Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Gens    02/05/2013    7 recensioni
#15YearsSinceTheBattleOfHogwarts.
Ho scritto questa One shot, per fare il punto della situazione 15 anni dopo la guerra.
Speravo di far ricordare a tutti i potterheads che Harry Potter ci sarà sempre, per noi, anche dopo la fine, che per noi non sarà mai la fine. Ho scritto con la viva speranza di non dimenticare e di non far dimenticare.
Perché per me Harry Potter non è solo un libro, è vita.
Lasciate una recensione? Mi farebbe davvero tanto piacere. :)
Genere: Fluff, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Remus/Ninfadora, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

#15YearsSinceTheBattleOfHogwarts riconoscente

15 anni

Sentii il vortice che mi avvolgeva pian piano diminuire, fino a quando non toccai terra.

Il vento mi soffiò in faccia e allora capii di essere arrivata a destinazione.

Aprii gli occhi e la prima cosa che vidi fu l’enorme castello.

Ebbi come dei flashback.

Tante scene diverse mi affollarono in mente, fino a quando non mi soffermai sulla prima volta che vidi quel castello, circa 22 anni prima.

 

 

Chiusi il libro che tenevo in mano e mi avviai verso l’uscita, seguendo tutti gli altri ragazzi.

Scesi dallo sportello e atterrai sul marciapiede freddo e buio, facendo attenzione a dove mettevo i piedi.

Sentii l’aria fredda circondarmi tutta, fino a quando un uomo grande e grosso urlò a gran voce, con una lanterna in mano: “Primo anno! Primo anno da questa parte!” e “Quelli del primo anno mi seguano!”.

Iniziammo a percorrere un sentiero stretto e ripido, circondato di alberi.

Sentivo il crac delle foglie sotto i piedi e tra i ragazzi che camminavano, il completo silenzio.

Girammo la curva e… eccolo lì.

Avevo visto Hogwarts in tantissimi libri, sotto panoramiche diverse, avevo studiato tutto quello che era necessario; ma niente, e dico niente, era paragonabile allo spettacolo che mi ritrovai davanti agli occhi.

Su un'alta montagna ergeva, trionfante, un enorme castello decorato di torri e torrette, con tante finestre qua e là che brillavano, illuminandolo tutto.

 

 

Il castello era lo stesso di prima, l'unica cosa che cambiava, adesso, era la storia che aveva ottenuto negli anni successivi.

Mi avviai verso l'entrata, ancora persa nei ricordi.

Erano passati 15 anni ormai, dalla guerra.

Erano 15 anni che tantissimi ragazzi avevano combattuto per un futuro migliore, perdendo la vita.

Erano passati 15 anni, eppure il dolore, la mancanza, la perdita, ancora si facevano sentire.

Continuai a camminare, con in mente altre scene, diverse.

 

Luci rosse e verdi, incantesimi e maledizioni ovunque, sangue, tanto sangue; persone per terra, senza vita.

Paura, terrore, brividi... fino a quando una luce trasparente veniva a salvarti, un patronus.

 

Mossi la testa, quasi a voler allontanare quei pensieri e arrivai vicino al cancello, trovando un Neville cambiato, un po' troppo cresciuto.

“Ciao Neville. Come va?” lo abbracciai. Da quando era che non lo vedevo?

“Bene, grazie. Tu?”

“Solito” sorrisi “Sono arrivati già tutti?”

“Quasi, manca giusto qualcuno.”

Sorrisi di nuovo e mi avviai verso il prato vicino al lago.

Incontrai facce conosciute a destra e sinistra; ex-alunni, nuovi alunni, genitori, nonni, insegnanti.

Tutti salutavano calorosamente.

Era stato deciso che ogni 5 anni, nel giorno in cui si ebbe la battaglia di Hogwarts, gli alunni della scuola di magia e stregoneria, gli ex alunni, i genitori e anche invitati esterni, si sarebbero incontrati, affinché si ricordasse.

La prima volta fu davvero difficile. Il dolore era ancora forte e infatti, molti non erano resistiti fino alla fine della cerimonia.

“Hermione!” mi sentii chiamare. Quel suono cristallino mi svegliò dai miei pensieri.

“Luna! - salutai – e da un po' che non ci si vede!”

E così, portata via dai miei pensieri, mi ritrovai a parlare con persone che non vedevo da tempo.

Ad un certo punto, mi sentii avvolgere i fianchi.

“Eccomi!” disse qualcuno. Mi voltai e una massa di capelli arancioni rapì subito il mio sguardo.

“Ronald Bilius Weasley! Ti avevo chiesto di essere puntuale almeno oggi e di non perdere tempo nei tuoi affari da babbano. ”

“Lo so, Herm, lo so. Ma ho avuto un piccolo intoppo.”

“Sarebbe?” lui e le sue stupide scuse.

“Sai che ti avevo detto che George non veniva, perché alla fine tornava a casa a metà di questo incontro? Beh, ha cambiato idea. Mi ha chiamato all'ultimo minuto dicendomi che sarebbe venuto, che aveva preparato una cosa da mostrare alla fine, che non poteva mancare. Quindi sono dovuto passare da lui e siamo venuti insieme. “

Questo mi fece rimanere sorpresa, e non poco.

