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Autore: clif    04/05/2013    2 recensioni
è un parallelo con la storia "Leon" scritta dall'autore Leonhard. in questa fanfiction assisteremo agli eventi accaduti nella storia precedentemente menzionata, ma dal punto di vista del coprotagonista maschile (Leon).è una storia estratta dal film di Silent hill e ambientata 30 anni prima dei suoi macabri eventi: assisterete alla vita, quasi, normale di un bambino appena trasferitosi nella macabra città.
ne approfitto per salutare tutti e per ringraziare Leonhard che mi ha dato il permesso di scriverla
buona lettura...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alessa Gillespie, Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ricordo nuovamente che io non ne sono a tutti gli effetti l'autore: ho solo chiesto il permesso al vero scrittore (Leonhard) di poter rideare la storia da un'altro punto di vista; detto questo buona lettura.


Salve a tutti. Mi chiamo Leon Kauffman, ho nove anni e vado alle elementari. Vivo da poco in una piccola cittadina di nome Silent Hill, mi sono trasferito non più di tre mesi fa dalla città accanto: Brahams. Un po’ mi è dispiaciuto partire, avevo molti amici lì, alcuni dei quali conoscevo da sempre; quando lo dissi a mio padre, lui mi rispose che gli dispiaceva ma non mi sarei dovuto preoccupare perché un bambino con il cuore d’oro come me ne avrebbe trovati molti altri.

Un'altra cosa che non vi ho detto di me è che sono Albino; inizialmente lo vedevo come una sorta di differenza negativa rispetto agli altri: tutti i miei compagni erano castani con gli occhi scuri, le uniche eccezioni erano qualche occhio azzurro o qualche biondino ma nulla di più.

Nei primi anni di scuola venni denigrato, o forse fui io stesso a denigrarmi per paura delle reazioni degli altri bambini nel vedermi. Anche quella volta ci pensò mio padre a salvarmi da quell’inquietudine: quando mi vide per l’ennesima volta giù di morale nella mia cameretta mi chiese cosa avessi e io gli risposi

Lui, cercò prima di convincermi che non avevo nulla di diverso dagli altri bambini ma senza risultati; così fece una cosa che non aveva mai fatto prima d’ora, andò nel suo studio e prese una foto che non avevo mai visto prima di allora, vi era ritratta una bellissima donna albina come me

Disse che era mia madre

Non avevo mai visto una sua foto, lei era morta quando io ero molto piccolo e mio padre, per il dolore aveva buttato tutte le sue foto: non sapevo ne conservasse ancora una. Mi rivelò che il suo ultimo desiderio prima di morire fosse vedermi crescere forte e sano: ma soprattutto felice e con amici sinceri. Quelle rivelazioni cominciarono a farmi vedere l’albinismo come un dono che mi differenziava dagli altri e non più come una cosa che mi rendeva inferiore.

Da quel giorno il mio carattere cambiò e anche il mio comportamento con i compagni

Scoprii che loro non mi trovavano affatto strano, ero stato io ed il mio comportamento a non dare loro la possibilità di conoscermi. Da quel momento non passò giorno in cui io non mi trovavo in compagnia; Questo rese felice mio padre soprattutto perché non poteva starmi sempre accanto, vista la sua professione di medico.

Un giorno gli chiesi se potevo tenere la foto di mamma

Comprese il mio bisogno, così accettò. Ogni tanto quando ne sentivo la mancanza tiravo fuori la foto e mi mettevo a guardarla, anche per delle ore. Era bellissima e anche molto giovane, non avrà avuto neanche trent’anni; aveva dei bellissimi occhi chiarissimi e uno splendido sorriso

Forse era per via di questa loro somiglianza che mi affezionai subito a Lei

avrete capito che fu molto difficile per me lasciare tutto, ma devo dirvi che non mi sono affatto pentito delle mie scelte anche se Silent Hill è un po’ più spettrale di Brahams e la gente che vi abita è una massa di ottusi: termine usato da mio padre; un motivo con il vestito viola e gli occhi blu mi sta convincendo a restare. L’unico problema è che nessuno convince mio padre

la settimana scorsa mi ha avvertito che in breve ci trasferiremo a Portland

Ho fatto di tutto per convincerlo a cambiare idea, ma quando tirò in ballo il suo lavoro capii che era tempo perso. La cosa che mi faceva star più male era il fatto che non ne avevo parlato neanche parlato con Lei…Alessa

Ognuno aveva soltanto l’altro in quel posto e non avrei mai avuto il coraggio di guardarla negli occhi e dirglielo. Probabilmente mio padre si preoccupò per la mia inquietudine tanto che decise di accettare la mia seconda richiesta: avrebbe proposto alla signora Gillespie di trasferirsi con noi a Portland; avevo incontrato la mamma di Alessa solo poche volte ma aveva visto che era una donna giudiziosa e per il bene della figlia avrebbe fatto di tutto.

Giungemmo così alla conclusione di parlare con entrambe il giorno dopo sperando in una risposta positiva; papà mi aveva però avvertito che in ogni caso saremmo partiti fra una settimana. Intendevo parlarne con Alessa oggi stesso ma mi aveva spiegato che doveva andare con la madre e con la zia ad una specie di rito: non avevo capito molto bene a cosa si riferisse ma mi aveva spiegato che con quello avrebbe avuto molti amici, quando lo disse ero tentato di convincerla a rifiutare perché mi sembrava una cosa sospetta ma sarei stato un egoista che la voleva tenere solo per se, così decisi di assecondarla

Dopotutto cosa poteva succedere di tanto grave?

  
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