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Autore: LauraJoe    23/11/2007    7 recensioni
Ormai era fatta. La affrontavo ad armi pari.Una risatina condiscendente, poi più nulla. Mi sorrise diabolica, mostrandomi i denti. "Non mi fai più paura, Helena. Stavolta siamo pari" "Non mi importa!" ruggì lei "riuscirò a ditruggerti...come tu hai distrutto la vita a me" si preparò all'attacco. La guardai negli occhi, scuri come la notte, che brillavano di vendetta, e mi preparai ad affrontarla.
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Midnight Dawn

 

Prologo

Phoenix

“Passo a prenderti domani mattina,allora” disse il ragazzo, sorridendo.

“Okay” rispose lei. Si avvicinò a lui per dargli un ultimo bacio di saluto.

“Ci vediamo domani”mormorò lei a fior di labbra.

Lui annuì, perdendosi a guardarla. La osservò allontanarsi da lui e sistemarsi una ciocca di capelli castani dietro l’orecchio. Sorrise, tra sé. La adorava.

Lei si accorse che la stava fissando.

“Che c’è?”gli chiese.

Lui sorrise ancora di più.

“Ti ho mai detto che sei bellissima?”

Lei fece una risatina imbarazzata, arrossendo fino alle punte dei capelli.

“Almeno novantasei volte, stasera”

“Bè, allora arriviamo a novantasette.”si avvicinò a lei, sfiorando la guancia arrossata con la punta del naso.

“Sei bellissima”mormorò contro i suoi capelli, annusandone il profumo.

Gli diede un bacio sulla guancia e lui ne approfittò per posare di nuovo le labbra sulle sue.

“Devo andare”sussurrò lei, parecchi secondi dopo-

Lui annuì appena, lasciandola andare.

“Ci vediamo domani”disse, poi scese dall’auto.

“Sogni d’oro, principessa” le disse lui, prima di mettere in moto e allontanarsi.

Lo guardò sparire dalla sua visuale, poi si strinse nel cappotto e aprì la borsetta in cerca delle chiavi.

“Ciao, Christine”

La ragazza si voltò spaventata, richiamata da quella voce glaciale che aveva detto il suo nome.

“Non mi riconosci?” le chiese la voce.

Christine cercò di capire chi avesse davanti, ma non era facile, a quell’ora di sera e con quel buio. La osservò meglio: aveva i capelli neri, lucidi, lunghi e lisci, che le arrivavano alle scapole. Pelle bianca, fisico asciutto. Immancabili jeans strappati e Converse nere ai piedi. Christine comprese. Sorrise, riconoscendo in quella strana sconosciuta la sua amica di sempre. Portò l’attenzione al viso, aspettandosi di rivedere quegli occhi azzurri che conosceva da sempre sorriderle di nuovo, dopo tanto tempo. Ma non li trovò. Al loro posto un paio di occhi neri la fissavano con odio.

Christine si guardò attorno, confusa.

“Helena?” le chiese “Sei tu?”

“Certo che sono io” rispose la ragazza, con lo stesso tono glaciale di prima.

Christine tirò un sospiro di sollievo, sebbene la ragazza non la convincesse più di tanto. Presentarsi così, dopo settimane che nessuna la vedeva più, sotto casa sua, alle 11 e mezzo di sera e per di più con un aspetto e un modo di fare  che erano ben lontani dalla Helena che conosceva le davano un po’ da pensare. Christine cercò di tagliare.

“Bè, se vuoi salire…”

Gli occhi scurissimi di Helena ebbero un guizzo.

“No, grazie” rifiutò secca.

“Sai dirmi per caso dov’è Bella?” le chiese poi, di punto in bianco.

“Bella?” Christine era sempre più confusa.

“Ma…lo sai anche tu che è a Forks da suo padre. È passato più di un anno, ormai”

“L’hai sentita di recente?” le chiese ancora.

