Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: WakeMeUp    07/05/2013    2 recensioni
Scritto per #THEGAYSFACTOR!
Il tempo è un fattore potente, grande, ma non sarebbe esistito tempo in grado di mutare quell’amore.
L’amore non finisce con il tempo. L’amore muta, come il colore della pelle durante le stagioni, il colore dei capelli al sole, le dimensioni del proprio corpo quando si cresce, la barbetta sul volto degli uomini, prima invisibile, poi sempre più piena.
Il loro amore era cambiato, con loro, ma non sarebbe mai finito.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A





 

Odore di erba tagliata, vento che soffia leggero e delicato, sole che splende, uccellini che sugli alberi cinguettano facendo da sfondo allo scontrare di suola di scarpetta da bambina e terreno umido.
Altri passi, più adulti, più responsabili, più attenti. Due grandi sorrisi e risatine soffiate nell'aria. L'altalena vuota fa avanti e indietro in solitario, spinta dal leggero vento primaverile che funge da unico amico. 
Una rincorsa, una risata, quattro braccia aperte e due corpi che sprofondano nell'erba fresca.  
Liam non poté impedire ad un enorme sorriso di dipingersi sul suo volto, chiudendo la tendina della finestra della cucina, prima di dirigersi alla porta della loro villetta ed uscire sul porticato, fermandosi con le mani appoggiate alla ringhiera, perso nell'osservare quei due corpi intrecciarsi e dar vita ad un suono fatto di risate.
«Papà, papà!» La voce di Emily arrivò delicata alle sue orecchie, mentre la bambina scioglieva l’abbraccio con il padre per correre verso di lui a braccia aperte. Liam sorrise e scese i tre scalini del porticato della casa, calandosi sulle gambe e aprendo di conseguenza le sue braccia per accogliere la bambina. Emily si fiondò letteralmente tra le sue braccia e con le sue piccole braccine gli cinse il collo, mentre lui l’aveva presa del tutto in braccio e l’aveva sollevata da terra, lasciando che il suo petto la cullasse.
«Ciao, amore» sussurrò Liam, sorridendo alla piccola che aveva poggiato il viso nell’incavo del suo collo. Il moro intanto, a pochi passi da loro, era rimasto steso sull’erba e li osservava con un grande sorriso dipinto sul volto. Emily sorrise e gli lasciò un piccolo bacio sulla guancia, soffice come lei.
«Papà, è vero che hai paura dei cucchiai?» chiese poi la bambina con un sorriso. Liam rise e scosse la testa e con lui anche Zayn si lasciò andare all’ilarità.
«Chi ti ha detto questa cosa, piccola?» chiese poi Liam e la bimba mise su un viso dolce ma contemporaneamente furbo, si portò un dito tra le labbra, indecisa se dire o no la verità al papà, e alla fine indicò con un dito Zayn e sorrise.
«Papà!» asserì la bimba e Zayn rise con Liam, prima di rivolgerle uno sguardo di rimprovero.
«Emily, mi hai tradito!» asserì il moro. «Mi avevi promesso che non l’avresti detto» continuò.
Poi si alzò da terra, passò un paio di volte le mani sulle pieghe dei Jeans per sistemarli e lasciò che il vento leggero gli sistemasse i capelli accompagnato dalla sua mano.
Liam si immobilizzò nel guardarlo, e non gli staccò gli occhi di dosso neanche un attimo, fino a quando Zayn fu abbastanza vicino da potergli lasciare un bacio sulla guancia e sussurrargli all’orecchio.
«Lo so che sono bello, ma così mi consumi.»
Liam alzò gli occhi al cielo e rise, una risata quasi di rimprovero alla sconfinata modestia del moro, impregnata però d’amore. Zayn poi lo sorpassò e si avvicinò ad Emily, con un sorriso malandrino sul volto che mise quasi paura alla bimba, facendo sì che ancorasse maggiormente le braccia al collo di Liam e nascondesse il viso nell’incavo del suo collo.
