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Autore: TerrytheCaptain    06/05/2013    0 recensioni
Quel turbinio di emozioni che provavo mentre lui mi stava accanto, mi sfiorava accidentalmente il ginocchio con il suo, mi sorrideva.. mi spaventava. Io l’avevo capito, ormai tutti l’avevano capito. Tutti tranne lui. Amore. Ho sempre pensato fosse un parolone, troppo importante e carico di significati per essere usato alla mia età. Eppure quando lo guardo mi viene in mente solo quella parola, cinque lettere mai usate, adatte solo a lui.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Quel turbinio di emozioni che provavo mentre lui mi stava accanto, mi sfiorava accidentalmente il ginocchio con il suo, mi sorrideva.. mi spaventava. Io l’avevo capito, ormai tutti l’avevano capito. Tutti tranne lui. Amore. Ho sempre pensato fosse un parolone, troppo importante e carico di significati per essere usato alla mia età. Eppure quando lo guardo mi viene in mente solo quella parola, cinque lettere mai usate, adatte solo a lui. Mi sono resa conto di amarlo quando stargli accanto era un misto tra gioia e sofferenza, quando ogni sua attenzione ed ogni suo “Ti voglio bene” mi facevano inspiegabilmente sorridere; quando con la sua buonanotte, la notte stessa sembrava più dolce. Non mi sono mai dichiarata, non ne ho mai avuto il coraggio. Ma ora che l’ho perso, ora che un’altra ha rapito il suo cuore, mi pento di non avergli confessato nulla. Ogni momento con lui diventa straziante, perché vedere quelle labbra e quelle braccia che non accoglieranno mai la ma bocca e il mio corpo ma che invece sono sempre pronte per altre mani ed altri fianchi, è una tortura. “Hey Sarah, domani ho l’interrogazione di chimica.. Tu sei così brava, non potresti darmi una mano?” mi chiede con quegli occhi da cucciolo ed il mio cuore perde un battito. “Si, certo.” Rispondo di getto. “Ti aspetto a casa mia, alle 4 allora.. grazie mille!” mi scocca un bacio sulla guancia, che diventa pelle bollente, prima di uscire dall’aula. Passare un intero pomeriggio con lui, è un evento stupendo quanto orribile. Dovrò frenare tutti i desideri e le brame che ho nei suoi confronti. Non pranzo, non ne ho la forza, l’agitazione mi sta corrodendo lo stomaco. Cerco di sistemarmi, rendermi ancora più presentabile senza dare nell’occhio. Passo il resto del tempo a guardare il soffitto. Arrivo sotto casa sua, poco lontano dalla mia ed il viaggio mi è parso interminabile. Sono perfino in anticipo! Mi torturo le mani qualche minuto, contemplo il campanello e poi mi decido finalmente a suonarlo. Mai sono stata così agitata. Dopo poco viene ad aprirmi e potrei svenire da un momento all’altro. “Sei in anticipo! –mi sorride- Entra, mi rendo presentabile!” mi dice prima di sparire al piano di sopra, mentre le immagini del suo fisico statuario, del suo petto nudo coperto da una leggera peluria si fissano nella mia mente. Deciso di sedermi, le mie gambe sono troppo deboli per sostenermi ancora. E’ così bello, come faccio a resistergli? “Sarah!” mi chiama dal piano di sopra “Vieni! Studiamo in camera mia!” comincio a salire le scale e ad ogni scalino sento l’aria farsi pesante e il battito cardiaco farsi sempre più forte. La porta è socchiusa, così entro, trovandolo a contemplare la libreria in cerca del libro di chimica. L’aria della sua stanza, il suo profumo.. lo sento entrare nelle narici, raggiungere i polmoni. “Mattia.” Lo chiamo piano ma lui mi sente comunque. Mi sorride ed io gli sorrido di rimando, incapace di trattenermi. Mi fa accomodare alla sua scrivania e mi chiede di cominciare a spiegargli gli argomenti dell’interrogazione. Sono agitata, mi tremano le mani. Comincio a parlare, cerco di apparire sicura e tranquilla, cosa che non sono per niente. Lo guardo grattarsi il capo, mordicchiare una matita, guardarmi attento con quegli occhi color ghiaccio. Non poterlo toccare, sfiorare, baciare, mi sta portando all’esaurimento, non posso resistere ancora a lungo. Il mio disagio traspare più di quanto dovrebbe, infatti Mattia mi chiede “Sarah.. tutto bene? Ti vedo strana.” Il suo sguardo interrogativo mi carica ancora di più di tensione. Veniamo interrotti da un cellulare che suona, il suo. Posso benissimo leggere il nome della persona che lo sta chiamando: “Elly”, la sua ragazza. Mi sento morire, devo andarmene subito. E’ stata una pessima idea. “Scusa devo andare!” gli dico raccattando le mie cose, approfittando del fatto che lui fosse concentrato sul suo cellulare e catapultandomi giù raggiungendo la porta e uscendo da quella casa. Percorro veloce la strada che porta a casa mia quasi in lacrime. Entro, e scoppio in lacrime. Mi accuccio appoggiando le spalle alla porta d’ingresso, facendo cadere tutti i libri a terra. Fortunatamente sono sola a casa. Arrabbiata, frustrata, sconfitta da me stessa. Mi ero ripromessa di dimenticarlo di far convivere questi miei sentimenti con il nostro rapporto d’amicizia senza intaccarlo, non ci sono riuscita. Sobbalzo quando sento la porta dietro di me muoversi