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Autore: Akicchi    03/05/2013    4 recensioni
Storia ambientata dieci anni dopo la serie originale. Contiene lievi spoiler, poiché citati, ma la lettura è consigliata a chi ha già visto l'anime.
Non essendo brava ad impersonarmi nei personaggi femminili, ho provato a mettermi nei panni di una Akane Tsunemori più grande (anche se penso di averla mandata OOC).
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tsunemori, Shinya Kogami
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Ormai erano trascorsi dieci anni dalla morte di Shogo Makishima, ma anche dalla scomparsa di Shinya Kougami e l'arruolamento della nuova ragazza.
Il suo primo giorno di lavoro, la sua determinazione. Tutto questo mi riportava a mente il mio arrivo, quando Kougami-san era ancora qui nel distretto. Il suo posto era vuoto, eppure mi sembrava di sentire ancora l'odore del suo sudore per i suoi allenamenti. Nessuno aveva osato sedersi sulla sedia, o usare la sua attrezzatura. In un certo senso n’ero felice, tutto restava com'era prima che sparisse senza lasciare traccia.
In questi dieci anni mi erano cresciuti i capelli, avevo perso la mia allegria ed ero più distaccata. Forse lui era la ragione della mia felicità, insieme a Kagari Shuusei.
Ogni notte, prima di addormentarmi, mi capitava spesso di guardare fuori della finestra e ripensare al passato. I miei ricordi però si fermavano soprattutto dal più bello, quando mi aveva chiesto di uscire, al più brutto, in altre parole l'ultimo che ho di lui.
Due tipologie di ricordi opposti tra loro, ma i più significativi in tutta la mia vita: ricordo ancora quel suo essere galante, un po' buffo, e il suo volto preoccupato quando cercavo di fermare il nostro ultimo caso insieme, Makishima Shogo. Da quando si era allontanato per finirlo, non l'ho più rivisto né sentito. Le mie amiche, nonché ex compagne, non facevano altro che chiedermi come andava il lavoro e tra me e Shinya. Mentivo su di lui, ma solo perché dentro di me ne sentivo una profonda mancanza.
Quella domenica avevo il giorno libero, così colsi l'occasione per tagliarmi i capelli e tornare alle origini, l'Akane Tsunemori di sempre: quell’insicura, determinata agente risalente a quando eravamo tutti insieme nel distretto, vivi ed uniti. Dopo essermi preparata decisi di uscire, al fine di fare quattro passi tanto per non marcire dentro casa.
Si era messo a piovere ed io, ingannata dal bel tempo e dal sole, non avevo un ombrello. Era per questo che iniziai a correre a perdifiato fino a raggiungere il distretto, ma fui costretta a fermarmi per aver visto una sagoma familiare: alto, capelli neri e di media lunghezza, occhi azzurri quasi grigi che brillavano, gambe slanciate e fisico palestrato, ma non troppo. Pensavo che fosse soltanto un sogno o una mia illusione, ma era reale.
«K-Kougami-san...»
«Ispettore.»
«Kou... gami... san...» Mi tremava la voce, gli occhi erano lucidi, eppure era lui. La voce era la sua.
Corsi verso di lui, coperto dall'ombrello, rischiando di saltargli addosso. Shinya sorrise e, dopo dieci anni, anche io. Era ritornato, e stavolta, speravo, per sempre.
   
 
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