«Ehi tu, bimba monella» la chiamò il moro. Emily cacciò un piccolo verso e si strinse sempre di più a Liam mentre Zayn le si posizionò alle spalle e le poggiò le mani sulla vita.
«Mi hai tradito e adesso ti meriti una bella dose di solletico!» asserì Zayn, prima di iniziare a muovere le mani sul corpo della bimba che rideva e si contorceva tra le braccia di Liam.
«Papà, papà, aiuto.» Emily si appellò a Liam che aveva osservato ridendo quella scena e che prontamente  si allontanò da Zayn, lasciando alla piccola modo per respirare. Emily lasciò che il suo respiro si regolarizzasse e ringraziò il padre con un tenerissimo “azzie, papà” a cui Liam sorrise e la corresse, prima di risponderle con un “prego” e un bacio sulla piccola guancia imporporata, lasciandola scendere dalle sue braccia ormai stanche.
Zayn intanto si era allontanato ancor di più e si era andato a riposizionare seduto sull’erba, le ginocchia piegate e strette al petto con le braccia.
«Però ha ragione papà, amore» iniziò poi Liam, rivolgendosi a sua figlia. «Se lui ti dice che c’è qualcosa che non devi dire tu non devi farlo» continuò. «Tranne a me, a me devi dire tutto, va bene?» concluse ridendo e la bimba annuì sorridente.
«E adesso vai a chiedere scusa al tuo papà, su» la incitò Liam, accarezzandole i capelli neri lisci e morbidi, dall'odore di pesca.
La bambina ondeggiò un po' su se stessa, facendo svolazzare i lembi del vestitino rosso che le aveva comprato Zayn qualche giorno prima e lo guardò insicura, per poi annuire. 
«Va bene» gli concesse con un sorriso. Liam le sorrise di rimando e le lasciò un bacio tra i capelli, prima di lasciarla andare.
Il passo della bimba era inizialmente leggero, lento ed insicuro, si avvicinava ad uno Zayn imbronciato che probabilmente le faceva temere una reazione negativa, motivo per cui il passo della piccola rallentò maggiormente. Solo quando Zayn accennò un piccolo sorriso, la bimba accelerò il passo e arrivò davanti a suo padre con le mani incrociate dietro la schiena e la testa bassa.
«Scusa, papà, prometto che non lo faccio più» disse Emily, alzando la testa e trovando uno Zayn ancora leggermente imbronciato.
«Vuoi essere di nuovo il mio fidanzato?» chiese poi, con una voce piccola e dolce a cui Zayn non seppe resistere e le regalò uno dei suoi sorrisi più belli. 
«Ma certo amore mio, vieni qui.»
La bambina sorrise felice e si fiondò tra le braccia del padre che se la coccolò per un tempo che parve infinito, sotto gli occhi di un Liam innamorato del loro rapporto.
Emily era una bambina solare, molto intelligente e con una maturità, se così si può chiamare a quell'età, nettamente superiore a quella di una semplice bambina di quattro anni.
La piccola era solo al primo anno di asilo eppure, con l'aiuto del suo professore/papà preferito, aveva già imparato a leggere quasi perfettamente. Zayn l'aveva abituata fin da quando era proprio piccola, le raccontava storie per farla addormentare e con il tempo era stata la stessa bambina a chiedergli, anche durante il giorno, di leggergli una storia.
Anche lui era molto legato ad Emily, aveva un ottimo rapporto con lei ma tra lei e Zayn c'era una sorta di alchimia quasi, qualcosa che li legava in modo viscerale, ma dopotutto Zayn era anche quello che la viveva di più. Facendo il vigile del fuoco lui passava veramente poco tempo a casa, la sua giornata si svolgeva tutta in caserma, mentre Zayn una volta finita la lezione all'università, tornava a casa, mangiava e poi andava a prendere Emily all'asilo e i due passavano interi pomeriggi insieme; erano insieme anche quando Emily decideva di voler riposare, si addormentava tra le braccia del padre e gli impediva di allontanarsi da lei. Liam amava davvero tanto il loro rapporto.