“No…”rispose Christine “Senti…se vuoi salire a mangiare qualcosa, vieni pure, possiamo finire di parlare dentro, io però devo salire. È tardi, i miei saranno preoccupati. Sali, gli farà piacere rivederti.”

“No, non ho fame” rispose Helena con una strana intonazione nella voce “Ho solo sete”

“Oh…ok. Allora vieni, c’è un sacco di roba a casa mia”

“So già cosa voglio”

“Ah, si? E cosa?”

Gli occhi de Helena luccicarono famelici.

“Il tuo sangue” sibilò.

Christine sgranò gli occhi, allibita.

“Co-cosa? Lennie, sei sicura di stare bene?”

Helena sorrise diabolica, mostrando una schiera di denti bianchissimi.

La ragazza urlò, quando vide Helena avventarsi su di lei. Cercò di divincolarsi, invano. Sentì distintamente qualcosa di gelido premerle sul collo, seguito da un dolore lancinante. Cercò di urlare, ma Helena la teneva bloccata per terra, ancora attaccata al suo collo. Chiuse gli occhi, sentendo le forze venirle meno.

Poi, il buio.

 

Forks

 

“Bella?”

Apro gli occhi, confusa.

“Cosa? Hai detto qualcosa, Jess?” E soprattutto perché mi stai fissando così?

“Sei sicura di stare bene, Bells?”

“Uh…certo che si. Perché me lo chiedi?”

Alzo lo sguardo verso di lei, giusto in tempo per notare che mi sta fissando come se fossi un alieno particolarmente disgustoso. E Mike e Angela non sono da meno. Ma si può sapere cos’hanno tutti oggi?

“Insomma, perché mi guardate così?” sbotto irata, alzandomi dalla sedia.

“Bè…” Mike fa una risatina nervosa. Jessica rotea gli occhi, esasperata.

“Ti sei di nuovo addormentata a lezione” mi butta lì.

“Ah” sono perplessa. Come ho fatto ad addormentarmi a quest’ora? Anzi, no, lo so il perché. Solo che non lo ammetterò mai con Jess davanti. Mai.

Noto che Jessica mi sta fissando ancora. Ma ha cambiato sguardo. Ho capito, vuole delle spiegazioni.

“Non è da te”incalza.

“Già…è solo che…mi sono addormentata tardi, ieri sera. Sai, c’era così tanto da fare, in casa, con Charlie che lascia tutto in mezzo ai piedi…”

Lascio la frase in sospeso, sperando che se la beva. Ho come il sospetto che non ci abbia creduto e che stia cercando il modo migliore per estorcermi qualche informazione. Sembra pensarci su, poi, per mia fortuna, si arrende.

“Sarà…”dice “bè, ci vediamo dopo pranzo”

Tiro un sospiro di sollievo “A dopo”

Comincio a raccogliere i miei libri, sollevata.

Da quando tutta la città ha saputo che io ed Edward stiamo insieme, questo posto è diventato invivibile. Mi sento addosso gli sguardi di tutti, ancora di più di quando sono arrivata qui: quelli dei ragazzi, gelosi e furiosi con Edward, e quelli delle ragazze, in collera, invidiose e, raramente, di ammirazione. Persino i professori non riescono ancora a crederci.

Ma soprattutto Jessica è diventata, se possibile, ancora più stressante di prima. È convinta che io ed Edward passiamo tutte le notti insieme a fare solo lei sa cosa e non vede l’ora di sentire qualche particolare piccante da divulgare al più presto a tutta la scuola.

L’altro giorno Edward ha sentito Jessica pensare che spera di beccarci in bagno durante le ore di lezione, quando nessuno può vederci.

Sono scoppiata a ridere.

Sarebbe un bel pettegolezzo.

“L’imprendibile figlio del dottor Cullen e la figlia dell’ex moglie dell’Ispettore Swan sorpresi nel bagno della scuola….”

Mmh.

