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Autore: Kastel    04/05/2013    2 recensioni
Non ho molti ricordi di mia madre.
Nella mia memoria lei non mi abbraccia, né mi riempie di baci. Non mi dava la buonanotte e neanche i bentornato.
L'unica immagine che ho di lei è la grossa porta nera, quella che nasconde la loro camera da letto.

[Akashi center]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Seijuro Akashi
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Non ho molti ricordi di mia madre.
Nella mia memoria lei non mi abbraccia, né mi riempie di baci. Non mi dava la buonanotte e neanche i bentornato.
L'unica immagine che ho di lei è la grossa porta nera, quella che nasconde la loro camera da letto. Lei chiusa dentro, che piange e urla. Lei che discute con mio padre, che lo riempe di insulti, salvo poi scusarsi rapidamente, disperandosi per il gesto fatto.
Io non ho altro, di lei. Solo sofferenza, solo dolore. E non posso dire di esserne stato escluso, perché lei gridava il suo disagio con me con una forza che non mai ritrovato in nessun altro.
Sei uguale a tuo padre!”, mi urlava tirandomi uno schiaffo, “Sei uguale a lui!”.
Ed era vero, perché non sono mai stato uno stupido. Vedevo in mio padre quella forza e perfezione che a mia madre mancavano. Avevo scelto di essere lui per non diventare lei.
Forse è per questo che /omiss/

 

Solo una notte, una notte sola, mia madre venne nella mia camera. Mi svegliai proprio perché avevo sentito la porta aprirsi.
Sei, dai, apri gli occhi”, mi sussurrò, la voce per la prima volta serena e tranquilla. Ricordo di essere rimasto stupito da tale improvvisata. E, anche, che non mi interessava niente dei suoi gesti.
Aveva praticamente smesso di essere, ai miei occhi, mia madre.
Eppure questo non lo dissi: mi limitai a farmi abbracciare e riempire di baci. Mi stava donando tutto l'amore che non era mai stata capace di dimostrare in quei pochi anni di convivenza.
Lo sai che ti voglio bene, vero? Che sei il mio tesoro?”, disse stringendomi forte a sé, accarezzandomi la testa in maniera dolce.
La mia unica risposta fu solamente “Mamma, ho sonno, lasciami dormire.”
Dopo quelle parole lei si limitò a tenermi stretto, cullandomi pian piano. Fu solo dopo un tempo che mi parve infinito che lei mi parlò ancora, con una voce strana.
Non ho mai compreso se stesse piangendo o meno. E non saperlo /omiss/
Ti voglio bene, tesoro. Tantissimo.”
Dopodiché mi lasciò, andandosene dalla stanza. E io tornai a dormire.
La mattina dopo mio padre la trovò nella vasca, /omiss/, coi polsi /omiss/ e pieni di /omiss/.
Io non vidi mai la scena. Ma quando seppi cos'era successo compresi di aver deciso nella maniera corretta.
Mia madre ha perso contro se stessa.
Io devo essere come mio padre per non soccombere.
Devo sempre vincere, perché solo così potrò avere sempre ragione. Quindi sopravvivere.
Se fosse così semplice, però, non starei /omiss/ sopra queste righe.
E non proverei questo sentimento.
Vorrei solo... Poter... Risponderle.

 

Ti voglio bene, tesoro. Tantissimo.”
Anch'io, mamma.
Non sai quanto.”

 

 

 

Note.

Ammetto che è poco Akashi, questo. E dire che pensavo di concentrarmi sul rapporto col padre... e invece è diventata la madre la protagonista.
Insomma, dopo aver visto che è solo con il padre ho subito pensato a cosa fosse successo alla madre. E il risultato è questo.
So che non è il massimo ma io ci ho provato.

   
 
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