Sorrise e si avvicinò un po' ai due che continuavano ad abbracciarsi e giocare sull'erba, emettendo un piccolo verso stupito e accusatore al contempo, quando la bimba stampò un delicatissimo e soffice bacio sulle labbra al padre.
«Ehi, ehi, fidanzatini, qui c'è un papà geloso!» asserì e Zayn si voltò a guardarlo con un sorriso mentre Emily sbuffò. 
«Uffa papà, non posso avere due fidanzati» si giustificò la bambina. Liam e Zayn scoppiarono a ridere insieme e Zayn aumentò la presa sulla vita della figlia per stringerla ancor di più a se.
«Mi dispiace Lee, lei è mia» ribadì il moro, facendo sorridere la diretta interessata. Liam mise un piccolo broncio e poi fece spallucce.
«Non è giusto» si lamentò. «Ma me ne farò una ragione» continuò sconfitto, posizionandosi sull'erba accanto al moro con le gambe incrociate. Zayn ridacchiò, mentre Emily alzò la testa dal suo petto per guardare Liam. 
«Papà ma tu hai già un fidanzato!» asserì la bimba, facendolo sorridere.
«Oh, e chi è amore, me lo presenti?» chiese, meritandosi una leggera gomitata da uno Zayn fintamente offeso. 
«Lo conosci già, è papà» rispose la piccola, indicando Zayn. Liam si voltò a guardare il moro e si aprì in una smorfia poco soddisfatta.
«Oh, pensavo mi avresti presentato qualche bel ragazzo, Emily!» asserì e questa volta la gomitata arrivò più forte, provocandogli un gemito di dolore.
Dì quello che vuoi a Zayn Malik ma non dirgli mai che non è un bel ragazzo. 
«Ma papà è bello!» lo difese la bambina. «Il più bello del mondo» continuò. Zayn sorrise e le regalò un bacio su una guancia morbida. 
«Grazie amore» la ringraziò. Liam sbuffò.
«Ho capito, sono di troppo» asserì e fece per alzarsi ma una presa decisa sul suo polso lo fermò all'istante. Si voltò verso Zayn e lo guardò confuso, causa della sua espressione improvvisamente seria. Zayn si limitò a guardarlo negli occhi e poi si rivolse alla bambina seduta sulle sue gambe.
«Amore, perché non vai dentro a finire quel bel disegno che stavi facendo prima?» le propose, consapevole che la risposta sarebbe arrivata affermativa. La bambina gli regalò un grande sorriso ed annuì.
«Sì, così dopo lo do a papà!» esclamò entusiasta, riferendosi a Liam. Zayn annuì e le sorrise.
Liam però, facendo prevalere la sua apprensione, disse che avrebbe accompagnato lui la bimba in casa e si sarebbe assicurato che stesse bene e al sicuro, poi sarebbe tornato da lui. Per Zayn sarebbe stato impossibile ribattere, quindi si limitò ad annuire. 
Osservò padre e figlia allontanarsi insieme mano nella mano, per poi lasciarsi andare all'indietro, abbandonandosi sull'erba fresca. 
Si perse ad osservare quel cielo azzurro limpido, quasi senza neanche una nuvola, che appariva anche leggermente inquietante, ma donava un grande senso di libertà.
Strinse le mani nell'erba e il pensiero che riaffiorò nella sua mente lo fece apparire nuovamente diciannovenne.  
Era così tanto tempo che non facevano l'amore, Zayn aveva iniziato a sentirne il bisogno, motivo per cui aveva chiamato Niall che quel pomeriggio sarebbe venuto a prendersi Emily e l'avrebbe portata a casa sua, per giocare con la piccola Horan, compagna d'asilo nonché migliore amica di Emily. Niall era il suo migliore amico dalla tenera età di quattordici anni, si fidava di lui, a lui avrebbe affidato la sua stessa vita. 