Credo che emigrerei immediatamente in Nuova Zelanda, dopo una notizia del genere.

E comunque, Jessica, non è la sola a pensare certe cose su di noi.

E devo dire che sono andati molto vicino al vero motivo per cui io mi addormento quasi tutte le mattine da più o meno un mese.

È una fortuna che i professori non se siano ancora accorti.

Effettivamente, io ed Edward ci vediamo tutte le notti.

Parliamo, semplicemente. Di tutto quello che ci passa per la testa. E alla fine- molto tardi- mi addormento.

Con l’unico risultato che mi sveglio stanchissima, di malumore e con due occhiaie da predatrice notturna.

Non va per niente bene.

 

Prendo la mela rimasta dal mio vassoio del pranzo e la addento, soddisfatta.

Non mangiavo da ieri sera.

Lancio uno sguardo divertito al tavolo dei ragazzi: Jessica sta studiando attentamente le mie mosse e quelle di Edward; Mike continua a lanciare sguardi omicidi a Edward, così come la maggior parte dei ragazzi di questa scuola. Povero Mike. Alzo lo sguardo verso Edward, curiosa di sapere quello che stanno pensando e lo trovo a fissarmi…divertito?

“Bè? Che c’è da ridere?” gli chiedo, senza ottenere risposta.

Una rapida occhiata al tavolo mi basta per constatare che tutti e cinque i Cullen - tutti, senza eccezioni, perfino Rosalie- mi stanno osservando un po’ incuriositi.

Alzo un sopracciglio, in attesa di spiegazioni.

“Che avete tutti da guardare?”

“Niente, tesoro”risponde Edward, languido. “è solo che sembri un po’…affamata, stamattina.”

“è vero” interviene Alice “Di solito mangi si e no un terzo di quello che hai mangiato oggi.”

“Oh”abbasso gli occhi sul mio vassoio.

“Bè, è normale.”ribadisco sulla difensiva “Non mangio da ieri sera. Stamattina mi sono alzata talmente tardi che ho dovuto saltare la colazione”

Insomma, questi vampiri non capiscono proprio niente di noi umani. E dire che lo sono stati anche loro.

“E qual è il problema?” mi chiede Emmett con una risatina “Io non mangio da una settimana e sto alla grande”

Roteo gli occhi, esasperata.

“è diverso! Tu non …”

“Cosa?”

“Insomma, hai capito!”

Faccio un eloquente gesto della mano, come a sottolineare quello che voglio dire. Non posso certo dire “tu non sei umano, voi vampiri non avete bisogno di mangiare come noi” davanti a mezza Forks.

Lui fa un’altra risatina,annuendo.

Io finisco la mia mela e guardo Edward.

“Soddisfatta del pranzo?” mi chiede.

“Altrochè” è la mia risposta. Mi sorride e io sto per fare altrettanto, quando un suono indistinto fa sobbalzare tutti.

“Che diavolo…”

“è il tuo cellulare.”mi informa Alice “nello zaino”

Il mio…

Oh, già.

Il cellulare che mi ha regalato mamma da quando sto con Edward.

Per chiamarmi quando le pare e magari sorprenderci in flagrante…

Ma insomma, possibile che non sappiano pensare ad altro?

Prendo il cellulare, annoiata, e leggo il display: numero sconosciuto.

E ora chi è?

Oh, al diavolo!

“Isabella Swan” rispondo, molto professionale.

“Bella? Sei tu?” dall’altra parte mi risponde una voce di ragazza, singhiozzante.

“Si…” E tu chi sei?vorrei chiederle.

“Sono Kerry. Ti ricordi di me?”

Sono in stato di shock: non può essere proprio quella Kerry…non la sento da un sacco.

“Kerry Brown, Bella” mi ricorda.

Accidenti, è proprio lei.

Una delle mie migliori amiche (e anche uniche) che avevo a Phoenix.

