Dopo quella meravigliosa notte in albergo passarono due settimane,la vita all'interno degli uffici del CBI sembrava continuare normalmente,ma Lisbon dopo quella notte non fu più la stessa,la sua mente non faceva altro che pensare a Patrick Jane,il suo cuore perdeva un battito o forse due,quando davanti i suoi occhi si ripresentava la scena di lei e Patrick sdraiati su un letto d'albergo,a fare l'amore e a raggiungere il piacere all'unisono e poi improvvisante iniziava a martellarle velocemente appena nelle sue orecchie risuonava quella frase “...ti amo Teresa...” scosse il capo come se volesse cacciare quei pensieri e quelle visioni dalla sua mente,non doveva distrarsi,non doveva permettere a ciò che era successo di impedirgli di continuare a concentrarsi sul lavoro,tutto doveva procedere come era stato fino all'attimo prima che lei e Jane facessero l'amore....già.....perchè lei è Jane avevano fatto l'amore e questo era meravigliosamente fantastico,ma allora perchè si sentiva così insicura? Perchè si sentiva così impaurita?
Jane dopo quel giorno in cui lei lo lasciò solo in albergo,le rivolgeva a stento la parola,solo poche frasi di routine “buongiorno....” “ci vediamo Lisbon”.
La donna aveva notato che il suo consulente la trattava con freddezza....quasi indifferenza,non era mica stupida e non ci volea di certo una laurea in scienze del comportamento maschile per intuirlo,quelle frasi così semplici,dirette....povere la facevano stare male,quasi le mancava il Jane che gli ultimi tempi le correva dietro,il Jane che flirtava con lei facendola sentire desiderata,ma era lei che lo aveva voluto e adesso che l'aveva allontanato si dava della stupida e cosa più importante si sentiva triste e.....vuota,già finalmente lo aveva ammesso a se stessa,la vita senza il suo rompiscatole consulente era triste e vuota,ora non restava che dirlo anche a lui
“sembra facile” pensava....”accidenti a te e al tuo orgoglio”
si alzò dalla sedia e si diresse nel bullpen dove vi era il suo team alle prese con le solite cose,parlare e sparlare dei colleghi,fare scommesse su ogni cosa,dalla privata dei personaggi famosi a quella dei semplici vicini di casa,Lisbon si guardò intorno e accennando un sorrise pensò
“questa è una delle cose che sono sicura non cambierà mai” poi si voltò a destra e a sinistra per cercare il volto di una persona.......già...proprio quella persona....ma non la vide e chiese quasi in bisbiglio
“ma Jane non è ancora arrivato stamane?”
Cho,Rigsby e Van Pelt si guardarono negli occhi per poi ritornare a dirigerli verso i monitor dei propri computers come se non avessero sentito la domanda postagli dal proprio capo
“allora dov'è Jane? E non me lo fate chiedere un'altra volta o giuro che mando tutti e tre a dirigere il traffico davanti una casa di riposo” richiese nuovamente Lisbon arrabbiatissima intuendo che i suoi sottoposti stavano nascondendo qualcosa,i tre spiazzati ed impauriti risposero all'unisono
“ehm.....vedi capo”
“uno alla volta per favore” li interruppe Lisbon,l'agente Van Pelt decise allora di prendere lei la parola,dopo aver visto lo sguardo di approvazione degli altri due colleghi
“ecco capo.....ecco.....”
“allora Grace vuoi dirmelo o no?” insistette l'agente bruna
“bè Jane ha dato le sue dimissioni giusto stamane ma non voleva che tu lo sapessi e quindi ha chiesto a noi di mantenere il becco chiuso” le rispose la rossa tutto d'un fiato,Lisbon spalancò gli occhi,quei bei occhi verdi smeraldo avevano assunto un'aria inorridita,le labbra iniziarono a tremarle e in un balbettio ripetè
“ha dato le sue dimissioni? State scherzando vero?”