Nell’ultimo periodo lui e Liam avevano passato così poco tempo insieme che Zayn quasi non ricordava il sapore delle sue labbra.
La mattina Zayn si alzava presto, alle sei mezza era già in piedi, pronto per preparare i vestiti che sua figlia avrebbe indossato quella mattina per andare a scuola, per preparare la colazione, per preparare il pranzo che Liam portava in caserma e preparare la borsa con le sue cose. Poi si faceva una doccia veloce, si vestiva e andava a svegliare Emily. Dopo qualche piccolo lamento e qualche protesta la bimba si alzava e Zayn le faceva fare colazione, per poi prepararla, recuperare lo zainetto rigorosamente lilla, il colore preferito di Emily, e salutare il marito -che ancora dormiva- con un bacio sulla fronte e il bigliettino di routine, che recitava quasi sempre le stesse cose.
“Il pranzo è al solito posto, per il tea devi solo scaldare l’acqua, i biscotti sono nella credenza.
Buona giornata, piccolo.
Ti amo.”

E quando Zayn tornava a casa, la trovava sempre vuota. Pranzava da solo, controllava il cellulare per vedere se Liam gli avesse lasciato qualche messaggio, poi guardava un po’ di tv, mentre mille pensieri negativi si facevano spazio prepotentemente nella sua testa. 
Ancora una volta, quel giorno –come gli altri- avrebbe visto Liam solo la sera tardi, tornare stanco, farsi una doccia, arrivare a letto da lui, dargli un piccolo bacio della buonanotte e tirarlo contro il suo petto, prima di crollare addormentato.
Zayn aveva iniziato a pensare che vi fossero dei problemi tra loro, perché anche quando tornava a casa Liam sembrava voler evitare qualsiasi discussione, e anche quando Zayn provava a stendersi addosso a lui, iniziando a baciargli il collo, Liam mugugnava e ammetteva di essere troppo stanco; Zayn aveva quasi perso ogni speranza.
Scosse la testa e si liberò di quei pensieri, alla ricerca di una pace che forse non sarebbe arrivata, o forse sì… 
Un leggero vento lo investì, era un vento caldo, che riusciva quasi a cullarlo, accarezzandogli il viso e i capelli abbassati sulla fronte. Ad un tratto due mani calde andarono a posarsi sulle sue, un respiro regolare, anzi quasi mozzato, sul collo lo fece rabbrividire e un paio di labbra morbide a sfiorar le sue gli fecero completare l'identikit senza aver bisogno di aprir gli occhi. L'avrebbe riconosciuto tra milioni, il suo tocco caldo e amorevole, le sue labbra al sapore di zucchero filato e il suo respiro fresco. Lo amava, e non gli servivano gli occhi per trovarlo, il suo cuore lo faceva automaticamente. 
Fece ruotare le mani poste sotto quelle dell'altro e intrecciò le loro dita, nate per star così, poi dopo essersi lasciato andare ad un sorriso a fior di labbra, si appropriò nuovamente delle labbra del marito, cullandole tra le sue. Quel bacio così dolce e soffice gli fece tornare in mente il loro primo bacio, troppo timido e goffo per esser chiamato tale.
Non approfondì il bacio, voleva assaporare quelle labbra dolci e attendere l'altro. Lui voleva di più, voleva molto di più, ma decise di aspettare Liam, per assicurarsi che anche lui quel giorno volesse di più. E Liam non si fece attendere poi troppo, fece scontrare le loro labbra un paio di volte e poi lasciò che la sua lingua scivolasse fuori dalle sue labbra per violare quelle dell'altro. Anche la risposta di Zayn non si fece attendere. Il moro schiuse le labbra e permise alle loro lingue di scontrarsi, incrociarsi e rincorrersi, desiderose di contatto.   
Zayn fece scattare una mano che finì ad accarezzare la guancia morbida dell'altro, prima di risalirgli lungo la nuca per andare ad intrecciarsi tra i capelli corti.
