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Autore: Despicable Meggs    04/05/2013    5 recensioni
Avevano deciso di portare la figlia a Disney World prima di Natale.
Era da molto tempo che voleva andarci, da quando la sua compagna di classe le aveva raccontato di esserci stata per le vacanze estive.
One Shot scritta subito dopo le feste natlizie...
Abbiate pietà non so cosa avevo quando l'ho scritta... Non avevo nemmeno intenzione di pubblicarla..
Ma poi ho fatto una promessa ad un'amica... E quindi eccola qua!!
Ringrazio anticipatamene chi leggerà e lascerà un commento!!! :)
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Miracolo a Natale

 
Avevano deciso di portare la figlia a Disney World prima di Natale.
Era da molto tempo che voleva andarci, da quando la sua compagna di classe le aveva raccontato di esserci stata per le vacanze estive.
E per Tali, una bambina di otto anni, andare in un posto come quello era un sogno che diventava realtà.
 
"Allora Tali sei pronta a partire per la nostra vacanza?" le chiese Ziva andandola a svegliare quella mattina.
"Siiii!" disse saltando sul letto. Era raggiante. Aspettava quel giorno da molto tempo e ora che finalmente era arrivato, non stava più nella pelle.
 
Ziva la aiutò a prepararsi, poi raggiunsero Tony in cucina che nel frattempo stava preparando la colazione.
Tali gli corse incontro urlando "Papà! Dai facciamo colazione veloci che dobbiamo partire! Dobbiamo andare a prendere l'aereo!".
Tony la prese in braccio e le disse "Calma scheggia! Tu sei già pronta e scattante ma dai il tempo anche a noi di svegliarci". Poi le diede un bacio e la fece sedere.
Mentre mangiavano Tali continuò a raccontare quello che la sua amica le aveva detto di Disney World.
 
Appena finita la colazione sistemarono la cucina, presero le valige con l'occorrente per stare via il week-end e salirono in macchina.
Uscirono dal vialetto di casa e Ziva sistemò la figlia sul sedile posteriore.
Le mise la cintura e si assicurò che tutto fosse a posto. Salì anche lei e Tony mise in moto la macchina.
"Ok siamo pronti" disse Tony. Poi si girò e guardò Tali dicendo "Ancora poche ore e arriviamo piccola".
"Evviva!" disse eccitata "Mamma hai preso la macchina fotografica? Devo fare le foto con tutte le principesse!".
"Certo tesoro! Avrai tantissime foto da far vedere alle tue amiche!" le disse Ziva sorridendo.
Tony si mise in strada e si diresse verso l'aeroporto.
"Non fare la super strada amore... C'è traffico a quest'ora. Meglio se prosegui su questa" disse Ziva a Tony.
"Hai ragione, ci mettiamo meno così" rispose Tony contento che sua moglie gli avesse evitato di perdere tempo.
Stavano procedendo tranquilli.
Tony e Ziva chiacchieravano mentre Tali era impegnata a guardare fuori dal finestrino.
Si fermarono al semaforo rosso e aspettarono parlando tra loro. Ogni tanto Tony dava un'occhiata alla figlia dallo specchietto retrovisore. La vide mentre abbracciava il suo orsetto. Scattò il verde e lui ripartì.
 
Una frazione di secondo dopo Tali urlò "Attento papà!" ma lui non fece in tempo a capire cosa stesse succedendo che ormai la macchina che proveniva da sinistra gli era andata addosso. Aveva preso in pieno la parte posteriore della macchina.
 
Si svolse tutto in attimo.
 
Appena Tony si riprese capì cosa era successo.
L'autista dell'altra macchina non aveva rispettato il rosso e gli aveva investiti.
Si girò subito verso Ziva per vedere come stava.
Aveva un taglio sopra l'occhio ma da quello che riusciva a vedere non era nulla di grave. Si guardarono negli occhi e il loro primo pensiero fu la loro bambina.
 
Si voltarono per vedere come stava. La macchina aveva colpito proprio lo sportello di fianco al quale stava lei. Era priva di sensi e Ziva notò immediatamente che aveva un braccio rotto. Iniziarono a chiamarla per farla svegliare ma lei non rispondeva.
 
"Tali ti prego svegliati" continuava a ripetere Ziva. Poi notò una cosa che le fece gelare il sangue.
"O mio Dio Tony! Le esce sangue da un un orecchio" disse iniziando a piangere.
"Ziva stai tranquilla... Senti le sirene? Stanno arrivando le ambulanze" disse per calmarla ma in realtà anche lui era piuttosto spaventato.
Lei si girò di scatto per guardare di nuovo sua figlia e lanciò un gridò di dolore mettendosi una mano sul torace.
"Che hai Ziva?  Cerca di stare ferma potresti avere qualche costola rotta" le disse prendendole la mano.
In quel momento lui non sentiva dolore. Era talmente spaventato e sotto shock che era come anestetizzato.
I soccorritori arrivarono e iniziarono tirando fuori Tony e Ziva.
 
