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Autore: EtErNaL_DrEaMEr    05/05/2013    1 recensioni
Mattia ha dei difetti, dei punti deboli, ma non ce li abbiamo forse tutti?
Ad esempio la malinconia, Mattia tende ad essere parecchio malinconico e triste, ma non gli piace farlo vedere alla gente. Cerca di sotterrare tutto, di richiudere quel buco nero che spesso, a furia di pensare, gli si apre dentro e prova a risucchiarlo.
A volte pensa che ci vorrebbe qualcuno in grado di riempirlo, quel buco nero.
Altre volte sorride e basta. Mattia ama sorridere.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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There's a hole in my soul, can you fill it?

 

 

 

Se una parola potesse descrivere Mattia sarebbe: sorriso.
Mattia ha uno dei sorrisi più belli mai visti: quando lo fa, le labbra si allargano in una mezza luna e due fossette compaiono ai lati della bocca, profonde e marcate a evidenziare la bellezza di quel sorriso. I suoi occhi azzurri brillano e tutto ti fa credere che non ci possa essere nulla di più sincero e puro di quel sorriso.
Mattia in realtà non sorride spesso, sotto sotto è di natura un po' malinconica, ma non gli piace che questo suo lato si noti troppo, quindi molte volte cerca di accantonare quella parte di lui più triste e cupa e si impegna a far uscire quella che si diverte e che ama essere felice. Sono quelli i momenti in cui sorride e vale la pena aspettarli.
Mattia ama la vita. Spesso non la capisce, spesso ci fa a botte, spesso si lascia sopraffare da lei, ma l'amore non svanisce mai. Si potrebbe dire che Mattia e la vita sono “in una relazione complicata”. In realtà non è che la vita gli abbia fatto chi sa che grande sgarbo, anzi, se proprio vogliamo dirla tutta, Mattia non può neanche recriminare a Madre Natura di averci messo poco impegno, perché è un bel ragazzo, una bellezza un po' particolare, ma una volta che la capisci non te la fai più scappare. E' solo che Mattia a volte è convinto di pensare troppo per i suoi vent'anni. Non che pensare sia male, ma lui stesso si rende conto che a volte si concentra troppo su cose a cui le altre persone non danno importanza. Ad esempio le parole della gente. Mattia non le sente, ma le capisce e ci rimugina e rimugina e rimugina sopra, finché pensare non gli fa quasi male e allora si costringe a darci un taglio. Pensa perché quella persona gli ha detto quella cosa, pensa che forse ha interpretato male, pensa che forse poteva dire qualcos'altro. Pensa che ci sono così tanti pensieri nella sua testa che a volte gli sembra possa esplodere ed è in quei momenti che lui se ne va, la sua mente scappa in un altro luogo, in un buco nero che lo risucchia, che risucchia tutto e allora a volte ha bisogno di stare da solo per ritrovarsi o di reprimere tutto, ingabbiare quei pensieri e fare altro, qualcosa di più stupido anche. Qualcosa che non gli faccia pensare al buco nero che da un momento all'altro potrebbe inghiottirlo.
E poi si preoccupa. Le preoccupazioni lo fregano proprio. Si preoccupa non tanto di sé, quanto degli altri e non lo vede come eccessiva generosità o altruismo, perché l'ha sempre fatto, è nel suo carattere. Certo, non è un santo. A volte sa di essere un po' egoista, ma forse quando abbiamo paura lo siamo un po' tutti, ma in generale potrebbe passare ore a pensare ai sentimenti degli altri, a cosa provano e cerca di capire se staranno bene, perché non gli piace vedere la gente triste. Se lui è triste, può cavarsela, può nasconderlo, può conviverci e, anche se spera che qualcuno se ne accorga e lo porti in salvo, sa che se è triste in qualche modo, prima o poi, riuscirà a tornare a galla.
Insomma, tutto questo pensare e pensare a volte non lo fa dormire la notte. Si gira e rigira nel letto, stropicciando le coperte, cambiando continuamente posizione e poi chiude gli occhi, ma quando lo fa vede lo stesso nero che vede se li tiene aperti.
Mattia ama svegliarsi la mattina, aprire la finestra e respirare a pieni polmoni. Si sveglia sempre di malumore perché ama dormire e alzarsi presto proprio non fa per lui, ma appena sente l'aria del mondo cambia tutto. Lo fa in tutte le stagioni: scende dal letto, si avvicina alla finestra, la apre e sporge un po' in fuori la testa e respira.
Respira.
Profondamente, godendosi ogni particella di ossigeno che riesce a inalare. A volte crede di avere un superolfatto o qualcosa del genere. Comunque non un superpotere di cui potrebbe vantarsi più di tanto.
D'inverno sente l'aria fredda, a volte gelida e secca. Sente il profumo della vita un po' grigia tipico della stagione e allora gli vengono in mente le giornate corte, il caminetto che suo padre accende ogni sera in salotto, la coperta in cui sua sorella si avvolge sempre quando è sul divano, il giubbotto pesante, il berretto di lana grigio, il tramonto alle quattro e mezza, le nottate gelide e i pochi minuti passati a guardare le stelle prima di rientrare a casa dopo un'uscita con gli amici.