Le lingue continuavano ad intrecciarsi, i respiri iniziavano a farsi affannati, la loro temperatura corporea stava iniziando a salire e le mani di Liam sul suo petto gli stavano lentamente facendo sparire l'autocontrollo.
Restarono così per ancora pochi attimi, poi Zayn dovette staccarsi dal marito per riprendere fiato, e in quei due attimi di tregua che Zayn dette ai due, prima di avventarsi di nuovo sulle labbra di Liam, la coppia di sposi si sorrise, guardandosi con gli occhi di due uomini che hanno ancora voglia l'uno dell'altro come i primi tempi.
«Ti amo.» Quel sussurro uscì dalle labbra del minore quasi involontariamente. Zayn sorrise, mentre cercava di non perdersi nelle iridi dell'altro. Era così tanto tempo che non sentiva quelle due paroline scivolare fuori da quelle labbra.
«Ti amo anch'io» gli soffiò sulle labbra. Il moro si mosse velocemente, le sue labbra tornarono ad incastrarsi tra le loro gemelle e il suo corpo si ritrovò sopra quello del marito, leggermente spiazzato.
Le sue mani si mossero veloci, alzandogli la maglia e percorrendo così tutto il petto del pompiere, così come le sue labbra, che abbandonarono quelle dell'altro e finirono a divorargli il collo. 
Liam gemette, quando il moro gli lasciò un morso troppo forte sul collo, poi aprì gli occhi e li puntò sulla figura magra del marito, che aveva preso a muoversi su di lui e ad agire con un po’ più d’irruenza.
«Ehi, che ti prende?» chiese il biondo, sussurrando quelle parole dolcemente, mentre una mano andava ad accarezzare quei capelli corvini da lui tanto amati.
Il moro alzò la testa dal collo del ragazzo biondo cenere e gli poggiò un dolce bacio sulle labbra, nettamente in contrasto con la passione e l'irruenza che poco prima l'avevano caratterizzato.
Zayn si alzò di poco e si mise a sedere sul bacino dell'altro, le cui mani, possessive, erano rapidamente scattate e si erano andate a poggiare sui suoi fianchi. 
«Mi manchi, Lee» rispose. «Passi intere giornate in caserma, e quando torni sei sempre troppo stanco» continuò sbuffando. «Ho voglia di mio marito» concluse, abbassando la testa e distogliendo lo sguardo dall'altro. Liam sorrise intenerito e successivamente si lasciò andare una piccola risata che confuse il moro.
«Che hai da ridere?» chiese questi, lasciando trapelare un tono altrettanto divertito; proprio non ci riusciva, Zayn, a dimostrarsi arrabbiato con il marito.
Il biondo scosse la testa e lo guardò negli occhi.
«È per questo che oggi viene Niall…» iniziò. «Viene a prendere Emily, così tu puoi avere tuo marito tutto per te, non è vero?» chiese ancora.
Zayn se non fosse stato Zayn Malik, colui che non arrossisce mai, probabilmente in quel momento sarebbe arrossito. Si limitò invece a guardare l'altro negli occhi e sorridere, prima di avvicinarsi alle sue labbra.
«È per questo che ti ho sposato, non ti sfugge nulla» asserì, prima di far combaciare le loro labbra per l'ennesima volta. 
«Mh, io invece ti ho sposato perché hai un bel culo» asserì il minore quando si staccarono, portando le mani sul fondoschiena del marito, palpandoglielo piano.
«Davvero, solo per quello?» chiese il moro, apparendo per un attimo serio. Liam non seppe come rispondere e allora fu il moro a rispondere per lui.
«Mi aspettavo mi avessi sposato per tutto il mio corpo» asserì il moro. «Non c'è niente di imperfetto in me» continuò. Liam gli palpò più forte il sedere e rise.
«Mi hai appena ricordato che non ti ho sposato per la tua modestia!» asserì e con un movimento rapido capovolse le posizioni, lasciando uno Zayn sotto di lui con le gambe aperte, poggiate attorno ai suoi fianchi, quasi praticamente in posizione per essere scopato.
