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Autore: Calipso__    02/05/2013    4 recensioni
[The Selection]
Tutti conosciamo la storia di America e di come sia entrata nelle grazie del principe Maxon... ma nessuno sa ancora come sia avvenuta la prima Selezione della storia di Illéa.
La protagonista è Zoe White, una Cinque, una giovane scrittrice di storie per bambini: le è permesso fare una professione simile perchè, sebbene scrivere per mestiere sia una prerogativa dei Tre, il governo non ritiene che scrivere storia per bambini faccia di lei una vera scrittrice. Quando si sparge la voce che i sovrani di Illéa hanno creato questo reality show per far trovar moglie al loro figlio, il principe Richard, Zoe ha una possibilità: essere tra le selezionate vuol dire diventare automaticamente una Tre e realizzare il suo sogno di diventare una vera scrittrice.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo I

Capitolo I

 

 

 

 

Aprii gli occhi all’improvviso. Avevo il fiatone e mi doleva il fianco destro, come dopo una lunga corsa. Chiusi gli occhi tentando di rallentare il battito del mio cuore e di ricordare che sogno stavo facendo ma, per quanto mi sforzassi, non riuscivo a ricordarmelo…

“Calma, Zoe… era solo un sogno… che nemmeno ricordi, per giunta.” pensai tentando di riacquistare il controllo. Allungai la mano verso il comodino per prendere un po’ d’acqua, ma mi ritrovai tra le dita solo un mucchio di capelli… prima che potessi mettermi ad urlare, una mano mi tappò la bocca.

- Sono io! – esclamò una voce che bene conoscevo. – Evita di urlare, sveglieresti tutta la tua famiglia e se scoprissero che ho infranto il coprifuoco… -

- Stephan…! – feci io con il cuore in gola, dopo che mi ebbe tolto la mano sulla bocca e mi affrettai a infilarmi gli occhiali. – Sei tu… -

- Sì, mi dispiace essere entrato così all’improvviso… e ti do un consiglio: d’ora in poi vedi di chiudere a chiave la finestra… - mi disse Stephan, ma in realtà non prestavo molta attenzione a quello che stava dicendo; ero concentrata sui suoi occhi verdi e un po’ a mandorla, sulle sue rughe d’espressione attorno agli occhi e sulle sue labbra fini e sottili… e mi sentii improvvisamente accaldata.

- Hey, Zoe! – la voce di Stephan mi richiamò all’improvviso.

- Sì, che c’è?! – feci io, cadendo dalle nuvole.

Stephan sospirò. - Scommetto che non hai sentito una sola parola di quello che ti dicevo, vero? –

- Hem… - borbottai imbarazzata.

- Me l’aspettavo, sei sempre con la testa per aria… - rispose lui con un sospiro. – Beh, com’è andata oggi al lavoro? –

Sbuffai e mi misi a sedere meglio sul letto, facendo spazio anche per lui.

- Al solito. – gli risposi. – Ultimamente le famiglie abbienti continuano a chiedermi di scrivere nuovi racconti per i loro figli… -

- Beh, è una buona cosa! – esclamò lui allegro. – Questo vuol dire che stai diventando nota anche tra le classi alti… -

- Sì, ma non so quanto mi conviene… - dissi con un sospiro e gli mostrai la mano destra: la parte esterna del mignolo era più piatta del normale a causa del continuo appoggio sulla scrivania, le unghie, poco curate, erano sporche d’inchiostro e le dita erano tutte gonfie come non mai.

- Mamma sostiene che non riuscirei mai ad attirare l’attenzione di un uomo che conta con una mano simile, inoltre sono tanti i problemi… - abbassai la voce anche se sapevo che i miei stavano ancora dormendo. – Credo che la mia vista stia peggiorando. Passare tutto il giorno sui fogli mi fa bruciare gli occhi e inizio a vedere sfocato… ma non possiamo permetterci dei nuovi occhiali così come non possiamo permetterci dei rimedi per la mano. Le lenti a contatto le conservo per quando devo incontrare gli acquirenti… -

Stephan mi mise una mano sulla spalla.

