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Autore: Nomme de Plume    25/11/2007    20 recensioni
Era passato molto tempo da quando erano raffigurate solo tre facce sul monumento e trattenne il respiro quando Kakashi realizzò che il viso di Naruto non ci sarebbe mai stato
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: Traduzione, Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Titolo originale: It's Goodbye Time
Autore: Nomme de Plume
Traduttrice: yume
Capitolo: Capitolo unico
Note: I personaggi di questa storia sono tutti maggiorenni e comunque si tratta di personaggi immaginari e non di persone realmente esistenti.

E' il momento dei saluti



Tsunade camminava lungo il corridoio silenzioso dell'ospedale, i suoi tacchi toccavano lo sterile pavimento ed echeggiavano nelle pareti bianche. Quello era il piano sotterraneo del reparto di terapia intensiva, dove venivano ricoverati prigionieri di guerra e pazienti segreti. Non era usato da molti anni, finora, e quello spezzava il cuore di Tsunade con ogni passo che la portava verso la prima porta alla fine del corridoio.

Nessuno tranne lei e Shizune sapevano che quella stanza era in uso, e dubitava che i dottori e le infermiere dell'ospedale si ricordassero che la struttura sotterranea fosse lì; non era passato troppo tempo da quando Konoha era stata in guerra, ma era passato troppo tempo da quando dei nemici erano stati abbastanza deboli da essere catturati.

Si fermò davanti alla porta alla fine del corridoio, la mano allungata per aprirla. Esitò. Non riusciva ad affrontare quello che c'era dall'altra parte della porta, non voleva camminare in quella stanza buia e posare gli occhi sul suo sbaglio. Ed era il suo sbaglio. Sarebbe stato per sempre il suo sbaglio, non importava quello che dicevano tutti quelli del villaggio.

Stringendosi le labbra mentre cercava di trovare il coraggio del Godaime Hokage, Tsunade raddrizzò le spalle e si stampò un sorriso sul viso. La sua mano incontrò il freddo metallo della maniglia e la spinse giù, lasciando aprire lentamente la porta per non impaurire la persona che stava aspettando all'interno. Sentì il fruscio delle lenzuola quando il paziente si girò per guardarla.

"Buongiorno" sussurrò lei, abbastanza forte per essere udita ma non tanto da offendere le orecchie sensibili.

Il paziente tossì, e Tsunade dovette ricacciare indietro le lacrime, e una voce roca e affaticata ma ancora dannatamenet innocente e felice rispose "Buongiorno baa-chan"

La mano di Tsunade si strinse un momento attorno alla maniglia prima di calmarsi e camminare all'interno della stanza, lasciando la porta aperta per permettere alla luce del corridoio di entrare nella stanza buia.

"Da quantos sei sveglio?" raggiunse il braccio del paziente, controllando il battito e sospirando sentendo la pelle febbricitante. "Non hai dormito, vero?"

"Anou sa..."

"Naruto" disse in modo austero.

Gli occhi blu mantenevano la loro vivacità anche nelle sue condizioni, guardandola con umorismo. e lei si ritrovò a sorridergli sinceramente.

"Va bene Naruto. Magari se ti senti bene, possiamo farti sgusciare fuori così puoi stare un pò al sole. I suoi raggi caldi possono coccolarti e farti addormentare, così puoi appisolarti sull'erba soffice eh?" Tsunade si annotò mentalmente di preparare Shizune a passare la giornata a fare la guardia al ragazzo, quando una mano calda prese la sua mentre viaggiava lungo il suo corpo, il suo chakra che lo controllava.

"Grazie baa-chan. Ma...è il momento"

Tsunade pensò che il suo cuore avrebbe ceduto a quelle parole, il sorriso sereno del biondo si annebbiava alla sua vista mentre perdeva la sua lotta contro le lacrime. La mano teneva la sua saldamente, l'altro braccio si alzò per circondarla in un abbraccio mentre lei si incurvava in avanti e piccoli singhiozzi scuotevano il suo corpo.

"E' tutta" crollò, i suoi singhiozzi diventavano più alti. "E' tutta...colpa mia" singhiozzò, aggrappandosi al braccio del ragazzo più di quanto avrebbe dovuto.

"Come fa ad essere colpa tua?" la sua voce, anche se era ancora roca, era così calda mentre cercava di confortarla quando avrebbe dovuto essere lei a dargli conforto in quel momento. Quel pensierò la scioccò; doveva essere li per lui in quel momento. Quando tutto sarebbe finito, avrebbe potuto piangere.

"Se avessi fermato Orochimaru molto anni fa, se avessi fatto quello che doveva essere fatto, tutto questo non ti sarebbe successo" rispose quietamente mentre si asciugava le lacrime.

"Baa-chan, nessuno può biasimarti per quello che è successo in passato. Credevi nel tuo compagno di squadra, non è uno sbaglio. E oltretutto, sai che questo non è successo solo combattendo con Orochimaru. E' successo anche per aver combattuto con Akatsuki per tanti anni. E non c'è niente che avresti potuto fare per questo"

Come? Come poteva essere così comprensivo nella sua situazione miserabile? Come poteva cercare di rassicurarla? Perchè non stava sbraitando sull'ingiustizia di tutto quello? Dio sapeva che stava facendo la sua parte in tutto quello.

"Voglio ringraziarti baa-chan, per tutto quello che hai fatto per me da quando ho tredici anni. Sono stati lunghi, dolorosi, dieci anni di depressione, ma non rimpiango niente. Rifarei esattamente tutto perchè alla fine tutti si sono salvati. Non so se potrò mai redimermi agli occhi del villaggio ma non è importante in un momento come questo. Mi basta sapere di essere stato d'aiuto"

Le sorrise, uno di quei ghigni smaglianti che illuminavano una stanza e lei gli sorrise di rimando, con tutto il suo cuore. "Sei stato più che d'aiuto Naruto. Sei il nostro salvatore". Si chinò in avanti e posò un bacio sulla sua fronte scoperta, come aveva fatto anni prima.

"Grazie, sorellona" a Tsunade mancò il respiro, e poi qualcosa le venne posato sul palmo della mano, quella ancora stretta da Naruto. "Ti restituisco questo, visto che non posso realizzare il mio sogno"

Lei guardò in basso nella sua mano per vedere il suo ciondolo, il ciondolo del Shodai Hokage, posato sul suo palmo. I suoi occhi si inumidirono e poi saltò su Naruto ancora sorridente, i suoi occhi blu che brillavano anche nella leggera luce del corridoio.

"Non devi più sentirti triste Tsunade. Sono sicuro che tuo fratello è orgoglioso di te, come lo sono io". La mise giù e ricambiò il bacio sulla fronte e Tsunade non riuscì nuovamente a trattenere le lacrime anche se cadevano silenziosamente lungo le sue guance.

"Naruto" sussurrò.

"Per piacere portali tutti qui. Voglio salutare"

Tutto quello che riuscì a fare fu annuire con la testa.

"Se non riesci a trovare ero-sennin, per piacere digli che gli voglio bene e che gli sono grato per avermi preso come suo studente, per avermi insegnato il jutsu che ha salvato tante vite. Ringrazialo per il duro lavoro che ha svolto e per quanto mi ha aiutato a riportare indietro Sasuke. Ringrazialo per esserci stato quando avevo più bisogno di lui"

Tsunade strinse il ciondolo e se lo portò forte al petto, annuendo.