"Vi prego prendete prima nostra figlia" disse Tony "Non si sveglia... Ha bisogno di aiuto più di noi".
"Stia calmo e fermo... Ha una gamba fratturata. Sua figlia la tiriamo fuori dopo. Se non spostiamo voi non riusciamo ad arrivare a lei. È bloccata tra le lamiere" gli disse il soccorritore.
 
Caricarono i due sull'ambulanza e partirono a sirene spiegate per l'ospedale mentre stavano ancora cercando di estrarre Tali dalla macchina. 
Per tutto il viaggio Ziva non fece altro che chiedere della figlia.
Era in preda al panico.
I medici li visitarono. Non avevano niente di grave. Tony aveva una frattura alla gamba sinistra, Ziva qualche graffio e una due costole rotte.
Portarono il letto di Ziva nella stessa stanza di Tony mentre il medico gli ingessava la gamba. Tony chiese con insistenza dove fosse Tali.
 
"Accidenti volete dirci dove è e come sta la nostra bambina" gridò Tony arrabbiato stringendo forte la mano di Ziva.
In quel momento entrò un medico "Mi sto occupando io di vostra figlia. In questo momento è stata portata in sala operatoria per risistemarle il braccio. Ma il problema più grave è un grave trauma cranico. Ha ricevuto un brutto colpo alla testa e attualmente la bambina è in coma. Dopo l'intervento, svanito l'effetto dell'anestesia potremmo valutare meglio la situazione" disse il dottore.
"Guarirà vero?" chiese Ziva in lacrime.
"Adesso come adesso non posso darvi garanzie. Mi dispiace" concluse il medico.
Tony abbracciò Ziva e rimasero così piangendo. Non potevano credere che la loro bambina forse non si sarebbe più svegliata.
 
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Era già passata una settimana dall'incidente e Tali ancora non aveva avuto miglioramenti. Tony e Ziva erano stati dimessi il giorno dopo l'incidente ma erano praticamente sempre rimasti con la figlia. Erano andati a casa solo lo stretto necessario, per riposare o per farsi una doccia, e mentre erano via con Tali rimaneva Gibbs o uno della loro squadra.
Ogni giorno tutti andavano a trovare Tali sperando che si svegliasse. I medici continuavano a farle analisi per vedere se la situazione migliorava ma ogni volta il medico diceva sempre la stessa cosa "Non ci sono stati progressi, il suo stato resta stazionario". E ogni volta che sentivano pronunciare quelle parole una parte di loro moriva. Pensavano davvero che fosse un incubo. Si chiedevano perché una bambina di otto anni, che non aveva fatto niente di male nella sua vita, avesse avuto tanta sfortuna. 
Tony e Ziva erano stremati, restavano con la figlia tutto il tempo parlandole e cercando di farla svegliare. Ma lei sembrava dormire. Ed in effetti era così. Ma era un sonno molto più profondo del normale.
 
Un pomeriggio il medico entrò nella stanza di Tali per parlargli. Con loro c'erano tutti quel giorno.
"Abbiamo fatto un'altra TAC e stiamo monitorando anche l'attività cerebrale di Tali. Ma la bambina sembra essere in coma irreversibile. A questo punto è praticamente impossibile che si risvegli." disse il dottore.
Quando sentì quelle parole Ziva non resse allo stress e perse i sensi.
Gibbs la prese al volo e la mise sdraiata sul divano della stanza. Quando si riprese vide Tony in lacrime che le stringeva la mano.
 
"Amore ti senti bene?" le chiese.
"No" rispose lei piangendo. Lui la strinse forte tra le sue braccia piangendo e lasciandola sfogare.
"È colpa mia Tony" disse disperata "Se ti avessi lasciato prendere la super strada questo non sarebbe successo".
"Non devi nemmeno pensarlo... È colpa di quell'idiota che parlava al cellulare mentre guidava e non ha prestato attenzione al semaforo" disse mentre le accarezzava la schiena cercando, per quanto possibile, di farla sentire meglio.
 
Il medico aspettò che i due si calmassero e disse "Adesso sarebbe il momento giusto per pensare a donare gli organi di vostra figlia".
Per Tony e Ziva quella frase fu una pugnalata nello stomaco. Ziva, che fino a quel momento era rimasta seduta tra le braccia di Tony, sentì la rabbia prendere il sopravvento, scattò in piedi e si diresse verso il medico con i pugni serrati. In quel momento aveva voglia di picchiarlo con tutta la forza che aveva in corpo.
"Come può pensare a questo? Deve concentrarsi a salvare nostra figlia, non a lasciarla morire!" gridò.
Gibbs la trattenne giusto in tempo per evitare che prendesse a pugno il medico.
Fece sedere di nuovo Ziva e disse al dottore di andarsene.
Riprese il controllo di se e abbracciò di nuovo Tony e disse "Non può essere vero. La nostra bambina... Non può morire".
 
