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Autore: Nay Nay    06/05/2013    2 recensioni
Passi secchi. Tacchi. Vociare. Odore di fumo, di gas. Rumore di macchine e motorini, campanelli di negozi e il mio sguardo che vagava. A destra, poi a sinistra.
Cercavo ancora spiegazione, come se ci fosse un qualcosa nella mia testa che mi ripeteva sempre la stessa cosa: “Va via! Scappa!”...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il sogno della ragazza dagli occhi verdi.


Passi secchi. Tacchi. Vociare. Odore di fumo, di gas. Rumore di macchine e motorini, campanelli di negozi e il mio sguardo che vagava. A destra, poi a sinistra.
Cercavo ancora spiegazione, come se ci fosse un qualcosa nella mia testa che mi ripeteva sempre la stessa cosa: “Va via! Scappa!”.
Un bisbiglio, un pensiero fondo, sentito, radicale, capace di esser talmente forte, di rendersi capace di una vita propria. Deglutisco ancora, cercandola, sentendola..
Poi..
Eccola li.
Il cuore aumenta. Il respiro cessa. Le pupille si dilatato. La bocca si serra. Le mani pizzicano.
Distendo le falangi sentendole scrocchiare, per poi richiuderle in modo secco. Mi tiro indietro, chiudendo gli occhi. Era li, la ragazza dagli occhi verdi che poco prima avevo immaginato d'avanti a me. Eccola li, a cercarmi, per la prima volta. Mi schiaccio contro al muro, tremando, girando il capo verso la ragazza che, in quel momento, non può vedermi. “Scappa! Va via!” Ancora quella voce, quella voce che in quel momento si presenta come un brusio. Sussulto, tremando al respiro e mordendomi forte le labbra. Deglutii rumorosamente, per poi stringere i pugni. La paura mi farà scappare. Mi farà andare via.
Mi giro, pronta ad andare, pronta a scappare. La presa sul mio polso, però, era sentita. Mi girai, guardando la mano che mi stringeva e corrucciai le sopracciglia. Mi leccai le labbra secche e chiusi gli occhi «Andavi via?» Quella voce, voce che avevo sperato di sentire per giorni, voce che, in quel momento, mi stava sibilando una domanda, domanda che mi fece tremare. Deglutii ancora, sentendo il suo sorriso, il suo sguardo su di me «Ehi..» mi chiamò ancora. Abbassai lo sguardo, tremai, esitai un saluto. La sua mano si posò sul mio volto, sollevandolo. Eccoli: occhi verdi, scintillanti. Sfumature di azzurro la catturavano con una profondità da far invidia ad un labirinto arduo. Socchiusi le labbra, fermandomi su ogni dettaglio del suo viso: il naso dolcemente a punta, le labbra piene, ricurve in un sorriso, le palpebre dolcemente socchiuse, i capelli sciolti che ricadevano sul viso. Tutto era perfetto, lei, era perfetta. Erano un qualcosa di indefinibilmente unico. Brillavano di luce propria, come una piccola lucciola in una prateria buia, seguita poi da tante altre , illuminandosi lentamente, e spegnendosi, godendosi quella piccola brezza e quel cantare di grilli. Sguardo fermo, sensuale, accattivante. Quello sguardo mi seguiva, perseguitava, riusciva a rendere un punto interrogativo la mia testa, il mio cuore, la mia anima. Occhi amabili, graziosi, angelici mi guardavano, interessati e curiosi. «Stavi andando via, non è vero?» mi sussurrò. «Avevo paura.» risposi, sentendomi attaccata. Lei mi si avvicinò, potevo sentire il suo respiro, il suo sguardo vagare dai miei occhi, alle mie labbra leggermente socchiuse «Rimani..» mi disse, in un sibilo quasi inudibile, dovetti apprendere qualcosa dalle sue labbra, per capire realmente che mi aveva chiesto di rimanere..

Sussultai, inarcandomi appena la sua mano si posò dietro la mia schiena, portandomi dolcemente verso di lei. Molto più alta, molto più sicura di me. «Resta con me..» Disse ancora. La mia mano si posò sul suo braccio, tremante giocava con la stoffa della sua maglietta. Sospirai in modo impercettibile, poi mi bloccai. Si avvicinava ancora, dolcemente.. Sembrava fossero passati anni, sembrava fossero passati millenni ad ogni attimo, mentre era questione di pochi secondi, e lei mi baciò. Sussultai, trovandomi nella penombra della mia stanza. Mi guardai attorno e, come sempre, sbuffai, portandomi le mani fra i capelli biondi. Quella voce, era ancora nella mia testa, quel sogno, era sempre ricorrente. Tutto troppo amplio, tutto troppo sentimentale. Abbassai lo sguardo, posando i miei gomiti sulle mie ginocchia piegate e mi grattai la nuca, disorientata. Quella ragazza dagli occhi verdi, era solo un sogno. Quella ragazza... ero vittima dei suoi sortilegi, dei suoi scherzi.. Lei aveva preso qualcosa che, nella mia vita, nessuno aveva preso. Quegli occhi mi perseguitavano, mi chiamavano, come un cagnolino, smarrito, chiama il suo padrone, ululando, abbaiando, piangendo.
Mi morsi forte le labbra e mi sdraiai, chiudendo gli occhi.. Se un giorno li avrei rivisti, li avrei fatti miei.. fino a quel giorno, avrei aspettato, sognandoli, amandoli, non dimenticando mai quella ragazza dagli occhi verdi che mi fece innamorare di lei, con un semplice sguardo.

  
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