"Voglio bene anche a te baa-chan. Anche tu sei stata lì per me, anche se abbiamo avuto un inizio burrascoso ne?" e una risata stanca provenne dal biondo. Ci fu un silenzio serio e poi "Ti prego prenditi cura del mio villaggio ed in caso non ti vedessi...addio"

Tsunade lo strinse in un forte abbraccio prima di uscire dalla stanza nella maniera più calma possibile. Aveva bisogno di rimanere sola per un minuto, per sfogare il suo dolore e la sua frustrazione, per maledire qualsiasi stella funesta che aveva deciso di brillare nel giorno della nascita di Naruto, perchè sicuramente quel destino crudele poteva essere stato deciso solo dal cielo.

E poi avrebbe dovuto riunire tutti e dire finalmente la verità. Naruto non avrebbe scherzato su una cosa del genere; era arrivato il momento.

~*~

Stavano in piedi di fronte a lei, sui loro visi diverse emozioni per la situazione tra le loro mani. Tsunade vedeva allarme e confuzione, tacita paura e ansia, falsa noia; voleva vedere quelle emozioni ancora per un pò prima che orrore, angoscia e dolore prendessero il loro posto.

Shizune stava in piedi dietro di lei, lo sguardo basso e il viso triste, evitando lo sguardo di tutti che l'avrebbero vista piangere. Sakura stava di fronte alla scrivania, a sinistra, guardando interrogativamente Tsunade. Sasuke e Kakashi erano appoggiati al muro il loro pensiero rivolto ad altro - anche se sapeva che Kakashi non stava leggendo veramente il suo stupido libro, o semplicemente per sapere il motivo di quella chiamata.

Iruka era dall'altra parte rispetto a Sakura, di fronte alla sua scrivania, passando nervosamente da un piede all'altro, temendo brutte notizie senza dubbio riguardo Naruto, e Tsunade si chiese per un momento se avesse qualche sorta di sesto senso riguardo il suo figlio adottivo.

"Mi spiace di avervi richiamato da quello che avevate da fare" iniziò, sorprendendo un pò tutti dopo un lungo silenzio. "Ma è avvenuto qualcosa che richiede una veloce azione da parte vostra"

Guardò mentre Sasuke ora la fissava dritta negli occhi e Kakashi alzò gli occhi dal suo libro. Iruka rimase dritto, apparentemente quel suo sesto senso lo stava preparando al peggio. Sakura corrugò la fronte pensierosa e Tsunade chiuse gli occhi mentre proseguiva.

"Dieci anni fa Orochimaru attaccò Konoha e raggiunse parte dei suoi obiettivi prendendo l'Uchiha" Il diretto interessato le lanciò un'occhiataccia al ricordo del suo errore, lei lo sapeva, perchè l'aveva visto parecchie volte prima. "Fu in quel momento che l'Akatsuki cominciò a muoversi e raccogliere i jinchuuriki, Naruto prima di tutti.

"Quello fu anche il periodo in cui Naruto iniziò a...ad allenarsi" Stava per dire 'morire', ma sentiva di dover dare maggiori spiegazioni prima. Aprì gli occhi per vederli tutti. "Sapete che si stava anche allenando per controllare il chakra di Kyuubi per utilizzarlo in maniera efficiente. Avete visto la sua 'armatura' di volpe, e l'avete visto combattere. Ma l'avete anche visto perdere il controllo."

Restii assensi provennero dal team Kakashi, e Iruka continuò senza fare una piega. Tsunade pensò di aver visto una scintilla di comprensione negli occhi di Kakashi, anche se aveva paura che non comprendesse abbastanza.

"L'armatura da volpe che usa possiede il potere delle code, per metterla in termini migliori. Il numero delle code indica quanto potere ha. Nell'ultima battaglia con Orochimaru quattro mesi fa, tutti voi avete visto Naruto salvare questo villaggio, l'avete visto...uccidere Orochimaru. Avete visto quante code aveva"

Un breve flash di una volpe a sette code le riempì gli occhi della mente, e Tsunade sapeva che era lo stesso anche per gli altri. La stavano guardando intensamente, aspettando di sapere quello che doveva dire loro.

"Quello che la maggior parte di voi non sa, oltre Kakashi, è che Naruto continuando ad attingere al potere di Kyuubi e continuando a guarire immediatamente i danni provocati dal suo chakra gli causa l'accorciarsi della sua vita" Sakura e Iruka fecero dei sospiri angosciati, mentre Sasuke si era staccato completamente dal muro, rimanendo rigido al centro del suo ufficio con le mani lungo i fianchi.

Tsunade fece un respiro profondo e chiuse gli occhi. "Naruto sta morendo. E desidera salutarvi"

Un piccolo suono le fece aprire gli occhi e trovò Kakashi dritto contro il muro, la sua testa indietro e i suoi occhi fissi al soffitto, il suo libro chiuso era tenuto stretto dalla sua mano. Iruka era appoggiato alla scrivania, una mano lo sosteneva mentre l'altra copriva i suoi occhi senza dubbio pieni di lacrime. La mano di Sakura copriva la sua bocca, la sua testa si scuoteva leggermente in rifiuto. E l'Uchiha era ancora immobile al centro della stanza.

"Qu-questa è una bugia" balbettò Sakura. Tsunade la guardò tristemente e Sakura strinse gli occhi. "Naruto è in missione in questo momento, una missione solitaria in cui l'hai mandato tu un mese fa"

"Sakura..." sospirò Tsunade. "Naruto è stato ricoverato un mese fa a causa di una febbre cronica e di un'ulcera allo stomaco. Aveva attacchi improvvisi che lo lasciavano debole e senza difese. Il suo corpo stava collassando. Soffriva troppo per fingere ancora. Così l'ho ammesso nel piano sotterraneo di terapia intensiva e ho informato l'intero villaggio che era stato mandato in missione"

"Ma noi l'abbiamo visto partire" sussurrò Iruka con voce rotta.

Tsunade scosse lievemente la testa. "Voi avete visto Shizune partire, usando un henge. Naruto è rimasto al villaggio per tutto il tempo. Questa mattina mi ha dato finalmente il permesso di informarvi. Vuole vedervi. Vi prego, ricomponetevi e ritrovatevi qui tra un'ora"

Il suo tono non ammetteva repliche e quietamente uscirono dall'ufficio mentre si chiedevano se stava dicendo la verità. Beh, almeno Sakura e Iruka avevano i loro dubbi. Kakashi sapeva più che a sufficienza per capire che non avrebbe mai scherzato su un argomento come questo e chi sapeva cosa stava realmente pensando l'Uchiha; non aveva detto o fatto assolutamente niente.

Tsunade sospirò, lasciando cadere le lacrime sulla sua scrivania. E poi cominciò a piangere intensamente, infischiandosene di Shizune, ancora nell'ufficio. A chi poteva importare di una cosa del genere quando una persona che lei considerava una famiglia stava morendo e non c'era niente che lei potesse fare per fermare quel processo?

~*~

Iruka passò la sua ora cercando di trovare delle prove che l'Hokage stava mentendo, che Naruto non stava veramente morendo da qualche parte, morendo da solo da un mese a quella parte. Il primo posto in cui andò fu l'appartamento del biondo, dove rimase shockato per venti minuti buoni.

Tutte le cose di Naruto erano state portate via e il posto era completamente vuoto, immacolato, come se nessuno ci avesse mai abitato. Quando ritornò in sè, corse dall'affittuario e chiese cosa fosse successo alle cose di Naruto. Gli fu detto che l'Hokage in persona era venuta per svuotare l'appartamento un mese fa.

Passò i successivi quaranta minuti in rifiuto, come era sicuro stesse facendo Sakura. Poteva dirlo dal modo in cui impallidì mentre Tsunade li guidava all'interno dell'ospedale, verso un armadio delle provviste fuori dai piedi. Iruka si guardò intorno, cercando di trovare...qualcosa nelle facce di Sasuke e Kakashi. Kakashi apparentemente credeva in quello che aveva detto l'Hokage a giudicare dalla sua espressione chiaramente triste visibile dal suo occhio. E Sasuke...Sasuke era assente, come sempre, e Iruka si accigliò un pò al fatto che la morte di un compagno di squadra non fosse abbastanza per mettere qualche sorta di emozione su quel viso pallido.