“E dov'è adesso?”

“Sta parlando con Percy e Seamus per la cosa finale che ha in mente.”

“Ah.” Non avrei mai creduto che Geroge sarebbe venuto. Questo mi lasciava piacevolmente sorpresa.

Che fosse riuscito ad andare avanti? Forse.

“Harry?” chiese Ron.

Ma mentre facevo spallucce, “Sono qui.” disse qualcuno. Ci girammo e trovammo Harry.

Sorrisi e andai ad abbracciarlo.

Tra il lavoro, impegni di vario tipo, non riuscivamo più a vederci tanto spesso.

“Si comincia?” chiese Neville, che intanto si era avvicinato.

Harry prese un bel respiro e  “Si”, soffiò.

Salutando quelli che non aveva ancora salutato, si avvicinò  verso il palchetto allestito per l'occasione.

“Per cominciare, vorrei ringraziare tutti di essere qui, oggi, ancora una volta.”

Harry non era mai stato bravo con le parole e comunque, non faceva mai il discorso per ricordare le vittime della battaglia. Era troppo, per lui. Ogni volta qualcuno che si sentiva abbastanza forte, faceva il discorso.

Nonostante crollasse comunque, alla fine.

La prima volta, dopo appena 5 anni, il discorso era stato fatto dalla professoressa McGranitt.

Ci teneva così tanto. Aveva scherzato dicendo “Non vivrò ancora a lungo, voglio farlo” e così lo fece.

La seconda volta, dopo 10 anni, il discorso era stato fatto da Neville.

Era diventato preside nello stesso anno, e si era proposto. E il discorso, fu una cosa splendida, davvero.

Questa volta, dopo 15 anni, doveva farlo uno di noi tre.

Avevo preparato il discorso, avevo impiegato mesi interi per scriverlo. Era difficile ricordare.

Tuttavia ancora non avevamo deciso chi dovesse recitarlo.

Eravamo lì, che discutevamo un po' lontani dal palco, mentre Neville faceva un discorso, a continuazione della frase iniziale di Harry.  

“Harry, dovresti farlo tu. Le persone ci contano, e tanto” aveva detto Ron.

“Ron, per la miseria, non ce la faccio, okay?”

Si girarono verso di me.

“Sentite, io l’ho già scritto e non ho intenzione di recitarlo. Sarebbe impossibile.”

“Lo faccio io. Dov’è il discorso?” George era in piedi, con la mano tesa verso di me.

Io, Ron e Harry ci guardammo negli occhi, per poi riguardare George.

George, che non era riuscito a resistere fino alla fine agli altri incontri, adesso voleva fare il discorso.

Lo stesso George che più volte era caduto in depressione.

Lo stesso George che sembrava morto, da quando Fred non c’era più.

“Allora? Dai, tra due minuti tocca a me.”

Presi il discorso dalla borsa e glielo porsi.

“Georgie, davvero te la senti?” chiese Ginny preoccupata. “Ciao a tutti” salutò prima di farsi stringere un fianco da Harry.

“Si” disse deciso.

“Bene, vado io e poi ti chiamo.”

Salii sul palco. “Quest’anno, il discorso è recitato da George.” Dissi al pubblico.

Incontrai lo sguardo di Draco Malfoy. Quel ragazzo non mancava mai.

Girai lo sguardo verso sinistra dove, silenzioso, George saliva i tre gradini bassi, con lo sguardo perso nel vuoto. Io, Ron, Harry e Ginny andammo a sederci in prima fila, assistendo al discorso.

“Salve” cominciò George. “”Innanzi tutto, vorrei ringraziare Hermione per la scrittura di questo bellissimo discorso, di 10 pagine, da sottolineare, e vorrei anche scusarmi con lei. Mi dispiace, ma non credo userò questo discorso.”

Sorrisi. C’era da aspettarselo.

“Quest’incontro serve per ricordare tutte le persone che ci hanno lasciato.

Serve per ricordare tutte quelle persone che hanno combattuto per un futuro migliore, ma che non sono sopravvissute abbastanza per goderselo.

Serve per ricordare che ogni giorno viviamo con la mancanza di una persona, che ci è stata sottratta, per sempre.

Serve per ricordare, anche, che non dobbiamo più fare gli stessi errori.”

Con la coda dell’occhio vidi Ted Lupin stringersi ancora di più a sua nonna.

“Io, ci terrei a ricordare tutti, dall’inizio.

Vorrei ricordare Lily e James Potter. Voldemort li trovò, e nonostante le grandi doti magiche che possedevano, non sono riusciti a contrastarlo. Ma sono stati l’esempio, l’esempio che la morte non segna la fine o la scomparsa di grandi maghi.

Cedric Diggory. Un ragazzo buono, leale, che ha trovato lungo il suo cammino la morte, prima del dovuto. Che aveva coraggio, che era bravo, e che è stato ucciso ingiustamente.