- Mi dispiace, Zoe… - mi disse dolcemente.

Scossi la testa tentando di riprendere un sorriso. – Non ti preoccupare, niente di nuovo, comunque… tu invece? Com’è andato il lavoro? –

Lui sorrise. – Mi hanno appena commissionato tre nuovi quadri. –

- Wow, ma è una notizia meravigliosa! – esclamai felice per lui. – Non è la prima volta questo mese! Ti stai facendo proprio un bel gruzzoletto! -

Lui annuì e vidi dal suo viso e dalla sua postura che non stava più nella pelle dall’emozione.

- Non manca molto perché mi sia possibile iniziare ad avanzare le pratiche per passare ad un Quattro! -

Sentii il cuore in gola: di questo passo tutti i miei amici sarebbero stati dei Quattro e solo io sarei rimasta una Cinque…

- Non hai mai pensato a sposarti? – buttai lì tentando in tutti i modi di evitare di arrossire.

Lui alzò le spalle.

- E perché dovrei? Se mi sposassi dovrei lasciare la mia famiglia e dovrei spendere soldi ed energie per costruirne una mia e, lo sai… i miei stanno invecchiando e Danny è malato. Punto solo a diventare un Quattro per guadagnare di più per loro perché le cure mediche sono care… -

Danny era il fratello minore di Stephan ed aveva da sempre seri problemi di salute che lo costringevano a letto: era piccolo e molto gracile per essere un ragazzino di nove anni e qualsiasi attività rischiava di farlo sfiancare al punto da andare in arresto cardiaco.

- Hai visto Claire oggi? – gli domandai tanto per cambiare argomento. Claire era un’amica mia e di Stephan solo che, a differenza nostra, lei era una Quattro e i suoi genitori avevano un importante ristorante in centro e stavano progettando di ampliare al più presto la loro attività. Nonostante la differenza di casta, Claire non era affatto antipatica o arrogante come molte altre Quattro, ma di certo non mi sentivo a mio agio con lei come succedeva con Stephan… ma con lui è sempre stata un’altra storia.

Lui annuì in risposta alla mia domanda. – Ha avuto parecchio da fare oggi e l’ho vista di sfuggita alla chiusura del ristorante. Mi ha confidato una pettegolezzo… -

Alzai gli occhi al cielo.

- Sei peggio di una perpetua! – commentai ridacchiando, ma mi accomodai meglio sul letto per ascoltarlo.

- Oggi al loro ristorante sono arrivati dei Due… - iniziò abbassando ancora di più la voce.

- Chi era? Qualche cantante famoso? – chiesi io. Lui scosse la testa.

- Erano dei funzionari importanti di Corte. – annunciò lui con un sorrisetto. – Il padre di Claire li ha dentiti parlare… Hanno detto che è arrivato il momento per il Principe di prendere moglie e indovina un po’? Verranno scelte delle ragazze del popolo come pretendenti principesse e tutto avverrà in tv. –

Guardai Stephan accigliata.

- E’ una stronzata… - sbottai senza il minimo tatto, delusa che si trattasse di un pettegolezzo di così poca importanza. – Voglio dire… perché tutto questo, e perché in tv?! E’ vero che Illéa è relativamente nuova… ma che senso ha un reality show simile?! Voglio dire, farebbero prima a far sposare i reali con matrimoni di convenienza, no? -

- Così è stato perché per le prime quattro generazioni reali sono nate tutte femmine. – mi fece notare Stephan. – I funzionari hanno detto che è un buon metodo per far sì che il popolo si senta veramente parte dei Illéa. –

 - Non ci sentiremo mai parte di Illéa… - commentai con una triste risata. – Non finché dai Tre in su non s’interessano della nostra condizione. Fingono tutti che vada bene quando metà della popolazione soffre la fame e viene sfruttata… -

In quel momento la porta si aprì e apparve mia madre in vestaglia, con un’aria addormentata.