E dovette chiudere gli occhi perchè aveva, indirettamente, ammesso a se stesso che Naruto stava morendo. Voleva disperatamente credere che non fosse vero, ma apparentemente non poteva ingannare se stesso.

Aprì gli occhi in tempo per vedere Tsunade fare dei sigilli per disperdere un jutsu su un muro e una porta apparì dove prima non c'era niente.

"Questa porta al piano sotterraneo di terapia intensiva. Ho pensato fosse meglio mettere Naruto qui, dove nessuno avesse avuto la possibilità di trovarlo e...fare qualcosa nel suo stato debole"

"Stato debole?" la voce di Sasuke dietro di lui era fredda e monotona e Iruka strinse i denti per trattenersi dal girarsi e colpire il ragazzo.

"Non può più usare il chakra senza provare dolore, quindi gli ho chiesto di non farlo. E comunque probabilmente non si sarebbe difeso, sapendo come ragiona" rispose tristemente e Iruka abbassò la testa. Sapeva fin troppo bene di cosa stava parlando.

Tsunade aprì la porta e cominciarono la loro marcia lungo le scale e Iruka si sorprese di vedere pareti bianche e scale piastrellate anche se stavano scendendo sottoterra. Il suono dei tacchi di Tsunade fecero fremere Iruka; suonavano così forti in quel silenzio, così stranieri in quel piano sotterraneo.

Quando finirono le scale Tsunade proseguì e Iruka notò una porta alla fine del corridoio, leggermente accostata, mentre le altre porte erano chiuse. Iruka ingoiò rumorosamente, lacrime minacciavano di uscire e correre lungo il viso. Il suo Naruto era lì, era da solo e sofferente da così tanto, e ora Iruka era costretto a dirgli addio. Non voleva, si rifiutava nella maniera più assoluta!

Tsunade si fermò fuori dalla porta, girandosi tristemente. "Uno alla volta, per piacere, e cercate di non stancarlo" Sembrò capire quanto fosse inutile quell'avviso, i suoi occhi si abbassarono verso il pavimento. Iruka sapeva che Naruto era il solo in grado di ridurre in quello stato l'Hokage, che poteva far mostrare così tante emozioni.

"Iruka" disse dolcemente Kakashi, una mano si posò sulla sua spalla per confortarlo. "Perchè non vai tu per primo? Sono sicuro che Naruto vuole vederti"

Iruka annuì silenziosamente prima di camminare nervosamente verso la porta. Non voleva entrare nonostante suo figlio fose lì dentro. Non poteva affrontare il fatto di perdere Naruto; era l'unica famiglia che era rimasta a Iruka.

La sua mano tremante spinse la porta aprendola lentamente e i suoi occhi si rivolsero verso il chiaro punto di capelli biondi all'interno della camera sterile. I brillanti occhi blu di Naruto lo guardavano contento e il suo generoso sorriso aiutò Iruka a rilassare la postura tesa che aveva prima di entrare.

Quella bocca sorridente si aprì e una straziante voce aspra disse un felicissimo "Iruka -sensei!"

Fu tutto quello che servì per far muovere Iruka, la sua mano chiuse la porta mentre lui si fiondò nella camera per correre al fianco di Naruto, travolgendolo in un caldo abbraccio. Le lacrime scendevano lungo il suo viso, i singhiozzi caldi si scontravano con i capelli di Naruto mentre si tenevano stretti l'un l'altro. Poteva sentire Naruto stringere i suoi vestiti, e piccoli tremiti passavano attraverso il ragazzo tra le sue braccia. E Iruka rimase stupito da quanto piccolo fosse ancora Naruto.

Si, era alto, appassionato e ventitreenne, certo non qualcuno che poteva dirsi piccolo. Ma tra le braccia di Iruka, mentre piangeva silenziosamente sui vestiti del chuunin, Naruto era quel dodicenne nella foresta di Konoha, mentre piangeva per qualcosa di cui non aveva colpa ma il prodotto di un destino crudele posto su di lui. E, anche se solo per Iruka, era stato il suo salvatore, salvandolo da una morte certa.

Non seppe per quanto tempo strinse Naruto, entrambi mentre piangevano, ma quando finalmente il biondo si allontanò dal suo corpo la schiena di Iruka si lamentava per il dolore. Così prese una sedia che si trovava vicino al muro e si sedette, guardando negli impossibili occhi blu di Naruto.

"Mi dispiace Naruto" sussurrò, i suoi occhi lasciarono il viso del ragazzo per posarsi sulle lenzuola.

"Per cosa Iruka-sensei? Non hai fatto niente di sbagliato"

"Oh si, l'ho fatto Naruto. Ti ho lasciato solo per un mese, da solo nel dolore, nel vuoto, al buio. Sarei dovuto essere qui per te"

"Non volevo che ci fossi Iruka-sensei" Iruka trattenne il respiro e guardò Naruto sorpreso. "No no Iruka-sensei! Intendevo solo dire che non volevo farti preoccupare. Non c'è niente da fare quindi il fatto che tu lo sapessi e che ti preoccupassi per un mese avrebbe solo reso le cose più difficili per tutti"

Iruka annuì, anche se continuava a pensare che avrebbe dovuto essere al fianco del biondo in ogni momento del suo tormento. Sedettero in silenzio per un momento e Iruka non voleva che Naruto gli dicesse addio così all'improvviso. Quindi prese la mano del ragazzo e disse la prima cosa che gli venne in mente.

"Cos'hai intenzione di dire agli altri?" Iruka guardò il gnigno volpesco passare sulle labbra di Naruto e fu quasi come se fosse il vecchio se stesso, in salute, rumoroso e pronto ad affrontare il mondo. Poi divenne un sorriso gentile ed improvvisamente Iruka temette per gli altri.

"Gli dirò che li amo"

Iruka gli sorrise, le sue dita passavano sulla pelle febbricitante della mano. Ma poi gli venne in mente una cosa e il suo sguardo si fece serio.
"Questo significa che lo dirai anche a lui vero?"

Il sorriso svanì dal viso di Naruto e scosse la testa tristemente. "No, non glielo dirò. Non posso. Gli farebbe solo male e non è quello che voglio lasciargli, quando non riuscirebbe a ricavarne altro che la consapevolezza e il dolore della perdita, ammesso che provi lo stesso, lo sai?"

Iruka poteva vedere la logica in quel modo di pensare, ma non significava che fosse d'accordo con esso. Ma era quello che voleva Naruto, quindi Iruka non disse altro al riguardo. Rimasero semplicemente in un lungo silenzio prima che Naruto prese le sue mani.

"Ti voglio bene Iruka. Mi hai dato quello di cui avevo bisogno ancora prima di capire di averne bisogno. Mi hai dato rispetto, amore, una famiglia...So di non aver ricambiato la tua gentilezza in minima parte, ma voglio che tu sappia che mi ha fatto andare avanti in più di un'occasione e questo è tutto quello che potevo chiedere"

Perchè? Perchè era rimasto senza parole? Perchè era così debole che tutto quello che potè offrire al ragazzo che considerava suo figlio furono lacrime e strazianti singhiozzi?

"Ti voglio bene Iruka. E addio"

~*~

Sakura era in piedi nel corridoio con il resto del team e Tsunade. La donna si era rifiutata di lasciarli e di tornare al suo ufficio, ma non fece altro che stare appoggiata al muro e guardare nel vuoto. Dopo quella che sembrò un'eternità e Iruka ancora non era uscito, Sakura si girò verso la sua maestra ed esitante pose una domanda.

