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Autore: telesette    06/05/2013    3 recensioni
Lupin si lasciò scappare quelle parole a fior di labbra, quasi non credendo di averle dette sul serio, e subito si diede mentalmente del pazzo per aver pensato anche solo di abbandonarla così.
La sua mente voleva proteggerla, non fosse altro che da lui stesso.
Ma il suo cuore desiderava amarla.
Lo desiderava più di ogni altra cosa, come un bisogno irrinunciabile.
Per Tonks, quelle parole erano tutto ciò che le occorreva sapere.
Prendendogli piano il mento, la donna ridusse la breve distanza tra loro con un bacio.
Un bacio dolce.
Intenso.
La prova tangibile di una tenerezza infinita, dove le labbra sembravano sempre più avide e desiderose l'uno dell'altra...
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Alla mia amica TINAX86, con tanti auguri di Buon Compleanno...

 

***

 

Amarsi non è uno sbaglio

immagine di: Remus87 su deviantART

Ogni volta che la vedeva sorridere.
Ogni volta che la vedeva piangere.
Ogni volta che Remus aveva la possibilità di vederla, felice o triste che fosse, per lui significava molto.
Tonks era importante per lui.
Lo era sempre stata.
Perciò si diceva costretto ad allontanarla il più possibile da sé, maledicendo mille e mille volte ciò che gli impediva di amarla.
Vederla era più di quanto Remus Lupin potesse anche solo desiderare, almeno così si era convinto.
Vederla ma non poterla toccare.
Vederla ma non poterla accarezzare.
Non c'era tortura più grande che amare una persona, senza neanche poterla sfiorare per timore di farle del male.
Questi almeno erano i dubbi e le paure di Remus.
Per Tonks invece era diverso.
Era innamorata di lui, di ciò che era, non del mostro che lui stesso pensava di essere, ma il problema era farglielo capire.
Tante volte aveva provato a parlargliene, ad approfondire con lui la questione dei suoi sentimenti; ma ogni volta Remus, per paura di cedere al proprio cuore anziché dare ascolto alla propria mente, diventava sordo alle ragioni della donna. Per anni erano andati avanti così, senza chiarirsi né comprendersi, e per anni Remus aveva inteso ( sia pure in buonissima fede! ) di avere il diritto a decidere per entrambi.
E ogni volta che si sentiva incerto, ogni volta che Tonks rischiava di togliergli la maschera di freddezza che ancora si costringeva a portare sul volto inespressivo, Remus preferiva mollare tutto e partire.
Del resto era abituato a fuggire.
Lo aveva sempre fatto.
Il mondo lo avrebbe sempre rifiutato e scacciato, questo era un destino che nessuno poteva cambiare, e non voleva che ciò ricadesse anche sulla donna che amava... Anche se ciò significava mettere più distanza possibile tra loro.

- Quando la smetterai di comportarti così, Remus - esclamò Tonks, entrando improvvisamente nella camera di lui senza nemmeno bussare. - Pensi che sia giusto andartene così, in silenzio nella notte, come se fossi un ladro?

Lupin rimase immobile ad osservarla.
Sotto di lui, aperta sul letto, vi era la valigia ancora da riempire.
Restare sotto lo stesso tetto con lei, cercando invano di reprimere i sentimenti che ognuno di loro provava, non era giusto per entrambi.
Certo il distacco era doloroso, questo sì, ma necessario.

- E' meglio per tutti - rispose Remus gravemente, tornando la propria attenzione sulla valigia. - Stando lontano uno dall'altra, sarà più facile dimenticare...
- E se io NON volessi dimenticare - sottolineò lei, incrociando le braccia sul petto in chiaro segno di sfida.

Lupin non rispose.
Non sapeva cosa risponderle, in effetti.
Lui stesso, per quanto potesse sforzarsi di ripeterlo, non era assolutamente convinto di ciò che diceva.
Poteva forse illudersi che Tonks sarebbe riuscita a dimenticarlo, magari nel tempo, e di fatto continuava a ripeterselo per farsi coraggio; ma certo lui non poteva e non avrebbe mai potuto dimenticarla, neppure frapponendo tra loro una barriera magica e impenetrabile.

- Almeno guardami in faccia - sbottò lei, sbattendo le mani violentemente sulla valigia di Remus.
- Dora - cominciò l'altro sottovoce. - Ti prego...
- No, Remus, basta con questa storia!
- Lo sai che non posso fare diversamente!
- Sì, invece - sottolineò Tonks con occhi lucidi di rabbia. - Ti basterebbe solo una parola, solo una, e non avresti più bisogno di scappare ogni volta che provo ad avvicinarmi...
- E' proprio per questo che devo andarmene - replicò ancora lui, passandosi mentalmente una mano sul capo. - Non posso dire quella parola, e Dio solo sa quanto vorrei poterlo fare, ma qui non si tratta di me... Si tratta di te!
- Allora ascoltami - supplicò l'altra. - Almeno ascolta quello che ho da dire, invece di chiuderti a tutto; così, se deciderai di andartene lo stesso, non avrò nulla da rimpiangere di te!