“no capo,mi dispiace,scusaci noi volevamo dirtelo ma sai com'è fatto Jane,ce l'avrebbe fatta pagare se avessimo spifferato ogni cosa” spiegò Rigsby implorando palesemente il perdono del suo capo
“lui ve l'avrebbe fatta pagare? SONO IO CHE VE LA FACCIO PAGARE” urlò davvero ma davvero arrabbiata,questa era una di quelle poche volte in cui i tre sottoposti assistevano ad una Lisbon furente,
“dove diavolo è adesso quello psicopatico?” chiese voltandosi verso Van Pelt
“ehm.....ehm....” balbettò intimorita la giovane agente
“DOVE DIAVOLO È JANE?” gridò nuovamente Lisbon
“è su nell'attico,ha detto che prima di andare via doveva prendere alcune cose”
rispose ancora tutto d'un fiato la povera agente dai capelli rosso fuoco
Lisbon si voltò e si incamminò fuori dal bullpen,poi arrestò il passò,di voltò ancora una volta verso i suoi sottoposti e allungando l'indice della mano destra disse
“con voi non ho ancora finito”
e andò via,i tre agenti si guadarono in faccia sconvolti
“lo sapevo che non bisogna mai ascoltare i piani di Jane,ci portano sempre rogne,spero per lui che funzionerà” borbottava Cho
“si....si funzionerà me lo sento......deve funzionare.....e ne varrà la pena fidatevi” rispose Van Pelt facendo l'occhiolino a suoi due colleghi,sapevano tutto,lo avevano sempre saputo di Jane e Lisbon e adesso la scommessa finale si faceva più pensate
“allora quanto scommettete che lo manda a quel paese ma prima finisce in ospedale?” inziò Rigsby
“smettila” risposero all'unisono Cho e Van Pelt
Lisbon salì le scale per raggiungere l'attico così in fretta che i gradini li saltava a coppie,arrivata davanti il portellone di metallo iniziò a bussare energicamente,con tutta la forza che aveva dentro
“JANE....JANE.....APRI SUBITO QUESTA DANNATA PORTA O GIURO CHE LA APRO IO E SAI CHE NE SONO CAPACE” gridò la bruna
“è aperto Lisbon”
Lisbon entrò tirandosi dietro la porta di metallo,facendo un gran fracasso
“vacci piano Lisbon....non c'è bisogno di gridare.....ti avranno già sentito nello stato di New York”
“piantala di fare il cretino e dimmi cos'è questa storia delle dimissioni” Lisbon si andò da Jane talmente vicino e con aria furente che sembrava quasi volergli mettere le mani addosso,
“ho capito.....i tre non sono riusciti a tenere il becco chiuso,me lo aspettavo” Jane guardò Lisbon e per la prima volta da quando la conosceva,riuscì a leggerle la mente,riuscì a percepire la paura di Lisbon,il terrore nei suoi occhi era tangibile
“come......come puoi andartene via eh? Sei uno stronzo.....sei un bastardo senza cuore....” il viso contratto dalla rabbia iniziale della bella agente,lasciò spazio ad un viso rigato dalle lacrime.....”io....io lo sapevo che non avrei dovuto fidarmi di te......t...tu mi hai reso in giro bastardo figlio di puttana”
“e cosa avrei dovuto fare? Tanto non t'importa nulla di me....quindi ci sono o non ci sono per te non cambia nulla,anzi forse cambierebbe in meglio no? Non finiresti più nei guai per colpa mia” le disse il consulente guardandola con aria di sfida,ogni parola che fuoriusciva dalla sue labbra erano pugnali che trafiggevano il cuore e lo stomaco di Lisbon
“non è vero....” la donna iniziò a singhiozzare,non piangeva così da anni....da troppi anni.....”non è vero stupido,io...io non voglio che vai via da qui,non voglio perchè la mia vita senza di te ritornerebbe ad essere buia,vuota e triste......sei un grandissimo stronzo con un pessimo tempismo.....vuoi andare via adesso che ho capito di amarti.....”
a quelle parole Jane si fiondò su Lisbon abbracciandola così forte da spezzarle quasi le braccia,
“finalmente le parole che desidero sentire da non so quanto tempo”
le prese il viso bagnato ancora dalle lacrime,lo alzò e la baciò,fu un bacio diverso da quello che si scambiarono nella camera d'albergo,questo era un bacio pieno di sentimento,di desiderio.....di appagamento,ancora una volta i due finirono per fare l'amore su quel materasso striminzito che Jane adoperava quando si rifugiava lì per studiare i fascicoli di red john o semplicemente per starsene in pace.
“dimmi ancora una volta che mi ami” le chiese il mentalista sussurrandole all'orecchio e continuando a baciare il suo collo nudo
“non esagerare Jane...potrei ancora ritrattare sai”
il mentalista guardò fisso gli occhi della partner e poi insieme scoppiarono in una risata,finalmente i loro muri furono abbattuti e insieme avevano trovato il coraggio di amarsi.