"Tsunade-shishou quando...q-quanto gli rimane?" sentì degli occhi puntati sulla sua schiena, poi il presentimento si calmò, sapeva che i suoi compagni di squadra stavano guardando Tsunade in attesa di una risposta.

Tsunade chiuse gli occhi e sospirò prima di rispondere. "Non molto Sakura. Probabilmente sta usando le sue ultime forse per salutare, poi possiamo solo aspettare la fine"

"Cosa diremo agli amici di Naruto?" chiese Kakashi da dietro di lei.

"Naruto non vuole preoccuparli prima che sia assolutamente necessario. Ha chiesto che gli risparmiassi la verità fino al funerale. E così sarà" Sakura sussultò leggermente al fuoco che bruciò negli occhi della donna. "Anche se dovessi radere al suolo questo villaggio, onorerò quel ragazzo come l'eroe che è"

Sakura evitò i suoi occhi, oscurata da quello che Tsunade stava dicendo. Era ovvio che le persone del villaggio non avrebbero voluto ricordare Naruto anche dopo che li aveva salvati. Era ancora il contenitore di Kyuubi per loro, un'arma che a malincuore ammettevano di aver bisogno, e Sakura si sentì umiliata per il fatto che lei era proprio come loro. Aveva odiato Naruto, anche se non a causa di Kyuubi. No, il suo crimine era più grande, molto più doloroso per il biondo shinobi perchè lei odiava Naruto semplicemente perchè lo facevano tutti. Non c'era una ragione per il suo odio, era solo così.

E non importava quanto cercava di giustificarsi, quanto cercava di convincersi di aver pagato il suo debito avendo capito veramente Naruto e diventando veramente suo amico, sapeva di non essere nemmeno vicino ad una redenzione per quello che aveva fatto, per quello che aveva provato all'inizio per il ragazzo.

La porta si aprì rivelando un Iruka dagli occhi rossi e tutti rivolsero a l'attenzione a lui. Sakura poteva vedere le tracce delle lacrime sul suo viso ed all'improvviso per lei divenne più reale. Naruto stava morendo. Stava morendo e non c'era niente che nessuno di loro potesse fare. Neanche la tanto temuta e potente Kyuubi.

"Vuole vedere Sakura" disse piano Iruka, la sua voce densa di lacrime non versate.

"Me?" chiese lei stupita. Pensava sarebbero entrati in ordine di importanza per Naruto. Non pensava di essere la prossima.

Iruka le sorrise gentilmente. "Si. Dice che ha bisogno di un piccolo raggio di sole che illumini questa giornata"

Sakura si coprì la bocca con una mano per trattenere un sussulto che voleva scappare. Lei, un raggio di sole? No, se qualcuno era un raggio di sole quello era Naruto. Solare, caldo, allegro, brillante Naruto.

Cautamente si fece strada verso la porta, spingendo per aprirla piano, i suoi occhi a terra. Una volta attraversata la porta si girò per chiuderla, la sua schiena rivolta all'ospite della camera. Dopo qualche respiro profondo, affrontò il paziente e alzò i suoi occhi dalle coperte. Il viso sorridente di Naruto catturò immediatamente la sua attenzione, i suoi occhi gioirono, il suo sorriso si aprì sul suo volto.

"Ohayo, Sakura-chan!"

Non potè trattenere un piccolo sorriso che le venne alle labbra; Naruto aveva sempre quell'effetto anche nei momenti peggiori. Camminò lentamente verso la sedia a fianco del letto e si sedette, stando attenta ad evitare i tubi e i fili che si vedevano da sotto le coperte.

"Ohayo Naruto. Come stai?"

"Non sono mai stato meglio Sakura-chan!" i suoi occhi si aprirono per mostrare il color blu brillare di gioia.

Ed improvvisamente lei non riuscì a trattenere la tristezza. Si piegò in due sulla sedia e pianse, il suo intero corpo era scosso dai singhiozzi senza pietà. Sentì una mano posarsi sulla sua schiena, cercando di confortarla e di mandare via la tristezza.

"Sarei...sarei dovuta...uscire con te" singhiozzò, l'unica cosa che le era venuta in mente di dire, i suoi occhi chiusi per scacciare l'immagine di Naruto, chiassoso Naruto, confinato in un letto d'ospedale.

"Stai dicendo che finalmente uscirai con me?" chiese speranzoso il biondo e Sakura pianse più forte. Non c'era tempo per quello. Perchè Naruto non la stava prendendo più seriamente? "Mi dispiace Sakura-chan! Mi dispiace! Non dobbiamo uscire! Davvero!" cercò di rassicurarla.

Fece scattare la sua testa e schioccò una mezza occhiata al suo compagno di squadra. "Non scusarti Naruto! E non far finta che non stia succedendo niente, come se ti alzerai e andrai avanti! Ti ho osservato per la maggior parte della nostra vita di shinobi. Non hai mai fatto niente per te stesso; era per me o per Sasuke, Iruka o Kakashi-sensei, Tsunade-sama o Jiraiya-sama. Non è mai stato per te stesso! Solo per questa volta, sii egoista. Dimmi quanto questo ti faccia schifo o quanto ti manca il ramen. Grida al cielo che questo non è giusto! Fa qualcosa"

Continuò a piangere mentre il suo sfogo incontrò il silenzio. Poi la mano di Naruto si posò sulla sua guancia e lei notò quanto fosse calda. Le sue dita le asciugarono le lacrime che scendevano lungo la sua pelle.

"Grazie Sakura-chan. E' più di quanto possa chiedere"

"Di che cosa stai parlando?" sussurrò.

"La tua preoccupazione; è più di quanto possa chiedere" i suoi occhi si spostarono per un momento da lei, guardando qualcosa proprio sopra la sua testa, forse il suo hitai- ate da quanto poteva sentire. "So che non ti piacevo, Sakura-chan, tutto quello che ero per te era essere un peso e una nullità."

Voleva ribattere, ma non potè; era vero.

"Litigavo costantemente col tuo prezioso Sasuke-kun ed ero ossessionante nella mia richiesta di attenzione. Ci ho anche messo così tanto per riportare indietro Sasuke, come promesso"

Sakura strinse disperatamente la mano ancora posata sulla sua guancia. Voleva rimproverarlo, dirgli che doveva biasimarsi per quello che aveva fatto o quello che era successo. Sapeva che Naruto era il tipo di persona che prendeva il peso del mondo sulle sue spalle, da sopportare il peso da solo fino al limite e anche dopo.

"E dopotutto ti preoccupi ancora per me. Mi tratti ancora come un amico"

"Tu sei mio amico!" gridò Sakura, saltando dalla sedia e stringendolo in un abbraccio. "Sei mio amico, il mio compagno di squadra! Naruto, non pensare mai una cosa diversa. Ti voglio bene!"

Sentì ancora quella mano che la confortava e lacrime corsero libere lungo il suo viso al pensiero che anche se lei avesse tentato di confortarlo, era Naruto quello che la consolava.

"Anch'io ti voglio bene Sakura. Sei la mia famiglia. Sei una bellissima, forte donna e posso solo ringraziare il cielo il fatto che tu sei parte della mia vita. Infatti, se non fossi innamorato di qualcun altro, ti avrei fatta mia moglie anni fa"

Sakura rise a quelle parole chiedendosi cosa avrebbe risposto alla domanda di Naruto. Non sarebbe stata così secca e dura come dieci anni prima. Amava Naruto, si, forse anche più di un amico ma sapeva di non poter dare al ragazzo quello di cui aveva bisogno, pensava che non sarebbe mai stata in grado di farlo felice dopo il modo in cui l'aveva trattato quando erano più giovani. Così rise, stringendo forte Naruto, non volendolo lasciar andare.

