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Autore: Aquarius no Lilith    03/05/2013    3 recensioni
Questa storia è frutto di un sogno che ho fatto circa un anno fa e che ho voluto sviluppare.
La storia è ambientata in un ipotetico post Hades e vede tutti i gold saint tornati in vita, grazie alla dea Atena. La protagonista è Yume, cavaliere d'argento di Cassandra ed ex allieva di Saga dei Gemelli. Ella fa ritorno al Santuario dopo due anni passati a Delfi ad allenarsi alla fine dell'ultima guerra sacra. Si troverà così a dover affrontare la nuova guerra sacra contro la dea Artemide, che metterà a dura prova la sua fedeltà alla dea Atena e il suo amore per Milo dello Scorpione, minacciato da un lontano passato di cui lei non ha colpa.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gemini Saga, Nuovo Personaggio, Scorpion Milo
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La maledizione dell' amore eterno'
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Come io e Milo entrammo nella sala delle udienze della tredicesima casa, mi sentii puntati addosso gli sguardi di tutti e dieci cavalieri d’oro presenti in quel luogo.
Mi sentivo veramente fuori posto in quella situazione, soprattutto per il fatto di essere l’unico silver saint tra i presenti...
Milo, capendo il mio stato d’animo, mi strinse ancora di più la mano, per farmi forza.
Quel gesto così semplice riuscì a ridarmi un po’ di serenità e, in parte, a calmarmi.
<< Come mai Yume è con te, Milo? >>
Tale domanda era stata posta da Kanon, che come tutti gli altri cavalieri, era rimasto stupito dalla mia presenza in quel luogo.         
<< Nella convocazione che mi è stata mandata per il Chrysos Synagein, c’era scritto di portare con me anche il silver saint di Cassandra, cioè Yume >>, rispose pacatamente Milo e nessuno da lì in poi parlò più.
Mentre aspettavamo l’arrivo della dea Atena e del gran sacerdote, mi sistemai tra Milo e Aiolos, cercando di recare il meno possibile disturbo al cavaliere d’oro del Sagittario.
Il cavaliere del mio segno zodiacale però mi stupì, infatti, mi sorrise e molto gentilmente mi cedette il suo posto accanto a Milo, per andarsi poi a mettere accanto a suo fratello Aiolia. Dopo qualche minuto fecero il loro ingresso la dea Atena e il gran sacerdote e, tutti insieme, ci inchinammo al loro cospetto.
<< Alzatevi pure, miei valorosi cavalieri. E ora diamo inizio al Chrysos Synagein >>, disse pacatamente la dea Atena.
Ci alzammo tutti insieme, quasi simultaneamente e cominciammo ad osservare lei e il gran sacerdote.
<< Dea Atena, prima che ci esponiate il motivo per cui ci avete convocato, posso chiederle come mai è stata chiamata anche un silver saint, quando questa riunione è riservata da sempre ai soli gold saint? >>
Era stato Mu a parlare, dando così voce alla domanda, che tutti i presenti, compresa me stessa, ci ponevamo tra noi e noi.
<< Il motivo per cui ho convocato anche il cavaliere d’argento di Cassandra è perché lei è legata a ciò che io e il gran sacerdote stiamo per comunicarvi >>, gli rispose imperturbabile la dea Atena.
<< Sappiate che ieri sera abbiamo ricevuto una messaggera della dea Artemide, una certa Nadia di Callisto.
Il messaggio che recava con sé diceva che la dea Artemide vorrebbe incontrare di persona la dea Atena, per cercare un modo di terminare la guerra senza altri scontri, nel suo Santuario a Delo >>, disse il gran sacerdote.
La sorpresa pervase i volti di tutti i presenti, a quelle parole.
<< Un incontro in territorio nemico?
Sembrerebbe più una trappola che un tentativo di risolvere la guerra senza continuare a combattere >>, disse Shura del Capricorno.
<< Concordo con Shura, infatti, sarebbe troppo pericoloso recarci in territorio nemico, lasciando magari sprovvisto il Santuario di alcuni dei suoi guerrieri più forti >>, intervenne Milo.
<< Concordo con voi miei cavalieri sul fatto che questa improvvisa proposta di cercare una risoluzione alla guerra in modo pacifico sia anomala, ma preferirei tentare di evitare la morte di altri valorosi cavalieri.
