bottega, ritrovandola come di consueto disordinata e colma di lavori e progetti da completare.
Il fatto che la bottega di Da Vinci non fosse mai cambiata gli strappò un sorriso, e si addentrò tra le tele, i libri e le pergamene.
Ritrovò un Leonardo stanco, con la barba già incolta, con gli occhi più acquosi.
“Leonardo… cosa c’è?” fece l’assassino, sorpreso. L’artista si voltò di soprassalto, come un ladro scoperto, e quando riconobbe i suoi occhi grigi sorrise.
“Ezio, sei tu” si alzò per abbracciarlo “E’ una gioia vederti. Di cosa hai bisogno?”
“Di nulla in particolare” rispose Ezio con un tiepido sorriso “Passavo per Roma e ho pensato di salutarti”
Leonardo sorrise suo malgrado “Mi dispiace che tu abbia scelto questo momento”
“Cosa succede?”
“Mio padre. È morto”
 
Si ritrovarono seduti per qualche strana ragione allo stesso tavolo dove anni addietro Leonardo gli aveva costruito le armi traducendo le pagine del codice che gli portava.
Leonardo versò del chianti rosso cupo per entrambi.
“Mi dispiace, ti porgo le mie condoglianze”
L’inventore sorrise a stento, la sua compagnia gli infondeva sempre positività. “Non preoccuparti, amico mio. Non è la morte che mi spaventa. È… il resto, credo. Come un punto su una retta” sorrise “ma la retta è senza limiti, sai? Sia prima che dopo”
Ezio lo guardò, spaesato. “Temo di non seguire il tuo ragionamento, amico”
Leonardo rise sommessamente e prese un sorso di vino.
Si chiese se suo padre l’avesse mai amato, in vita.
Ora siete morto, padre mio. Questa domanda non merita più di essere posta.
 
Prima che partisse di nuovo, Leonardo lo abbracciò, più a lungo di quanto convenisse.
Con gli occhi chiusi, perché se avesse visto cosa aveva fatto si sarebbe imbarazzato troppo.
Alla mia età, imbarazzarsi credo sia motivo di imbarazzo.
“Presto dovrò tornare dalla mia famiglia”
“E’ molto che non li vedi?”
Leonardo annuì. “Più a lungo di quanto io stesso ricordi”
L’assassino gli accarezzò la spalla, augurandogli buona fortuna. L’artista lo osservò con occhio di spia dalla porta della bottega. 
Probabilmente era l’unica cosa che Dio concede agli innamorati non corrisposti.
Osservare la sua schiena allontanarsi e chiedersi se sarebbe mai tornato.
 
Messer Assassino, tu che non ti leghi con nessuno, paradossalmente hai pugnalato meno persone tu che le volte che la mia famiglia ha immaginato di veder pugnalare me.
Addio, amico mio.
Domani chissà cosa mi aspetterà.
Come la retta. La vita va avanti. 
   
 
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