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Autore: Mudie    03/05/2013    4 recensioni
Amo il genere horror, quelle strette al cuore che ti vengono mentre leggi una storia e l'impersonificarsi in un personaggio, sentendo sulla propria pelle ciò che prova, trovo che siano sensazioni fantastiche.
Un piccolo Drowzee vuole avere la sua vendetta per l'uccisione dei suoi genitori. La sua vittima? Il suo aggressore. Il suo trofeo? Il suo sguardo.
[Con un movimento netto laceri per la prima volta il petto dello sventurato, il suono della maglia che si strappa ed il dolce calore della carne straziata sono come una droga, insisti nel tuo intento per assaporare e sentire al meglio quella sensazione di assoluto dominio. Lui intanto si è svegliato urlando, le sue grida ti incitano ad aumentare l'intensità dei tuoi graffi. Prima era un cacciatore ora è una preda sottomessa al tuo potere. ]
Spero che vi piaccia la mia fic.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Videogioco
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Gli addii sono come fiori, dopo una vita intera di ricordi, di momenti sia indimenticabili che orribili, di lotte perse e di vittorie inaspettate, essi appassiscono miseramente. Non si può scappare da questi e nemmeno i Pokèmon, creature tanto perfette e prive di peccati, riescono a sottrarsi da questo gesto. 
Lasci cadere un fiore su ciò che resta delle membra dei tuoi cari, poggiate in una pozza di sangue. Non ti dimenticherai mai di oggi, di quell'uomo con la R sulla maglia che vi ha attaccato mentre giocavate. Ti perseguiterà, infesterà i tuoi sogni e ti ruberà il tuo ultimo respiro. Ti condurrà alla pazzia, i sensi di colpa ti logoreranno e non potrai fare altro agonizzare in silenzio.
 
"Scappa figlio mio! Non temere, ti raggiungeremo" queste furono le ultime parole di tua madre, una maledetta bugia. 
Troppo debole per combattere e troppo fifone per aiutare, non credere che il tuo cuore non lo sappia. Non potrai più scordare le urla dei tuoi simili che uno dopo l'altro cadono a terra morti e con gli occhi fissi su di te. I brividi ti salgono su per la schiena, il rumore del coltello che penetra la loro carne più volte non ti si toglie dalla mente, seguito dalle sadiche risate dell'aggressore. 
Nel tuo cervello si fa strada l'immagine di quell'uomo, spietato cacciatore di Pokèmon con il solo intento di uccidere per denaro. 
Cerchi di scappare ma più ti allontani più senti vivido l'odore del sangue. 

La paura si fa breccia dentro di te ma in fondo al tuo animo la rabbia sta salendo. Tutto ciò però è vano poiché tu, un piccolo Drowzee, non potresti mai avere una vendetta. O... forse si? Dai a lui ciò che si merita e prendi ciò che ti ha tolto.
 
Una leggera nebbia invade il campetto del losco team ma nessuno sembra importargliene molto, sono impegnati a bere litri di birra e non prestano attenzione alla tua ombra. Attendi che tutti si appisolino per entrare in azione. Si sente russare dalle tende, è il tuo momento.
Di soppiatto entri e cerchi silenziosamente la tua vittima, dopo tanto affanno i tuoi occhi si illuminano, eccola!
La fissi e sorridi, il tuo ghignare è inquietante e nella tua mente si fanno strada tanti modi diversi di tortura.
Dai a lui ciò che si merita, queste parole si ripetono all'infinito nel tuo cervello.
Usi la tua ipnosi per assicurarti che lui dorma profondamente e lo trasporti fino alla parte più remota della foresta. Prepari gli artigli, il respiro si fa più pesante, gli occhi ti sono diventati neri come la pece e la voglia di vederlo soffrire si fa più intensa. Solo la sua morte ti potrà dare sollievo. 
Con un movimento netto laceri per la prima volta il petto dello sventurato, il suono della maglia che si strappa ed il dolce calore della carne straziata sono come una droga, insisti nel tuo intento per assaporare e sentire al meglio quella sensazione di assoluto dominio. Lui intanto si è svegliato urlando, le sue grida ti incitano ad aumentare l'intensità dei tuoi graffi. Prima era un cacciatore ora è una preda sottomessa al tuo potere. 
Del sangue esce copiosamente dalla sua bocca mentre si sforza invano di chiamare aiuto,come ti fanno pena queste sue reazioni.
"Qualcuno mi salvi!" strilla contorcendosi dal dolore. Gli graffi le braccia e il resto delle membra, vuoi che in ogni sua parte del corpo ci sia un tuo segno.
Al suono di queste parole ghigni e con la morsa delle tue mani gli prendi il viso, gli penetri la carne mentre lui ti guarda spaventanto. Come sono belli i suoi occhi, hai deciso: saranno il tuo premio.
Con decisione gliene strappi uno e ci giocherelli con le dita, è viscido ed appiccicoso, ma non ti ci soffermi molto e lo metti da parte perchè non vuoi che si rovini.
"Ehi! Ehi!" si sente urlare in lontanaza. Dannazione, sono i suoi compagni. 
Scappi via prendendo il suo occhio, purtoppo ti devi nascondere. La tua vendetta non si è compiuta e con ancora tanta rabbia in corpo ti rifugi nella tua tana. Guardi le tue mani sporche di sangue, se prima l'odore di questo ti nauseava ora lo trovi delizioso.
Urli, sai che nella sua mente, anche se è svenuto, gli rimbomerà la tua voce. 
 
Diversi mesi dopo...
 
"Ehi, va tutto bene Marco?" chiese un uomo sulla trentina al suo amico steso sul letto.
"Sì, mi sto abituando a vedere solo per metà... Per il resto tutto bene" risponde lui, mettendo via una rivista. Si era salvato, ancora qualche mese di riabilitazione e sarebbe uscito dall'ospedale.
"Noi andiamo, sta per scatenarsi un temporale. A domani!" se ne vanno in fretta e furia mentre il silenzio tombale cala nella stanza.
I tuoni non sono molto rassicuranti ma lui si addormenta tranquillo, ignaro del pericolo che correrà. Un rumore sinistro gli fa aprire l'occhio però il buio non gli fa vedere nulla. Con il cuore che per poco non gli sfonda il petto per l'ansia, cerca di scrutare nell'ombra ogni possibile movimento. Nulla.
Leggermente più tranquillo si rilassa, il tonfo di un piccolo oggetto sul suo petto però lo fa destare dai suoi pensieri: un occhio.
Caccia un urlo mentre i ricordi di quella notte si affollano nella sua mente e sporca di vomito il copriletto, bagnato già prima dalle sue lacrime di terrore. 
Tu da dietro alla finestra ghigni vedendo le sue reazioni, si ricorda di te e la cosa ti compiace. Batti due volte sul vetro giusto per fargli vedere che la sua agonia non è ancora finita, tu sei lì a fissarlo. Tutti sono riusciti a vedere ciò che puoi fare con minimo sforzo. Presto o tardi lo dimetteranno da là dentro e finalmente potrai portargli via ciò che ti ha tolto: la vita. 
   
 
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