La primavera e l'autunno gli piacciono tantissimo. In quelle stagioni sente il profumo del tempo che sta cambiando. Spesso si mischia con l'odore di fumo di qualche catasta di legno bruciata, altre volte con il profumo del vino che in realtà è ancora uva. Le giornate che si allungano o si accorciano e la sensazione che la meraviglia della natura è così palese che gli sembra strano alcuni ancora non l'abbiano capita.
D'estate sente il profumo della libertà. Del mare, delle giornate infinite, dei temporali estivi, delle nottate che sembrano non avere mai fine, delle vacanze, dei giorni in montagna nei boschi, della vita che sembra rinascere.
Mattia a volte esagera con l'immaginazione, lo sa, ma forse è questo che lo tiene vivo. Anche se a volte è un'arma a doppio taglio. A volte ha paura, perché potrebbe immaginare cose belle che non si avvereranno mai. Un po' come i sogni, ma quelli a volte potrebbero diventare realtà. Quindi, quando sa che potrebbe spingersi troppo in là con l'immaginazione, la spegne. Come se ci fosse un interruttore, come se ci fosse un comando. Le prime volte faceva fatica, perché si sa, i pensieri non hanno freni, ma ora è diventato più bravo. Il pericolo è quello di essere troppo realista, ma Mattia cerca di mantenere un buon equilibrio.
Mattia è sensibile, troppo. Lo sa, sa che non è un bene, perché ciò lo rende debole. Non sa reggere il colpo, anche se sta cercando di lavorarci su. Non gli piace essere così indifeso, forse è anche questa una causa della sua relazione complicata con la vita.
Quand'era piccolo era ancora peggio. A quel tempo neanche sorrideva. Lo faceva solo a casa o quando capiva di aver di fronte qualcuno che lo accettava.
Il sorriso di Mattia è muto, silenzioso.
Mattia non sente. Non ha idea di che suono abbia la sua voce, quelle poche volte che la fa uscire, ma sa che non dev'essere un granché. Deve assomigliare a qualcosa che viene trascinato sul pavimento, qualcosa di non ben articolato e anche piuttosto sgangherato. In realtà, anche queste sono ipotesi, perché non ha idea di che suono abbia qualcosa che viene trascinato. Lo immagina solamente.
Mattia non sa com'è la voce di sua madre, non l'ha mai sentita.
A volte vorrebbe sentire la musica, vorrebbe sentire la voce di sua sorella, vorrebbe sentire il suono di un pianoforte, magari assieme ad un sassofono. Gli piace il sassofono, non sa perché. Vorrebbe sentire gli uccellini cantare, vorrebbe sentire il rumore del mare che si infrange sugli scogli, vorrebbe sentire il tifo ad una partita di rugby, vorrebbe sentire le voci di quegli attori che tanto gli piacciono, vorrebbe sentire suo padre mentre spiega ai suoi alunni Baudelaire.
All'inizio pensava che fosse normale, non sentire nulla. Poi, però, aveva iniziato a notare che non tutte le persone comunicavano con le mani, non tutti dicevano 'mamma' portando il pugno chiuso alla guancia. Piano piano ha capito come stavano le cose.
Mattia non piange spesso e quando lo fa, anche le sue lacrime scendono in silenzio.
Mattia non è arrabbiato, sa che non può tornare indietro. Vive come è lui, con un pizzico di malinconia e amore.
Mattia quando sorride silenziosamente illumina tutto attorno a sé e c'è qualcuno che di quella luce non può più farne a meno, ma lui forse non se n'è accorto. Pensa troppo, ma a volte gli sfugge ciò che lo riguarda.
Mattia non sente, ma si fa sentire.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non avrei tempo di scrivere, ma ne avevo voglia e bisogno.
Mattia dovrebbe essere il protagonista di una long che non so se e quando avrò tempo di scrivere, però nella mia testa esiste ed è così come ho cercato di descriverlo.
Il fatto che sia sordomuto è importante per me, perché ho avuto modo di imparare per un anno la LIS (la lingua dei segni italiana) e vi si apre un mondo, davvero. Siamo abituati a comunicare tramite la nostra voce e a sentire ciò che gli altri ci dicono, ma ci sono tante persone che comunicano diversamente, con i gesti. E' una lingua difficilissima, una lingua che è incredibile non sia ancora stata riconosciuta ufficialmente come lingua vera e propria. E' così affascinante poter comunicare in un modo talmente diverso da quello abituale, che spesso ti lascia un po' spiazzato, ma è incredibile quante cose si possano dire stando in silenzio.
Mi fermo qui, o rischio di scrivere più di questa shot. Non ha particolari pretese, volevo solo rendere un po' più reale Mattia, che non so neanche se nell'ipotetica long (che un titolo già ce l'avrebbe) si chiamerà davvero così o no e il suo personaggio è ben più complicato e sfaccettato, ma per ora va bene così.

 

Se vorrete farmi sapere che ne pensate, mi farà piacere.

 

Passo e chiudo!:)

 

 

P.s.: il titolo è un verso di Flaws dei Bastille, gruppo scoperto da poco di cui vi consiglio vivamente tutto l'album!

 

  
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