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Autore: Yoan Seiyryu    05/05/2013    3 recensioni
Alice Kinglsey, di ritorno dalla Cina, ha l'occasione di conoscere Jules Verne, l'autore del "Giro del mondo in 80 giorni". Di rimando diventerà amica di suo figlio col quale intraprenderà una avventura al di fuori del Paese delle Meraviglie, scoprendo così che anche nel mondo reale è possibile andare oltre se stessi e dimostrare al mondo di conservare il coraggio che nel mondo di fantasia è più facile ottenere.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Liddell, Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PRIMO CAPITOLO




Ormai quella terra di nuove frontiere commerciali sta svanendo di fronte ai suoi occhi, i mesi trascorsi in Cina sono stati fruttuosi e l’apertura di nuovi porti collegati con l’Inghilterra si è dimostrata d’eccezione, proprio come suo padre aveva previsto che avvenisse.

Guardare sempre lontano, anche più lontano di se stessi, per raggiungere ciò che a tutti sembra impossibile.
“Niente è impossibile, solo se pensi che lo sia”.
Le parole del Cappellaio Matto risuonano continuamente nella sua testa, come se avesse preso nota di ogni racconto, ogni parola ascoltata in quel mondo in cui non divagava più da mesi.

Le mani appoggiate sul parapetto ligneo si intrecciano come se volessero conoscerne la profondità e saggiarne la manifattura a cui molti altri hanno lavorato. Forse si sarebbe interessata anche di quel lavoro.

Presto farà ritorno a Londra, da sua madre, per poterle dimostrare che l’aver scelto di non sposare il figlio di Lord Ascot le ha portato più fortuna di quanto tutti potessero immaginare.

I nuovi porti commerciali in Cina sono stati efficaci, Lord Ascot è rimasto soddisfatto del lavoro intrapreso durante quei mesi, ma rimanere in un luogo così diverso da quello a cui era abituata significava troppo.

Vedere il mondo, conoscere nuove abitudini e costumi, persone diverse, lingue incomprensibili: questo era il suo sogno.
Compiuto quello di suo padre, ora non può che dedicarsi totalmente a  se stessa, priva delle ombre del passato e soprattutto priva di quegli incubi che sempre l’hanno perseguitata.

-Miss Kingsley!- la voce del mozzo, con cui ha stretto una particolare amicizia, sembra richiamarla ormai da un’infinità.  –Miss Kingsley, vi sentite bene?-

Improvvisamente sembra risvegliarsi da un lieve torpore di sogni, ricacciando pensieri passati e di altri mondi via dallo sguardo disattento e concentrandosi sulla provenienza di quella voce.

-Sì, sì sto bene. Cosa succede?- domanda ancora fuorviata dall’essersi ritrovata nel qui ed ora della partenza della nave.

-Devo chiedervi di spostarvi Miss Kingsley, se non passo in fretta a pulire quelle macchie il capitano se la prenderà, non amo le punizioni- arricciando il naso indica il secchio colmo di acqua e la spazzola che userà per grattare via lo sporco.

-Oh, certamente!- con immediatezza Alice si scosta per fargli spazio e permettergli di compiere il suo lavoro.
Rimanendo ad osservarlo con le braccia conserte, interviene di nuovo:  -Hai finito di leggere il libro che ti ho prestato, Josh?-

Le guance ambrate di Josh avvampano di calore, ma sceglie di chinare il viso e pensare a strofinare il ponte, piuttosto che guardarla negli occhi.
-Ancora no Miss Kingsley. Mi è difficile capire certe cose, non sono ancora pratico della lettura- cerca di scusarsi prima di intingere nuovamente la spazzola nell’acqua –Ma posso dire che Mr Passepartout sembra piuttosto simpatico, mi piace il suo modo di fare, ha un che di…fascinoso!-.

