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Autore: Harriett_    02/05/2013    23 recensioni
Harriett aveva subito un trauma che le aveva cambiato la vita. La sua testa non era più grado di ragionare se si trattava di Harry. Era peggio del vortice dell'amore, più terribile di quello della morte: era accettare la realtà, e la realtà era che Harry era morto.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Fall down

Prologo.
 
Avete presente quando vi trovate davanti ad un incrocio? Quando non sapete più che scelta prendere? Quando è impossibile tornare indietro, perchè il tempo non si può cambiare? Quando il tempo è il tuo peggior nemico, ma in fondo è dalla realtà che vorresti scappare?
Harriett si sentiva così. 
Forse erano giorni, oppure ore, probabilmete minuti, che Harriet rimaneva seduta nell'angolo buio della sua camera. Le gambe piegate, strette dalle braccia vicino al busto, la facevano sentire al sicuro. Aveva la testa piegata in avanti, gli occhi serrati. La sua mente pensava troppo, i suoi pensieri si formulavano confusionari e senza filo logico. I rumori al di fuori della sua camera da letto erano troppo silenziosi. Non aveva più il coraggio, la forza di vedere le due foto appoggiate a fianco a lei. Forse fuori pioveva... Ma non era estate? Probabilmente era primavera, ma Harriett non ne era sicura. Era arrivata ad un punto di non ritorno. La foto di lei e Harry era appoggiata a terra alla sua destra, quella con Zack a sinistra. Bianco a destra, nero a sinistra. Luce contro buio. Passione contro piacere. Morte contro vita. E lui, beh, lui era davvero la morte. Lui era morto. Era bastato un secondo per distruggere il mondo di Harriett. Doveva essere colpita lei, non lui. Era lei l'obbiettivo. L'angelo dell'America doveva morire... Non lui. I presidenti Lilcon e Kennedy fuorono assassinati, mai la figlia di essi. Dicono che il punto più debole di un padre siano i figli, forse avevano ragionato così gli assassini. Non si distrugge uno stato uccidendo il capo, ma uccidendo una delle cose più care di esso. Più comunemente conosciuta com 'L'angelo dell'america' Harriett Moor era molto amata dagli americani. Era il secondo anno di presidenza del padre quando avvenne la sparatoria. Non ricordava più niente di quella sera, il vuoto più totale, o quasi. Sorrideva alla stampa, mano intrecciata a quella di Harry, il fidantazato, e l'altra appoggiata sul fianco della madre. Vestiti eleganti, si trovavano al gran ballo annuale della casa bianca. Gente felice, la quale non ricordava il nome, giornalisti che continuavano a ripeterle domande. Tre colpi d'arma da fuoco. Buio più totale. Forse erano urla quelle che sentì dopo, o forse parole dette troppo forte. Occhi socchiusi, non si reggeva in piedi. La sua mente era vuota, la sua mano era troppo fredda, troppo libera. Mancava qualcosa. Mancava la mano di lui.
Erano passati due anni da quella sera. Suo padre era di nuovo in carica per la candidatura alla presidenza. Altri quattro anni, altro inferno, altre conseguenze. La sua testa scoppiava. I pensieri da essa uscivano confusi e disordinati, ancora. Il suo telefono suonava. Era la suoneria di Harry. No, per lui aveva messo 'I just called to say I love you' la sua canzone preferita. La canzone che stava suonando era un' altra. Zack, era decisamente lui. Harriett non voleva rispondere al telefono, non voleva alzarsi. Forse non riusciva neanche più a muovere le gambe. Il suo cervello riusciva ancora a comunicare col resto del corpo? Harriett non lo sapeva. Le note di 'The way you look tonight' risuanavo per la stanza. Allora perchè Harriett muoveva le labbra come se stesse cantando 'I just called to say I love you'?.
Bussarono alla porta. Forse una delle tante cameriere per accettarsi se Harriett stesse bene, come era abitudine da due anni. Perchè nella sua vita tuto iniziava e finiva nei due anni passati? La sua guardia del corpo era fuori dalla porta, come tutti i giorni, tutte le notti da quando lei ha memoria. Era proprio quello il problema di Harriett: la memoria. Harriett si ricordava tutti i momenti con Harry, ma del resto... Niente. Ricordava qualsiasi cosa, purchè fosse legata a lui. Credeva che col tempo sarebe passato, ma non era così. Si aggiunsero nuove voci provenire dal corridoio. Forse era la voce di Eleanor, la madre. No, era sicura che fosse quella di Holly, la figlia della cuoca. Avevano la stessa età, 17 anni, ma non avevano mai parlato molto. A volte Harriett si rifugiava in cucina a leggere, o a parlare con le cuoche, buone ascolatrici. Si alzò da terra, lasciando sul pavimento le due fotografie. Harry a destra, Zack a sinistra, di nuovo. Harriett aveva subito un trauma che le aveva cambiato la vita. La sua testa non era più grado di ragionare se si trattava di Harry. Era peggio del vortice dell'amore, più terribile di quello della morte: era accettare la realtà, e la realtà era che Harry era morto.

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Spazio autrice.

Ciao a tutte! Sono di nuovo qui, eh già (?)
Per me è un periodo buio questo, e ne è uscita una storia del genere. Ammetto che l'inizio è molto confusionario, ma sono questi i pensieri e sentimenti di Harriett. Ho provato a scriverli, e spero che abbiate capito qualcosa c: E' una storia principalmente drammatica/romantica. Ci sarà una 'specie' di triangolo amoroso tra Harriett Moore - Harry Wilsor - Zack Mills. 
Spero vi sia piaciuto e vi prego di lasciare una recensione, così da farmi capite il vostro punto di vista c:  Vi prometto che già dal prossimo capitolo capirete un pò di più.
Ciaoooooo c:

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