Fandom: Glee
Personaggi/Pairing(s): Quinn
Fabray/Noah Puckerman
Avvertimenti:
future
life, oneshot, het.
Note: i
personaggi hanno la sfortuna di non essere miei. Nessuno mi paga per
scrivere questa roba, molti lo farebbero per farmi smettere
Sogni nel cassetto.
Sono di nuovo in ritardo.
Pensa
Quinn, mentre con la mano alzata rincorre un taxi sulla strada.
Ma
niente, quello non si ferma, tira dritto come se lei fosse invisibile
e non esistesse. Sbuffa, brontolando in maniera disconnessa e
scorbutica.
Le braccia incrociate e una preghiera sulle labbra.
Si
volta in tempo per vedere un motorino sfrecciarle accanto, che la fa
indietreggiare un po' troppo. La sua scarpa slitta sulla strada
ancora umida di pioggia e si ritrova a gambe all'aria. Qualcuno le
tende una mano.
La prende e ringhia qualcosa tra i denti.
«Sempre
la solita distratta, Q.»
Apre la bocca. Una volta, due.
Quel
sorriso lo riconoscerebbe ovunque. E quella cresta, poi.
«PUCKERMAN?»
La
sua voce viene fuori di qualche tono più alta.
Sorpresa,
grata.
Un sorriso sincero sulle labbra.
Lui la solleva senza
difficoltà, porgendole la borsa che poco prima le
è scivolata dalle
dita. Quinn lo guarda, attenta, studiandolo nei minimi
particolari.
Quella bocca storta in una smorfia. Gli occhi dolci e
preoccupati, il naso arricciato.
«Che
diavolo ci fai qui?»
La
domande le sorge spontanea. Lui ridacchia, indicando lo studio alle
sue spalle.
«Sono venuto a cercarmi un avvocato- »
«Sei nei
guai?»
Quinn non gli lascia neanche finire la frase. Abituata
com'è a risolvere casi in tribunale non si tirerebbe certo
indietro
per difendere il padre di sua figlia.
Puck le posa le mani sulle
spalle.
«Wow, grazie per la fiducia Fabray. »
Ghigna,
divertito.
Quinn gli sorride di rimando, sospirando sollevata.
«Non
sono nei guai. Ho solo bisogno di qualcuno che mi dia una mano per
compilare le ultime scartoffie del bar.»
Il sopracciglio di Quinn
si inarca, facendo immediatamente riscaldare un po' il cuore di Puck.
Gli è mancato quello sguardo. Quello che sembra giudicarti e
ti fa
sentire piccolo. Ma allo stesso tempo curioso e
confortante.
Annuisce, grattandosi la testa.
«Sì,
bè. Il mio bar. L'ho preso in gestione un paio di settimane
fa e le
cose sembrano funzionare. Così.. sai.»
Quinn
si morde le labbra e gli butta le braccia al collo. Lo stringe forte
e inspira profondamente il suo profumo. Il respiro di Puck sui
capelli, le sue mani strette intorno ai fianchi. Restano
così,
stretti per strada come due amanti che si rivedono dopo un tempo
infinito.
Poi Quinn si avvicina al suo orecchio, e timidamente
gli sussurra una frase che li riporta entrambi al liceo.
«Sono
fiera di te, Noah.»
«Quindi, tu saresti una specie di Ally
McBeal?»
Quinn scoppia a ridere, trattenendosi dal riversare il
contenuto della sua birra sul pavimento in legno. Schiocca la lingua
contro il palato e lo guarda, la fronte aggrottata.
«Io
sono molto meglio.»
Puck annuisce, battendosi una mano sulla
testa.
«Come
ho fatto a non pensarci. Tu sei Quinn Fabray.»
«Esatto.»
Lo
ammonisce lei, la lingua tra le labbra strette, come una bambina.
Puck la ritrova cresciuta e ancora più bella, se possibile.
Si
rimprovera un po' per quel pensiero, ma è impossibile fare
altrimenti mentre gli occhi nocciola di Quinn percorrono la stanza
intorno, attenti.
E' molto ben arredato Puck, complimenti.»
Noah
ammicca, colpendosi il petto orgoglioso.
Poi ridacchia e scuote la
testa.
«Non
è merito mio. Rachel e Kurt mi hanno dato una grande
mano.»
Lei
lo osserva e si mordicchia le labbra.
«Li
senti ancora?»
Lui risponde senza pensarci, come se fosse una
cosa naturale.
«Perché
tu no?»
E Quinn abbassa lo sguardo.
Non sente nessuno, da
quando è finito il liceo. O meglio, da quando è
stata al matrimonio
del signor Schuester. Avrebbe voluto, certo, ma le cose a Yale si
sono fatte troppo incasinate, e tra esami e scadenze non ha avuto
neanche il tempo di pensarci.
E
poi, ci si abitua facilmente alla solitudine.
«Bè, allora
possiamo organizzare una rimpatriata, una sera.»
Puck
la capisce al volo, la sua espressione.
E lei gli sorride, un
ringraziamento implicito sulla bocca.
«Si,
e insomma..»
Il
ragazzo si blocca. Manda giù a fatica e facendosi coraggio
prende un
respiro profondo.
«Mi chiedevo se, ovviamente se tu sei libera,
ti andava di uscire con me, qualche volta.»
Gli
occhi di Quinn si spalancano un po', a quella richiesta. Ma
è solo
un attimo prima che le sue labbra si tirino in un sorriso felino.
«Mi
stai chiedendo un appuntamento, signor Puckerman?»
Lui
arrossisce, all'inizio.
Poi tira fuori il suo tono più malizioso
e scrolla le spalle.
«Sono
sempre il Packasaurus.»
Le risate di entrambi si mescolano.
«Ah,
quindi sarei solo un nome nella lista?»
Puck bofonchia qualcosa,
qualcosa che Quinn non capisce. Gli pizzica un fianco, costringendolo
a ripetere l'ultima frase. Lui si indispettisce un po', poi affranto,
alza le mani.
«Dicevo
che non lo sei mai stata. E se fosse così non avrei bisogno
di
riprovarci o sbaglio?»
Lei annuisce, rimanendo per un attimo in
silenzio. Il panico che chiude la gola di Puck, facendogli pensare di
aver detto qualcosa di stupido.
«Q,
io..»
«Mi
piacerebbe molto uscire con te, Noah.»
«DAVVERO?»
La
sua sorpresa è scritta su tutto il viso e Quinn lo trova
oltremodo
adorabile. Si avvicina e gli prende la faccia tra le mani,
strofinando il naso contro il suo.
Poi lo bacia, dolcemente,
sfiorandogli appena la bocca.
«Davvero.»
Noah la bacia di
nuovo e ancora.
E si sente felice come un bambino.
Un
bambino che ha appena realizzato il suo sogno nel cassetto.
Angolo
degli alcolisti anonimi.
Gente,
ho avuto una botta di Quick feelings che la metà basta.
Ho DOVUTO
scrivere questa cosa. Mi prudevano le mani.
Non so come stia
andando avanti Glee, Ho quittato al limite dell'esasperazione, per
cui non credo ci siano riferimenti spoilerosi. Non dopo la 4x14,
comunque.(BLESS THIS EPISODE I SWEAR.)
Detto ciò, il QUICK E' LA
MIA OTP HET 5EVER (E VIVONO ENTRAMBI FELICI E CONTENTI CON SANTANA.
THREESOME IS BETTAH.) E SE NON VI PIACE I'M JUDGING YOU SO HARD.
That's
it, that's the post. ILU ALL.