- Dovevo immaginarmelo che eri arrivato tu, Stephan… - disse con gli occhi ancora piccoli dal sonno mia madre.

- Salve signora White! Bella giornata oggi, eh? – disse Stephan allegramente, per niente preoccupato di essere stato trovato in camera di sua figlia. Sobbalzai e guardai fuori dalla finestra: era presto, ma il sole aveva già iniziato ad albeggiare.

- Quante volte ti ho detto di rimanere a casa tua di notte. - borbottò contrariata mia madre. – Se ti trovano in giro dopo il coprifuoco… - tremò alla sola idea, dopo di che sospirò e disse: - Visto che tra poco dovremo andare tutti al lavoro, che ne dici di fermarti per la colazione? –

- Avevo previsto che potesse succedere e, per l’evenienza, mi sono portato qualcosa per voi! – fece Stephan con un sorriso e tirò fuori dalla sacca dei biscotti fatti in casa. – Li ha fatti mia madre… e poi non voglio pesarvi al bilancio famigliare, so benissimo che, anche se per un solo pasto, è dura avere una bocca in più da sfamare. –

Sul volto di mia madre si aprì un sorrisetto, e se ne andò a preparare da mangiare borbottando qualcosa che somigliava a un: - Ma che bravo ragazzo…! –

Se mia madre non si preoccupava più della presenza di Stephan in camera mia era perché io e lui eravamo cresciuti insieme e, probabilmente, non credeva che tra noi due potesse esserci qualcosa se non una forte amicizia.

- Che fai, non ti cambi? – mi chiese Stephan accigliato.

- Ah, sì… - dissi io impacciata, ed aprii l’anta dell’armadio di legno per guardarmi allo specchio. Mi tolsi la maglia del pigiama, mi sfilai i pantaloni senza troppi complimenti e fissai il mio riflesso; dopo di che mi voltai verso Stephan che stava giocando con uno yoyo e non mi stava più prestando attenzione: era normale che ad un ragazzo di diciott’anni non importasse se una ragazza si fosse spogliata nella stessa stanza in cui si trovava lui? Beh, certo, quella sua ragazza era la sua migliore amica da sempre, ma che la cosa lo lasciasse veramente così indifferente… a me pesava eccome. Ciò nonostante non mi ritenevo orrenda… certo, forse non ero bellissima, ma non riuscivo a ritenermi nemmeno da buttare. Tornai ad osservare il mio riflesso, ma tutto ciò che riuscivo a vedere una pancia non troppo piatta, un seno troppo abbondante per i miei gusti e dei capelli di un biondo scuro talmente in disordine che sembravano essere acconciati da un parrucchiere pazzo.

Indossai dei pantaloncini di jeans neri e una t-shirt larga nera, che mi arrivava quasi alle ginocchia. Scarpe da ginnastica nere, giacca in pelle nera ed ero quasi pronta.

- Sai, se non ti vestissi così… alla rinfusa… staresti molto meglio… - commentò Stephan osservandomi.

Digrignai i denti. “Perfetto, mi ha appena detto che non gli piace cosa indosso…” pensai amaramente.

- Credimi invece, per un’artista è sempre bene vestirsi in modo originale per farsi riconoscere e ricordare… - dissi mettendomi le lenti a contatto.

- Quindi oggi hai un incontro con qualche acquirente? – mi chiese lui. Io annuii asciugandomi la lacrima che mi era uscita dall’occhio sinistro a causa della lente. – Ho finalmente due nuovi racconti per i gemelli Thompson. –

- A tavola, è pronta la colazione! – esclamò la voce di mia madre da sotto, così io e Stephan ci affrettammo a raggiungerla.

La tavola di legno era apparecchiata con un pasto abbastanza frugale: latte caldo, un paio di biscotti e, all’occorrenza, della frutta.

- Papà? – domandai a mia mamma che stava pulendo il pentolino dove aveva fatto scaldare il latte.

