Storie originali > Thriller
Segui la storia  |       
Autore: AlBer    03/05/2013    1 recensioni
Cosa succede se la direttrice di un carcere dà inizio ad un gioco molto pericoloso? Cosa accade se le pedine del suo gioco sono criminali e nobildonne senza pudore? Che dire poi se nelle regole di questo gioco finiscono per impigliarsi anche uomini e donne innocenti?
Genere: Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

PROLOGO


Accadde quasi per caso. In una piccola boutique nel centro di Colmòn. Era un pomeriggio di fine inverno ed era uno di quei giorni che scivolano silenziosi e anonimi come una goccia di pioggia sul vetro di una grande finestra.
Adrianne Valk sorseggiava un tè che la signora Ginevra, la proprietaria del negozio, le aveva gentilmente offerto. Era nel salottino che accoglieva gli avventori di riguardo. La clientela più facoltosa per intenderci.
Mentre la tazzina perdeva il vigore con cui emanava gli effluvi nell’aria, Mrs Valk scambiava convenevoli con la contessa Meredith Von Liebenstein, tanto degni di essere ricordati quanto quell’inutile giornata. Di tanto in tanto alzava lo sguardo e con estrema discrezione si soffermava ad analizzare l’immagine che gli specchi le restituivano. Quelle fulminee visioni la rendevano compiaciuta.
Cinquant’anni portati con un’incredibile eleganza, addirittura arrogante. Sì. Decisamente.
E il pensiero parve renderla più soddisfatta di quanto già non fosse.
«Allora Meredith!? Come mi sta questo tailleur?» chiese alla contessa, lisciandosi i fianchi e constatando nello specchio che le sue antiche forme erano ancora piuttosto efficaci.
«Ti sta nero! Come tutti gli altri tailleur che hai…» rispose fredda la contessa «…e quindi divinamente bene!»
«Cos’è Meredith!? Non ti piace il nero? Mi sembra che in certe circostanze il nero non ti dispiaccia affatto…» L’osservazione cadde come la lama di una ghigliottina durante la prova di un’esecuzione: tagliente, ma innocua.
«Adrianne…smettila!» la rimproverò con un fil di voce «Piuttosto, perché non pensi a rinnovare un po’ il look? Magari con un nuovo taglio di capelli… un’acconciatura sbarazzina… corti e biondo platino… chessò persino rossi.»
Mrs Valk soffermò lo sguardo sui suoi capelli biondo cenere che cadevano sulle spalle con un preciso ordine casuale. Facevano molto strega. Strega di gran classe ovviamente. Considerò che il taglio e il colore ben si addicevano al trucco applicato al viso, che la rendeva austera ed energica pur se incapace di celare completamente i solchi che l’età le stava disegnando sul viso. Forte di quell’immagine che coincideva con la massima percezione di sé, rispose all’amica: «No.»
«D’accordo Adrianne! Non insisto, prendilo come un suggerimento, ma se cambi idea fammelo sapere. So io chi potrebbe far miracoli per quella tua testaccia… Quando si arriva alla nostra età bisogna escogitare di tutto, allora la creatività e il buon senso diventano armi in più…»
«Meredith, tu dimentichi che io non sono solo una donna, io sono un’istituzione e le istituzioni è bene diano quel senso di assoluta fermezza … e poi è difficile migliorare la perfezione non trovi!?» sogghignò «Sono come la luna, Meredith, antica, affascinante e immutabile… e quindi per me va bene così! »
La risposta ebbe l’effetto desiderato. La contessa bofonchiò qualcosa mentre continuava a scartare un cappello dopo l’altro.
Fu proprio in quel preciso istante che si innescò una miccia destinata a scatenare un’esplosione dalle conseguenze inimmaginabili.
Mentre la montagna di copricapi impilati aveva oramai occupato gran parte del tavolino del salotto, Il campanello della porta d’ingresso suonò, facendo entrare nel negozio una ragazza e un’inattesa ventata di primavera.
La signora Ginevra, proprietaria della boutique, la accolse con la consueta affabilità.
«Buongiorno Penelope! In cosa posso aiutarti?»
Poi seguì uno scambio fitto di convenevoli, la richiesta di un paio di guanti, l’esposizione di alcuni modelli, insomma un garbatissimo mercanteggiamento.
E mentre quella scena si consumava sul bancone centrale del negozio,  Adrianne Valk non aveva occhi che per quella ragazza. Rimase immobile con la bocca socchiusa e lo sguardo perso in ogni movimento di quella creatura. La contessa Von Liebenstein se ne accorse immediatamente e strattonò il braccio di Mrs Valk, come a volerla far ritornare da un’altra dimensione.
«Adrianne! Se non ti conoscessi bene penserei ad un colpo di fulmine…»
«E non ti sei affatto sbagliata, amica mia. Proprio un colpo di fulmine!» sibilò senza perdere mai di vista la ragazza.
La trattativa andò a buon fine. I guanti furono venduti. La ragazza si approssimò ad uscire e mentre il campanello tornò a suonare i suoi occhi incrociarono quelli di Mrs Adrianne Valk. Durò un lungo istante, poi la ragazza abbozzò un sorriso, ricambiato da quello glaciale di una splendida signora cinquantenne.
Aveva portato con sé un alito di primavera ed era uscita dalla boutique accompagnata da un gelido soffio di inverno che le procurò un brivido sulla schiena.
«Signora Ginevra, può venire qui un attimo?»
La proprietaria raggiunse immediatamente Mrs Valk nel salottino.
«Ginevra, chi era quella ragazza? E’ di qui? Di Colmòn?»
«Mrs Valk! Proprio lei mi fa questa domanda? dovrebbe conoscerla piuttosto bene…» rispose la commerciante mentre gli occhi di Adrianne Valk non riuscivano a celare l’impazienza di una risposta veloce e chiara.
«E’ Penelope Whitman. La figlia di Edoardo Whitman. Il bibliotecario dello Chateau…»
«Vuoi dire che quel pezzo di ragazza è la figlia di quel topolino?» Chiese stupita la contessa Von Liebenstein.
«Sì. Certamente! E da ben ventiquattro anni… Per averla cresciuta da solo è venuta su proprio una gran brava ragazza! E poi sì. E’ anche molto bella.»
«Adrianne! Sei da sette anni la direttrice del carcere Chateau Colmòn e non conosci i figli dei tuoi sottoposti?» commentò la contessa concedendosi una risata molto poco nobile.
Ginevra tornò a sistemare i guanti nel campionario. Mrs Valk non sentì le insulse domande che l’amica le rivolgeva e la sua mente era già impegnata a pianificare chissà cosa.
«Adrianne! Ci sei? Conosco quella faccia. Cosa diavolo stai architettando?»
La direttrice del carcere Chateau Colmòn si scosse.
Il piano era già in gran parte delineato. Mancavano solo piccoli dettagli.
«Niente Meredith! Solo strategie per migliorare i miei affari…»
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Thriller / Vai alla pagina dell'autore: AlBer