«Ti rendi conto in che posizione siamo?» fece notare il moro all'altro che abbassò lo sguardo e arrossì leggermente -sì, anche dopo quindici anni, Liam arrossiva ancora-  scoppiando poi a ridere.
«Mi dispiace Zay, ma dovrai pazientare ancora un po'» disse poi. Il moro sbuffò e lasciò scivolare le gambe, in modo che finissero a circondare il marito, poggiando i piedi a terra.
«Spero dopo sia valsa la pena dell'attesa» lo sfidò il moro, ma Liam non cedette a quella provocazione.
«Non provocarmi, sai di cosa sono capace!» lo avvertì di rimando l'altro, chinandosi poi per mordergli il labbro inferiore.
Zayn mugugnò leggermente quando il minore si staccò da lui senza averlo baciato.
«E adesso andiamo dentro che il pranzo è pronto da un'ora e mia figlia non farà la fame per colpa nostra!» asserì il biondo cenere, Zayn non poté far altro che annuire. Liam si sporse un'ultima volta verso di lui per lasciargli un bacio sulle labbra e alzarsi da terra, tirando su anche lui. 
Fece per prendergli la mano e tornare dentro, quando ad un tratto Zayn si fermò.
«Avviati, io fumo una sigaretta e vi raggiungo.» Si rivolse al marito con un sorriso, quello al quale Liam non riusciva a dire di no, ma questa volta scosse la testa e gli strinse più forte la mano.
«Sai che non voglio che stai con Emily quando puzzi di fumo» gli rammentò. «Su, il pranzo è pronto e le sigarette ti fanno male, puoi non fumarla? O almeno aspetta che Emily vada via» gli suggerì e Zayn come sempre non poté far a meno di assecondare i voleri del marito. Annuì e Liam gli sorrise fiero. Si avvicinò a lui e si fermò ad un pelo dalle sue labbra.
«Ti amo così tanto» sussurrò il biondo, senza dargli tempo di rispondere, poggiando le sue labbra morbide su quelle dell'altro.
Zayn chiuse gli occhi e si perse tra quelle labbra dolci; le accarezzò e le morse un paio di volte, senza allontanarsi mai, come se quelle labbra fossero l'ultima goccia d'acqua per un assetato perso nel deserto.
Le mani come sempre fecero tutto da sole e si posizionarono sui fianchi pieni del marito, massaggiandoli e pizzicandoli sotto la maglietta, mentre le braccia dell'altro erano finite a circondargli il collo.
Una mano del minore gli percorse la nuca, accarezzandola con due dita, finendo ad intrecciarsi tra quella massa di capelli corvini morbidi e profumati.
Le loro labbra si dettero solo un attimo di tregua, poi Liam fece scivolare la sua lingua fuori e andò a tracciare il contorno delle labbra del moro che le schiuse e gli morse la lingua delicatamente, prima di permettergli di giocare e intrecciarsi con la sua.
Era un bacio lento, quello, un bacio pregno d'amore e intriso di emozioni forti, che prescindevano dalle parole dette, quelle emozioni che si dimostrano solo con i gesti, quei sentimenti che son riduttivi raccolti nella parola amore.
Le sensazioni che Zayn stava provando in quel momento erano mille e inspiegabili.
Forse, dopo quel pomeriggio, avrebbe potuto essere sicuro che in realtà il loro amore non si stava sgretolando, stava semplicemente mutando.
**
Il pranzo era trascorso veloce, tra sorrisi, risate e qualche apprezzamento per la cucina di papà Liam che, Zayn doveva ammetterlo, era davvero bravo.
Dopo il pranzo l’intera famiglia si era posizionata sul divano: Liam sulla sinistra, Zayn accanto a lui con la testa sul suo petto, mentre Liam gli circondava le spalle con un braccio, ed Emily sdraiata sulle gambe di Liam, con la testa su quelle di Zayn.
