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Autore: Lady Minorin Lovelace    04/05/2013    2 recensioni
La sabbia ci entra nei vestiti, troppo larghi o troppo stretti. E’ ruvida contro i nostri corpi che si amano, si strusciano incuranti.
Qui ed ora…
“Presto ti annoierai anche di me,” sussurri stancamente, sdraiandoti infine sulla stuoia, incurante dei granelli di sabbia che potrebbero infilarsi tra i crini neri di tinta.
Ti stringo la mano in una muta richiesta: fallo per me, non lasciare che succeda, fallo al mio posto.
Ricambi la mia stretta, ma cosa dovrebbe significare?
Un’alleanza di solitudini, di fughe, profonde nullità di sentimento, mentre tutto quello che ti vorrei sussurrare sono le timide parole: “Non mi abbandonare adesso.”
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Salve, questa è la prima orginale che pubblico. 
L'ho inserita nelle Nonsense perché mi rendo conto che i ragionamenti e i sentimenti esposti possano risultare arcani. Purtroppo non ho saputo fare di meglio.
La cavia a cui ho sottoposto questo scritto (Prof Deidara che ringrazio tantissimo per i consigli dati) suggerisce di rileggere due volte per capire meglio il contenuto e non lasciare che rimangano delle mere parole sullo schermo.
Sperando che possa comunicarvi qualcosa e che non parli solo a me, vi auguro una buona lettura!

Minorin 



Salsedine e Vento



Con la voglia di strapparti i vestiti di dosso, mi rotolo con te tra sabbia ed erbacce in quest’incontro malsano che mi travolge. Ti stringo e tu ricambi. Perché lo fai? Fermami.

Passo le dita tra i capelli, li stritolo e vorrei possederti, ma non ora, non qui.

Ci baciamo con insistenza, mordendoci con cattiveria e succhiandoci via l’anima insieme con la nostra saliva.

Non mi resisti, assecondi le mie voglie. Io ti stringo tra le braccia, imprigionandoti. Tu mi accarezzi, invitandomi a essere più possessiva di quanto già non sia.

Suggo fin dove trovo porzioni di pelle libere da indumenti. Il tuo collo è il mio regno ed è rosso come il mio sguardo, mentre ti bramo.

Di rifuggirmi, vorrei implorarti, ma la mia mente è troppo piena di te per poter parlare, per poterti allontanare.

Di ascoltarmi, vorrei dirti, eppure le mie labbra ti appartengono e non posso placarle. Ti rincorrono e ti soddisfano in questo gioco di bocca.

Mi avvinghio perché in te mi vorrei nascondere, desiderosa della tua protezione, e ti voglio come se questa potesse essere l’ultima volta concessami.

So di essere in bilico su un precipizio, mentre ti accolgo così come sei davvero, come non hai il coraggio di mostrare agli altri. So che non può durare per sempre, ma qui adesso voglio possedere tutto di te: i tuoi baci, le tue carezze, le tue parole, la tua persona. Se potessi, ti ammanetterei alla mia caviglia.

Se potessi, ti legherei a me per sempre come in una fiaba, come in una favola.

Se vuoi, ti racconto il finale che ho pensato per noi… rideresti. Ci vorresti credere, ma io sono la prima a non farlo e tu di conseguenza.

La sabbia ci entra nei vestiti, troppo larghi o troppo stretti. E’ ruvida contro i nostri corpi che si amano, si strusciano incuranti.

Qui ed ora…

"Presto ti annoierai anche di me," sussurri stancamente, sdraiandoti infine sulla stuoia, incurante dei granelli di sabbia che potrebbero infilarsi tra i crini neri di tinta.

Ti stringo la mano in una muta richiesta: fallo per me, non lasciare che succeda, fallo al mio posto.

Ricambi la mia stretta, ma cosa dovrebbe significare?

Un’alleanza di solitudini, di fughe, profonde nullità di sentimento, mentre tutto quello che ti vorrei sussurrare sono le timide parole: "Non mi abbandonare adesso." Lascia che lo faccia dopo, quando sarò pronta di farlo io e quando tu non potrai più fare a meno di me.

Perché io a differenza tua posso imparare a fare a meno di te col tempo, mentre tu ti abituerai ad avermi sempre. Eppure nulla cambierà alla fine, io ti abbandonerò: troppo stronza per restare, troppo inetta per continuare.

