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Autore: mangakagirl    04/05/2013    5 recensioni
Aveva tantissime domande: chi erano quegli uomini, cosa volevano, perché lo avevano nominato, perché l’avevano rapita…
Ma in quel momento non aveva voglia di chiedere.
Voleva solo sentirlo, sentire che Shinichi c’era.
Eri lì, con lei.
Il suono di un cellulare interruppe il silenzio formatosi, facendo sciogliere l’abbraccio e provocando uno sguardo interrogativo nel ragazzo mentre la karateka tirava fuori il cellulare dalla tasca degli shorts.
-Che è?-
-Il promemoria. L’avevo programmato in modo che mi svegliassi e ti inviassi un messaggio a quest’ora precisa: mezzanotte esatta-
Ran alzò piano la testa mettendo via il telefono e lo guardò negli occhi, stando sempre tra le sue braccia calde e protettrici, mentre il venticello di maggio soffiava meno forte di prima.
Il ragazzo la guardò ancora più interrogativo, mentre lei sorrideva alzando un po’ le spalle e asciugandosi le ultime lacrime che le bagnavano il viso.
-Perché?-
-Perché è il 4 maggio, possibile che non te lo sei ricordato neanche quest’anno?- rise lei mentre lui sbarrava gli occhi sorpreso.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Otanjobi omedeto, Shinichi

 

Vodka scrutò Gin agitato, mentre la ragazza che teneva stretta per i polsi si dimenava per sfuggire alla sua presa.
-Capo, che ne facciamo?- domandò mentre lei tentava di pestargli un piede e scappare, ma Gin le prese il viso con una mano e sorrise alitandole in faccia il fumo della sua sigaretta.
-Vediamo se sarà ancora così audace quando fare un salto di 400 metri…- disse sprezzante aprendo il portello dell’elicottero che stava pilotando Bourbon e sorridendo aggiunse -Una morte degna di un’eroina come te, non è vero ragazzina?-
-Gin, muoviti, la polizia ci sta raggiungendo- disse Bourbon avvistando l’elicottero della polizia di Tokyo, che stava inseguendo l’Organizzazione per sradicarla una volta per tutte, avvicinarsi.
-Salutami Enma****** mia cara- disse l’uomo dopo aver annuito al collega e afferrato la karateka per un braccio -Buona morte sulla Torre di Tokyo, tesoro-
Gin la spinse per la schiena giù dall’elicottero proprio sopra l’edificio simbolo di Tokyo ridendo malefico: si sarebbe schiantata per bene sul suo ferro rosso corallo.
La morte era assicurata.
Ran spalancò gli occhi mentre il vento la travolgeva come un uragano scuotendole capelli e vestiti e andò giù veloce.
Decisamente molto veloce e il suo urlo si diffuse in tutta Tokyo.
L’elicottero dell’Organizzazione si alzò in volo più alto del normale e sparì a tutta velocità nel cielo della notte, mentre quello della polizia, ignaro del fatto che lei non fosse più a bordo, lo inseguì rumoroso, sparendo anch’esso in pochi secondi.
Tenendosi con tutte le sue forze, non riusciva ancora a credere che quei criminali l’avessero davvero gettata giù e, cosa ancora più sconvolgente, che lei fosse riuscita ad aggrapparsi alla balconata della Torre di Tokyo.
Forse era successo perché quei farabutti erano passati vicinissimi ad essa, quasi a sfiorarne l’antenna con le pale del velivolo, ma che lei riuscisse a salvarsi afferrando il parapetto della balconata…
Era impensabile!
E quella non era nemmeno la prima volta che rischiava la vita sulla torre*…
La volta prima, però, c’era un dettaglio che quel giorno, quel maledetto 3 maggio, sotto il cielo trapunto di stelle di una Tokyo vicina alla mezzanotte, non c’era.
Ed esso aveva un nome dolce e allo stesso tempo amaro.
Un nome che provocava una gioia immensa l’attimo prima, e all’attimo dopo faceva montare nel cuore una tristezza infinita.
Già, perché c’era Shinichi quella volta.
Non l’aveva visto, ma era bastata la sua voce a farla sentire al sicuro.
Si era lasciata sopraffare dalla stanchezza e poi aveva lasciato che si occupasse lui di quel tipo, quell’Irish.