Infatti, purtroppo abbiamo ricevuto la notizia poche ore fa che Shiryu del dragone è caduto contro la guerriera Samia di Ippodamia e che la stessa sorte è toccata a Shun di Andromeda contro Caterina di Io >>, disse la dea Atena, facendo cadere così il silenzio nella sala.
Erano tutti visibilmente sconvolti, soprattutto il maestro Dokho della Bilancia, che era stato il maestro del cavaliere di bronzo del dragone.
Era assurdo come quei cavalieri fossero sopravvissuti a tante e terribili battaglie in passato e ora non ci fossero più...
Quelle due guerriere però dovevano essere veramente forti per essere riuscite a battere guerrieri di tale forza ed esperienza...
Probabilmente erano più forti addirittura della guerriera contro cui io mi ero battuta...
Lo sguardo della dea Atena ora era molto triste e le parole da lei pronunciate, spiegavano alcuni sogni che avevo fatto nei giorni precedenti e a cui non ero riuscita a dare una spiegazione logica: un dragone trafitto da una lingua di fuoco e un tornado che avvolgeva una ragazza in catene.
<< La dea Artemide ha imposto che io sia seguita in quel luogo esclusivamente da massimo quattro dei miei cavalieri; oltre al fatto che tra questi quattro guerrieri ci fosse necessariamente colei che adesso veste la sacra armatura di Cassandra, cioè Yume >>, disse la dea Atena, guardandomi con sguardo molto serio.
Io a quelle parole ero sbiancata sotto la maschera e la mia lingua si era immobilizzata del tutto.
Per me l’andare in quel luogo, infatti, era molto pericoloso per diversi motivi, tra cui il fatto che avrei potuto mettere inavvertitamente in pericolo mia madre...
<< Non mi stupisco che la dea Artemide voglia incontrare il cavaliere d’argento di Cassandra di persona, ma sarebbe molto rischioso, anche se fosse guardata a vista da tre cavalieri d’oro >>, disse il maestro Dokho della Bilancia, lasciando tutti sbigottiti per le sue parole.
<< Spiegatevi meglio per favore, sommo Dokho >>, gli rispose il gran sacerdote.
<< Io, avendo combattuto a mio tempo la precedente guerra sacra contro la dea Artemide, conosco il motivo per cui la dea Artemide abbia tutto questo interesse nei confronti di Yume.
Sarebbe però meglio che ne rendesse conto a tutti i presenti la diretta interessata >>, disse e mi sorrise, per invitarmi a parlare.
Ora ero di nuovo al centro dell’attenzione e questo non mi aiutava a dissipare l’ansia, che in quel momento avevo dentro di me.
<< Poco più di due settimane fa ho incontrato mia madre, che mi ha raccontato la verità sulla mia famiglia di origine.
Infatti, a quanto sembra, io sarei una discendente di colei che vestì per prima l’armatura, che ora io porto.
Come mi è stato fatto notare più volte in questi anni, la mia armatura è anomala poiché reca su di sé la luna crescente, simbolo distintivo della dea Artemide...
Infatti, la guerriera che per prima la indossò non era una guerriera della dea Atena, ma della dea Artemide >>, dissi e cercai di non fare caso agli sguardi straniti dei gold saint su di me.
<< Inoltre la mia antenata, avendo tradito la dea Artemide per passare dalla parte della dea Atena, fu maledetta durante l’ultima guerra tra le due dee, all’epoca del mito >>, terminai e sentii chiaramente Milo stringermi con più vigore la mano, per farmi sentire che lui era accanto a me.
<< Dunque la tua antenata era una traditrice?
Speriamo che tu allora non ti comporti come la tua antenata, ma al contrario >>, disse DeathMask, sorridendo malignamente.
<< Non credo che tu possa già ora tirare fuori conclusioni affrettate in conformità a queste poche notizie, DeathMask.
E poi lei, a differenza tua, ha sempre avuto una condotta irreprensibile in questi anni, come sacerdotessa guerriera della dea Atena >>, gli rispose coinciso Aiolia.
<< Come ti permetti di insultarmi, gattino spelacchiato, che non sei altro? >>
<< Pensa piuttosto per te, demone infernale >>, gli rispose Aiolia, che ora era seriamente incavolato.
<< Smettetela con questa stupida discussione tra di voi, cavalieri d’oro.
