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Autore: KayaBKJR_    03/05/2013    2 recensioni
- Ma ti pare il modo di parlare ad una signora? – disse lei mettendo le mani sui fianchi e guardandomi torva.
- A una signora no, ma tu sei una vecchia zitella, si può fare – le vidi l’unico accenno di sorriso sulle labbra sparire del tutto e lasciare spazio ad un espressione paurosa.
Ebbi l’istinto di scappare, così feci, cercando di fuggire prima che avesse potuto tirarmi dietro qualcosa di duro.
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Ecco qui una one-shot su Daesung ~
il pairing probabilmente sarà una bella sorpresa per la maggior parte delle persone che leggeranno questa fic :)
Oltretutto è una het, il che ha spiazzato anche me che l'ho scritta. (?)
Bando alle ciance, spero vi piaccia!
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daesung, Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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TO DEAR YOU
Shinai naru kimi e~


“da quando ho scritto questa canzone, ho capito che doveva essere cantata con D-LITE”
Sorrisi nostalgico ripensando a quelle parole, mentre camminavo per le strade ormai buie di Seoul.
Osservai il cielo, la luna brillava allegra nel buio. Sembrava urlarmi “Ci sono io! Non ti basto?”
Sprofondai ancora di più il viso nella sciarpa al passaggio di una coppietta, probabilmente di ritorno da un cinema, o da un ristorante. Chissà se avevano passato una bella serata, o se per almeno un momento avessero desiderato essere da un’altra parte...
 
Tirai fuori il telefono. Nessuna notifica. Ormai mi ero abituato. I ragazzi erano sommersi dal lavoro, era già tanto se riuscivamo a vederci qualche giorno, radunandoci tutti.
Feci scorrere la rubrica e chiamai senza nemmeno pensarci su.
Chi mi mancava davvero? Loro, o lei?
 
            * * *
 
- Yoboseyo? -  chiese una voce dolce dall’altra parte
- Ji-Yeon – dissi solo, teneramente, mentre le mie labbra non trattenevano un sorriso spontaneo. Mi fermai e mi appoggiai su un muretto, spalle alla luna. “no mi spiace, non mi basti.” Un momento di silenzio.
- Daesung? Che succede? – disse preoccupata
- Ma nulla, tranquilla – ridacchiai. Si preoccupava sempre troppo quella donna. Riuscii a sentire la sua tensione aumentare persino dal capo del telefono, però.
- Sicuro? –
- Si. – mi morsi il labbro inferiore trattenendo un altro sorriso
- E allora non chiamarmi a quest’ora che mi fai venire un colpo, accidenti a te. – la sentii buttarsi di peso su qualcosa di cigolante, probabilmente un letto.
- Ti ho disturbata? –
- Non disturbi mai – disse, sincera. Chiusi gli occhi inspirando. – Hai bisogno di qualcosa? –
- Nulla in particolare, mi sentivo un  po’ solo a dire la verità... – stavolta fu lei a ridacchiare
- Immagino, i ragazzi sono tutti impegnati di questi tempi... –
- Già –
- Non ti si addice il biondo – disse lei ridendo
- Cos-? Che c’entra? – dissi, fingendomi offeso
- Il biondo solitamente è per i cattivi ragazzi, o quelli che vogliono farsi notare. Tu invece sei terribilmente buono e cerchi sempre di non essere di peso a nessuno. Un altro al tuo posto avrebbe chiamato gli altri, chiedendo di essere considerato un po’ di più. – rimasi in silenzio, spiazzato.
- Se è per questo anche tu ti sei fatta bionda, noona. – dissi
- Touchè. – ammise, ridendo. Mi unii alla sua risata. La sua voce era così rassicurante, così tenera. Avrei voluto parlare con lei tutto il tempo, tutta la sera, e ancora la mattina dopo, appena sveglio fino a che la notte avrebbe di nuovo coperto il sole.
Tirai indietro la testa. Lei intuì il mio silenzio.
- C’è qualcos altro, Dae? – sospirai                  
- Posso venire da te? – chiesi, tutto d’un fiato arrossendo leggermente sulle guance sia per il soffio di vento gelido sia per l’imbarazzo.
- Sai che puoi venire quando vuoi. –
- Grazie noona, ho bisogno di vederti, e non di parlarti semplicemente per telefono. –
- Io sono a casa, ti aspetto qui? –
- Arrivo. – dissi solo, chiudendo la telefonata. Affrettai il passo, guardando l’orologio. Era tardi, mezzanotte. Probabilmente dentro di se mi aveva maledetto, e voleva andare a dormire, ma avevo davvero bisogno di vederla. Poi sarei anche potuto andare via dopo qualche minuto, l’importante era solo quello.
                