E chissà che anche stavolta quei nome in codice di alcolici con cui si chiamavano i due uomini sull’elicottero non fossero collegati a quello…
Oh beh, poco importava in quel momento: stava per cadere da una torre alta ben 333 metri.
La sua luce arancione quasi la accecava e le irradiava il viso coperto di lacrime, mentre i singhiozzi rendevano vani i tentativi si aggrapparsi meglio alla balconata con le dita sudate dall’agitazione.
Un serpente di luci strisciava sotto di lei: una delle vie principali di Tokyo, sormontata da palazzi altissimi e pieni di luci, continuava la sua solita routine ignara che lei fosse lì, appesa tra la vita e la morte.
Cosa avrebbero fatto, come avrebbero reagito tutti nel trovare il cadavere di una 17enne caduta dalla Torre di Tokyo?
La Torre di Tokyo, dannazione!
Come si sarebbero spiegati il modo in cui era riuscita ad arrivare lassù, dove non era nemmeno permesso l’accesso?
Ran urlò quando la sua mano sinistra scivolò dalla balconata e l’unica via di salvezza fu la presa ancora salda, ma precaria, della mano destra.
Eh no, stavolta no: non ci sarebbe stato Shinichi a salvarla.
Chissà dov’era Lui in quel momento…
Dai suoi casi ovviamente.
Chiuse gli occhi inspirando disperata più aria che poteva e pregando tutti i Kami del cielo di aiutarla.
-Shinichi!- urlò piangendo, consone che non sarebbe servito a nulla invocare qualcuno a km di distanza e ignaro di tutto.
Il suo era un gesto legato alla disperazione, che porta a fare di tutto…
Quando all’improvviso una voce quasi non la fece cadere giù dalla sorpresa.
-RAN!-
La ragazza alzò i suoi occhi incrociandone un paio blu oltremare, profondissimo e talmente bello da togliere il fiato.
Oceano puro, un colore indescrivibile che si fuse col suo azzurro-lilla lucido dal pianto.
Cosa ci faceva lui lì?!
-Shinichi…?- mormorò mentre il ragazzo si sporgeva oltre la balconata col busto, protendendo una mano verso di lei.
Quella era una zona di accesso vietato… Per cui, come…?
-Ran, prendi la mia mano!- le urlò per sovrastare il rumore del traffico edochiano e il forte vento che tirava, ma lei rimase immobile e senza parole.
-Sei un sogno, vero?- urlò con un sorriso amaro, prima che lui sbarrasse gli occhi e dischiudesse le labbra.
-Un sogno…? Quale sogno, baro! Afferra la mia mano!-
-Come facevi a sapere che ero qui?- domandò Ran, trasognante, incantata dai suoi occhi mentre lui rimaneva senza parole.
-Ne possiamo parlare dopo? Sai com’è…- le fece notare tra l’ironico e lo stizzito a causa della preoccupazione che gli attanagliava il cuore -…Stai solo per precipitare da una torre di 333 metri! Anzi…- guardo sopra di lui i metri di Torre che si ergevano fino all’antenna e precisò -… da 300 metri circa-
E nonostante la situazione incredibile, il pericolo in cui lei si trovava, le sorrise dolce.
E bastò solo quello a far riprendere Ran.
Oltre agli occhi, il suo sorriso era quanto di più bello ci fosse al mondo per lei.
E solo lui sapeva sorridere in quel modo: nemmeno un suo sogno, uno di quelli più reali, più dettagliati, più perfetti avrebbero mai saputo imitarlo.
-Dai Ran, ce la possiamo fare- la incoraggiò capendo di averla convinta e sporgendosi di più, tenendosi al parapetto solo con una mano, stando in equilibrio su un piede e con l’altra gamba alzata per arrivare meglio a lei.
Ran protese la mano, ma non ci arrivava.
Scosse il capo mentre lui si sporgeva di più, quasi a rischiare di finire di sotto come lei.
-Coraggio-
Lei, trattenendo il fiato, si allungò con tutta se stessa per prendere la sua mano, le loro dita riuscirono a toccarsi e si afferrarono.
Ma fu solo un momento.
Le dita sudate di Ran scivolarono dalla presa di Shinichi e il tempo si fermò, il vento si fermò e un silenzio cupo occupò la mente di entrambi, mentre i loro occhi si sbarravano al rallentatore nel concretizzare cosa stava succedendo.
