Anime & Manga > Detective Conan
Segui la storia  |       
Autore: KiarettaScrittrice92    04/05/2013    1 recensioni
No! Non parliamo del tradizionale Detective Conan. Questo è un racconto fantasy!
Shinichi è un povero ragazzo, abbandonato dai genitori, che sono andati a visitare le altre terre, che per guadagnarsi da mangiare deve lavorare in delle miniere e viene sfruttato. Ma la sua vena ribelle e combattiva lo porterà verso un viaggio che gli cambierà la vita!
Troveremo tutti i personaggi di Detective Conan, in un fantasy indimenticabile.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 38

Il sacrificio

 

Il ritmo della battaglia sembrava non diminuire, sebbene la stanchezza si stava impossessando di quasi tutti i componenti.
Shinichi stava continuando a combattere e il suo rivale sembrava instancabile, nessuno dei suoi affondi riusciva a colpirlo e pareva sempre molto più veloce di lui.
Il sangue continuava a colare viscido e denso da sotto la cotta di maglia, provocandogli lunghi brividi lungo il fianco. Eppure non si voleva arrendere. Non poteva, lo doveva fare per il futuro della sua terra. Perciò continuava a lanciare la sua spada in assurdi affondi, cercando di penetrare la sua maestosa lama rosso fiammante nella carne di quell’uomo senza scrupoli.
Anche sotto, sulla terra ferma la battaglia continuava a imperversare.
Heiji e Kazuha stavano affrontando insieme un omone spesso e nerboruto coi corti capelli neri e un volto grottesco e squadrato. Nonostante le sue dimensioni e la sua corporatura, l’uomo si muoveva agilmente e per i due ragazzi sembrava parecchio difficile tenergli testa. Ma giocavano di squadra, difendendosi a vicenda dagli affondi dell’avversario.
Hidemi, invece, dopo aver visto morire suo fratello, disperata, si era messa in un angolo vicino al trio di bambini. Stava in ginocchio con gli occhi chiusi e le mani giunte, pregando gli dei di aiutarli. I tre piccoli le guardavano le spalle, lanciando piccoli sassi con la fionda a chiunque si avvicinasse troppo a loro, dopodiché qualcuno interveniva e sottraeva il nemico da loro facendogli intraprendere un nuovo duello. L’ultima persona che si avvicinò a loro fu un uomo. Aveva il volto scavato contornato da corti capelli biondo cenere brizzolati. I piccoli occhi grigi li fissavano mentre camminava velocemente verso di loro. Scansò la prima pietra con un movimento veloce, ma la seconda, quella della piccola Ayumi, lo colpì al braccio. 
Subito dopo però gli si parò davanti uno dei guardiani. Era un uomo baffuto e, sebbene dimostrasse una certa età, si muoveva molto agilmente. Intraprese subito una lotta senza esclusione di colpi con il mago delle ombre, ma i suoi sforzi e la sua bravura non bastarono. L’uomo dopo una serie di colpi mirati lo atterrò. Il guardiano chiuse gli occhi, ma poco dopo gli riaprì sentendo un urlo e poi un tonfo, come di qualcosa che cadeva proprio vicino a lui. Appena i suoi occhi celeste sbiadito furono aperti vide il suo compagno estrarre un pugnale dal petto dell’uomo che fino a poco prima stava affrontando.
«Dovresti stare attento James, forse è meglio che te ne stai tranquillo vicino a Hidemi.» disse con un sorrisino sarcastico.
«Stai scherzando? E lasciare tutto il divertimento a te? Non se ne parla proprio, Shuichi.» rispose prontamente lui, poi entrambi attaccarono un omone enorme che li sovrastava di parecchie spanne.
Il re delle Terre dei Mari, sebbene non sapesse assolutamente combattere, sembrava avere molta fortuna dalla sua parte. I suoi movimenti goffi e imprecisi, prendevano alla sprovvista il suo avversario che doveva stare attento ad ogni suo spostamento.
Kaito continuava ad affrontare l’uomo coi lunghi capelli che nonostante tutto riusciva ancora a tenergli testa. Il fatto era che il ragazzo era Ombra Bianca, un ladro, era abituato alla furtività e non al corpo a corpo. La lama bianca della sua spada scintillava alla luce del sole, ma ancora non era riuscita a colorarsi di rubino, decretando la sua vittoria. A dargli man forte arrivò lei. I suoi occhi sembravano decisi e determinati e i suoi movimenti erano fluidi. Per un attimo il giovane prescelto dell’aria si perse in quel corpo sinuoso poi scuotendo la testa ricominciò ad attaccare l’avversario.