violentemente. Qualcuno sta bussando. Inizialmente decido di far finta di nulla e continuare a piangere in silenzio ma poi “Sarah! Ti ho vista entrare, aprimi!” Sbarro gli occhi “Mattia..” sussurro più a me stessa che a lui. Mi stringo le ginocchia al petto “Sarah! Aprimi.. ti prego.” Finisce la frase in un modo così supplichevole e così vero che mi spinge ad alzarmi, asciugarmi alla meglio le lacrime con la manica della felpa e decidere di aprire. Quando mi vede, spalanca gli occhi, forse non si aspettava di trovarmi in questo stato. Abbasso lo sguardo e lo faccio entrare. “Che succede?” mi chiede duro ma io rimango in silenzio, la sua voce si addolcisce mentre mi dice “Hei, puoi fidarti di me.. siamo amici.. da sempre! Perché piangi?” e mi poggia una mano sulla guancia bagnata. Porto la mia mano sulla sua e assaporo fino in fondo il suo tocco. Apro gli occhi, ancora appannati dalle lacrime e sposto le mie mani nei suoi capelli. Li stringo e mi avvicino a lui. Un’altra lacrima sfugge al mio controllo, intanto lui sposta la sua mano dalla mia guancia al mio fianco. “Sarah..” mi chiama, ma non fa in tempo a continuare perché io incollo le mie labbra alle sue, con tutta la frustrazione e il dolore, l’amore e la gioia di quegli anni passati a seguire ogni sua mossa e a cercare di soddisfare ogni sua esigenza. Mi stacco e mi rendo immediatamente conto della pazzia che ho appena commesso. Mi allontano di due, tre, quattro passi. Vado a sbattere contro il mobile di legno che abbiamo posizionato nell’ingresso. Il suo sguardo esprime consapevolezza.. ha capito anche lui finalmente. Non ho la forza di affrontarlo, voglio solo sprofondare nelle mie lacrime per la fine di un’amicizia e il non-inizio di un amore. Scappo verso la mia camera ma non riesco ad entrarvi perché lui mi blocca e, alle mie spalle mi chiede “E’ questo che ti tormenta? Tu.. tu..” non riesce nemmeno a dirlo, ma decido di concludere io la frase con la voce rotta dal pianto “S-si, io.. ti amo.” Silenzio. Lui non dice nulla, ma non mi lascia andare e io pian piano mi sto sgretolando davanti a lui. Mi volta, mi guarda negli occhi. “Da quanto?” mi chiede serio “Da Molto.” Rispondo. “Tu.. non hai mai voluto nessuno perché.. aspettavi..me?” è agitato. “Ho sempre aspettato te.. per tutto.” Spero capisca il significato della mia frase, il vero significato. Ha capito. Il suo sguardo è così.. dispiaciuto. “Fa l’amore con me. T-ti prego..” dico elemosinando le sue attenzioni e sentendomi subito dopo un verme. “Non voglio farti soffrire.” E mi sento una stupida, cosa che forse sono davvero. Un secondo dopo però è sulle mia labbra, bramoso e dolce insieme ed io piango, piango ancora. Stavolta però per la gioia. Mi tocca, le sue mani toccano tutto il mio corpo, risalgono dietro la schiena arrivando alla base del collo per poi scendere di nuovo. Le mie mani nei suoi capelli, le nostre lingue intrecciate. Entriamo nella mia stanza, mi stende sul letto e comincia a spogliarmi. Sono imbarazzata, ansiosa, felice. Lui mi bacia e mi sorride per rassicurarmi. Mi toglie il reggiseno e mi fissa il petto, prima di baciarlo con passione. Gemo, mi sento bene, con le sue labbra sul mio corpo. Scende verso l’ombelico, mi toglie i jeans, si spoglia. E’ così bello che quasi mi tornano le lacrime. Mi bacia dolcemente prima di entrare in me, per alleviare le mie sofferenze. Tutto il dolore del mondo non sarebbe stato pari alla gioia e al piacere di sentirlo per un solo minuto dentro me, di ricevere le sue attenzioni, di poterlo stringere e baciare mentre insieme raggiungiamo l’orgasmo. Sono sfinita, ma lo guardo negli occhi, che sono così pensierosi e velati di malinconia. “Cosa c’è?” gli chiedo, forse si è già pentito. “Sei così bella e io non me ne ero mai accorto. Perdonami.” Mi bacia, non voglio lasciarlo andare, mai più. “Non te ne andare..” gli sussurro “Se vuoi, posso restare anche tutta la vita.” “Vorrei tanto potessi farlo davvero..” dissi abbassando lo sguardo. “Chi mi vieta di farlo? Tu, non vuoi?” mi chiede “No..certo non io.. ma..” la tua ragazza.. “Non farai l’amante, mai. Non voglio usarti come un oggetto. E’ ora che anche tu abbia la tua storia felice. Ed io sono qui, per te.”

Pov Mattia.
Spiegare a parole quello che ho provato facendo l’amore con lei è impossibile. Non c’è mai stata, con nessun altra quest’alchimia, questo desidero e questa dolce elettricità che ci ha legati. Vedo che lo legge nei miei occhi, la voglia che ho di farla felice, di provarci con lei, di provare ad amarla. E lei mi scruta e mi capisce, come ha sempre fatto. “La lascerò, oggi stesso.” Affermo mentre la vedo sussultare e cominciare a tremare. La stringo nelle mie braccia, la bacio e le giuro che non la farò più soffrire.



Auguro a tutte le ragazze che stanno leggendo
di trovare il vero amore
di essere felici
di conquistare il ragazzo dei loro sogni
anche se lui non sembra interessato.
Di non arrendersi e provarci fino alla fine
e non avere rimpianti.
un bacio, Teresa.

  
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