Serie TV > Sherlock (BBC)
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Autore: Finnick_    05/05/2013    4 recensioni
Niente poteva essere paragonabile con ciò che Sherlock disse subito dopo, niente poteva prepararla a quelle parole:
“Di te”
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Molly Hooper, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Era difficile. Era sempre stato difficile. C’era sempre stato un ostacolo tra lei e la felicità, ma per un attimo tutto intorno a lei si era fatto buio, come se avesse chiuso gli occhi. Molly continuava a sentire la voce di Sherlock che le chiedeva aiuto. Eppure… quante altre volte le aveva chiesto una mano per risolvere un caso? Per analizzare del materiale o per mostrargli i cadaveri nell’obitorio? Tante, sicuramente. Ma la luce, nella sua mente, non si era mai spenta. Cosa aveva allora di strano quella richiesta? Aveva percepito qualcosa, nella voce di Sherlock, che aveva portato via la luce. Continuava a fissare le sue labbra socchiuse, quasi tremanti, in attesa di una risposta.
 
La gente muore, i cuori si spezzano. Curarsene non è un vantaggio.
 
L’ aveva sentito mentre diceva queste parole a Mycroft tanto tempo prima, e aveva cominciato a convincersi che Sherlock fosse davvero immune da ogni sentimento. Tutti gliel’avevano sempre ripetuto. Non ne aveva, l’aveva dimostrato pubblicamente. Eppure lei si era caparbiamente opposta a questo modo di pensare e aveva continuato a cercare i sentimenti di Sherlock. Se li aveva non li dimostrava.
Ma in quel momento, in quel laboratorio dell’ospedale, a Sherlock era tremata la voce. Ecco perché adesso tutto era scuro e incomprensibile. Quella era paura. Sherlock aveva bisogno di affetto.
 
“Ti sbagli, sai” aveva detto pochi istanti prima, spaventandola, “sei importante per me. Lo sei sempre stata, mi sono sempre fidato di te”
 
A Molly quelle parole non sembravano vere. Le pause tra una frase e l’altra e la calma con cui soppesava le parole erano i segnali che le facevano capire che a Sherlock stava succedendo qualcosa.
 
“Avevi ragione” aveva continuato. Poi si era voltato e l’aveva guardata negli occhi “io non sto bene”
 
Molly gli aveva chiesto cosa c’era che non andava. Lui le si era avvicinato, dicendo:
 
“Molly, credo che sto per morire” e lei si era mossa di qualche centimetro per riuscire a mettere le idee in ordine, ma il mondo intorno se ne stava già andando e rimaneva solo lui. “Se non fossi quello che tu credi che io sia, quello che io credo di essere, vorresti comunque aiutarmi?”
 
Ed era stato in quel momento che tutto era diventato buio, ora lei riusciva a vedere solo lui e le sue labbra tremanti. Alzò gli occhi e incontrò i suoi, glaciali, come sempre. Cercò le parole giuste, ma seppe solo chiedere:
“Di cosa hai bisogno?” Aveva parlato, in quella situazione surreale, mentre il suo cuore batteva forte nel petto. Sherlock, sempre più pallido, le si avvicinò lentamente. La fissò per qualche istante. Di che cosa poteva aver bisogno? Cosa c’era che lo faceva stare così male? Voleva una risposta. Subito. Avrebbe voluto che cominciasse a parlare veloce, esponendo le sue mille teorie. Sentirlo analizzare una situazione, come era solito fare, le avrebbe dato sicurezza.
Ma niente poteva essere paragonabile a ciò che Sherlock disse subito dopo:
 
Di te
 
  
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