Dopo una giornata a sopportare il peso della maschera che sono costretta a portare, chiudo gli occhi esausta lasciandomi cadere fra le braccia di Morfeo.
Mi ritrovo in un campo di rose bianche, è notte, la luna non è quella di sempre, è rossa e grande, sembra minacciosa. Dei nuvoloni grigi coprono il cielo, dopo un po’ inizia a piovere, una, due, tre gocce mi bagnano il viso, c’è qualcosa di strano, non sono gocce d’acqua ma di sangue; mi sento sempre più stanca, le mia gambe cedono e cado in ginocchio, mentre le rose si tingono di rosso. Inizio a piangere osservando le mie mani color cremisi, ho paura, sento un fruscio davanti a me, è un enorme lupo nero che si sta avvicinando mostrandomi i canini; vorrei indietreggiare ma mi manca la forza; intanto si avvicina ormai mi sovrasta, mi osserva dall’alto ringhiando. Le nuvole si ritirano ed eccola di nuovo quella luna color cremisi, in quel momento il lupo come se fosse tornato alla realtà inizia a lacerarmi il petto, il viso, le braccia provocandomi tanto dolore da farmi morire il fiato in gola; adesso prego solo di morire in fretta, non voglio soffrire ancora, ma il lupo all’improvviso si blocca, io tremo, sono ricoperta completamente di sangue, il mio sangue. Dopo qualche istante il lupo poggia la sua zampa sul mio cuore caccia gli artigli ed inizia a lacerarmi la pelle fino a strapparmi il cuore dal petto, le forze mano a mano mi abbandonano, sento che sto per morire. Osservo il mio cuore, batte ancora, il lupo  si trasforma in un uomo incappucciato che mi sussurra all’orecchio: “Riposa in pace piccolo angelo triste”. E così esalando il mio ultimo respiro chiudo gli occhi. Con un sussulto mi sveglio, guardo il petto, le mani è tutto apposto, per un momento ho desiderato fosse la realtà.