Infatti, voi che siete i cavalieri più forti della dea Atena non potete combattervi l’uno con l’altro, poiché dovete fungere da esempio agli altri >>, intervenne il gran sacerdote.
Scese così un silenzio tombale nella sala e nessuno sembrava più avere il coraggio di prendere la parola.
<< Insieme al gran sacerdote ho scelto i cavalieri, che seguiranno la dea Atena nel suo incontro a Delo.
Essi saranno Mu dell’Ariete, Kanon dei Gemelli e Milo dello Scorpione, oltre a Yume di Cassandra >>, disse il maestro Dokho della Bilancia.
Tutti e quattro noi cavalieri chiamati facemmo un passo avanti, pronti a ricevere le informazioni necessarie alla nuova missione, che stava per esserci affidata.
<< L’incontro a Delo è previsto tra due giorni, verso le dieci di mattina.
Il ritrovo sarà dunque per mezz’ora prima dell’incontro alle pendici del Santuario, di fronte all’uscita.
Gli altri cavalieri d’oro che resteranno al Santuario dovranno continuare a presidiare le loro case, come se fossimo in stato d’assedio.
Infatti, non possiamo essere certi che la dea Artemide rispetti la tregua stabilita e non attacchi il Santuario durante lo svolgimento delle trattative di pace... >>
Le parole pronunciate dal gran sacerdote non ispiravano per nulla tranquillità, però non era detto che la dea Artemide mancasse alla propria parola, pensai.
<< Ora dichiaro sciolto il Chrysos Synagein, dunque, miei cavalieri, fate pure ritorno alle vostre case >>, disse la dea Atena.
Dopo esserci inchinati al suo cospetto e a quello del gran sacerdote, uscimmo tutti insieme, dalla tredicesima casa.
Mentre aspettavo Milo, che stava parlando con Camus e Shura, mi misi da sola in disparte e mi smarrii tra i miei pensieri.
Ero un po’ preoccupata poiché dovevo andare in quel luogo, ma cos’altro potevo fare?
Non potevo sottrarmi a quell’impegno, ma purtroppo avevo un brutto presentimento, rispetto a quell’incontro...
Inoltre le parole del maestro Dokho mi rimbombavano nella testa come un triste presentimento e in cuor mio purtroppo sapevo a cosa si riferivano...
Infatti, in questi ultimi tempi, i ricordi di Isabella si erano quasi del tutto svegliati in me e avevo scoperto molte cose sulla mia precedente reincarnazione...
<< Che cos’hai Yume? >>
<< Niente, tranquillo. Sono solo un po’ preoccupata per l’incontro con la dea Artemide e nient’altro >>, risposi ad Aiolia, che mi si era avvicinato, per parlarmi.      
<< Secondo me non dovresti essere troppo preoccupata, infatti, non sarai sola ma insieme a tre cavalieri d’oro e alla dea Atena >>, mi disse, sorridendo.
<< Fosse quello il motivo, Aiolia... >>
<< Che cosa intendi dire Yume? >>
<< No, niente d’importante >>, gli risposi, rimanendo sul vago, per non insospettirlo ulteriormente.
<< Aiolia scusami, ma vorrei riprendermi la mia ragazza, se non è di troppo disturbo >>, disse Milo, avvicinandosi all’amico.
<< Nessun problema, Milo.
E comunque cerca di non strapazzarla troppo, dopo quello che è successo oggi.
Arrivederci dunque e buona mattinata >>, disse Aiolia e come ci ebbe salutato, scese giù assieme ad Aiolos, Shura e Aphrodite, che erano gli ultimi cavalieri rimasti ancora a parlare, sulla scalinata che portava alla dodicesima casa.
<< Yume cosa pensi di fare?
Vorresti tornare a casa o andare a fare un giro? >>
<< Di rinchiudermi in casa sinceramente non ho voglia, Milo.
Che cosa intendi però con l’andare a fare un giro? >>
<< Vuol dire che ti porterei in un posto, che da molto tempo, vorrei farti vedere >>, mi rispose, sorridendo enigmatico.
<< Non sarebbe meglio restare al Santuario?
In fondo siamo ancora in stato di guerra... >>
<< Tranquilla e poi se succedesse qualcosa Camus mi avvertirebbe tramite cosmo e saremmo di nuovo qui in un attimo, grazie alla supervelocità >>, mi disse tutto tranquillo. << D’accordo, Milo.