Sirius Black. Un uomo che è stato sempre accusato di essere quello che non era. È sopravvissuto ad Azkaban perché non era cattivo. Lui era un uomo che sapeva amare, che ha combattuto per gli stessi valori degli altri, che è andato via, senza che potesse partecipare alla guerra. Tutti siamo sicuri che avrebbe tanto desiderato esserci. Amava il pericolo, era il suo migliore amico.

Albus Silente. Il preside migliore che questa scuola possa mai avere… con tutto il rispetto per Neville – aggiunse facendo ridere tutti.

Senza di lui questa scuola non sarebbe rimasta in piedi, senza di lui nessuno avrebbe avuto la forza per combattere.

Probabilmente senza di lui, altri di noi non sarebbero qui. È stato un grande mago e di certo noi non lo dimenticheremo mai.

Remus Lupin. Un grande uomo, Remus. Lui aveva partecipato alla prima battaglia, quella di tanti anni prima, sopravvivendo. Questa volta, però, non ce l’ha fatta. Ha combattuto con onore, fino alla fine.

Ha combattuto affinché suo figlio avesse un mondo migliore in cui vivere.

Così come sua moglie, Ninfadora Tonks. Una donna forte e coraggiosa.

Le era stato detto di rimanere a casa con suo figlio, ma non poteva rimanere lì, con la consapevolezza che tutti gli altri stavano affrontando una guerra, anche per lei.

Non poteva rimanere a casa, sapendo che l’uomo che amava, che amava da tanto, il padre di suo figlio, fosse lontano da lei, pronto a morire. Così ha partecipato alla battaglia, al fianco di Remus, e sono morti, insieme.

Severus Piton. Lui non è mai stato un uomo cattivo. Era solo un uomo che amava tanto e che ha dato tutto se stesso. Poteva sembrare antipatico, scontroso, cattivo, ma era un grande uomo.

È stato dalla nostra parte fin dall’inizio, e questa cosa non va dimenticata.

Fred Weasley.” George abbassò la testa.

Forse aveva parlato degli altri, prima, tenendo il fratello per ultimo, per cercare di concentrare il suo dolore nella parte finale. Ma per lui, era stato già difficile affrontare quelle morti.

Aveva fatto pause, aveva pianto, aveva continuato a parlare con la voce rotta, gli occhi lucidi, le guance inondate di lacrime.

Aveva tenuto duro e adesso che toccava a suo fratello, non ce la faceva.

Ma, sorprendendo tutti con una forza mai vista in quei 15 anni, continuò.

“Fred era una parte di me. Io e lui ci completavamo. Eravamo Gred e Forge. Insieme, mai divisi.

Quando quel giorno morì, ancora col sorriso sulle labbra, sentii una parte di me andare via con lui, per sempre.

Metà di me era morta, con lui. E da quando lui se n’è andato, io non sono più nulla.

Siamo cresciuti insieme. Abbiamo sognato insieme e realizzato il nostro sogno, sempre insieme.

Adesso io mi sento perso, lui era tutto.

Non riesco più a produrre un patronus senza di lui. Tutti i ricordi felici sono con lui.

Un ragazzo che non doveva morire…” e qui crollò, in un pianto disperato.

Harry si mosse verso il palco. Ron, invece, abbracciò George e lo portò via, facendolo sedere sulla sedia.

Harry asciugò le ultime lacrime che cadevano dai suoi occhi verdi e continuò: “E insieme a loro, vogliamo ricordare i più di 50 studenti che quella notte, combattendo per ciò che credevano davvero, hanno perso la vita; la loro morte ha provocato una mancanza in genitori, amici, conoscenti.

Così come tutte le altre creature, come gli elfi domestici. Un particolare riconoscimento va a Dobby.

Hanno combattuto con una forza che non dovrebbe mai essere dimenticata.

Nessuno di loro deve mai essere dimenticato.

Quindi vi prego di pensare a loro, ogni giorno.

Di pensare a ciò per cui hanno combattuto.

Di pensare alla vita che avrebbero potuto avere.

Di pensare alla vita che hanno perso.

E che siano di esempio, per il futuro.”

Harry scese dal palco, distrutto.

Un lungo applauso, accompagnato da pianti, si elevò tra la folla.

Vidi George alzarsi e parlare con qualcuno, in fondo al lago.

“Tutto sistemato?” chiese Ron a George.

“Si, Pix mi considera ancora un grande ragazzo.” Sorrise George.

Dopo una decina di secondi, una grande luce illuminò il cielo dove ormai brillavano le prime stelle.

Grandi fuochi d’artificio riempirono la grande trapunta lì in alto in tanti colori diversi.

Comparve la scritta ’15 anni’.

Comparve la scritta ‘Per non dimenticare’

Comparvero tutti i nomi dei morti che la battaglia aveva portato.

E così, con quei fuochi d’artificio, si chiudeva un ricordo, un dolore, che si sarebbe riaperto cinque anni dopo.     

  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Gens