"Addio Sakura-chan. Mi mancherai" Lei gli disse che gli sarebbe mancato e lui le posò un bacio sulla guancia. "Prenditi cura del teme per me, ne?"

C'era così tanto amore e dolore in quell'ultima richiesta che le parole di prima di Naruto le gridarono nella mente. Se non fossi innamorato di qualcun altro...

E il cuore di Sakura si spezzò.

~*~

"Sei tremendamente silenzioso Sasuke, anche per te" disse Kakashi mentre si appoggiava al muro al fianco dell'Uchiha.

"E tu tocchi il tuo libro da pervertiti da oltre due ore" fu la fredda risposta.

Kakashi sospirò. Quella era una situazione in cui non poteva trattenere le emozione mentre leggeva qualche romanzo di terza categoria. La morte di Naruto avrebbe lasciato una cicatrice indelebile nella sua anima, nel suo cuore; non aveva bisogno di aggiungerci il rimorso leggendo il suo libro in un momento del genere.

La porta si aprì e spezzò il silenzio teso che si era creato e Kakashi vide uscire Sakura pallida e con gli occhi rossi. Si passò la mano sugli occhi cercando di asciugare le lacrime e il jounin guardò mentre Iruka si alzò e strinse la kunoichi. Lei sorrise incerta prima di rivolgere i suoi occhi verdi a Kakashi.

"Vuole vedere te Kakashi-sensei"

Prima di Sasuke? Kakashi guardò verso il silenzioso Uchiha, ma Sasuke teneva gli occhi chiusi e la testa appoggiata al muro. Chiuse l'occhio e trattenne un sospiro che voleva accompagnarsi all'azione. Si rigirò semplicemente e camminò verso la porta che l'avrebbe condotto da Naruto.

Oltrepassò tranquillamente la soglia, la mano posizionata e pronta al suo saluto preferito, ma si fermò quando notò lo sguardo del suo studente osservare serenamente la foto del monumento degli Hokage appesa al muro. Era passato molto tempo da quando erano raffigurate solo tre facce sul monumento e trattenne il respiro quando Kakashi realizzò che il viso di Naruto non ci sarebbe mai stato.

Il suo viso, così dolorosamente simile all'uomo a cui Kakashi aveva voluto così bene, non avrebbe mai guardato verso le persone che voleva proteggere da dieci anni, alle persone che aveva protetto con la sua vita in più di un'occasione. E per quello Kakashi si sarebbe sempre pentito.

Poi i brillanti occhi blu di Naruto si girarono verso di lui e Kakashi si ritrovò a sorridere, incapace di fronte all'esuberanza del giovane.

"Kakashi-sensei!"

"Yo Naruto. Come stai?"

Il sorriso smagliante di Naruto si trasformò in gentile e fece cenno a Kakashi di sedersi vicino a lui. "mi sento piuttosto sollevato in questo momento"

Non aspettandosi una cosa del genere, Kakashi sobbalzò leggermente. "Sollevato?" Come poteva Naruto, il ragazzo così pieno di vita, essere sollevato di morire?

"Beh, visto che sto morendo, ciò significa che anche Kyuubi morirà. Il villaggio sarà finalmente in grado di stare in pace e felice. Sono sollevato di poter fare una cosa del genere per loro"

"Naruto" sospirò Kakashi. "Tu...tu non stai facendo questo per loro. Stai passando tutto questo a causa loro"

"Cosa intendi Kakashi-sensei?" Naruto gli stava rivolgendo quel falso ghigno, quello che nascondeva il suo doloro e al jounin faceva male vedere che il ragazzo lo stava usando con lui in quel momento.

"Sono il primo ad ammettere che non hai avuto una delle vite più felici Naruto. E non posso fare a meno di chiedere se noi, se io, avessimo fatto le cose diversamente, se questo non fosse successo, tu avresti continuato a vivere"

"Ma sono felice Kakashi-sensei! Ho battuto Orochimaru! L'Akatsuki non metterà mai le mani su Kyuubi. E il villaggio non dovrà più soffrire la mia presenza. Correggimi se sbaglio, ma se la mia morte porterà tutte queste cose, non ne vale la pena?"

"Si" sussurrò Kakashi, triste per il fatto che la morte di Naruto avrebbe portato una serie di aspetti positivi.

"Va tutto bene Kakashi-sensei. Ho vissuto una buona vita. Intendo, andiamo. Ho sviluppato un efficace jutsu diversivo quando ero ancora un bambino, ho imparato un jutsu proibito quando avevo dodici anni, sono stato una delle prime tre persone a passare il test del campanello del copia ninja e mi sono allenato sotto la guida di uno dei sannin leggendari per più di due anni! E' più di quanto la maggior parte dei ninja possa fare in tutta la sua vita e sono riuscito a fare tutto prima di avere quindici anni. Ho salvato la vita di un Hokage. Diavolo, giusto perchè è vero, posso dire di aver combattuto contro tutti e tre i sannin ed essere sopravvissuto. E la mia più grande impresa: ho riportato indietro Sasuke. Posso non avere il rispetto che merito, ma sono felice di tutto questo e non farei niente di diverso. Eccetto forse assicurarmi che quel teme non se ne vada dal principio ma quel che è fatto è fatto"

"Ma Naruto..."

Naruto scosse la testa. "Basta così Kakashi-sensei. Parliamo d'altro. Come per esempio, ti prenderai buona cura del mio Iruka-sensei quando me ne sarò andato?"

Kakashi lo fissò semplicemente, un leggero rossore sulle sue guance. Come...?

"Dovrai essere forte per lui. Sarà triste per me, sono sicuro, e farà finta di stare bene ma lo conosco. Dentro di sè sarà triste quindi tu dovrai essere lì e dirgli che non sono triste; non sono amareggiato. Sono sollevato e felice, non di morire, ma di fare qualcosa di significante con la mia vita alla fine"

Kakashi potè sentire una lacrima negli occhi. Li chiuse, cercando di mandarla via, non volendo mostrarsi debole di fronte all'immensa forza di Naruto. Lasciare a Naruto il compito di pensare agli altri anche quando era lui ad averne bisogno.

"Non gli ho detto una cosa perchè stava diventando un pò emotivo" calcò Naruto. "Glielo dirai da parte mia?"

Kakashi annuì. "Tutto Naruto. Cosa?"

"Potresti dirgli che sono sempre stato felice del fatto che lui fosse parte della mia vita, che era la mia famiglia? Ho sempre pensato a lui come ad un padre. Ogni volta che stavo per fare qualcosa il mio primo pensiero era 'cosa penserà Iruka-sensei?' e 'spero di renderlo orgoglioso'. Non ho mai avuto un padre, ma penso che queste siano cose che un figlio si chiederebbe, quindi, si"

Rimasero entrambi in silenzio per un momento, quell'irritante lacrima era ancora negli occhi di Kakashi. Fissò un punto nel muro di fronte a lui, volendo asciugarsi ancora quella lacrima.

"Anche tu Kakashi-sensei"

Kakashi venne richiamato dalla sua contemplazine. Si voltò per guardare negli improvvisamente occhi seri di Naruto. "Cosa?"

"Anche tu sei come un padre per me" a Kakashi morì il respiro in gola. "Hai fatto così tanto per me, anche apparire per assicurarti che mangiassi le verdure, anche se non mi piacciono proprio. E anche se ero un pò arrabbiato per il fatto che tu allenassi Sasuke per l'esame chuunin e non me, ero-sennin mi ha detto che Ebisu ha un controllo del chakra quasi perfetto ed era quello di cui avevo più bisogno dal tuo punto di vista. Quindi in un certo senso, stavi pensando a me. E, se dobbiamo essere onesti, se mi avessi allenato non sarei mai stato in grado di allenarmi con l'ero-sennin ed di imparare il Rasengan"

Kakashi guardò in basso, oscurato per quello che Naruto aveva casualmente detto. Si ricordava come si era sentito quando Naruto era tornato dall'allenamento, di quanto era sopraffatto dai probabili progressi di Naruto. Finalmente aveva visto l'inizio del potenziale di Naruto come eccellente shinobi, o per meglio dire aveva finalmente visto il grande Ninja che era.

