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Autore: edwstyles    02/05/2013    2 recensioni
Ancora no.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stavo pensando alle lettere.
Stavo pensando alle lettere, e a quanto sia triste che nessuno le scriva più. A quanto sia triste che nessuno le legga, a quanto sia triste quel "Una lettera è così banale" ed a quanto sia triste il gesto di scartarla via e buttarla nel primo cesto dell'immodizia.
Stroppicciarla, lanciarla fuori dalla finestra.
Stavo pensando alle lettere.
A quanto viaggiono veloci, a chissà quali e quanti venti incontrino. Quante pioggie e chi ti dice che forse, magari, un Katrina. 
Stavo pensando alle lettere ed a come atterrino lentamente al suolo, a come si poggiano sui rami degli alberi, sui marciapiedi o sui binari sporchi di un treno.
Pensavo a loro e mi domandavo che storia avessero. 
Pensavo a loro, e mi domandavo perché proprio quel colore d'inchiostro, quel carattere mosso, piccolo, grande, veloce, attento. Pensavo a loro e pensavo alla mano del fantomatico scrittore di lettere. 
Pensavo a quanto fosse durata la sua carriera, un giorno, una notte. Forse neanche per mezz'ora, o forse scrive lettere perdute e continuerà a farlo per il resto della sua vita.
Stavo pensando alle lettere e pensavo al loro lettore, lettrice. E mi soffermavo sui loro occhi.
E sulle mani tremanti ad una virgola o ad un punto mancante. 
Pensavo ai lettori e trovavo assurdo quanto fossero simili alle parole scritte su quel foglio di carta stropicciato, raccolto per terra, immerso tra le foglie, immerso di smog. 
Pensavo a loro e mi chiedevo quale fosse la loro storia, così travolgente da spingerli a raccogliere lettere non destinate a loro. 
Pensavo a loro, e saliva un filo di tristezza. 

‹ So che quando leggerai questa lettera sarai già all'altro capo del mondo e di me non vorrai saperne più niente, ma voglio dirti che mi manchi e che ti aspetterò per sempre. 
‹ Non mi conosci, ma sono innamorato di te dalla 5 elementare. Sono stato seduto accanto alla tua file per 5 anni di seguito e poi ti ho incontrata a liceo, e non mi hai ricordato. Il punto è che io lo farò per sempre. 
‹ Ti ho amato con tutta me stessa, Gale. Ricordami così. Jane. ›
‹ Susy! Come ti va la vita al college? Qui manchi tantissimo lo ammetto, ogni tanto fa piacere avere una palla al piede che non ti lascia dormire o che piange ancora per gli incubi! Comunque penso di partire la settimana prossima e di incontrarmi con Bill, poi ti farò sapere! Buon college sorellina. 
‹ Ti scrivo perché forse non avrò mai il coraggio di dirtelo di persona..
‹ Sei stata la mia delusione più grande, mi fai schifo 
‹ Caro diario, oggi la maestra mi ha dato da fare un tema sul mio migliore amico, e ho pensato di scrivere di te. Io non ho nessun'amico, solo tu ci sei.


Stavo pensando alle lettere e mi domandavo il motivo per cui non siano mai arrivate al destinatario. 
Pensavo alle lettere, e mi chiedevo cosa ci fosse di sbagliato anche in loro che hanno il potere più grande del mondo, quello di racchiudere in un pezzetto di carta così, anche del bagno sporco e bagnato, l'anima randagia di un pover uomo. Di una giovane innamorata, di un amore non corrisposto, di una sorella felice e di una povera bambina e il suo tema. 
Stavo pensando alle lettere, e mi domandavo quanto sia triste che nessuno le scriva più.
E quanto sia ancora più triste che nessuno ne abbia più bisogno. 
Pensavo alle lettere, ed immaginavo la tua mano che ne raccoglieva una così, volata per sbaglio sotto al ramo dell'albero di casa tua, nascosta da una foglia del tuo colore preferito. 
Pensavo a quella lettera e sognavo di stringerti la mano con la quale la tenevi, pensavo ai tuoi occhi, al tuo leggero sorriso nel leggere il mio nome, alle guance bagnate dopo l'ultimo punto. 
Pensavo a questa lettera ed al tuo perdono, semmai potesse arrivare. 