Mentre i capelli le si attaccavano al viso, come facevano i suoi vestiti col corpo, sferzati da vento, Ran cominciò a ricadere giù veloce e solo la sua voce infranse quel silenzio formatosi, crepandolo come avrebbe fatto una palla da baseball con un vetro.
Urlò così forte mentre l’immagine di Shinichi si faceva sempre più piccola che al ragazzo si fermò il cuore per più di un secondo.
Finché non si gettò nel vuoto anche lui.
In men che non si dica, la raggiunse e la afferrò da sotto le ginocchia e dalla schiena, mentre alle sue spalle un enorme deltaplano bianco si spalancava con un rumore assordante, frenando subito la caduta.
Ran urlò ancora, per poi incrociare i suoi occhi e guardarlo spaventatissima, ma anche sconvolta.
-K-Kid?!-
-Non è che lui sia l’unico a poter usare un deltaplano!- disse un po’ sdegnato lui storcendo il naso al nome del rivale, lasciando Ran sempre più interdetta.
-Shin… Shinichi?!-
-Direi: sono più figo se permetti- le fece l’occhiolino furbetto mentre planava tra i grattacieli con in obbiettivo un luogo ben preciso.
-T-tu… Come…?! Quando…?!- sconvolta la ragazza, passandogli le mani dietro al collo e stringendosi di più a lui mentre il vento le scuoteva i capelli e i vestiti.
-Sì possono imparare tante cose andando in vacanza alle Hawaii**, sai?- sorrise lei guardandola negli occhi e provocandole un sorriso sorpreso.
Shinichi si destreggiò tra i palazzoni alti e illuminati a giorno, finché non intravide il luogo che bramava da quando era saltato giù dalla torre e non deviò nella sua direzione.
Era la Torre Mori***, il quinto edificio più alto di Tokyo, esattamente di fronte alla torre.
-Tieniti forte, piagnucolona- le sussurrò dolce mentre portava le gambe in avanti piegandole e atterrava un po’ maldestramente sul tetto del grattacielo, quasi perdendo l’equilibrio all’ultimo.
-Dopo 3 anni non c’è male, direi- notò soddisfatto chiudendo il deltaplano dopo aver messo Ran con i piedi per terra e aver sospirato rumorosamente.
La ragazza lo osservò ammirata mentre dietro la Torre, anche se lontana, sembrava alta potersi prendere con una mano. Il liceale, toltosi il deltaplano dalle spalle, lo mise a terra con delicatezza.
-Kid ha detto che mi uccide se glielo rompo… Per cui, meglio fare attenzione- le sorrise mentre lei seguiva ogni suo movimento per chiudere quell’aggeggio con attenzione.
-Mi hai salvata- mormorò facendo un passo verso di lui quando ebbe finito e si mise a spolverarsi gli abiti come se nulla fosse accaduto -Di nuovo-
Shinichi rise, abbassando lo sguardo a terra mentre lei si faceva sempre più vicina.
-Non avrei mai permesso che ti succedesse qualcosa, lo sai no?- sussurrò affogando poi i suoi occhi in quelli di lei, che brillavano e riflettevano la luce della torre e delle stelle.
Ran lo abbracciò forte e all’improvviso, lasciandolo stupito un paio di secondi, finché non rispose all’abbraccio con altrettanta forza, affondando il viso nella sua spalla e inspirando il profumo dei suoi capelli.
Fragola.
-Come facevi a sapere dov’ero?- sussurrò lei al suo orecchio, stringendosi più a lui.
-Ti stavo tenendo d’occhio. Sapevo che eri su quell’elicottero e avevo intuito cosa voleva fare Gin… Mi sono lanciato sulla torre dall’elicottero della polizia. Non l’ha notato nessuno?-
Lei scosse il viso, affondandolo nella sua spalla e chiudendo gli occhi.
Avrebbe dovuto immaginarlo che lui ci sarebbe stato anche quella volta.
Aveva tantissime domande: chi erano quegli uomini, cosa volevano, perché lo avevano nominato, perché l’avevano rapita…
Ma in quel momento non aveva voglia di chiedere.
Voleva solo sentirlo, sentire che Shinichi c’era.
Eri lì, con lei.
