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Autore: ItalianBaka    05/05/2013    1 recensioni
E io la seguo, perché se c’è una cosa certa nella mia vita è che la ragazza mi porterà nel posto giusto. Finalmente troverò quello che cerco.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rosso. Nero. Rosso, nero. Mi fisso i piedi mentre cammino. Oggi ho messo una scarpa diversa dall’altra, chissà cos’avevo per la testa quando mi sono vestita. Rosso, nero, rosso. Il bianco, poi, delle stringhe, che spicca candido sui due colori sinistri, sbiaditi. Le scarpe sono rovinate e sembra che ad ogni passo che faccio si distruggano sempre di più. Nero, bianco, rosso, bianco.
La mia attenzione viene rapita da un odore. Un profumo dolce, che sa di sicurezza. Mi invade le narici e arriva alla testa morbido, come un pugno ricoperto da un cuscino. Alzo lo sguardo e scopro che una figura femminile è davanti a me. In un primo momento mi appare indefinita, sfocata. La osservo, ancora avvolta dall’odore calmo che emana. Lentamente i suoi contorni vengono delineati, sembra diventare sempre più reale. Il viso finissimo è abbracciato dai folti capelli color cioccolato, che ricadono morbidi sulle spalle leggere. Riflettono la luce del sole, che a quest’ora è quasi arancione, e scoprono le loro mille sfumature. Mi riportano indietro nel tempo, a quando da bambina correvo in mezzo al bosco dietro casa, toccando con le piccole mani le cortecce forti e dalle mille sfumature di marrone. Ma lei non è forte, è fragile e minuta. Il suo corpo è così delicato da poter essere spezzato con una sola parola. Ed è una macchia bianca nell’orrendo mondo, come le stringhe delle mie scarpe. Mi fissa, con gli occhi azzurrissimi. Sono limpidi, trasparenti, senza ombre. Senza segreti. Sono il cielo senza nuvole che si mescola al mare, una di quelle mattine d’estate, quando le persone ancora dormono e il sole accarezza le onde calme.
“Io so dove devi andare” dice, accompagnando le parole con un grande sorriso. Sorrido anche io, nella dolce euforia della calma e della perfezione. Lei si volta e, sfiorando la strada con i piccoli piedi, comincia a camminare. E io la seguo, perché se c’è una cosa certa nella mia vita è che la ragazza mi porterà nel posto giusto. Finalmente troverò quello che cerco.
Un rumore, sento un rumore. Forte, insistente. Se continua romperà le orecchie alla ragazza. Mi volto e mi rivolto per cercare di capire da dove proviene. Non riesco a capire, non riesco a ragionare. Guardo la ragazza e di colpo questa va in mille pezzi, come il cielo sopra la mia testa. E cominciano a piovere schegge appuntite. Ho paura che mi arrivino addosso, che mi facciano male.
Chiudo gli occhi. Conto i secondi. Undici, dodici. Niente.
Apro gli occhi. Mi guardo intorno, sono al chiuso. Lentamente prendo conoscenza. La ragazza non c’è più, era solo un sogno. Lentamente prendo consapevolezza della mia vita. E quando ricordo esattamente com’è il disastro vagante che porta il mio nome sento una fitta al cuore. Si stringe impazzito in mezzo alle costole. Mi impedisce di respirare, mi impedisce di muovermi. Premo una mano sul petto e prego il mio cuore di smetterla. Ma lui esplode, si distrugge, e stavolta li sento i pezzi affilati che si piantano nella carne. Cerco di respirare, di prendere più aria possibile ma l’unica cosa che invade i miei polmoni è l’odore del fallimento e dello smarrimento totale.
  
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