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Autore: demos    05/05/2013    0 recensioni
è l'anno 1000 dalla ascesa di Ahvar, in uno scenario post apocalittico, in seguito ad una delle guerre più cruente mai conosciute dalle terre dell'impero, una comunità di orfani di guerra si riunisce, per contrastare il potente tiranno della città di Escardia. dovranno affrontare un lungo viaggio, riunire un esercito di ribelli e sfidare la sorte. - quando la polvere torna alla polvere gli uomini combattono per sopravvivere- una profezia inquietante, un racconto doloroso, di una vita difficile. scritto in prima persona con uso di tempi presenti e passati. il sentiero delle ombre, le ombre che si nascondono nei nostri cuori, una via per salvarsi e un tiranno da deporre.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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siamo già al settimo capitolo!!! vorrei ringraziare tutti quelli che hanno commentato la mia storia! spero di aver eseguito correttamente i loro consigli!
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la porta si spalancò di colpo. Entrò un ragazzo trafelato, appena messo piede dentro guardò il barista
-cos'è successo, ragazzo?-
- guardie, guardie in città!-
-maledizione- imprecò il barista
-dovete andarvene, ora!- disse rivolto a noi -se vi trovassero qua...- poi  guardò la porta
-dovete andare!- non ebbe neanche il tempo di finire la frase che la porta venne spalancata nuovamente
-ragazzo!- disse una guardia entrando -porta da bere a me ed ai miei compagni!- il tono dell'uomo era sprezzante e tracotante.
-subito ... subito signore- fece il barista. poi, rivolto a noi, disse a bassa voce -non muovetevi...- non vi riconosceranno. forse-
intanto la guardia, scaraventando a terra un signore aveva preso posto ed i suoi compagni entravano dopo di lui. avevano tutti le livree uguali, sudice. per ultimo entrò il capitano, portava una barbetta corta, e si riconosceva come tale dal portamento e dalla fibbia sui vestiti.
-barista!- tuonò -portami da bere!- il ragazzo cominciò a muoversi freneticamente per preparare da bere per tutti. noi intanto rimanevamo sui nostri sgabelli; faccia affondata nelle pinte, per non farci vedere.
- che missione ingrata!- esclamò una guardia dopo aver preso con foga il boccale che le veniva posto. -mi sono arruolato per la gloria! ma non c'è gloria nel raccattare qualche moccioso- 
e cosi dicendo sputò a terra e cominciò a ridere, seguito a ruota dai suoi compagni.
- sono ordini del re! non si discute!- disse il capitano in tono severo - quindi smettila di lamentarti!-
ma la guardia continuò
- tutta colpa di quei ragazzacci... si sono messi a fuggire! ma chi è così stupido da fuggire!- si interruppe per bere un sorso dal suo boccale. -inoltre- proseguì con aria seria -dicono che Andreia si sia ribellata...- 
-sono solo voci- disse il capitano -e il nostro compito è quello di recuperare i ragazzi in fuga. dovrebbero essere una cinquantina... ma il re ha dispiegato comunque un numero ingente di forze... ma sono ordini dall'alto... e vanno eseguiti!-
mi gelò il sangue nelle vene. a tutti e tre gelò il sangue nelle vene. ma non ci muovemmo, come aveva detto il barista. avremmo solo attirato più attenzione.
intanto i soldati avevano cambiato argomento e parlavano del più e del meno.
-tu!- fece il capitano al barista -facci avere qualche donna e... e altro alcol!- e scoppiò a ridere seguito dai suoi uomini. poi d'un tratto si fece serio e si avvicinò al bancone. guardò il ragazzo negli occhi e sorrise.
- se dovessi scoprire che qualcuno di voi protegge un fuggiasco...- sorrise e tornò al posto, non credendo necessario continuare la frase. passarono i minuti e dopo neanche un'ora i soldati erano totalmente ubriachi. mangiavano moltissimo, bevevano di più ed era ovvio che nessuno di loro aveva intensione di pagare. 
- ah! quei dannati mocciosi!- esclamò un'altra guardia - se non fosse per loro sarei ancora a divertirmi nella capitale!- e diede un pugno sul tavolo.