Alice scoppia a ridere fragorosamente, ma ricordando i rimproveri di sua madre, torna immediatamente seria. Fortuna che non ha il corpetto a stringerle il respiro o probabilmente avrebbe rischiato di svenire.
-Affascinante, volevi dire-.
Che strano, qualche tempo fa avrebbe trovato interessante l’uso della parola “fascinoso” e l’avrebbe trasformata in qualcosa di più sensazionale.
Ma ora lei non era più la ragazza di prima, aveva degli impegni da portare avanti, non poteva chiudersi di nuovo nel suo mondo.

-Un perfetto Pseudolo della situazione- la risata si fa più opaca –è uno dei miei libri preferiti- ripensandoci, portando una mano sotto il mento, aggiunge –no, in realtà credo che sia il mio libro preferito-.

Jules Verne l’aveva accompagnata durante tutto il lungo viaggio d’andata verso la Cina, assieme al suo “Giro del mondo in ottanta giorni”, “Viaggio al centro della terra” e tutti gli altri che venivano di seguito.
Avrebbe desiderato infinitamente poterne conoscere l’autore.

-Pseu…cosa?- Josh si volta con un’espressione stralunata, affondando le mani nel secchio per rimescolare l’acqua.

-Un personaggio-tipo della commedia latina, la cultura classica è sempre bene che sia conosciuta. La mia istitutrice non faceva altro che parlarne…- sbuffa prima di calpestare la parte del ponte inumidito dall’acqua e capitombolare a terra a causa del suo scarso equilibrio.

-Auch!- quasi con le gambe per aria si ritrova ad osservare la luce del sole intromettersi tra le grandi vele bianche al di sopra dell’albero, aperte per poter afferrare il vento della partenza ormai già avviata.

-Miss Kingsley, vi siete fatta male?- Josh con un certo impeto getta via la spazzola per poter correre in soccorso della compagna di viaggi, aiutandola a rimettersi in piedi.

I capelli lunghi e biondi le ricoprono il viso, avverte solo la mano di Josh afferrarla per il polso e issarla su con forza, come se fosse un’ancora. Ridacchiò divertita e al tempo stesso imbarazzata.
Forse non era poi così tanto cambiata, forse era rimasta l’Alice di sempre.

Allora cosa avrebbe dimostrato a sua madre? Che non era cambiata minimamente da quando era partita? Che le responsabilità assunte non l’avevano fatta maturare?

Nasconde una lieve lacrima ricacciandola indietro e tornando a mostrare uno dei suoi soliti sorrisi.
-Sto bene, grazie Josh, non preoccuparti- riprende a ridere, tranquillizzando l’amico.

-Sarà meglio che vi allontaniate da qui Miss Kingsley, andate sottocoperta, conviene che torniate non appena sarà asciutto- le consiglia premurosamente Josh riprendendo la spazzola in mano.

Alice annuisce con poca convinzione, sarà meglio fare come le viene detto, non vuole incappare in un’altra delle sue mirabolanti cadute. Sistemato l’abito azzurro  si volta per poter tornare sottocoperta, ne approfitterà per scrivere una lettera a Margaret e a sua madre, di modo che sappiano della sua imminente partenza.

Discese le scale di legno affronta l’equipaggio che sta salendo in coperta, tra cui nota il suo maggiordomo Silas che sta intrattenendo una discussione con uno dei marinai.

Sua madre ha imposto che Silas la seguisse durante il viaggio, per timore che non potesse cavarsela da sola.
Ed in fondo Alice non era poi così contraria alla presenza di un amico valido e a cui poteva affidarsi. Fare amicizia con la servitù le era sempre stato rimproverato, ma non poteva farci niente, era più forte di lei.
Silas le è sempre stato accanto e rinunciare alla sua presenza sarebbe stato di certo difficile.

-Sembra che ci siano molti più interessati del previsto, potremmo organizzare questa sera stessa- il marinaio fa saltare tra le mani un paio di dadi.

-Ottimo! Le voci corrono e più si parla male di qualcosa, più tutti vogliono conoscerla- ridacchia Silas divertito prima di afferrare al volo uno dei dadi ed iniziare a farli girare tra le dita.

