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Autore: DistantJohn    02/05/2013    1 recensioni
Una ragazza non può poi volere così tanto. Passare del tempo con delle persone care è forse tutto ciò che si possa desiderare. Ed è normale che passando del tempo con le persone a cui vogliamo bene, finiamo per legarci ad esse.
Una storia che parla di legami, forse di amore.
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Era una mattina d'inverno, una di quelle in cui il dolce tepore delle coperte è al punto giusto da far venir voglia di dormire tutto il giorno. Dalian si trovava nel suo letto, e dalle tende che si dimenticava sempre di chiudere filtrava un raggio di sole che le finiva sulla guancia e poi sull'occhio sinistro. Cercò di spostarsi, ma non sapendo dove effettivamente il raggio fosse, finì per esporre anche l'altro occhio alla luce. «Non voglio alzarmi...» Una volta svegliatasi controvoglia e sedutasi sul bordo del letto, guardò la sveglia. Erano le otto e diciassette minuti. A quell'ora i suoi genitori erano entrambi al lavoro, mentre sua sorella quel giorno era a dormire da delle amiche. Essendo sola in casa, pensò di prepararsi da mangiare, dato che ormai era sveglia. Man mano che riprendeva coscienza, iniziava con i soliti pensieri, come il desiderio particolarmente ricorrente di abitare dal lato opposto della casa, cosicché i raggi non l'avessero svegliata ogni volta che avrebbe voluto dormire, oppure cercava di pensare un po' meno in grande, e desiderava soltanto di ricordarsi di chiudere le tende la sera prima. D'altra parte, abitava al secondo piano, e la sua finestra dava sul lato del cortile e sulla staccionata bianca che divideva l'abitazione da quella del vicino, e quindi non aveva certo paura che qualcuno la spiasse. E poi amava guardare il cielo notturno.
Scendendo le scale notò che il soggiorno era vuoto. Pensò di riepilogare la situazione. Erano le vacanze di Natale, ed erano i primi di Gennaio. I suoi genitori erano comunque al lavoro, mentre sua sorella era ormai da diversi giorni a casa di un'amica. Era sola in casa. Aveva ancora una settimana circa prima di dover tornare a scuola. Aveva già finito i compiti, perché li odiava e non voleva che intralciassero il suo ozio. Certe volte la sua pigrizia batteva la sua voglia di fare in quanto a risultati, ma almeno ne era soddisfatta. Non avendo da fare per occupare il tempo, riempì una ciotola di latte e cereali e si mise sul divano, decisa a guardare un po' di televisione facendo colazione. Scorse i canali, ma a quell'ora trasmettevano solo cartoni per bambini. Non le erano mai dispiaciuti i cartoni, ma quelli erano per una fascia d'età troppo bassa, e finì per il continuare a girare i canali a vuoto.

In modo simile iniziava la giornata di Sally. Lei era nel suo letto, ma nascosta sotto le coperte dalla testa ai piedi, in modo quasi infantile. La madre aveva tentato di svegliarla poco prima, ma lei si era rifiutata, ed ora era lì che dormiva. Ci vollero diverse ore, ma alla fine, a mezzogiorno, si svegliò da sola, per poi andare in cucina. Trovò i pancakes appena sfornati della madre, che decise di mangiare senza sciroppo: troppo zucchero fa male, e quel giorno si sarebbe esercitata nel preparare torte. Amava cucinare, ma non era mai stata brava nel farlo. Continuava a prendere lezioni dalla madre, ed era convinta che prima o poi avrebbe imparato. Le piaceva anche mangiarle in compagnia, quelle torte. Creavano sempre una buona atmosfera in casa quando tutta la famiglia era riunita per mangiarle. Suo fratello le diceva sempre che era bravissima, ma lei le rispondeva sempre che era grazie alla bravura della madre. Anche se in quel caso aveva ragione, era sempre stata molto modesta. Con il suo carattere era l'amica ideale per ogni ragazza, e tutti l'ammiravano.

Dalian si risvegliò sul divano, con la tazzina per fortuna vuota ancora tra le mani, qualche ora dopo la sua colazione. Pensò che i programmi televisivi dovevano proprio averla annoiata. Dato che era ora più riposata, andò nella sua stanza per mettersi a disegnare. Non importava cosa disegnasse, se erano ritratti di persone o attori di film, personaggi dei videogiochi o i protagonisti dei cartoni animati e degli anime. Ciò che contava era riuscire a rappresentare tutto con quella sola unica matita. Si diceva che se riusciva a fare l'intero disegno con una sola matita, senza colorazioni ma con ombreggiatura, allora aveva l'abilità necessaria. Necessaria a cosa non lo sapeva nemmeno lei, ma di sicuro sapeva che in questo modo se la sarebbe cavata. Un giorno, prima o poi, sarebbe riuscita a fare un ritratto a matita di Sally. Forse gliel'avrebbe fatto vedere, e forse, per una volta, si sarebbe crogiolata in un piccolo complimento.

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Quest'idea dello "spazio autore" mi piace moltissimo. Allora, questa è una fic originale, così per una buona volta posso mostrare il mio stile vero e proprio, e non una solita traduzione... Inoltre vado molto fiero di questo, perché invece dei miei soliti scritti, che sono di solito completamente ripieni di introspettività e mancanti di trama, questo invece contiene un po' meno introspettività, e per me è una grande conquista. Detto questo, questo è solo un preludio, la vera fic inizia con il prossimo capitolo. Davvero, questo è proprio un piccolissimo inizio... in attesa di scrivere un capitolo serio. Non penso che sarà troppo lunga, sarà qualcosa di semplice.
  
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