                * * *
 
Bussai alla porta del suo appartamento. Sentii dei rumori dentro e dei piccoli passi svelti, poi la porta si aprì di poco
- Chi è? – chiese scherzosa lei, guardandomi con gli occhi illuminati da una luce giocosa. La guardai torvo di rimando. Si arrese, aprendo la porta per farmi passare
- Okay, okay – sbuffò – Hai il fiatone? – aggiunse, guardandomi sottecchi
- Ho corso – dissi solo, sedendomi e prendendomi il volto tra le mani, per cercare di calmare il respiro
- Perchè mai? -  chiese lei avvicinandosi e sedendosi accanto a me
- Così. – risposi. Lei arricciò le labbra, poggiandosi al tavolo con i gomiti, aspettando che dicessi qualcosa.
 
- Vuoi del tè? – chiese dopo un po’, piazzando la sua faccia davanti alla mia, che rimaneva muta. Annuii
- Grazie – sussurrai, mentre lei si alzava e andava in cucina. Tornò poco dopo
-  Avevo già preparato l’acqua prima che arrivassi. – disse, sbattendomi il bicchiere con fare seccato sotto il naso. Sobbalzai guardandola con gli occhi spalancati
- Hai intenzione di rimanere zitto per tutta la notte? – chiese, accavallando le gambe e guardandomi dritto negli occhi. Per un attimo mi fece paura, presi il tè tra le mani, cominciando a soffiarci sopra.
- Non è caldo. – disse, secca.
- Noona... – dissi, bevendo un primo sorso.
- Dimmi – sorrise. Che bel sorriso aveva.
- Come ti sei sentita quando hai debuttato? –
- Ahi, ahi, Dae, oramai i BIGBANG hanno debuttato da quanto, sette anni? Hai ancora complessi simili? – disse muovendo piano la tazza circolarmente e osservando attentamente il liquido all’interno. Bevvi un sorso
- Non è per quello, sono poco più di sei anni e mezzo. – precisai di dovere – Non ho ansie, né complessi, né problemi di questo tipo... Semplice curiosità – le rivolsi un sorriso radioso per tranquillizzarla
- Beh, non saprei. Avevo sicuramente paura. Se la mia voce non fosse piaciuta? Se il mio stile non avesse suscitato nessuna emozione? Okay, quando canto mi sento me stessa e in quel periodo ero più che sicura di continuare sulla mia strada, ma avevo paura.
Se per caso per strada avessi sentito due persone chiacchierare dicendo “hai sentito Gummy, la nuova cantante? Che schifo.” come avrei reagito? – la osservai mentre parlava lentamente. Spostai lo sguardo verso le luci fuori dalla finestra mentre aggiungeva – Avrei poi mantenuto la stessa convinzione nel cantare? – si spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio
- Comunque con il tempo si risolve tutto – continuò alzandosi per stirarsi la schiena – ed impari anche ad accettare gli haters. Se non ci fossero loro dopotutto credo che sarebbe un mestiere noioso, no? – mi carezzò i capelli arruffandoli leggermente mentre si dirigeva nuovamente in cucina per poggiare nel lavello la sua tazza e sciacquarla.