Sopraffatta dalla noia, in cerca dell’odore di un cambiamento che non avviene mai davvero, illudendomi che gli altri possano migliorarmi, fingendo di imparare ogni volta, ma restando sempre la solita bastarda, ti stringo avidamente la mano. 

"Sarai mia finché avrò voglia che tu lo sia."

Mi porto le tue nocche alle labbra e le bacio piano, come a voler imprimere la mia forma sulla memoria epiteliale di questa mano così calda.

Accetterai che io ti maltratti per potermi sentire meglio?

Accetterai questa relazione nascosta e inammissibile?

Soffrirai della mia lontananza? Mi piangerai?

Se lo farai, io sarò felice, quando sarò dall’altra parte del mondo, cosciente dell’altrui lacrime versate per me sola.

Hai visto? Tu non ci credevi, ma io sono davvero così: sono egoista e sono pronta a mangiarti fino all’ultimo brandello di carne che tu mi concederai.

Feriscimi finché sei ancora in tempo, cacciami lontana da qui. Mettimi al bando dal tuo cuore. Fammi soffrire prima che lo faccia io.

Invece sei qui che impedisci alle mie lacrime di rotolare giù fino all’asciugamano.

Sbagli ad accettarmi, ti illudi che io possa darti qualcosa, quando sei tu che mi dai tutto di te, non ti risparmi mai, mentre io… mi nutro e ingrasso di te.

Scappa, lasciami sola su questa spiaggia sporca di rifiuti. Lasciami marcire insieme alle bottiglie di plastica.

Abbandonami… è l’unica cosa che ti conviene fare prima che sia troppo tardi.

Il mio sorriso è ingannevole, una trappola per ghermirti. Voglio solo stringerti tra le mie grinfie come si fa con un uccellino indifeso.

"Perché?" mi chiederesti.

Io ti risponderei perché sei bella. Sei capace e sembri completa, a differenza di me.

Ti voglio per supplire alle mie mancanze, per sostituire quel vuoto dove io non ho le forze.

Lo senti vero? Questo non è amore, non lo confondere per favore, perché ora è così: io inseguo te, ti bramo e ti venero da lontano. Da domani ti darò per scontata e sarai già il mio ennesimo libro sullo scaffale.

Non mi abbracciare come stai facendo ora, lasciando che il tuo seno morbido conforti il mio capo. Allontanami perché non ho niente di buono da darti e non lo troverò neanche col tempo.

"Sei così importante," e non sarebbe una bugia. Lo sei senza ombra di dubbio, ma le cose scorrono sulla mia pelle, levigandola e cambiandola. Oggi è così, domani non lo so.

Eppure non mi darò pace finché non ti avrò avuta in ogni tuo aspetto, capello, virgola del tuo animo acerbo.

Non ti sto chiedendo di amarmi, non sarei così pretenziosa. La tua attenzione mi basterà.

Raccontami tutto di te, così che io possegga ogni tua parola e le tue esperienze. Parlami, confidati con questa serpe dalle sembianze di unicorno.

Lascia che io accolga le tue stranezze, che ti comprenda. Dubiti che possa farlo, ma questo perché non mi conosci bene. Ci sono così tante cose che non sai e altrettante che io non so, ma questo non mi spaventa, mi invoglia. Scrivi sulla mia pelle.

Sarò per te uno specchio in cui potrai vedere riflessa te stessa e in me potrai imparare ad accettarti. Con i miei occhi ti vedrai finalmente come sei davvero: perfetta nell’imperfezione che ti circonda.

Come i fiori cresciuti tra asfalto sfatto di periferia, ti ammiro, mentre cresci e affronti ogni giorno schifoso di questa esistenza terrena.

Annullati in me, perditi nell’oceano di un legame assolutizzato, che solo una di noi potrà spezzare.

Disperditi. Drogati. Io sono qui poco lontano dal tuo caos interiore. Lascia che vi entri e che lo contempli. Guarda, è simile al mio.

Siamo persone confuse che cercano una strada che vada oltre un sogno sperato. Cerchiamo di andare contro a quel che ci è stato insegnato, strappando con le unghie un frammento di libertà che non ci è dato possedere.

Conformati a una vita scelta da altri, o conformati a me.

Oppure scegli di essere solo te stessa e lasciami indietro, liberandoti di questa zavorra inutile che rappresento.

Corri finché puoi, finché non sarai precipitata nella mia trappola meschina.

Lasciami qui, sola, su questa spiaggia di primavera, mentre taccio.

 

   
 
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