Mi puoi però dare qualche indizio sul luogo, dove stiamo andando? >>
<< No, perché voglio che sia una sorpresa bellissima >>, mi rispose, prendendomi la mano destra e, incominciando a incamminarsi per le scale dirette alla dodicesima casa.
Dopo aver attraversato tutte le case ed essere giunti all’entrata del Santuario, Milo senza alcun preavviso, mi prese in braccio e partì alla velocità della luce.
Il viaggio durò pochissimi secondi e come riaprii gli occhi, vidi davanti a me un paesaggio bellissimo: una distesa di sabbia bianchissima e un mare di un colore turchese bellissimo. << Questa è l’isola di Milos, dove sono nato e mi hanno addestrato per diventare un cavaliere d’oro >>, mi disse, guardandomi negli occhi e sorridendo.
<< Non so che dire, Milo...
È un posto davvero stupendo e affascinante >>, gli risposi, volgendomi poi a guardare incantata quel mare così bello e diverso da quello che conoscevo.
<< Ora ci troviamo non troppo lontani dal paesino di Adamas, che è il porto principale dell’isola >>, mi spiegò.
<< Oltre ad essere un posto bellissimo, qui c’è una grandissima pace, Milo.
Grazie per avermi portato in un posto così incantevole >>, dissi, abbracciandolo. Milo ricambiò l’abbraccio e restammo così per un po’ di tempo.
Dopo un po’ ci staccammo e lui, prendendomi per mano disse: << Ora seguimi, perché ti voglio far conoscere una persona >>.
<< D’accordo, Milo >>, risposi e lo seguii.
Ci dirigemmo così verso la parte opposta della spiaggia e vidi in lontananza una casa tipica greca dal caratteristico colore bianco.
Quando giungemmo davanti alla porta Milo bussò, ma nessuno da dentro rispose.
Lui allora entrò ed io lo seguii, guardandomi attorno: era una casa arredata anche se modestamente, con una certa attenzione ai particolari.
I muri erano di colore bianco e al centro della stanza, che doveva fungere da salone probabilmente, c’era un tavolo rotondo di legno con al centro un vaso ricolmo di fiori freschi con attorno quattro sedie e sul lato destro della stanza, contro il muro, una madia dagli intarsi in stile gotico, mentre dalla parte opposta un divano e una piccola libreria; c’era poi sulla parete opposta all’entrata una porta, che doveva condurre all’altra parte della casa.
<< È strano che non ci sia nessuno qui...
Solitamente a quest’ora è già a casa... >>
Non feci in tempo a dire nulla, che sentii dei passi leggeri alle mie spalle e, voltandomi, vidi una donna.
Ella doveva avere all’incirca l’età di mia madre e aveva occhi di un colore non molto dissimile da quella di Milo e lunghi capelli blu violetti.
Che sia la madre naturale di Milo, pensai.
Lui mi aveva parlato di lei solo una volta due anni prima e mi aveva detto che si erano visti pochissime volte, da quando lui aveva ricevuto l’investitura a cavaliere d’oro.
Ella mi guardò, assumendo un’espressione stranita sul volto, d’altronde non capitava certo tutti i giorni di trovarsi davanti una persona con il volto completamente coperto da una maschera, in casa propria, senza preavviso.
<< Eccoti qui, mamma.
Mi ero preoccupato, vedendo che non eri in casa come al solito a quest’ora >>, disse Milo e, dopo essersi diretto verso di lei, l’abbracciò.
<< Mi sono fermata un po’ al villaggio per delle compere, che non erano previste, ma a quanto vedo ho fatto bene >>, gli rispose, ricambiando l’abbraccio.
<< È stata una decisione improvvisa altrimenti ti avrei avvertito, mamma.
Infatti, siamo solo di passaggio e non resteremo per più di metà giornata >>.
<< D’accordo, Milo.
Che ne dici ora però di presentarmi la ragazza che è con te? >>
<< Io sono Yume, cavaliere d’argento di Cassandra e ragazza di suo figlio Milo >>, dissi, facendo un piccolo inchino.
E lei, staccandosi da Milo, guardandomi, disse: << Finalmente ho la possibilità di incontrarti di persona, Yume.
Milo mi ha parlato moltissimo di te e sono felice che tu sia tornata da lui, così finalmente non avrà più un muso lungo fino a terra, come l’ultima volta che l’ho visto cinque mesi fa.