Zayn non seppe dire quanto gli era mancato passare un po’ di tempo con suo marito così, sul divano, anche senza fare nulla, anche solo con la consapevolezza di essere insieme, abbracciati, a guardare il cartone preferito della loro bambina e cantando la sigla con lei.
Anche quelle poche ore passarono in fretta, e prima di quanto Zayn potesse immaginare, i due si ritrovarono soli, in una casa che prima era la spettatrice di un amore esplosivo, un amore ricco di attenzioni, gesti, frasi sussurrate, gemiti trattenuti, respiri affannosi, passione, desiderio e che adesso era spettatrice di un gioco che appariva quasi quello di evitarsi l’un l’altro.
«Mi dici cos’hai? E’ da stamattina che sei pensieroso.»
Liam si avvicinò a lui lentamente, gattonando sul letto e posizionandosi sopra di lui. Zayn gli artigliò i fianchi e li strinse possessivamente, sospirando e guardandosi attorno.
«Zayn» lo richiamò il biondo, afferrandogli il volto con una mano per poterlo guardare negli occhi.
Liam gli lanciò un’occhiata eloquente e allora Zayn si arrese.
«Ho pensato a noi, in questi giorni, e ciò che ho pensato non mi è piaciuto, tutto qui» ammise. Liam lo guardò confuso, aggrottando le sopracciglia.
«Uhm… che vuol dire?» chiese.
«Lee, non stiamo più un minuto insieme. Lavoriamo entrambi, io la mattina esco di casa presto e non ti vedo per un’intera giornata. Torni a casa la sera e a stento riesci a darmi un bacio, poi crolli addormentato» iniziò. Liam lo ascoltava, annuendo consapevole. «Io ti capisco, so che sei stanco, ma anche se mi metto a letto, la sera ti aspetto perché spero sempre di poterti parlare, di poterti baciare o anche solo chiederti come stai, vederti sorridere. Viviamo sotto lo stesso tetto, eppure si può dire che vedo più spesso Niall.»
Quella verità, nuda e cruda, venne fuori dalle sue labbra come un fiume in piena, inarrestabile.
«Hai ragione» biascicò Liam, alzandosi dal suo corpo e sedendosi accanto a lui sul letto. «Scusami.»
Zayn scosse la testa e si voltò su un fianco, alzandosi leggermente e arrivando al suo volto.
«No, non dire niente, lascia prima che parli io» lo interruppe Liam, prima che potesse dire qualunque cosa; Zayn annuì e lo guardò in attesa.
«Hai ragione, non passiamo più neanche un attimo insieme ed è colpa mia» iniziò. «La mattina potrei svegliarmi con te ed aiutarti, darti il buongiorno con un bacio come facevo prima. Potrei tornare prima la sera, cenare con te e discutere di ciò che hai fatto durante la giornata. Potrei passare più tempo con Emily, potremmo fare l’amore…» La sua voce si trasformò in un sussurro flebile all’ultima frase, riempiendogli gli occhi di una leggera eccitazione.
«Mi manca così tanto fare l’amore con te.»
Zayn sorrise e gli circondò la vita con le braccia, poggiando il viso nell’incavo del suo collo, e lasciando un paio di baci sulla clavicola ancora coperta dalla maglietta bianca.
«Anche a me manca fare l’amore con te» ammise, guardando negli occhi l’uomo che amava, e mordendosi nervosamente il labbro inferiore.
Era talmente tanto che tra loro mancava quell’intimità che sembravano due ragazzini alle prime armi.
Ma dopo quella frase, i ragazzini sparirono, lasciando posto a due uomini, maturi, con un lavoro, una figlia, e un amore che, contro ogni brutto presentimento, era ancora forte… vivo.
Fecero l’amore, come la prima volta, lentamente, dolcemente, tenendosi per mano e guardandosi negli occhi. Quel pomeriggio i due uomini si riscoprirono, felici di constatare che il tempo non aveva cambiato nulla.
