Los Angeles. 8:00 am. 20 settembre.
La maledettissima sveglia nuova suonò e mi svegliò con uno schifosissimo benvenuto qui in America. Ero esausta dal viaggio, ma mia mamma voleva che cominciassi ad andare comunque a scuola già da quella mattina.
Così, con la mia solita faccia da bella addormentata, mi alzai e mi vestì com'era solito: jeans e maglia leggera.
Pronta, entrai in macchina e aspettai per un pò mamma che non si sbrigava; arrivate a scuola, rimasi a bocca aperta. Cheerleader, giocatori di football, nerd, tutti che girovagavano tra i corridoi. C'erano piccole bacheche ovunque appese sui muri, dove erano presenti tutti i vari corsi che si potevano svolgere, intravidi pure il volantino del "Glee Club", abbozzai un sorriso, dato che seguivo il telefilm "Glee" da sempre.
Io e mamma andammo dal preside della scuola e lui mi diede il mio orario scolastico e mi indicò la mia casse. Salutai mia madre e mi incamminai.
Mentirei se dicessi che ero tranquilla. Cavolo, una nuova classe, dei nuovi compagni. Non sono una persona molta socievole.
Comunque entrai, il professore di biologia mi presentò e quella mattinata diciamo che passò in fretta con tutte le lezioni. Non conobbi comunque nessuno che la riuscisse a rallegrare un po.
Era ora di pranzo, e dovevo andare a mensa. Appena entrai, notai i vari tavoli occupati dai vari generi di persone. Da una parte i “popolari”, da un parte i patiti di computer, dall'altra quelli patiti di musica. Mi sentivo molto imbarazzata, non sapevo assolutamente dove mettermi.
A vassoio pieno, avvistai un tavolo vuoto e mi fiondai per sedermi.
Stavo mangiano tranquillamente quando vidi tutte le ragazze della sala girarsi verso la porta, alzai lo sguardo e vidi quei cinque ragazzi. Si, quella boyband che veniva in questa scuola. Frequetavano tutti il quinto anno, tranne uno dei cinque che frequentava il quarto, ma dimostrava tutto al più la stessa età degli altri. Si chiamavano “One Direction”.
Li guardai mentre si dirigevano verso il tavolo dei giocatori di football e delle cheerleader, ed era la cosa più ovvia che potessero fare.
Dopo poco aver abbassato lo sguardo verso il cibo, sentii una mano che mi toccava la spalla.
Mi girai e vidi una ragazza che mi sorrise e chiese:
x: ”Posso sedermi qui?”
Io: ”Si, certo.”
Sorrisi.
Nel frattempo guardavo quei ragazzi, e osservavo come si atteggiavano, non mi piacevano affatto.
La ragazza notò che li stavo osservando.
X: ”anche tu sei una loro fan?”
Io: ”no, non mi piacciono.”
X: ”davvero? Qui li ammirano tutti.”
Io: “si, noto.”
X: “sono Candice.”
Io: “Hayley.”
Candice: “Che corso hai dopo il pranzo?”
Io guardai l'orario e risposi:
Io: “Mhh, credo di avere fisica.”
Candice: “Uhh, sei nel corso del piu piccolo della band, si chiama Harry, è lui, quello riccio.”
Io: “Sembra molto straffottente.”
Candice: “Lo scoprirai fra poco.”