Il mio nome comunque è Anthia >>.
<< Mamma ti prego, così mi metti in imbarazzo >>, disse Milo, assumendo una tonalità rosso porpora.
E poi sarei io quella troppo timida a volte, pensai.
<< È la verità e non penso che ci sia motivo di vergognarsene, Milo.
Allora vado a cucinare il pranzo per tutti, poiché è quasi mezzogiorno.
Milo tu tieniti alla larga dalla cucina, perché in caso contrario faresti fuori tutto in un attimo. Yume, invece se vuoi, puoi aiutarmi >>, disse, sorridendo e poi mi guardò, aspettando una risposta.
<< Sarò ben contenta di darle una mano in cucina Anthia >>, le risposi e la seguii in cucina. Milo invece stava brontolando a bassa voce di non essere un ingordo e si sedette sul divano ad aspettare.
Quando ormai eravamo in cucina da sole, Anthia disse: << Ora se vuoi, puoi anche toglierti la maschera, infatti, non c’è in casa nessun uomo oltre a Milo >>.
<< Sì, certo Anthia.
È solo che sono talmente abituata a portarla in volto, che ormai è diventata una parte di me >>, le risposi e, sorridendo, mi tolsi la maschera, che posai sul tavolo della cucina.
<< Stai molto meglio così, figliola, e poi non darmi del voi, ma del tu, altrimenti mi sento vecchia >>, disse, sorridendo a sua volta.
<< D’accordo, Anthia >>.
Mentre cucinavamo, passammo tutto il tempo a parlare sia di me sia di Milo e così scoprii molte cose sulla prima infanzia e il periodo di addestramento di Milo, delle quali non ero a conoscenza.
Preparammo per pranzo del pesce fresco e una tipica insalata greca con la Feta.
Quando fu quasi pronto, andai a preparare la tavola in sala e Milo, non appena mi vide arrivare, mi corse in contro e molto gentilmente mi aiutò.
Dopo che finimmo il pranzo, uscii sulla spiaggia deserta a prendere un po’ d’aria.
La mia mente, infatti, era percorsa da una moltitudine di pensieri, sia felici sia tristi.
Ero veramente preoccupata per l’incontro di Delo e per quello che ne sarebbe derivato. Infatti, il mio sesto senso che raramente sbagliava, mi diceva che in quell’occasione sarebbe successo qualcosa di molto importante.
<< Pensierosa come sempre vedo.
Perché non ti rilassi un po’, Yume? >>
<< Scusami Milo, ma non ci riesco proprio >>, gli risposi, continuando a guardare le onde che s’infrangevano contro il bagnasciuga.
Non passò però molto tempo, che Milo mi abbracciasse da dietro e posasse la sua testa sulla mia spalla sinistra. Restammo così per non so quanto ad osservare il mare e solo quando sentimmo la voce di Anthia chiamarci, tornammo a casa di Milo.
Passammo il resto del pomeriggio con lei e solo in tarda serata ci congedammo, per fare ritorno ad Atene.
<< Statemi bene e mi raccomando Milo, non fare impazzire Yume e stalle vicino il più possibile.
Infatti, è una ragazza dalla personalità rara e sarebbe un peccato se la perdessi >>, disse Anthia a Milo, facendo arrossire entrambi per l’imbarazzo.
Dopo averci abbracciato, Anthia tornò in casa e Milo mi riportò al Santuario in un attimo, grazie alla super velocità.
Inutile dire che passai la notte all’ottava casa con Milo, come tutto il giorno seguente.
Quei momenti di tranquilla intimità, vissuti in quel brevissimo lasso di tempo, mi sembrarono irreali, confrontandoli con ciò che poco prima era accaduto. 


Nota dell'autrice: ed ora ci aspetta l'incontro a Delo con la dea Artemide...
Speriamo bene...
Comunque saprete tutto nel prossimo capitolo di giugno.
Ringrazio come sempre tutti coloro che leggono la mia storia e che l'hanno messa tra le seguite o le preferite e recensiscono.
A questo proposito ci tengo a dire che sarò ben contenta di leggere qualsivoglia commento alla mia storia, perchè sinceramente di mio non me la prendo di certo per delle critiche fatte bene e che possono essere costruttive.
Ciao e al prossimo mese,
Aquarius no Lilith
  
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