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Autore: Chibi_saru    22/11/2007    4 recensioni
[Post DH] Draco ed Harry diciannove anni dopo. Perchè la fine non è ancora stata scritta.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo del capitolo: Quelle vecchie vesti scomode
Prompt: 07. Superstar
Capitoli: 1/30
Note: Era da tempo che volevo creare una storia post DH e beh, eccola! Ammetto che non era nata così ma non importa. La storia sarà composta da trenta capitoli, tenterò di aggiornare il più regolarmente possibile :3 I capitoli non saranno lunghissimi, tutti i capitoli erano nati come shot legate tra loro, inizialmente :3
Questa storia è nata, essenzialmente, come regalo per una persona meravigliosa :* La mia Lady che fa il compleanno oggi *^*/ Spero che le piaccia e non mi lanci troppi impropri XD
Ti amo!

E, beh, al prossimo capitolo :D

 

 

  Quelle vecchie vesti scomode 

Draco aveva sempre odiato Potter.
Potter era tutto quello che lui avrebbe voluto essere: potente, famoso, ricercato, al centro dell’attenzione di tutti, acclamato e rispettato. Draco era rimasto sempre dietro la sua luce a fare la parte di quello cattivo.
Draco si era sentito messo da parte, si era sentito sminuito e Draco aveva ringhiato; aveva ringhiato a lungo contro Potter, fino a non avere più voce, fino ad andare pure contro se stesso, perché sarebbe andato anche contro Potter.
Aveva capito tutto all’ultimo minuto, poco prima della fine, e si era sentito un po' più libero e un po' meno arrabbiato; che Potter facesse quello che voleva, non era più affar suo.
Aveva lasciato Potter, e tutto quel mondo in cui lui non si piaceva per niente, alle spalle e si era ricostruito una vita.
Aveva una moglie e un figlio, aveva una dignità ed aveva soldi, tanti soldi. Il nome dei Malfoy non era mai stato così potente e si sentiva orgoglioso di se stesso.
Poi aveva accompagnato Scorpius al treno. Si sentiva stupidamente orgoglioso e quindi rimaneva rigido, ancora più del solito, mentre suo figlio, la sua copia, cominciava già a capire come comportarsi.
Gli ricordò tanto com’era lui da ragazzo e pregò perché lui potesse non fare i suoi stessi sbagli, lo amava, dopotutto.
Draco credeva di essersi creato una vita perfetta, una vita meravigliosa e di cui andare fiero; una vita che era solo sua, senza influenze esterne. Una vita che andasse bene per lui.
Ne era convinto, mentre stringeva per i fianchi sua moglie e mentre ghignava verso suo figlio, ne era convinto prima di rivederlo.
Avrebbe riconosciuto quelle dannatissime capigliature rosse ovunque, così maledettamente Weasley, ma ne avrebbe riconosciuta un’altra, ancora più inconfondibile per lui, anche senza vederla per anni.
Harry Potter non era cambiato, era maturato ma aveva ancora quegli occhiali grandi e brutti, quei capelli indomabili e quel corpo mingherlino e nodoso.
Non seppe spiegare la reazione che il suo cuore ebbe alla visione di Harry Potter che parlava con un suo marmocchio, era qualcosa che gli faceva fermare il respiro e lo faceva sentire sedicenne, su una torre troppo alta e con una bacchetta troppo pesante.
Quello era Harry Potter, quella era la famiglia Potter e nessuno riusciva a togliere loro gli occhi di dosso.
Potter abbracciato alla Weasley femmina che rideva con lei e con i loro amici e familiari lietamente, era tutto così dannatamente vissuto che Draco ebbe il bisogno impellente di andare da loro e sibilare minacciosamente “Sfregiato”.
Si fermò, con un piede già in aria, perché Scorpius gli aveva chiesto chi fossero quelle persone e se, davvero, quello fosse Harry Potter. Grandioso, si ci metteva anche suo figlio, ora.
«Sì, Scorpius, quello è Harry Potter e tutti quelli sono Weasley… stagli alla larga, un consiglio spassionato» gli consigliò con fare cospiratorio e Scorpius alzò un sopracciglio.