Anche Shiho non se la stava cavando male, come qualche mese prima, stava combattendo con tutta la determinazione che aveva in corpo. Finalmente dopo tanto tempo aveva l’occasione di vendicare sua sorella e non si sarebbe fermata davanti a niente. Nemmeno davanti a quella donna pantera, che sembrava essere scattante quanto lei, sebbene probabilmente aveva il doppio della sua età, se non di più. Già, adesso che ci pensava Sharon non poteva essere così giovane. Sua sorella in una delle sue ultime lettere le aveva detto che era stata una grande amica dei loro genitori, quindi com’era possibile che fosse ancora così bella e atletica? Una stoccata veloce, la ragazza parò senza nessun problema, creando un po’ di scintille per via dell’incrocio delle due lame. Fece un affondo con la sua sottile lama dal color dell’erba, ma l’avversaria lo schivò senza problemi, dopodiché la regina tornò ai suoi pensieri, continuando però a controbattere i colpi della bionda. Tra i vari ruoli e incarichi da alchimista ce n’era stato uno che riguardava il ringiovanimento e la vita eterna, e molto probabilmente era lo stesso che teneva ancora bello, giovane e attraente quell’uomo spietato a capo di tutti i maghi dell’ombra. Sicuramente era così, ormai non aveva più dubbi. Un’altra stoccata più violenta delle altre le fece perdere il filo dei pensieri per la seconda volta, così decise di concentrarsi nuovamente solo sul duello.
Solamente Ran pareva in difficoltà, il suo ex domestico sembrava essere sempre un passo avanti a lei e prevedeva ogni sua singola mossa. Eppure la ragazza non sembrava voler arrendersi, nonostante le varie piccole ferite provocate dal ragazzo, continuava ad accanirsi contro di lui con la sua lama azzurra come l’oceano. Avrebbe vendicato la morte del suo amico a qualunque costo.
Nessuno però si era accorto che un membro dei maghi dell’ombra si era allontanato dal nucleo della battaglia e si era appostata su un’altura in mezzo ai massi bianchi, lontano da tutti. La donna aveva due piccoli e glaciali occhi verdi che scrutavano la landa in cui infuriava la battaglia. La sua parte destra del viso sembrava dipinta, strane linee e ghirigori componevano una farfalla viola attorno al suo occhio, mentre i biondi capelli a caschetto le scendevano incorniciandole il viso.
La donna con un leggero sorriso sul volto tese la corda del suo arco prendendo bene la mira, poi con un sonoro schiocco la lasciò andare e la freccia venne scagliata lontano centrando il suo obbiettivo.
Shinichi stava continuando a combattere quando un nuovo urlo lo distrasse per la seconda volta. Questa volta era stata una voce maschile. Serrò per un attimo gli occhi e si convinse a non guardare cosa stava succedendo, per non perdere nuovamente la concentrazione, sebbene continuava a tendere le orecchie per capire chi fosse stato colpito questa volta.
«Masumi, ti prego resisti!» disse l’uomo tenendo la ragazza tra le braccia.
Lei tirò gli angoli della bocca in un leggero sorriso, poi poggiò una mano tremante sulla sua guancia. 
«Grazie Shu, per tutto…»
«Masumi tu…» l’uomo sgranò gli occhi sconvolto.
«Sì, lo so. L’ho scoperto due giorni fa sulla nave. L’ho sentito mentre lo dicevi a James, non credevo che ti avrei rivisto…» la ragazza non riuscì a concludere la frase e strinse forte i denti con un gemito.
«Masumi, non mi lasciare anche tu, ti prego!»
«Ti voglio bene…fratellone…» a quelle parole i suoi occhi si chiusero decretando la fine della sua vita.
L’uomo senza un fiato e senza una smorfia né di dolore né di rabbia si alzò di nuovo in piedi e prese l’arco che fino a quel momento aveva avuto a tracolla, dopodiché con una velocità sovrumana incoccò la freccia e la scagliò contro la donna sull’altura centrandole l’occhio. La donna si contorse un po’ e poi si afflosciò del tutto sull’altura.
I due continuavano a combattere l’uno contro l’altro, seguendo ciò che succedeva sotto. Appena notò che un’altra dei suoi adepti era caduta, sul viso dell’uomo si dipinse una smorfia di fastidio che però non riusciva a modificare la bellezza di quel volto. Il ragazzo notò subito quell’espressione nel volto del rivale e sorrise compiaciuto.
«Ci hai sottovalutati Hell…» ma non riuscì a finire la frase. 
L’uomo l’aveva preso per la cotta di maglia e lo teneva davanti a se, trafiggendolo coi suoi occhi spietati e penetranti allo stesso tempo.