"Sono davvero onorato di aver fatto parte del tuo primo team di genin, Kakashi-sensei. E sono stato fiero di essere stato tuo eguale nel team Kakashi per tanti anni. Posso non aver mai raggiunto il livello jounin come Sakura e Sasuke ma non mi hai mai fatto sentire debole o inferiore. E so che sei una persona molto privata, Kakashi-sensei, ma è come se fossi la mia famiglia. Sei la mia famiglia. E ti voglio tanto bene"

Kakashi si alzò in piedi, non riuscendo ad affrontare ancora Naruto. Quel ragazzo - giovane uomo - era così solare. Aveva avuto i suoi momenti di tristezza e rimpianto, ma dopotutto era un concentrato di felicità e luce. Era impossibile pensare che stesse morendo, che quella luce si stava per spegnere per sempre.

Braccia abbronzate lo raggiunsero, tremando leggermente per lo sforzo di tenersi alzate e Kakashi non riuscì a trattenere un piccolo sospiro. Il ninja più forte che avesse mai visto aveva difficoltà a tenere alzate le braccia e questo faceva male a Kakashi. Dita tremanti spinsero in alto il suo hitai-ate, rivelando lo Sharingan e le altre dita tirarono leggermente la sua maschera.

La mano di Kakashi si alzò automaticamente per fermarlo, per fermare quelle dita così calde contro la sua guancia. E Naruto gli rivolse un sorriso gentile, un sorriso che Kakashi scoprì così dolorosamente famigliare e lasciò cadere la mano sul suo fianco. Le dita tornarono al suo lavoro e poi la maschera cadde sul suo collo. Il sorriso di Naruto si intensificò.

"Beh, guarda quanto siamo affascinanti" quelle dita calde arrivarono al suo occhio sinistro e tracciarono la cicatrice che correva verticalmente lungo il suo viso. Le mani di Naruto lo tirarono giù e labbra calde e screpolate gli baciarono l'occhio sinistro. "Questo occhio mi ha salvato molte volte, Kakashi-sensei. Ti prego, non pensare mai che sia una maledizione"

Naruto lo attirò in un abbraccio e lacrime silenziose corsero lungo le sue guance esposte.
"Naruto..."

"Addio Kakashi-sensei"

~*~

Sasuke era prossimo a colpire qualcosa. Se Sakura non avesse smesso di piangere, sarebbe stata lei il bersaglio, pensò con irritazione. Sasuke non capiva perchè fosse così sconvolta. Quello era solo un altro scherzo del dobe e non appena avesse convinto tutti che stava morendo, sarebbe balzato in piedi gridando che non poteva credere che tutti ci avessero creduto.

Beh, Sasuke non aveva intenzione di cascarci.

La porta della stanza di Naruto si aprì e uscì Kakashi. Non stava piangendo come gli altri, ma Sasuke poteva vedere l'alone rosso nel suo occhio e il leggero gonfiore della pelle.

Hn, quindi anche Kakashi ci era cascato, pensò.

Il jounin non disse niente, camminò semplicemente dagli altri e si fermò con le mani in tasca. Dopo un momento, Kakashi tirò fuori il suo libro e lo aprì, facendo finta di leggerlo mentre camminava lungo il corridoio in direzione delle scale.

Nessuno lo fermò. Iruka e Sakura stavano guardando a terra e l'Hokage era ancora appoggiata al muro, i suoi occhi chiusi e il respiro profondo. Sasuke fece un duro suono in gola e si mosse per seguire Kakashi lungo il corriodio.

"Sasuke" sentì Iruka chiamare, "Non entri?"

Si fermò e guardò oltre la sua spalla. "Non ha chiesto di me", alzò le spalle e si girò. Ma prima di poter fare un'altra mossa, Sakura fu di fronte a lui e la sua mano aveva schiaffeggiato la sua guancia.

Meravigliato di non averlo visto arrivare, Sasuke si mise una mano sulla guancia offesa e guardò sorpreso Sakura. Lacrime stavano correndo lungo il suo viso ma i suoi occhi erano duri e brillavano minacciosi, uno scintillio che poteva venire solamente dalla consapevolezza di aver sviluppato la forza disumana dell'Hokage.

"Che ti abbia chiamato oppure no, devi entrare! Come pensi possa sentirsi nei suoi ultimi momenti se il suo migliore amico non si è fatto nemmeno vedere per salutarlo?"

Sasuke ritrovò finalmente la sua calma indifferenza prima di lanciarle una fredda occhiata. "Non ci saranno ultimi momenti. Naruto non sta morendo"

Gli occhi di Sakura si spalancarono e il suo viso impallidì. Le sue mani tremanti erano ancora lungo i suoi fianchi e la sua bocca fece numerosi tentativi prima di riuscire a dire qualcosa. Guardò a terra, le labbra strette e scosse la testa. E quando guardò ancora a lui, quegli occhi verdi erano così pieni di tristezza che Sasuke a momenti non fece un passo indietro.

"Mi dispiace che tu ti senta così, Sasuke-kun. Ma visto che ti senti così, scherzerai almeno con lui? Giocare con lui per adesso, sai?" la sua voce stava tremando, come se si stesse trattenendo dal piangere o gridare, probabilmente entrambi.

Lui voleva deriderla e continuare, voleva spingerla via, lei e la sua tristezza. Invece, Sasuke girò i tacchi e camminò verso la porta, esitando per un breve momento prima di entrare sbattendo la porta. Rimase in piedi guardando il letto, fissando freddamente il giovane biondo e i suoi occhi si strinsero quando videro una faccia sghignazzante.

"Puoi smettere di giocare dobe. So cosa sta succedendo"

Uno scintillio furbo entrò in quei vividi occhi blu. "Oh? E cosa sta succedendo teme?"

Le labbra di Sasuke si alzarono in una smorfia. "Questo è solo uno scherzo di cattivo gusto. Non stai morendo. Questo è solo un altro scherzo di Uzumaki Naruto per ricevere attenzioni, perchè non riesci ad ottenerle in altro modo. Sei un ninja senza talento e non sarai mai Hokage, quindi tutto quello che ti è rimasto è questo"

"Tsk, tsk Sasuke. E' piuttosto duro, sai, specialmente visto che giusto quattro mesi fa sono stato io a battere il serpente"

Sasuke strinse i denti a quel ricordo. Non era lui a negare che Naruto l'avesse fatto, ma proprio perchè non è morto allora era semplicemente oltraggioso credere che quell'idiota stesse morendo adesso.

"Sono contento che tu sia venuto a trovarmi, bastardo"

"Non che abbia avuto scelta. Sakura era pronta a spaccarmi la testa"

"Posso solo immaginare"

"Basta con le chiacchiere. Esci da quel letto. Questa cosa finisce ora" Sasuke camminò verso il letto e prese un braccio di Naruto, ma la pelle stava scottando e lui allontanò la sua mano sorpreso.

