Specchio, specchio quello che mi mostri mi sta uccidendo.
45.2, sono ingrassata, sto diventando grossa. Oggi non mangio.
Mi asciugo con la salvietta e cerco il  pigiama. L’ho lasciato in bagno. Mi metto l’intimo e passo davanti allo specchio. Giusto, lo specchio. Indietreggio piano e mi ci metto davanti senza una posa precisa. Mi guardo. Fa male, vedermi mi uccide. Passo piano le dita sui seni, poi scendo sulle costole troppo visibili. Le tocco una ad una come per segnarle. Sfioro i tagli sulla pancia, le cicatrici della guerra contro me stessa sono indelebili. Picchietto leggermente le dita sulle ossa dei fianchi. Sono orrenda, la mia magrezza mi nausea ma ormai non posso ingrassare. Tutti quegli stupidi non capiscono che se lo faccio la Voce nella mia testa si arrabbierà. Oramai è lei che comanda e lei che ha ragione. Se lei dice che sono ingrassata mi metto a fare ginnastica, se dice che non mi merito di mangiare obbedisco. Ormai vivo sotto il suo controllo. Poi tutte quelle stronzate che girano non aiutano di certo “magra non vuol dire bella”. Tutte balle. Ormai si sa che se sei magra, bella e simpatica la gente ti vuole più bene, è provato. Quindi io devo essere magra, ma sono una stupida. Se solo mi impegnassi, se solo non fossi così testarda potrei essere tutto. Potrei essere come le altre, accettata da tutta la società. Ma per farlo devo rendermi conto che il cibo è un optional. Che la felicità e la bellezza vanno a pari passo e che non posso permettermi di sbagliare, non posso rinunciare di nuovo. Devo ascoltare la voce e finalmente potrò vivere.
Mi scosto i ricci biondi dalla faccia e mi guardo un’ ultima volta.
Specchio, specchio quello che mi mostri mi sta uccidendo.