- E’ ancora a letto. – rispose lei continuando a pulire. – Ieri sera ha fatto tardi con il lavoro e penso sia meglio lasciarlo dormire… -

Papà era uno scultore. Le sue opere erano abbastanza richieste e lui ci metteva il cuore, e spesso anche parecchie ore di sonno, per riuscire a fare del suo meglio.

La tv era accesa e Kevin Fadaye, un noto conduttore televisivo, sembrava su di giri.

- Non crederete mai alle nostre orecchie, signore e signori! – annunciò gioioso. – Come sapete il nostro amato principe Richard ha appena compiuto 18 anni e per l’occasione i nostri sovrani hanno deciso che sarà lui a scegliere la sua futura sposa in base alla sua preferenza. Ma non è finita qui! Saranno trentacinque le ragazze che avranno la possibilità di farsi notare dal nostro principe e di vivere a Corte fino a quando non verrà presa una decisione… e qualunque donna nubile di età compresa tra i sedici e i vent’anni ha la possibilità di venire scelta per far parte a questa selezione! Sì, avete capito bene! Vi basterà compilare il modulo che vi arriverà per posta e riconsegnarlo alle autorità competenti… Avete due settimane di tempo per decidere e affrettatevi: la prossima regina potresti essere tu! -

- No, vabbè, quest’ultima battuta è veramente pessima…! – borbottai finendo di bere il mio latte e rubando l’ultimo biscotto in tavola.

- Beh, non pensi che dovresti provarci? – disse mia madre. – Sei una bella ragazza e se ti scegliessero… -

- Non diventerei mai regina, certamente avvantaggeranno ragazze di classi più alte. – dissi masticando piano un minuscolo pezzo di biscotto. – Inoltre non vedo alcuna utilità ad andare lì a perdere tempo prezioso quando potrei stare con voi e darvi una mano a portare avanti la famiglia… -

- Non hai dimenticato di dire qualcosa, Kevin? – chiese il collega di Fadaye in tv.

- Oh, certo! – esclamò quest’ultimo, fingendo di cadere dalle nuvole. – La famiglia di chiunque venga scelta per la Selezione riceverà un lauto compenso in assegni che varierà in base al tempo di permanenza della ragazza a Corte… inoltre le ragazze scelte per la selezione e appartenenti a ceti più bassi diventeranno immediatamente delle Tre per partire tutte alla pari, e questo titolo non verrà tolto loro una volta scelta la regina… certo, a meno che la ragazza in questione non venga scelta dal principe e non diventi quindi una Uno! – commentò infine ridacchiando.

Mi sentii il cuore in gola. Partecipare alla selezione significava diventare una Tre…

- Io… credo che potrei tentare… - commentai provando a fingere indifferenza.

- Come mai questo cambio improvviso di rotta? – domandò Stephan con un sorriso malizioso. – Per i soldi o perché ti sei finalmente resa conto che potresti diventare una Uno? – Mamma venne a sedersi al tavolo con noi e pose tutta la sua attenzione su di me e sulla risposta che stavo per dare.

- Non credo che diventerei una Uno se mai venissi scelta per la selezione, il che già lo vedo difficile… - commentai. – I soldi certamente sarebbero utili alla famiglia, però… - spostai lo sguardo su mia mamma. Lei era una Tre ed era retrocessa a Cinque scegliendo di sposare papà. Se io ero brava a scrivere era tutto merito di mamma. Noi Cinque siamo degli artisti e tra di noi non ci sono scrittori, quelli sono tutti Tre; se mi hanno lasciata continuare a scrivere è perché scrivo solamente racconti per bambini e nessuno li considera dei veri libri.

- Potrebbe essere l’occasione d’oro per diventare veramente una scrittrice se riuscissi anche solo a diventare una Tre. – commentai abbassando lo sguardo e mordendomi il labbro.

Mamma mi guardava con un sorriso dolce.

- Tutto questo ti fa onore, Zoe… sono fiera di te che, nonostante le difficoltà che viviamo, continui a coltivare dei sogni… - disse.