«Sei tu che mi hai sottovalutato mio caro. Tu non hai idea di con chi hai a che fare. Io controllo tutti i poteri. Io posso bloccare il tuo intero corpo in modo che non ti possa muovere…»
In un attimo il ragazzo sentì tutti i muscoli irrigidirsi, persino le sue ali si erano completamente bloccate e rimaneva sospeso per aria solo grazie al suo rivale che lo teneva ancora dalla cotta.
«… Posso ordinare alle radici di ogni pianta di stritolarti finché non riuscirai più a fare altro che guardarmi…»
A quelle parole quattro sottili e lunghissime radici si sollevarono dal terreno e salirono velocemente verso di loro avvolgendosi attorno al suo corpo, ancora sotto l’incantesimo di prima non riuscì ad evitarle. Esse si strinsero attorno a lui e in un attimo sentì un sonoro crack e un dolore indescrivibile alle ali gli fece capire cosa era successo, la forza delle radici gliele aveva spezzate e l’aveva stretto tra le sue spire.
«… Posso accendere un fuoco dentro di te, come ho fatto alla tua piccola amica…»
Sentì un bruciore dentro, come se avesse la febbre, poi però il bruciore aumentò talmente tanto che diventò un dolore indescrivibile. Iniziò a dimenarsi quel poco che gli permettevano le radici, mentre il dolore lo percorreva in ogni fibra del suo corpo. Voleva urlare, ma non ebbe il coraggio di farlo, non voleva dargli anche quella soddisfazione così resistette, mentre due piccole lacrime, dovute al dolore scendevano dai suoi occhi azzurri pieni d’odio.
«… Posso perfino bloccare l’aria che respiri…»
Per un attimo gli mancò il fiato, sebbene provasse a respirare i suoi polmoni non si riempivano di nuova aria, era come se fosse in apnea. Durò pochi secondi e in quei pochissimi attimi il ragazzo pensò che fosse finita. Poi però l’uomo sorrise nel vedere il suo sguardo terrorizzato e annullò gli ultimi suoi due incantesimi.
«Allora mio piccolo mago, pensi ancora di poter vincere?»
L’odio per quell’uomo aumentò in modo incondizionato, voleva vederlo finito, doveva assolutamente vincere. Ma non poteva muoversi, aveva le ali spezzate e varie ferite che lo tormentavano, mentre il suo nemico era tranquillo e ghignante.
Ad un tratto però un nuovo urlo li distrasse entrambi. Il cuore del ragazzo balzò in petto nel sentire nuovamente la sua voce. Abbassò lo sguardo e per un attimo ebbe l’impressione che Hell gli avesse fatto di nuovo l’incantesimo dell’aria, perché gli si mozzo il fiato. Sotto di loro Ran era a terra, una ferita rossa le percorreva la gamba e non riusciva più a rialzarsi, mentre Tooru era sopra di lei ghignante. 
«Raaaaaaaan!» urlò disperato.
Ad un tratto si accorse che per la distrazione il suo nemico aveva allentato l’incantesimo delle radici perciò senza pensarci allungò il braccio verso la cintura e afferrò il coltello, mentre si concentrava sulle le radici che presero subito fuoco, dopodiché sfruttando la forza di gravità si lanciò sull’uomo colpendolo violentemente al petto col coltello. Avvinghiati l’uno all’altro, precipitarono verso il terreno piombando uno sull’altro. Appena atterrati il ragazzo si tirò su barcollando, prese la spada che era caduta durante gli incantesimi e si buttò contro il biondo, con una veloce stoccata lo colpì alla caviglia facendolo cadere. Si stava avvicinando alla ragazza quando qualcuno lo chiamò.
Si voltò e lo vide accasciato a terra come lo aveva lasciato, la mano sinistra che teneva l’impugnatura del coltello che gli spuntava dal petto. Fece un gesto con l’altra mano, come per invitarlo ad avvicinarsi, ma invece di muoversi lui si mosse la terra sotto i suoi piedi riportandolo al suo fianco. L’uomo si aggrappò alla sua cotta portando il viso più vicino al suo.
«Se io muoio, prima di lasciare questo mondo voglio vederti soffrire. E anche da morto vorrò essere sicuro che ti ricorderai di me.» disse con voce smorzata, poi volse lo sguardo alle sue spalle.
Appena capì cosa stava succedendo il ragazzo iniziò a correre tornando indietro. Era una corsa contro il tempo, poco dopo un lampo nero partì dalla mano tesa di Hell.
«Ran spostati da lì!» urlò poi si buttò su di lei.
Un lampo abbagliò tutto, lasciando per un attimo tutti quanti cechi, poi un urlo straziato.
Le lacrime gli iniziavano già a rigare il viso.
«Shinichi rispondimi. Ti prego Shinichi, non mi lasciare. Shinichiiiiiiiiiiiiiii!»

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: KiarettaScrittrice92