"Gee, mi piacerebbe uscire dal letto bastardo, ma in questo momento fa troppo male" il broncio di Naruto si addolcì e i suoi occhi divennero distanti, la sua voce calma nella stanza silenziosa. "Che ne dici tra un pò? Puoi portarmi fuori tra le tue braccia e distendermi sull'erba. Poi diventerà un pò caldo, ma solo per un minuto, non ci vorrà molto. E quando sarà tutto finito potrai mettermi in qualcosa di carino e figo, magari qualcosa con una piccola pezza, sai? E poi potrò dormire in pace per tanto tempo. Si, suona veramente bene"

Sasuke fissò il pavimento, confuso, per un momento prima di alzare gli occhi e trovare delle lacrime in tristi occhi blu. Naruto non stava guardando lui, piuttosto qualche punto nello spazio, dipingendo qualcosa che gli faceva male. Poi una lacrima scivolò libera e corse lungo una guancia baffuta e Sasuke si chiese quan'era stata l'ultima volta che aveva visto piangere Naruto. Non riusciva a ricordarlo, era passato tanto, o forse non aveva fatto attenzione come avrebbe dovuto ma sapeva con tutto il cuore che Naruto non piangeva mai a meno che non fosse veramente sconvolto o addolorato. O se qualcuno era morto. Stava morendo.

Naruto stava morendo.

Fu una rivelazione improvvisa, come se una voce nel profondo della sua testa gilelo stesse gridando, "te l'avevo detto!" il respiro di Sasuke divenne veloce, riempiendosi di sussulti e si diresse alla sedia vicino al letto così da non dover cadere a terra. Parole rotte cercarono di uscirgli dalle labbra e notò che Naruto si protese freneticamente verso di lui.

Sasuke spinse via da lui quello braccia, non volendo che Naruto lo toccasse. Non c'era niente che non andava in lui. Non aveva bisogno di essere aiutato da quel dobe. Stava bene!

Ci fu un gran fracasso mentre la sedia si schiantava e si rompeva contro il muro rompendo il duro silenzio che era riempito solo da respiri. Liberò la lingua e le parole uscirono come non avevano fatto prima, la sua voce più tesa ed emotiva di quanto potesse mai ricordare.

"Perchè stupido idiota! Perchè sta succedendo questo? Che diavolo hai fatto? Che diavolo hai fatto per fare un casino del genere, per...per...?"

E si ritrovò a piangere, più di quanto avesse fatto per la sua famiglia, perchè cazzo quello non sarebbe dovuto succedere a Naruto! Strinse gli occhi. Se non lo vedeva, non stava succedendo.

"Come puoi morire dobe?" urlò. "Hai sempre affrontato persone più forti di te, ti sei sempre allenato fino allo stremo delle forze, e io ti ho fatto un cazzo di buco nel petto! Non sei morto per nessuna di queste cause, come puoi morire adesso?"

Stava tremando, qualcosa che era sicuro non sarebbe mai successa al freddo Uchiha e braccia calde e tremanti lo circondarono, cercado di stringerlo ma mancavano di forza. Aprì gli occhi e la visuale fu interrotta da una massa di capelli biondi.

"Così, così Sasuke. Va tutto bene. Lasciati andare, lascia andare tutto"

Che cazzo? Quell'idiota lo stava deridendo? Spezzò l'abbraccio e guardò negli occhi sorridenti di Naruto. Erano ancora attraversati dalle leggere linee di tensione e di dolore. Guardò la figura intera del dobe, notando il tremore dell'intero corpo, il mondo in cui le gambe una volta forti ora lo tenevano a malapena in piedi.

"Torna a letto idiota" Sasuke si azzardò a toccare ancora la pelle che scottava per guidare Naruto a letto.

"Perchè, Sasuke, vuoi unirti a me forse?" Naruto lo stava sbirciando, e Sasuke accettò quasi l'offerta, dimenticandosi per un momento dov'erano e cosa stava succedendo, proprio a causa del potere che avevano quegli adorabili occhi. Poi Naruto rise dolcemente, risata che si trasformò in tosse e che riportò Sasuke alla realtà.

Aiutò Naruto a rimettere a posto il letto e si guardò intorno in cerca di un'altra sedia. Ce n'era un'altra vicino alla porta del bagno quindi la prese e si sedette vicino al letto di Naruto. E non dissero niente. Ma era un silenzio confortante, proprio come quelli che condividevano sui campi di battaglia dopo un incontro particolarmente bello in cui nessuno dei due riusciva a muoversi e così finivano per rimanere distesi a terra fino a sera, guardando le stelle salire in cielo.

"Ho qualcosa per te" disse improvvisamente il biondo e Sasuke lo guardò interrogativamente. Naruto superò Sasuke e prese qualcosa dal tavolo. "Voglio che tu abbia questo. E' la mia ultima proprietà e voglio che l'abbia il mio migliore amico"

Sasuke guardò in faccia Naruto mentre qualcosa gli veniva posato sulla mano. Era calmo anche se i suoi occhi erano ancora pieni di lacrime. Un dolore profondo si insinuò nel suo petto quando abbassò lo sguardo su quello che gli aveva dato Naruto.

I suoi occhi si allargarono in stupore quando riconobbe l'hitai-ate di Naruto, il metallo battuto su una stoffa nera. Tracciò col dito la foglia al centro, ricordando quanto significasse il coprifronte per Naruto, quello che aveva passato per averlo, per tenerlo.

"Naruto, non posso tenerlo"

"Beh, non mi serve dove sto andando" disse lievemente e Sasuke strinse il coprifronte.

"Perchè sei così" fece un gesto vago con la mano "Per questo? Perchè non sei arrabbiato? Perchè non hai paura?"

"Oh, ho paura teme. Ho più paura di quanta ne abbia mai avuta in tutta la mia vita" sussurrò. "Sto lasciando tutto quello che mi è caro, tutto quello che amo" Sasuke trattenne il respiro alla parola 'amore', qualcosa gli strinse il petto in una morsa dolorosa. "E sono arrabbiato. Ho solo ventitrè anni e non sono ancora diventato Hokage. Ma come ho detto a Kakashi-sensei, sono quasi sollevato. Adesso tutti possono avere pace, io e il villaggio"

Sasuke mosse la testa in modo che i capelli gli coprissero gli occhi. La mano strinse l'hitai-ate ancora di più. "Io non avrà pace dobe" disse piano. "Eri l'unica fonte di felicità che abbia mai avuto in vita mia da quando ero bambino. Cosa farò quando te ne sarai andato?"

"Avrai le persone che ti amano e le persona che mi amano, per quanto poche siano, e tutti vivrete fino a quando sarete vecchi e decrepiti e quando mi raggiungerai dall'altra parte riuscirò finalmente a predere a calci quel tuo culo!" la risata brillante di Naruto riempì la stanza e a Sasuke faceva male sapere che quella sarebbe stata l'ultima volta in cui sarebbe riuscito a sentirla.

E in quel momento fu imperativo per Sasuke ammettere quello che negava da anni.

"Naruto" lo chiamò, i suoi occhi puntati in quelli blu. "Naruto io ti a-"

"Mi prenderesti un pò d'acqua teme?" Sasuke lo fissò e poi lanciò un'occhiataccia a Naruto per averlo interrotto. Ma quando il biondo cominciò a tossire violentemente Sasuke appoggiò l'hitai-ate e andò in bagno. Mentre tornava con un bicchiere d'acqua, pensò di aver sentito Naruto dire qualcosa dal letto.

"Cos'hai detto dobe?" Sasuke non ricevette risposta, quindi immaginò fosse un insulto che Naruto non osasse ripetere dove poteva essere sentito. Sbuffò divertitò e camminò dal bagno fortificandosi per finire quello che aveva iniziato.

Piantando il bicchiere in faccia a Naruto chiuse gli occhi e sussurrò "Ti amo!"

Quando non ricevette risposta, Sasuke aprì gli occhi. Naruto era disteso a letto, gli occhi chiusi e il palmo della sua mano aperto vicino a lui. C'era un sorriso pacifico sul suo viso e le linee di dolore che c'erano attorno ai suoi occhi e la bocca se n'erano andate.