- Gummy. – dissi, velando un sorriso.
- Si? – disse lei, alzando un sopracciglio
- Che nome buffo – scoppiai a ridere. – Fa pensare alle caramelle gommose. Magari a forma d’orsetto. – continuai a ridere, asciugandomi una lacrima che già cominciava a scendermi dall’occhio destro. Poi sentii qualcosa di morbido scaraventarsi sulla mia testa e mi ritrassi istintivamente, continuando a ridere senza riuscirmi a fermare, mentre mi alzavo e cercavo di bloccarla prima che riuscisse a tirarmi un altra cuscinata.
- Ma ti pare il modo di parlare ad una signora? – disse lei mettendo le mani sui fianchi e guardandomi torva.
- A una signora no, ma tu sei una vecchia zitella, si può fare – le vidi l’unico accenno di sorriso sulle labbra sparire del tutto e lasciare spazio ad un espressione paurosa. Ebbi l’istinto di scappare, così feci, cercando di fuggire prima che avesse potuto tirarmi dietro qualcosa di duro.
Quando vidi volare un altro cuscino mi affrettai a nascondermi dietro lo stipite della porta ma per muovermi di scatto misi male il piede e nel giro di qualche secondo malgrado vari tentativi di appigliarmi disperatamente a qualcosa mi ritrovai irrimediabilmente con il sedere a terra e gambe all’aria. Mi coprii il volto con le mani e dopo qualche secondo di silenzio in cui sentii Ji-Yeon avvicinarsi lentamente, scoppiai a ridere, rotolando su un fianco.
Quando mi fu accanto e constatò l’accaduto si accovacciò e disse sarcastica
- I tempi passano ma l’equilibrio rimane sempre lo stesso, eh Dae – tirai indietro la testa continuando a ridere
- Uno ad uno. – ammisi, dopo un qualche secondo. La sentii ridacchiare sconsolata. Appena mi calmai misi le mani in tasca ma rimasi sdraiato a terra, a fissare il soffitto. Lei si sedette accanto a me
- Hai intenzione di restare così ancora per molto? – chiese
- Sto comodo. – ammisi. “stammi vicina Ji-Yeon” lei annui di rimando, morsicando leggermente il labbro inferiore.
- Gummy. –
- Uhm? – rispose, distrattamente
- Mi canteresti qualcosa? – la guardai negli occhi. Lei annuì semplicemente, intonando le prime parole del ritornello di “Answer”, una delle canzoni del suo ultimo mini-album.
- Dall’inizio... – chiesi, come un bambino viziato. Lei si limitò a fermarsi e ricominciare dal punto richiesto. La sua mano incontrò i miei capelli e cominciò a sfiorarli leggermente, giocando quasi.
 
Kokyuu keshiki totsuzen tomatta
Deau tame ni umarete kita sonna ki ga shita
Mawari mienai mitsume ai sugite
Ima sugu ni kisu shite mo shizen na kurai
You are my answer hajimete na no ni
You are my answer mou hanaaretakunai

Mirai nante wakaranai anyhow kimi to itai
Oboreteiku hikareteiku kokoro ga nemuranai cause of you
Waratte naite kowarete crazy crazy sugiru yo
Osaeru koto mou dekinai yo tonikaku you you you


- Ehi. – disse, appena finito il ritornello, continuando a giocare con i miei capelli
- Mh? – mugugnai in tutta risposta
- Nulla, così. – poi il silenzio avvolse entrambi, mentre sentivo quel tocco leggero la cui dolcezza era paragonabile solo a quella della sua voce. Chiusi gli occhi.
Ero ancora sdraiato a terra, la schiena che premeva sul pavimento duro, lei seduta a gambe incrociate accanto a me all’altezza del mio petto. Sentivo il suo sguardo su di me. Un sospiro.
Perchè sospiri, Ji-yeon?
 
Kanashikuna wake janai no
Darenimo iwazu ni itadake
Watashi, otonana ndakara
 
Spalancai gli occhi, aveva cambiato canzone.
 
Dare mo kizutsunekai you
Sou yo, waratte furumaeru wa
Watashi, otonadesho?
 
Si bloccò, aspettando probabilmente che continuassi con il mio pezzo.
- Avanti – m’incitò. Schiusi le labbra e cominciai a cantare, trattenendo un sorriso.
 
Tsuyo garazu ni ikite kuni wa
Sono-te ni sugareba yokatta
Dakenanoni
Jouzu ni nakenaide iru kimi e
 
Mi alzai, mettendomi seduto e la guardai mentre continuava con il ritornello. “perchè?” pensai
 
Kimi ga shiawasedearimasu you ni
Watashi ga kokorokara omotteru wa
 
“perchè solo tu riesci a farmi stare così bene?”
 
Kimi ga shiawasede ite kurerunara
Watashi mo ne, tsuyo gatte ikiru wa
 
Ancora silenzio, mentre lei mi guardava ora leggermente indispettita.
- Non è che ogni volta che tocca a te ora devo dirtelo io, già ti sei dimenticato le tue parti? – mi limitai a sorridere brevemente, e poi mi avvicinai.
 
Ad un soffio dalle sue labbra. Non mi credevo nemmeno così audace, cosa mi era successo?
 