“Kerry, ciao! È bellissimo risentirti, dopo tanto tempo! Come hai avuto il mio numero?”

“Ho chiamato tuo padre e me l’ha dato” fa una pausa, singhiozzando ancora di più. “Bella, è successa una cosa…”

“Cosa?” chiedo. Il suo tono mi ha mandato in allarme.

“Christine….”

“Kerry, parla chiaro, per favore”

“Te la ricordi Christine, no? Christine Marshall”

“Certo che me la ricordo. È successo qualcosa?”

Christine era un’altra delle mie poche amiche nella grande città.

“Oh, Bella…Chris…è morta!”

Scoppia a piangere, mentre io rimango muta a fissare il vuoto.

Edward mi scruta, preoccupato.

“Bella? È tutto a posto?”

Non posso crederci. Christine non è morta. Non può essere morta.

“L’hanno trovata ieri sera, verso mezzanotte. Era davanti casa sua, appena tornata a casa. Alex è distrutto.”

“Alex?”

“Il suo ragazzo. L’aveva accompagnata a casa dopo che erano usciti insieme. Non riesce a capacitarsi…l’aveva lasciata lì, stava per entrare…”

Non riesce a continuare. E neanche io. Una lacrima mi sfugge al controllo e scivola giù, facendo allarmare Edward ancora di più.

Non può assolutamente essere.

“Come…come è morta?” riesco a chiederle, con la voce incrinata per le lacrime che reclamano di uscire.

“Non si sa…l’hanno trovata stesa per terra…dissanguata, dicono.”

Scoppio a piangere anch’io.

Com’è possibile una cosa del genere?

Tutta la scuola mi sta fissando.

“Aveva una ferita al braccio…e una al collo…è terribile!” continua Kerry.

Un campanello d’allarme comincia a suonarmi incessantemente nella testa, nonostante stia ancora piangendo.

Dissanguata…una ferita al collo….

Oh, no….vi prego, no….

Guardo d’istinto Edward e gli altri: mi stanno tutti guardando preoccupati.

“Hai detto…dissanguata con una ferita al collo?” chiedo, e tutti e cinque i Cullen da preoccupati diventano incuriositi.

“Si…ma devono ancora fare l’autopsia…”scoppia a piangere di nuovo.

Io sono ancora scioccata dalla notizia, ma qualcosa mi dice che devo vederci chiaro in questa storia.

“Senti, ti ho chiamato anche per sapere se ti andava di venire…per il funerale…saremmo tutti felici di rivederti, anche se le circostanze non sono…sai…”

“Ecco, io….non so…”

“Ti prego, Bella. Anche Chris ne sarebbe contenta…”l’ultima frase la dice in un sussurro.

Mi vengono di nuovo le lacrime agli occhi. Sento che devo andare.

“D’accordo…verrò,Kerry. Fammi sapere quando”

“Okay. Allora ti chiamo. Ciao, Bells!”

“Ciao”

Riattacco,ancora intontita.

Può essere vero quello che ho appena sentito?

“Bella?” mi chiama Edward. “Si può sapere cos’è successo?”

Lo guardo, assorta.

“Non lo so, Ed. Una mia amica di Phoenix è…morta…”

“Oh…mi dispiace…”

“L’hanno trovata dissanguata…con una ferita al braccio…e una al collo….”continuo io, marcando bene le parole.

“Oh…bè…”Edward guarda gli altri. Sono tutti confusi.

“Ma chi può essere stato?” chiede Alice.

“Non lo so, Al”rispondo io “C’è qualcosa che non quadra”

 

Buongiorno a tutti!!!!!

Questa è una storia che avevo in mente da un pò e solo ora ho deciso di pubblicarla…siate clementi!! Ci terrei davvero a sapere cosa ne pensate e soprattutto se è il caso di continuarla o meno. Mi fareste davvero piacere. Ci posso contare??? Baci!

LauraJ

  
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