«Sono inferiori?» gli chiese e Draco lo guardò fiero, perché quello era suo figlio e nessun Harry Potter di questo mondo avrebbe mai potuto cambiare questa cosa.
«Sì e puzzano» gli disse, assumendo quel ghigno che sua moglie aveva definito, tipicamente Draco «potrebbero contagiarti qualche malattia e poi dovremmo bruciarti»
Scorpius fece un faccia disgustata e poi il fischio del treno lasciò che, dalle parole, si passasse agli abbracci e agli avvertimenti. Draco diede una pacca sulla testa del figlio, il massimo che avrebbe ricevuto in pubblico e Scorpius lo guardò senza espressione.
«Stanno cominciando ad esserci un po’ troppi Malfoy…» disse Pansy, sua moglie pensò Draco, chinandosi verso il figlio e carezzandogli la testa teneramente, Scorpius la guardò male, arrossendo un pochino, e si dileguò dentro il treno.
Tutti i genitori rimasero lì, aspettando che il treno scomparisse e fu così anche per Potter, Draco lo guardò rimanere immobile, con la figlia piccola tra le braccia e un sorriso triste mentre la Lenticchia femmina gli si appoggiava al braccio.
Il Draco sedicenne premette di nuovo per uscire, con qualcosa di velenoso e brillante ma Potter e la Lenticchia femmina si baciarono e Draco, sia il Draco di ora che quello di 19 anni prima, vide di nuovo tutte le luci andare da Harry Potter, la superstar.
Sbarrò gli occhi e si girò di botto, andando verso l’uscita, quello era troppo, non era più come ai tempi della scuola, Potter non aveva alcun potere su di lui. Nessuno.
Tentò di convincersene, in ogni modo, ma Weasel non voleva rendergli le cose facili, a quanto pare.
«Oh, guardate chi c’è. Draco Malfoy!» soffiò il rosso acido, ricevendo una gomitata da sua moglie.
La Granger non era cambiata di un millimetro, nemmeno Weasel a dire il vero. Draco alzò gli occhi verso di loro e si costrinse ad un ghigno sarcastico; anche Potter si era voltato verso di lui e la sua mano era ancora sul fianco della lenticchia.
«Weasley, onorato di vedere che le tue buone maniere non aumentano come i componenti della tua famiglia…» rispose, biascicando un po' di più del necessario. Draco non ci si trovava più bene così basso e con una visione del mondo così limitata, essere un sedicenne non gli veniva più bene.
«Tutta invidia, Malfoy… solo perché…» aveva cominciato il rosso prima di essere fermato da un braccio.
Draco inarcò un sopracciglio, mentre sentiva sua moglie sussurrare una “O” sorpresa, e come darle torto? Pansy si ricordava perfettamente com’era ai tempi della scuola.
«Adesso basta, Ron. Scusalo Malfoy, è un po' troppo impulsivo» disse Potter lasciando Draco di stucco, chi diamine era quel nuovo Harry Potter tutto controllato?
Schifosa superstar, mormorò la sua mente ma Draco era davvero troppo impegnato ad essere sorpreso.
«Ma Harry…!» sentì dire al rosso prima che la Granger gli sibilasse “niente ma, Ron”. Draco storse un po' la bocca. «Figurati, Potter» disse in tono freddo mentre Pansy lo prendeva sotto braccio.
Avrebbe dovuto andarsene, ma questo nuovo Potter lo affascinava, per nessun motivo particolare. Sembrava patetico a guardare Potter con quello sguardo allucinato, vero?
Prima di potersi davvero risvegliare dallo stato di apatia in cui era caduto vide la famigliola gigante al completo prepararsi per partire e vide Potter sorridergli imbarazzato(?) mentre andava via.
La sera, guardando nella sua giacca trovò un bigliettino, appallottolato molto poco elegantemente. Lo lesse e rimase di sasso.
Ma già sapeva che avrebbe accettato quello stupido invito a colazione, perché Harry Potter era una superstar e aveva quel dannato fascino che hanno solo le vere superstar.

 

 

 

 

 

 

 

 

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