Il suono di un cellulare interruppe il silenzio formatosi, facendo sciogliere l’abbraccio e provocando uno sguardo interrogativo nel ragazzo mentre la karateka tirava fuori il cellulare dalla tasca degli shorts.
-Che è?-
-Il promemoria. L’avevo programmato in modo che mi svegliassi e ti inviassi un messaggio a quest’ora precisa: mezzanotte esatta-
Ran alzò piano la testa mettendo via il telefono e lo guardò negli occhi, stando sempre tra le sue braccia calde e protettrici, mentre il venticello di maggio soffiava meno forte di prima.
Il ragazzo la guardò ancora più interrogativo, mentre lei sorrideva alzando un po’ le spalle e asciugandosi le ultime lacrime che le bagnavano il viso.
-Perché?-
-Perché è il 4 maggio, possibile che non te lo sei ricordato neanche quest’anno?- rise lei mentre lui sbarrava gli occhi sorpreso.
-Oddio, il mio compleanno! Aspetta, ma oggi sono…-
-18 anni- finì per lui la ragazza stringendolo di più -Sei maggiorenne adesso, Tantei-san-
-Wow- Shinichi sorrise incredulo: era davvero maggiorenne!
Quando non era un marmocchio, ovviamente.
-Tanti auguri, tesoro- sussurrò all’improvviso Ran, distraendolo dai suoi pensieri mentre tornava a fissarla e si perdeva nei suoi occhi che si stavano facendo sempre più vicini.
-Grazie- riuscì a mormore appena prima di chiudere gli occhi, inclinare la testa e sentire le labbra calde e dolci di lei posarsi sulle sue.
Sì, aveva passato sempre dei bei compleanni, anche se alcuni un po’ agitati, compreso quello dell’anno prima in cui stava per morire a causa di una bomba, con Ran dall’altra parte di un muro**** che non sapeva quale filo tagliare.
Ma quello era di gran lunga un’altra cosa.
Quello era il compleanno migliore di tutti, perché come regalo aveva avuto qualcosa che mai aveva avuto prima e che aveva solo e sempre sognato.
Qualcosa di unico e di speciale.
Aveva ricevuto il primo bacio da Ran.
 



*Film 13: Irish e Ran si massacrano di botte in cima alla torre, lui tenta anche di spararle con una pistola e lei schiva la pallottola grazie agli insegnamenti di Shinichi OwO ovviamente è un genio quel ragazzo… u.u
Poi, sfinita, Ran cade a terra, Shinichi le parla col papillon e le dice di lasciare fare a lui. Irish infatti va ad affrontare il nostro Cavaliere e lascia in pace la sua Principessa.
** Shinichi ha imparato una marea di cose quando è andato alle Hawaii (a pilotare un motoscafo, un aereo, a usare la pistola…) x cui, perché non anche andare in deltaplano? ^^ Che preciso: glielo ha prestato Kid.
*** http://it.wikipedia.org/wiki/Roppongi_Hills Sì, è la torre che si chiama come la nostra Ran!! >w<
**** Film 1: Ovviamente mi riferisco alla scena dove Ran e Shin, schiena contro schiena, divisi dal muro, si trovano a dover disinnescare la bomba e Ran taglia il filo blu perché non potrebbe mai tagliare il filo rosso: quello che la lega a Shinichi *0*
***** Il dio degli Inferi u.u

 
 
 
Mangakagirl’s Corner:
Minna Konnichiwa!
Sorpreeeeeeeesa! *---------*
Lo so, avevo detto: fino a giugno non mi vedrete…
Vero u.u
Ma come potevo non fare un regalo a Shin oggi che è il 4 MAGGIO, ovvero il suo compleanno!?
*----*
AUGURI SHINICHI!
Il titolo significa proprio: Buon compleanno, Shinichi
Lo so, è una storia in medias res, vi ho gettati in una trama senza farvi capire nulla… ma non mi importava molto della storia, quanto del momento tra Ran e Shinichi.
Allora, come è venuto???? :DDDD
E il disegno?
L’ho fatto io ispirandomi a quello che ho scritto…. ^^
Sono venuti bene? Si capisce che sono loro???
Fatemi sapere numerosi!!!
<3
Bene, ora lo dico davvero: ci vediamo a Giugno ^^”
Un bacione a tutti e grazie in anticipo!!
Mangakagirl!
  
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