- Ce la farai assolutamente a rientrare tra le candidate della selezione! – esclamò Stephan alzandosi in piedi con un sorriso. – Io e Claire faremo di tutto perché tu possa essere presa! I funzionari continueranno a venire al ristorante della famiglia di Claire e sapremo molte informazioni che altri invece non possono assolutamente conoscere… è un vantaggio! –

- E Claire? – domandai io tentando di spostare l’attenzione da me a qualcun altro. – Non intende partecipare? –

Stephan alzò le spalle. – Quando me ne ha parlato non mi sembrava interessata… -

- Certo che è un peccato che facciano questa cosa solo per le ragazze… - commentai con un sospiro rivolta a Stephan. – Avresti potuto ricevere un bel gruzzoletto e sappiamo che i soldi servono più alla tua famiglia che alla mia… chissà, se mai dovessi entrare nella selezione potrei convincere il principe ad avere tendenze omosessuali e a ritentare questa storia della selezione con degli uomini… -

Stephan e mamma scoppiarono a ridere.

- No, credimi, per quando sono disposto a far tutto per la mia famiglia, continuo a preferire le ragazze, grazie tante! – esclamò Stephan.

Dopo pochi minuti Stephan scappò a lavorare, ed io e mia madre facemmo lo stesso. Lei era una musicista e suonava brani con il violino a feste e balli dei Tre e dei Due. L’ammiravo tanto: nonostante i Tre si prendessero continuamente gioco di lei per essere diventata una Cinque, lei non si lasciava scalfire e andava avanti a lavorare per loro. Quel giorno l’accompagnai al lavoro perché era proprio lì che avrei dovuto consegnare i miei racconti; passai poi il resto della giornata a casa a scriverne di nuovi per degli ordini che mi erano stati fatti alla festa dei Thompson.

La mattina del giorno dopo arrivò finalmente il modulo d’iscrizione alla selezione, ma dovetti aspettare la sera per compilarla: Stephan e Claire mi avevano proibito di fare qualcosa di testa mia, e volevano darmi una mano per ogni piccolo dettaglio.

- Credo che hai veramente tante possibilità di farcela, Zoe… - disse Claire pensierosa mentre io compilavo il modulo secondo le indicazioni che lei e Stephan mi davano. – Grazie a tua madre sei molto istruita… anche più di me, ed io sono una Quattro… -

- Mmm, come no… - commentai nel tentativo di non mostrarmi troppo fiduciosa: se non mi avessero scelto sarebbe stata una delusione enorme per me, dovevo farmi quante meno illusioni possibili. Io, lei e Stephan ci trovavamo nel salotto della casa di Claire mentre i suoi genitori erano ancora fuori per lavoro e i suoi fratelli erano in camera loro. Claire era seduta sulla poltrona di fianco al divano, io me ne stavo seduta per terra di fronte ad un tavolino e Stephan se ne stava sdraiato sul divanetto alle mie spalle.

- Fammi vedere! – disse Stephan togliendomi per l’ennesima volta il foglio di mano. – Nome: Zoe. Cognome: White. Anni: 17. Casta: Cinque. Città: Angeles. Capelli: biondo scuro. Occhi: azzurro/grigio. –

- Avrei voluto scrivere due, ma non credo che a Corte apprezzino certe battute… - commentai stiracchiandomi.

- Hai una scrittura veramente bella e veramente particolare, con tutti questi ghirigori… se facessero una prova di calligrafia alle ragazze candidate, tu avresti la meglio… - disse Claire osservando rapita il mio modulo.

- Certo, perché saper scrivere bene è la prerogativa di ogni regina… - dissi riprendendomi in mano il modulo. – Ora devo compilare i campi per livello d’istruzione, lingue parlate e capacità particolari. –

- Livello d’istruzione alto, direi! – esclamò subito Stephan.

- Non esagerare… - lo contraddissi. – Dopo si aspetteranno troppo da me o penseranno che io stia mentendo… -

- Ma non è vero che stai mentendo e tu lo sai… - mi fece notare Claire. Decisi allora di scrivere “medio-alto” per non scontentare né loro né me e aggiunsi il francese, il tedesco e l’italiano alle lingue conosciute.