Alice corruga la fronte, rimanendo in disparte, non ha idea di quali siano i vizi di Silas ma non si è mai posta alcun problema a riguardo.
Vorrebbe ascoltare di più, ma le voci si infittiscono e si mescolano con gli altri marinai che iniziano a salire sul ponte, compreso Silas.

-Silas!- lo richiama nel momento in cui lo vede salire per le scale.

-Miss Kingsley?- si volta verso di lei, accorgendosi della sua presenza e con una leggera preoccupazione negli occhi, avrà forse sentito tutta la conversazione?

Si avvicina, arrestandosi di fronte a lei e guardandola dall’alto. Potrebbero essere fratelli, entrambi con i capelli chiari e biondi, la carnagione chiara e gli occhi scuri.

-Di quali voci parlavi?- domanda lei incrociando le braccia al petto, indispettita per non esser stata messa a parte di qualcosa di divertente.

Silas rimane attonito per qualche istante, riflettendo su qualcosa da poter dire.
-Ehm- si schiarisce la voce più volte –ecco… di voci, quali voci? Voci! Cosa c’è di strano nelle voci che corrono, Miss Kingsley?-

Alice stringe gli occhi con impeto e con una curiosità sempre più crescente.
Come poterglielo rivelare? No, non potrebbe.

-Ebbene- fingendo di rimproverarla –volete proprio intromettervi in qualunque cosa!- alza gli occhi al cielo, quasi che sia lui ad esser stato infastidito –Per premiare la riuscita del progetto Ascot in Cina, il Capitano desidera fermarsi in Francia per permettervi di visitare il paese-.

La Francia? La Francia! Quanto aveva desiderato visitare il paese natale di Jules Verne?

-Vorresti forse dire che avrei la possibilità di…andare  a Nantes?- gli occhi brillano di felicità, appoggiandosi alle braccia di Silas con speranza.

-A Nantes?- Silas china il capo quasi sconfitto di fronte a quelle parole –Cosa ci sarebbe a Nantes di così interessante, quando avreste la possibilità di visitare Parigi?-

Alice sorride furbamente, portando le mani ad intrecciarsi dietro la schiena, assumendo un’espressione da bambina.
-Ma è ovvio, a Nantes c’è Jules Verne!-.

Compreso il guaio Silas rimane attonito, si morde le labbra nervosamente. Forse non avrebbe dovuto inventarsi una tale frottola, avrebbe dovuto dire qualcosa di più semplice, ma gli hanno sempre insegnato che per mentire bisogna esagerare nelle storie da raccontare.

-E cosa vi fa credere che riuscirete ad incontrarlo?- magari provando a sminuire il suo improvviso sogno potrebbe farle cambiare idea.

- Io lo so, Silas. Lo incontrerò! Non è forse un colpo di fortuna? Ah! Vado subito a scrivere una lettera da mandare a Londra, devo avvertire che tarderò più del previsto per il tè!-.

Così facendo Alice scompare nel corridoio per rinchiudersi nella sua stanza.
Silas rimane a guardare l’abito azzurro svolazzare e dissolversi all’improvviso dietro ad una porta, maledicendo se stesso per aver combinato un altro guaio.
Ed ora cosa dovrebbe fare? Convincere il Capitano, non c’è altro da fare. E se non riuscisse a convincerlo? Sabotare la nave, ovviamente.

Presto o tardi Jules Verne avrebbe ricevuto una visita che difficilmente avrebbe creduto possibile che si realizzasse.  




// Salve lettori! 
Ecco qui che presento una ff che ho pensato di scrivere già da diverso tempo, riguardante Alice Kingsley e il figlio di Jules Verne (autore di romanzi d'avventura e di fantasia). 
Ho scelto uno stile molto leggero, non eccessivamente introspettivo, almeno all'inizio. Così da mantenere la lettura il più possibile leggera. Spero posso piacervi!

-Yoan 
   
 
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