- D-Dae.. – balbettò.
- Ji-yeon – sussurrai, - grazie. –
 
Poi un contatto, leggero, quasi appena accennato. Le mie labbra incontrano le sue in un lievissimo bacio e una scossa mi percorre la schiena, fino giù.
La vidi rabbrividire ma non allontanarsi. Tuttavia nessuno dei due osò di più.
 
Mi staccai, arrossendo lievemente.
- I-io – tentai di giustificarmi
- Tranquillo – scosse la testa, lei. Poi alzò lo sguardo, le gote ancora arrossate per l’imbarazzo e sorrise radiosamente, scuotendo la mano davanti a me come per dire “fa nulla, non preoccuparti”
- Grazie. – ripeto ancora.
- Ma grazie di che? – chiede, ridendo nervosa
- Di tutto. Per l’essermi stata accanto prima del debutto, avermi dato delle dritte e poi essermi stata vicina dopo, quando ho avuto tutti quei problemi... – mi grattai la nuca. Lei fece per parlare ma fui più veloce – e poi per avermi concesso di cantare una canzone con te, per essere venuta al mio concerto ed avermi aiutato, ero veramente in ansia. E grazie anche per avermi permesso di venire da te, stasera, nonostante il tardo orario... – la guardai, sorrideva
 
- Sei proprio scemo. – disse, scuotendo la testa. La guardai interrogativamente – ti preoccupi sempre di tutto, non c’era bisogno di ringraziarmi – mi carezzò una guancia.
- Noona, io sono serio. –
- Anche io Dae. – la vidi inclinare leggermente la testa, - Sei diventato proprio un bell’uomo, sai? –
Distolsi lo sguardo, impacciato.
- Quando avete debuttato eri poco più che un ragazzo. Ora sei un vero e proprio uomo, si nota la differenza. – annuii, non so nemmeno perchè. Poi sentii due braccia cingermi i fianchi, velocemente. Sussultai per la sorpresa.
Poggiò il suo viso sulla mia spalla e la sentii stringermi forte dopo. Le carezzai timidamente la schiena. “rimani così. Rimani così Ji-yeon, possibilmente per sempre”.
 
Zutto ienakatta kotoba ga aru
Mijikai kara kiite okure
“aishiteru”
 
Ci sono parole che non sono mai stato in grado di dirti
Non sono lunghe, quindi per favore ascolta
“ti amo” 
~















ANGOLO AUTRICE:
 

Bene. Che dire? ; ^ ;
Ho scritto questa one-shot perchè terribilmente ispirata da questa (secondo me) bellissima e tenerissima coppia, che non posso fare a meno di shippare nonostante Daesung sia il mio ultimate (?) #checentraboh
Facciamo i seri. -.-
Se state leggendo questo piccolo angoletto delirante vuol dire che avete letto la fic (si spera ; ^ ;) e che ora volete lasciarmi una recensione.
Sì, lo sento. Tu vuoi lasciarmi una recensione *fa ondeggiare pendolino davanti agli occhi del lettore* tu mi lascerai una recensioneee~~
No okay. Ovviamente non costringo nessuno :'D ma è ovvio che una recensione è ben accetta^^
Ringrazio la mia Prì, MitsukinoKaze, e Ida, che l’hanno letta in anticipo, e, a detta loro, apprezzata :D
 
Per finire, è mio dovere lasciarvi istruiti sui pezzi delle canzoni. La prima che Gummy canta è, come detto, “Answer”, dal mini album Fate(s). vi consiglio di sentirla, a me piace molto e la voce di Gummy ha un effetto rilassante :D la trovate qui -> http://www.youtube.com/watch?v=NSV-iuyMrfc
 
Quella che Gummy inizia a cantare dopo invece, insieme a Daesung, è sempre estratta dall’ultimo mini album Fate(s) ma è la loro collaborazione, nel caso qualcuno ancora non l’avesse sentita vada subito qui -> http://www.youtube.com/watch?v=Z2U1HX6GMCw
 
Per quanto riguarda l’ultima frase, è un pezzo del testo (con traduzione a seguire) della canzone “Utautai no ballad” (o Singer’s Ballad), dall’album solista in giapponese di Daesung, “D’scover”. La canzone originale appartiene a Kazuyoshi Saito. Potete trovare la cover di Daesung qui (se c’è qualcuno che ancora non l’ha sentita corra. ORA.)-> http://www.youtube.com/watch?v=W97Zxrq0hMk
 
Grazie a tutti per aver letto, vi ringrazio davvero di cuore <3

  
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