Piansero tutti e due a lungo. Gli altri li lasciarono soli aspettando in sala d'attesa.
"Non lascerò che le prendano gli organi" disse Tony "Dobbiamo aspettare ancora, diamole tempo. In fondo è passata solo una settimana".
Alla fine decisero di aspettare. Speravano con tutto il cuore che il medico si fosse sbagliato. Doveva svegliarsi. Nessuno dei due avrebbe sopportato di perdere la figlia.
 
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Passarono altre tre settimane senza che ci fossero miglioramenti.
Mancavano pochi giorni a Natale ormai.
Tony e Ziva ormai stavano bene, fisicamente. Fortunatamente l'incidente non aveva lasciato segni su di loro. Tony si chiedeva perché non poteva esserci lui al posto della figlia; avrebbe dato qualsiasi cosa per poter fare a cambio con lei.
I giorni passavano e ormai si stavano rassegnando al fatto che la loro bambina non si sarebbe più svegliata.
 
Un pomeriggio Tony uscì dalla stanza di Tali per prendere un caffè e quando tornò Ziva non era più lì. Chiese all'infermiera dove fosse andata e lei le indìco la cappella.
Entrò e vide che Ziva stava pregando. Rimase sorpreso nel vederla lì.
 
"Amore... Che ci fai qui. Pensavo che tu pregassi nella sinagoga" le disse mentre si sedeva di fianco a lei.
"Non c'è in questo ospedale e io non voglio uscire per cercare una... Comunque poco mi importa del luogo in cui prego. Credo che una preghiera sia efficace indipendentemente dal luogo in cui la reciti" rispose Ziva con le lacrime agli occhi.
Tony rimase con lei ripensando a tutti i bei momenti passati con la figlia. I ricordi felici erano l'unica cosa che gli permetteva di andare avanti.
Guardò Ziva e disse "Ti ricordi cosa diceva: Natale è un periodo magico, anche l'impossibile diventa possibile. Io ci spero ancora" le rispose Tony prendendola tra le braccia.
 
La vigilia di Natale la passarono nella stanza con lei. Avevano portato lì anche quei pochi regali che erano riusciti a comprarle prima dell'incidente. Se si svegliava volevano che, in ogni caso, fosse un bel Natale.
Restarono lì tutta la notte. Ognuno da un lato del letto tenendo le mani della figlia. Alla fine si addormentarono, pregando per lei.
La speranza di vedere di nuovo la loro bambina ridere e giocare, di vederla crescere stava scemando.
Non pensavano che sarebbero mai arrivato a quel punto ma ormai avevano preso una decisione. Se entro la sera del 25 Tali non si fosse svegliata, avrebbero donato i suoi organi. Se non potevano averla con loro, volevano almeno che salvasse la vita di qualcun altro.
 
 
La mattina di Natale Ziva si svegliò con una strana sensazione. Si sentiva osservata. E lei da spia addestrata dal Mossad era stata abituata a capire quando qualcuno la stava guardando. Così alzò lentamente la testa dal letto e si girò a vedere la sua bambina.
"Ciao mamma, Buon Natale" disse Tali con un filo di voce. A sentire quelle parole Tony si svegliò di colpo.
Si guardarono, increduli. Nn sapevano se quello che stava succedendo fosse reale.
Quando capirono che non stavano sognando scoppiarono a piangere dalla gioia.
"Tesoro mio" disse Ziva accarezzandole il viso "Per fortuna ti sei svegliata".
Tony le diede un bacio sulla fronte e aprì la porta della stanza chiamando il medico.
Poi tornò a sedersi di fianco a Tali e le riprese la mano.
In quel momento entrarono i dottori che, vedendo quello che era successo, rimasero senza parole.
"Ma è un miracolo... È scientificamente impossibile" disse uno di loro avvicinandosi a Tali.
 
La bambina guardò i suoi genitori e il medico e sorridendo disse "Ve l'ho detto che a Natale tutto è possibile. Basta crederci".
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice:
 
Ok... Non prendetemi per pazza.
Ho scritto questa ff subito dopo Natale, e la fine delle feste mi mette sempre tristezza...
Forse perché il Natale è il periodo dell'anno che preferisco e per i miei gusti dura sempre troppo poco.
In ogni caso dovevo proprio essere depressa quando ho scritto questa storia... E alla fine non l'ho mai postata... XD
Quando mi sono accorta che era caduta nel dimenticatoio ho deciso che era venuta l'ora di farla leggere anche a voi. :)
 
Comunque….
Questa la voglio dedicare alla mia amica Ale!!!!!
Lo so che ti cito praticamente sempre... Ma questa volta è proprio una dedica!!!
Perché se non fosse per te, che ogni volta che scrivo una ff vuoi che la pubblichi subito, probabilmente questa storia non sarebbe mai stata qui!!!!
Ti voglio bene ciccia!!!  <3
 
Detto questo vi lascio! Se avete voglia commentate … Anche se mi rendo conto che è un po’ una schifezza!!!
 
Baci
Meggie
 

 
  
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