- Capacità particolari… ovviamente la scrittura! – disse Stephan. Mi affrettai a scrivere.

- Scrivi però che i racconti per bambini li scrivi per lavoro e che, nel tempo libero, ti dedichi anche alla scrittura di cose più impegnative… - aggiunse Claire. – E perché non scrivi qualcosa di tuo da allegare al modulo? Daresti loro una prova della tua buona volontà e delle tue qualità… saresti una da tenere seriamente in considerazione… -

- Ho completato oggi una storia… si tratta di una rivisitazione romanzata di un mito greco. – dissi concludendo di compilare il modulo.

- Fantastico! – esclamò Stephan mettendosi a sedere sul divano con aria soddisfatta. – Zoe, non puoi non farcela… sei una persona straordinaria e se ne accorgeranno pure loro. –

Arrossii nel sentirmi elogiata da lui.

- Tu invece perché non hai intenzione di partecipare? – domandai rivolgendomi a Claire. Lei alzò le spalle e si passò una mano tra i suoi lunghi ricci castani. – L’impresa di famiglia va piuttosto bene… inoltre non voglio sposare un uomo che non amo, anche se è l’uomo più ricco e potente dell’intera nazione. -

- Perché, tu credi che io voglia sposare il principe? – feci ridendo. – Il principe sceglierà una donna affascinante, di una casta alta, qualcuna che sia praticamente ai suoi piedi… ed io non sono quel genere di persona. Se vorrò andarmene mi farò cacciare in qualche modo: sarò la persona più odiabile che abbia mai conosciuto. –

- Non è che non vuoi sposare il principe perché c’è già qualche ragazzo che t’interessa? – fece Claire con un sorriso malizioso. Mi irrigidii sentendomi il cuore in gola.

- Ma figurati… - mentii spudoratamente; dopo di che, quasi a farmi coraggio aggiunsi: - Le uniche due persone che amo veramente al di fuori della mia famiglia siete voi due. –

Quest’ultima affermazione in effetti non era una bugia; la bugia vera era che Stephan lo amavo in modo diverso da come amavo Claire, solo che non avevo il coraggio di farmi avanti con lui per paura di rovinare la nostra amicizia.

Claire si portò una mano sul petto, commossa da quello che avevo appena detto e Stephan, dopo essersi lasciato scappare un “oooh”, mi abbracciò da dietro, tirandomi a sé.

- Sei la mia migliore amica e anch’io ti voglio bene… confido nelle tue brillanti qualità, vedrai che ce la farai a far parte della selezione, a diventare una Tre e a realizzare il tuo sogno di diventare una scrittrice professionista. Il principe inoltre potrebbe essere una brava persona, potresti innamorartene e insieme potreste vivere per sempre felici e contenti come in una delle fiabe che scrivi… -

Avrei voluto sciogliermi tra le sue braccia dalla gioia… ma non riuscivo a non sentire una fitta al petto. Un misto di tristezza e delusione. Lui mi aveva appena definita come sua migliore amica, nulla in più di questo, per non parlare del fatto che aveva appena affermato che sarebbe stato felice se il principe avesse scelto me.

- Si è fatto tardi, è ora che andiate prima di infrangere il coprifuoco… - disse Claire a questo punto. Io e Stephan ci alzammo e ci avviammo verso la porta.

- Domani mattina presto passa da me, Zoe… - mi disse Claire. – Al ristorante i soliti funzionari hanno chiesto che insieme ai moduli richiederanno una foto. Questa è una cosa che tu sai e le altre no, ti dà un vantaggio non da poco. Se vieni da me prima di portare tutta la documentazione all’Ufficio Servizi vedo di prestarti il vestito più bello che ho e vedo anche di metterti un filo di trucco. Mi raccomando: domani è una giornata importante, ricordati le lenti a contatto. –

- Certo… - risposi io riconoscente e mi incamminai con Stephan verso casa, senza fare parola con lui della cocente delusione che ancora avevo per quanto mi aveva detto a casa di Claire.

  
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