Sei proprio come...

Sei come la luna, Allen.
Come essa, rimani in silenzio, solo, in mezzo al buio e alle tenebre che ti rinchiudono in un recinto minato dai tuoi ricordi e speranze, che lo illuminano come stelle.
Brilli di luce pallida, fredda.
Non è come la sua.
Risplendi di luce debole, fasulla.
Semplicemente, non è la tua.
Continui a brillare, rischiarando l’oscurità, aprendo un valico in quella prigione immaginaria che ti opprime, sperando che, attirato dal tuo bagliore, dalla sua luce, il Sole ti raggiunga.
Lo speri invano, perché, ogni volta che compari, che ti avvicini, lui si allontana, svanisce.
Come il tramonto che annega nel proprio sangue.
Ed ogni volta, ti chiedi perché.

Sei proprio come la luna, Allen.
Essa non potrà mai raggiungere il sole vermiglio, come se entrambi fossero due corpi dalla medesima carica elettrica.
Lo sai.
Lo sai, lo sai fin troppo bene.
Ma speri comunque, allungando una mano verso quei desideri che rischiarano dolcemente la tua solitudine.




Sei come il sole, Lavi.
Come esso, sei radioso, rallegri i tuoi compagni con le tue risate, con i tuoi sorrisi, illuminandoli.
Brilli, proprio come esso.
Però, più di tutti, cerchi di riscaldare lui, quel piccolo ragazzino dai capelli bianchi, in cui forza, cordialità e malinconia costituiscono il suo essere.
Lo irradi con la tua luce, calda e gentile – possibile? –, sperando di vedere, prima o poi, le mille facce di quella gemma brillare di un tenue chiarore, caldo, capace di scacciare via la tristezza da quel piccolo corpicino di quindici anni.
Però ti fermi, non vai oltre un punto.
Perché?
Hai paura, paura di oltrepassare quel limite che, fino a qualche mese fa, guardavi con noncuranza, ma che ora temi, come i battiti di qualcosa che non doveva e s i s t e r e .
Ti allontani spaventato, scappi via appena noti lui, la luce che – pensi orgoglioso – gli hai donato, e quella paura sboccia ancora nel tuo petto, avvolgendoti con le sue spire di rovi.
Percepisci maggiormente quel limite spezzarsi, quel filo che sancisce la fine di Bookman – esperto del mondo che lo allontana – e l’inizio di Lavi – anima generata dal desiderio anelato e dalla persona bramata –.

Sei proprio come il sole, Lavi.
Ti allontani senza fermarti, senza voltarti, ignorando – povero codardo – la tristezza che si impadronisce di lui, nuovamente.
Percorri quella sala bagnata dall’ultima luce, il cielo, affogando nel dolore delle ferite impresse sul tuo cuore – quale, poi? –.
E il giorno dopo sorridi con indifferenza, come se nulla fosse successo, e, misero stolto, dai inizio ancora una volta a quel circolo vizioso.


Rinchiudendo entrambi in un legame frivolo e infelice, perpetuo come la distanza del sole e della luna.