Lo sguardo di Lupin ando dalla valigia buttata, ai vestiti sparsi sul pavimento e al muro spoglio e grigio della stanza in cui entrambi si trovavano.
Non era per vigliaccheria.
Non era per mancanza di coraggio, che non osava neppure ascoltare le parole di lei sino in fondo, bensì perché sapeva già cosa avrebbe fatto dopo.
Tonks attese.
Erano anni che lo attendeva, anche se lui sembrava non voler giungere, e sempre lo avrebbe atteso.
Adesso Lupin teneva le mani poggiate contro il muro, quasi non avesse la forza di staccarsene, e ciò che disse di fatto esprimeva chiaramente tutto il peso che gravava in modo opprimente sul suo cuore.

- Non sono sempre stato così - sussurrò. - Se potessi tornare indietro, non fosse altro che per ritrovare quello che ero, mi fermerei ad ascoltarti fino alla Fine dei Tempi e anche oltre... Quel ragazzo è scomparso tanto tempo fa, e io sono tutto ciò che ne rimane, per questo non posso!
- Perché - gridò lei spazientita. - Cristo, Remus, dimmi almeno perché!
- Perché non ti merito, lo vuoi capire ?!?

Per la prima volta, Remus Lupin si lasciò alle spalle tutta la calma e la ragione.
Il pugno che menò contro la parete, così forte da rovinare persino l'intonaco, era carico più di disperazione che di rabbia.
Perché lei non voleva capire?
Perché lo voleva a tutti i costi, ben sapendo che genere di vita avrebbe avuto al suo fianco?
Tonks non ricordava di averlo mai visto piangere eppure, in quel preciso momento, Remus stava piangendo.

- Dora, per l'amor di Dio - esclamò Lupin, voltandosi e afferrandola energicamente per le spalle. - Per tutto quello che hai di più caro al mondo, fossi anche io stesso, lasciami andare... Ti supplico, lasciami andare!
- Come puoi chiedermi questo, Remus?
- Perché io non ho il coraggio di lasciarti - rispose lui, prendendole il volto tra le mani, in preda ad un incontrollabile impulso.

Non c'era violenza nelle sue mani.
Non c'era più dolore di una carezza, nel modo in cui le sue dita le toccavano il volto.
Tonks avvertì chiaramente il calore e la passione che non gli aveva mai visto, lo stesso che lei invece sentiva di provare per lui da anni, e per un attimo si abbandonò alla felice scoperta di quella nuovissima sensazione.

- Ti amo!

Lupin si lasciò scappare quelle parole a fior di labbra, quasi non credendo di averle dette sul serio, e subito si diede mentalmente del pazzo per aver pensato anche solo di abbandonarla così.
La sua mente voleva proteggerla, non fosse altro che da lui stesso.
Ma il suo cuore desiderava amarla.
Lo desiderava più di ogni altra cosa, come un bisogno irrinunciabile.
Per Tonks, quelle parole erano tutto ciò che le occorreva sapere.
Prendendogli piano il mento, la donna ridusse la breve distanza tra loro con un bacio.
Un bacio dolce.
Intenso.
La prova tangibile di una tenerezza infinita, dove le labbra sembravano sempre più avide e desiderose l'uno dell'altra.
Mai prima d'ora Remus aveva avuto il coraggio anche solo di sfiorarla.
Mai.
Ora invece, persi nella gioia del sentimento reciproco, entrambi non riuscivano neppure ad immaginare la propria vita senza quel meraviglioso contatto.
Amare non era sbagliato, era questo che Tonks aveva provato a spiegargli, solo che lui non voleva ascoltare.
Non voleva capire.
Ora invece, nello spazio di un breve attimo, Remus e Dora potevano finalmente amarsi come desideravano.
Mentre lei continuava a baciarlo, lui l'abbracciò fin quasi a sollevarla da terra.
Tonks sentì le sue mani percorrerle la schiena, insinuandosi sotto i suoi indumenti, con intensi brividi di piacere.
Anche lei prese a sollevargli la maglietta, accarezzando insistentemente il suo corpo sottile eppure tonico e robusto.
Le labbra di Lupin scivolarono dalla bocca di lei al mento, alla gola, all'incavo del collo e della sua spalla. A contatto della sua pelle nuda, per Tonks l'audacia di Remus era solo motivo di gioia e felicità indescrivibile.
La schiena premuta contro il muro, senza smettere di baciarlo neanche per un attimo, Tonks lo lasciò fare senza dirgli nulla. Gli indumenti di lei scivolarono a terra senza rumore, lasciandola completamente nuda tra le sue braccia, e Lupin la adagiò piano sul letto fermandosi solo per ammirarla in tutta la sua bellezza.
Di nuovo le loro labbra si cercarono.
E poi ancora.
E ancora.
Finalmente, dopo tanti anni di patemi ed angosce, quella per loro fu una notte di amore e di tenerezze.

FINE

   
 
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