- quando li prenderò...- non terminò la frase che scoppiò nuovamente a ridere. era ormai molto ubriaco, come tutti i suoi compagni. cosa potevamo fare?  le guardie avevano cominciato ad attaccar briga con tutte le persone che  capitavano a tiro... non sarebbe bastato molto tempo prima che qualcuno di loro avesse provato ad attaccar briga con noi... ed a quel punto...
rabbrividii. non potevamo farci scoprire. 
- non vi preoccupate...- ci sussurrò il barista
- vi faremo uscire di qui. in qualche modo.- io annuii piano, per non farmi vedere, e ripresi a mangiare uno stufato che il barista mi aveva messo davanti da poco tempo. mi girai a guardare le loro facce erano stravolte, terrorizzate. mangiammo in silenzio, senza voltarci a guardare nessuno; intanto le guardie continuavano a far rumore ed a brindare
-e questo bicchiere- stava dicendo uno dei soldati -lo voglio dedicare... a ...- ormai aveva anche finito le persone su cui brindare; ma non si fece troppi problemi e tracannò la birra. tra uno scroscio di risa, sgabelli rotti e ragazze oltraggiate la serata andò avanti. erano passate ormai tre ore da quando le guardie avevano fatto il loro ingresso; erano passate tre ore. e dopo tre ore accadde. un uomo, dall'aria modesta, si avvicinò alle guardie: lo vidi con la coda dell'occhio e raggelai. stava sussurrando qualcosa al capitano, e quando ebbe finito di parlare scomparve nel buio, al di fuori della locanda. tutti l'avevano visto. tutti rimasero immobili. in attesa. il capitano si girò verso di noi.
-voi tre!- ringhiò - giratevi e mostrate i vostri volti!- non sapevo cosa fare, ero terrorizzato, uno del paese ci aveva venduti. era finita. mi girai, e guardai il capitano in faccia; lui estrasse la spada i suoi soldati, tornando seri in un attimo, fecero altrettanto. 
-barista... ti avevo avvisato!- urlò il capitano. -raderò questo posto al suolo! e poi...- il capitano stava per elencare le orrende cose che avrebbe fatto al paese ed alla locanda. ma fu interrotto.
-shh- 
- chi è stato?- il volto del capitano era paonazzo
- chi è stato?- ripeté, urlando più forte.
-shh, se urli non riesco a mangiare...- a parlare era stato uno degli ospiti della locanda che era impegnato a mangiare uno stufato a pochi tavoli da noi. le guardie gli furono subito dietro con aria spavalda. il capitano sembrava essersi scordato di noi, sarebbe stato il momento giusto per fuggire.
-voi due- disse il capitano a due sgherri -voi due controllate che i ragazzi non fuggano-
mi morsi la lingua. cavoli! le guardie si misero dispotiche sopra di noi. non potevamo più scappare. successe tutto in un lampo. il signore si voltò estraendo una spada da non so dove, il capitano lo attaccò ma lo straniero li tolse la spada e gli diede un calcio al naso.
- bastardo!- fece una guardia che controllava noi, poi guardando il compagno
- uccidiamo questi tre e andiamo ad aiutare i nostri- mi gelò il sangue nelle vene. i soldati estrassero le spade; Jeiko si lanciò su uno dei due e suo fratello gli diede manforte. l'altro si parò davanti a me. 
e caricò il fendente.
ebbi uno scoppio alla testa, le tempie mi dolevano all'impazzata. e questo che si prova quando si muore? mi chiesi. 
ma non morii. non quel giorno. lo vidi, vidi il colpo calare e lacerarmi la spalla. lo vidi prima che arrivasse. traiettoria, forza, velocità. vidi tutto e lo schivai. schivai quel fendente e sapevo che dopo la guardia avrebbe provato ad infilzarmi con un affondo. lo schivai ancora una volta. non sapevo cosa stessi facendo. non lo sapevo ma mi stava tenendo in vita.
-ragazzo!- sentii dietro di me. era il barista che mi stava passando un pugnale. feci un balzo, afferrai il pugnale. caricai il braccio per lanciarlo... no. vidi il pugnale infilzarsi nel legno accanto alla guardia. ma lo vidi prima. prima di aver lanciato. aggiustai la traiettoria e lanciai; la guardia si accasciò a terra con un pugnale in mezzo agli occhi. 
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autore: come se la staranno cavando Jeiko e Reiko? e chi è lo straniero misterioso che ha osato sfidare i soldati? un altro episodio è concluso... commentate!!!!!!
alla prossima!!!!!
  
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