Un freddo terrore riempì Sasuke e tremando poggiò l'acqua sul tavolo vicino. Allungò una mano e la passò sulla guancia di Naruto chiamando il suo nome dolcemente. La pelle non era calda com'era quando era entrato e quel freddo terrore si trasformò in un bruciante dolore mentre le dita controllarono ogni posto dove si potesse sentire la pulsazione. Ma le sue dita trovavano solo pelle tiepida e cominciò di nuovo a piangere.

"No Naruto. No. Non sei morto. Non lo sei" La testa di Sasuke cadde fino ad appoggiarsi quasi sul corpo immobile di Naruto. Il suo pugno si alzò contro la sua volontà e si posò sul petto di Naruto. Poi lo fece ancora. E ancora. E si aggiunse la sua voce, chiamando il nome di Naruto fino a quando arrivò ad urlarlo e la gola fu secca.

Non percepì la porta aprirsi con violenza e qualcuno allontanarlo con la forza dal corpo di Naruto. Qualcuno lo stava stringendo contro di sè e lo strinse continuando a chiamare il nome di Naruto, anche quando le sue lacrime gli fecero singhiozzare la voce più che mai.

E mentre diceva una cosa tra le lacrime, la sua mente stava gridando un'altra cosa in un cerchio continuo che ebbe paura non si sarebbe mai fermato.

Non gliel'ho detto. Non gliel'ho detto. Non gliel'ho detto.

~*~

Sasuke sedeva nell'ufficio dell'Hokage, ordinatogli di rimanere lì dal momento in cui aveva detto a Tsunade che non sarebbe andato al funerale. Voleva vederlo quando sarebbe finito tutto, indubbiamente per gridargli che razza di bastardo incurante era.

Ma non era esattamente così. Sasuke non era 'incurante'. Semplicemente non riusciva ad interessargli. Non si sarebbe mai più interessato di nient'altro, visto che gli era appena stato provato che tutto quello a cui teneva lo lasciava. Lo lasciavano sempre solo, triste ed estremamente infelice.

Naruto se n'era andato e niente l'avrebbe cambiato. L'unica cosa rimastagli era l'hitai -ate che Sasuke stringeva in mano ed era morto dopo averglielo lasciato. Il suo prezioso dobe glielo aveva dato.

Ma cosa serve onorare la sua memoria se ti rifiuti di prendere parte alla liberazione della sua anima, chiese una piccola voce in fondo alla sua mente.

Non si accorgerà della differenza, rispose amaramente.

Vero?

Sasuke strinse gli occhi, insanamente chiedendosi perchè la voce pensava che Naruto avrebbe saputo se Sasuke sarebbe stato al suo funerale oppure no. E poi un ricordo della sua ultima conversazione col dobe gli balzò in mente e i suoi occhi si spalancarono. Il suo cuore cominciò a battere all'impazzata nel petto e corse fuori dall'ufficio dell'Hokage verso l'ospedale dove sperava di trovare Tsunade.

Una volta raggiunta la porta nascosta nell'armadio, Sasuke attivò lo Sharingan e dissipò il jutsu ringraziando tutti gli dei esistenti di averlo copiato quando Tsunade l'aveva fatto nel giorno della morte di Naruto.

Cadde quasi dalle scale, ma arrivò nella stanza giusto in tempo. Tsunade e Sakura erano di lato mentre Iruka finiva l'ultima preparazione di Naruto, assicurandosi che la sua veste chuunin fosse perfetta. Anche Kakashi era lì e si mosse verso il letto per prendere il corpo.

"No!" gridò Sasuke e si precipitò davanti, spingendo Kakashi lontano dal letto. Lo guardarono sorpresi ma lui li ignorò guardando il corpo di Naruto che, pur senza vita, era comunque bellissimo. Si chinò leggermente e passò le sue mani sotto di lui, alzandolo e stringendoselo al petto. Sasuke si voltò e diede a Tsunade uno sguardo solenne a cui lei rispose. Poi lei annuì e li guidò fuori dalla stanza.

'Puoi portarmi fuori tra le tue braccia e distendermi sull'erba'

Il sole stava splendendo nel cielo, ma un vento gelido correva per il villaggio. Procedettero fuori dall'ospedale verso il campo d'allenamento del gruppo 7, dove Naruto aveva chiesto fosse svolto il tutto. Tutti i suoi amici erano riuniti ed in attesa e piansero disperati quando finalmente videro il corpo di Naruto tra le braccia di Sasuke. Tsunade si fermò e fece cenno a Sasuke di posare Naruto e lui lo fece, proprio sull'erba che aveva ancora il freddo della notte.

'Poi diventerà un pò caldo, ma solo per un minuto, non ci vorrà molto'

Sasuke si mise di lato mentre Kakashi portò gli altri. Poi Sasuke fornò i simboli per il suo jutsu di fuoco, sapendo che Kakashi lo avrebbe copiato ed aiutato a completare la cremazione. Tutti guardarono in silenzio il corpo bruciare.

'E quando sarà tutto finito potrai mettermi in qualcosa di carino e figo, magari qualcosa con una piccola pezza, sai? E poi potrò dormire in pace per tanto tempo'

Sasuke fece un passo indietro quando l'ultima brace fu spenta e guardò mentre Tsunade e Jiraiya colsero le ceneri. Quello non era un funerale normale. Avevano bruciato il suo corpo come ulteriore precauzione per Kyuubi, visto che nessuno sapeva veramente quello che avrebbe fatto il sigillo. Ed ora i due Sannin sopravvissuti stavano inserendo quelle ceneri in una bellissima urna d'oro, completa di una volpe a nove code incisa su di essa perchè alla fine quel potere tremendo era stata una benedizione per molte persone e per molte ragioni.

E poi Naruto fu finalmente in pace.

E dopo le parole per onorare Naruto, sorprese tutti chiedendo di accompagnarla al monumento degli Hokage. Sasuke guardò come da lontano mentre Tsunade spiegava che avrebbero sigillato le ceneri di Naruto all'interno del monumento così il suo sogno sarebbe diventato in un certo senso realtà.

'Si, suona veramente bene'

Prima che Tsunade e Jiraiya si abbassassero per aprire la tomba, Sasuke si ritrovò a fermarli, ignorando gli sguardi interrogativi rivoltigli dagli altri. Guardò i due Sannin negli occhi e loro abbassarono la testa per permettergli di fare qualunque cosa avesse in mente.

"Non hai salutato usuratonkachi. Mi sento come se mi mancasse qualcosa." Mise la mano in tasca e afferrò l'hitai-ate che vi era all'interno. "Ma ho ricevuto qualcosa da te e quindi è giusto che ricambi il gesto" Si portò le mani dietro la testa e si slacciò il suo hitai-ate, fissando il graffio che Naruto gli aveva fatto molti anni prima. "Questo è per te Naruto." Tolse il coperchio dell'urna e mise il coprifronte all'interno, sperando che i suoi pensieri e i suoi sentimenti fossero stati assorbiti e avrebbero raggiunto l'anima di Naruto, ovunque fosse.

Sasuke fece un passo indietro e portò la mano alla tasca, tirando fuori l'hitai-ate di Naruto. Baciò la foglia al centro prima di legarselo alla fronte. Un ultima occhiata all'urna e poi Sasuke si girò e scese dalla montagna, lontano dal suo ultimo devoto ricordo.

Una fredda brezza attraversò il villaggio mentre lui aprì la bocca e il vento portò le sue parole al cielo, verso luoghi al di là della terra.

"Addio dobe."

~owari~


Note della traduttrice: questa è una delle one-shot di Nomme de Plume e l'ho tradotta perchè anche se tristissima mi piace un mondo^^. Fatemi sapere com'è, ciao! Alla prossima one-shot




  
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