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Autore: SinisterKid    05/05/2013    3 recensioni
Indugiò un po’ prima di sfiorare ciò che brillava in tutta la sua bellezza davanti al suo letto. Gli sembrava troppo bello per essere vero, pensò che si trattasse di uno scherzo. Ma sì, magari era semplicemente il coperchio in metallo di un cassonetto dei rifiuti. Ma no, guarda che colori sgargianti e guarda quanto brilla di novità!
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Agente Phil Coulson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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If you only knew what the future holds

Quel dì l’infinita distesa azzurra, chiazzata di indefinite e soffici nuvole, decise di cingere più calorosamente del solito la modesta e quieta casa dei Coulson. Flebili e delicati raggi di sole entrarono attraverso una finestra socchiusa e si insinuarono nella cameretta del piccolo Phil, accarezzandolo in una dolce e materna maniera.
Phil, serenamente addormentato, mugugnò qualcosa e diede le spalle alla luce. Difficile stabilire se fosse stata quest’ultima ad infastidirlo o qualche sogno sgradevole. Per qualche minuto, tutto tacque. La montagna di fumetti che occupava la maggior parte del perimetro della camera venne illuminata e anche i numeri più vecchi – mai dirlo davanti a Phil, che li considerava i pezzi migliori della sua collezione – sembravano godere di nuova vita.
Numerosi poster abbellivano le pareti, impedendo di capire quale fosse il loro colore. La madre di Phil, ormai rassegnata, aveva invano tentato più e più volte di persuadere il figlio a staccarne qualcuno, ma il bambino non aveva voluto sentir ragioni.
Phil spalancò gli occhi e nuovamente si voltò, dando una veloce e sospettosa occhiata alla stanza. Ad ogni risveglio temeva che i suoi genitori gli portassero via uno dei suoi tesori e il solo pensiero gli provocava un mal di pancia terribile. La sua meravigliosa mente fanciullesca gli faceva credere che la mancanza di un fumetto o di una gigantografia del suo amato Capitano sarebbe stata catastrofica quanto la perdita di un organo vitale.
I suoi piccoli occhietti, ancora non pienamente aperti, caddero sul pavimento. La voce impastata dal sonno si tramutò in un urlo entusiasta di gioia pura. Phil si levò di dosso le coperte e si rizzò, eliminando ogni accenno di sonnolenza. I piedi iniziarono a battere freneticamente sul pavimento e le mani si issarono al cielo, tremando per l’emozione.
Oggi era il suo compleanno – l’undicesimo, per l’esattezza – ma non si sarebbe mai aspettato un tale dono. Dopo aver sprecato tutto il suo fiato in appassionate e lunghe grida, Phil si ricompose pensando che se un giorno avesse incontrato il suo amato Capitano non avrebbe potuto comportarsi nello stesso modo di una femminuccia esaltata, come lo ammoniva sempre suo padre.
Indugiò un po’ prima di sfiorare ciò che brillava in tutta la sua bellezza davanti al suo letto. Gli sembrava troppo bello per essere vero, pensò che si trattasse di uno scherzo. Ma sì, magari era semplicemente il coperchio in metallo di un cassonetto dei rifiuti. Ma no, guarda che colori sgargianti e guarda quanto brilla di novità!
Phil sbuffò: doveva toccarlo o sarebbe esploso. E se magari toccandolo sarebbe sparito? Sbuffò nuovamente e gettò gli occhi al cielo. Si mise una mano nella tasca del pigiama, assicurandosi che le sue preziosissime figurine fossero al loro posto.
Ne era convinto: un giorno quelle figurine sarebbero state toccate dal Capitano in persona, sissignore.
Si inginocchiò a quella magnifica riproduzione dello scudo di Steve Rogers e sentì il cuore fare grandissime capriole. Ciò che agli altri appariva stupido e infantile, per lui era ciò di quanto più bello potesse esistere al mondo. Non riusciva a spiegare cosa lo unisse a quel supereroe: era qualcosa di troppo grande e potente, un concetto che le parole di nessuna lingua potevano rendere, qualcosa dimostrabile solo attraverso una sentita e duratura ammirazione.
Mamma era solita ripetere che nel giro di qualche anno tutto sarebbe finito. Phil era solito risponderle, arrabbiato e al contempo fiero, che si sbagliava. Il Capitano era vivo, lui l’avrebbe incontrato e gli avrebbe persino stretto la mano.
Figurarsi che una delle sue fantasie più particolari includeva un’ossequiosa osservazione del lungo sonno del Capitano. Ma questa era una delle tante storie che Phil teneva per sé.
Niente poteva distoglierlo da questi obiettivi, nonostante non sapesse in che modo sarebbe riuscito a realizzarli.
Phil sapeva solamente che se avesse smesso di crederci, nulla sarebbe accaduto.
Sfiorò con una sola mano, battendo i denti, lo scudo. Così freddo, rifinito accuratamente in ogni dettaglio.
“Sembra … sembra … quello vero”, mormorò colmo di stupore.
Lo afferrò con entrambe le mani e lo strinse tra le braccia, nemmeno fosse un neonato o un cucciolo. Intontito dall’emozione, scese a due a due le scale e si gettò in giardino, facendosi baciare dallo stesso sole che l’aveva coccolato prima che si risvegliasse.
Posizionò lo scudo in modo da proteggere il petto da eventuali attacchi nemici e guardò dritto davanti a sé. Espressione coraggiosa e un sorriso tanto abbagliante da poter accecare chiunque. Phil pensò che quello sarebbe stato il giorno migliore della sua intera vita, non riuscendo neppure ad immaginare cosa avesse in serbo per lui il futuro.
   
 
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