«Ciao, occhi blu. Oggi sono esattamente 10 anni che ci conosciamo, o che avremmo dovuto conoscerci. Ricordi la prima volta? Sì, intendo la prima volta che hai detto il mio nome, io ero piccola ed ingenua e tu grosso ma incompreso, ed insomma diventammo amici. Ma amici veri. Ed io mi innamorai di te, com'era giusto che fosse. E tu mi dimenticasti, com'era giusto che fosse. Non sto qui a scrivere tutte le nostre avventure, tutte le volte in cui ti ho fatto esplodere in sorrisi e risate, tutte le volte che mi hai protetto, a modo tuo, dal mondo e tutte le volte in cui lo odiavi assieme a me. Tutte le volte in cui lo odiavo un po' per colpa tua, e tutte le volte in cui ci odiavamo a vicenda. Ma oggi, dpo 10 anni, ho deciso di scrivere a te perché sei stata la prima persona. La mia prima persona, che mi è entrata nel cuore per la prima volta, intendo. E sono qui per dirti grazie, perché mi hai cresciuta nonostante la lontananza, che col tempo, perdeva la sua pesantezza. Volevo ringraziarti per le cicatrici che mi hanno resa forte ed attenta, ringraziarti per i bei ricordi che comunque mi hai lasciato. Volevo ringraziarti per avermi impedito, anche per un po', di cadere in basso e volevo ringraziarti per aver creduto in me ed essermi rimasto vicino, nonostante questo caratteraccio. E volevo ringraziarti, infine, con quiete rassegnazione, per essertene andato, così, di colpo. Senza neanche urlarmi contro come tuo solito, o senza colpirmi sulla spalla. Ti ringrazio per i mille dubbi che mi hai lasciato a cui ho smesso da tempo, di rispondermi. Adesso, sono qui e mi immagino la tua reazione o l'espressione del tuo viso. Incerta, quasi nel burlarmi, come tuo solito. Dopo 10 anni sono qui per dirti che io ho smesso di continuare a contare i giorni della tua assenza ed i giorni in cui sei stato accanto a me. Ho smesso di contare i giorni in cui, durante questi 10 anni, è andata via davvero tanta gente, che come te ringrazio. Ho smesso di contare le volte in cui ho pianto ed ho urlato, le volte in cui mi sentivo cadere a pezzi. Ho smesso di contare le volte in cui guardavo la finestra dalle sala, ed immaginavo il mio impatto al suolo. Ho smesso di notare il vuoto che vi era in me ed ho iniziato a respirare, un po', per la prima volta in questi 10 anni, da quando sei andato via tu e con te, il resto della mia famiglia. Il resto dei miei amici. Il resto della mia musica, della mia poesia. Ed anche il mio Scotty.  Oggi sono qui per dirti che dopo tanto tempo, son riuscita a mettere piedi fuori di casa ed a osservare la luce del sole, e sono andata a fare un giro al parco, e dall'altra parte della strada, c'eri tu. E ti ho visto, e tu mi hai vista, e ci siamo guardarti esattamente per 10 secondi, e in quei 10 secondi mi domando davvero che viaggio abbia fatto la tua mente perché la mia l'avevo completamente persa. Non mi hai neanche sorriso. Io stavo, giuro, ma eri già di spalle e via, per sempre, puff. Oggi, dopo 10 anni, scrivo a te perché sei la mia prima persona che ho conosciuto, e l'ultima che ho incontrato per strada, e che vorrò mai incontrare. Ed ora, ancora, dopo 10 anni ed esattamente 1 un'ora e 10 secondi, dall'ultima volta in cui finalmente ti ho rivisto, migliore amico, amor mio, il mio unico dubbio è se questa lettera che hai ora in mano cadrà più velocemente della mia vita. Son curiosa di questa gara, magari perdo per un'ennesima volta, ma magari non verrò mai a saperlo, e di questo ne sono contenta. Sono contenta, adesso. Sono in pace. Ti ho conosciuto e ne sono felice, vorrei che te conoscessi un po' la vera me, almeno per 10 minuti di parole e ricordi. Chissà se in 10 anni mi hai mai pensato. Ti voglio bene, comunque sia. Grazie per tutto, incontra altri 10 anni di vita, anche un po' per me. 
Un'altro addio. »

Stavo pensando a questa lettera, e ad altre ancora, ed al dolore che potessero lasciare. Forse anche di più di un silenzio, di un saluto mai più ricevuto, o di una perdita voluta.
Stavo pensando alle parole ed alla loro importanza, ed a quanto sia triste che nessuno le utilizzi più, neanche per 10 minuti. 



  
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