Fecero l’amore, due, tre volte, durante la notte. Prepararono due tazze di Yorkshire tea, una torta al cioccolato, giocando con gli ingredienti e sporcandosi interamente, prima di infornare la torta e correre verso la doccia, mano nella mano, sporchi di uova, farina e cacao.
Si lavarono, si accarezzarono e si amarono, ancora e ancora, con ogni piccolo gesto, con ogni minima attenzione.
Guardarono il loro film preferito, abbracciati sul divano, con una coperta a coprirgli i corpi nudi e sulle labbra ancora il sapore del sesso e della torta al cioccolato.
E così, nudi, l’uno addosso all’altro, beandosi del tepore dei loro corpi caldi, dell’emozione delle mani intrecciate, delle carezze tra i capelli, dei baci rubati, dei “ti amo” sussurrati, entrambi capirono che non c’era assolutamente nulla di diverso nel loro amore.
Il loro amore non si stava sgretolando, stava solo cambiando, con il tempo, con le circostanze.
Erano due uomini e, con loro, anche il loro amore stava mutando dall’amore fanciullo, quello delle mille attenzioni e del doversi prendere solo cura l’uno dell’altro, in quell’amore principe, cavaliere, che aspettava il momento giusto per mostrarsi, che si mostrava nelle piccole cose, che non aveva bisogno di mille baci e altrettanti ti amo, ma solo della consapevolezza di esserci. Lì, insieme, l’uno con l’altro, mano nella mano, stavano costruendo un qualcosa, un futuro per la loro bambina.
Ci fu tempo per un ultimo ti amo, sussurrato sulle labbra schiuse, di un ultimo bacio, di un ultimo sussurro che augurava la buonanotte e i due uomini crollarono, stretti l’uno nell’altro, finalmente consapevoli che il loro amore non correva rischi.
Il tempo è un fattore potente, grande, ma non sarebbe esistito tempo in grado di distruggere quell’amore.
L’amore non finisce con il tempo. L’amore muta, come il colore della pelle durante le stagioni, il colore dei capelli al sole, le dimensioni del proprio corpo quando si cresce, la barbetta sul volto degli uomini, prima invisibile, poi sempre più piena.
Il loro amore era cambiato, con loro, ma non sarebbe mai finito.
Forse il tempo avrebbe impedito loro di viversi appieno, forse gli avrebbe impedito di amarsi attraverso i gesti, forse li avrebbe tenuti lontani, ma fino a quando i loro cuori avrebbero battuto più velocemente, alla vista dell’altro, sorrisi sarebbero spuntati sui loro volti stanchi e le loro mani tese si sarebbero agganciate, non ci sarebbe stato tempo che avrebbe potuto distruggerli.
L’amore, non finisce con il tempo.
Dopotutto, quando Cupido lancia la sua freccia e ci lascia una voragine nel petto, affondando nel cuore, sa che non esisterà tempo in grado di sanare la ferita.







Piccolo angolo mio.


Buonasera a tutti! 
Eccomi qui, a pubblicarvi qualcosa che ho scritto per il The G Factor e che, come al solito, non mi convince affatto.
Anyway, abbiamo Zayn, Liam e la loro bimba: Emily. Zayn e Liam sono ormai adulti, hanno entrambi un lavoro e una figlia da crescere, mentre il loro amore, agli occhi di Zayn, con l'andare dei giorni e del tempo sempre minore passato insieme, sembra sgretolarsi.
Emily segna la linea di confine del cambiamento dal loro amore adolescente, a quello adulto. 
Lei è la linea che separa il loro amore da coppietta di fidanzatini che non ha una famiglia sulle spalle e ha la possibilita di viversi, a quell'amore maturo, di due uomini, con una famiglia a carico e un lavoro da portare avanti. 

Ai due basta un pomeriggio, per scoprire che il tempo non sarà mai in grado di distruggere l'amore.

Nient'altro, spero vi sia piaciuta almeno un pochino, fatemi sapere, mi farebbe molto piacere. c:

WakeMeUp. x

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: WakeMeUp