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Autore: Stateira    26/11/2007    21 recensioni
Signori, ecco i Missing Moments di "Fathers". Ce ne sarà per tutti i gusti, buon divertimento!
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Harry
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Briciola88: nel capitolo 17, alla fine, Harry dice a James che un giorno gli avrebbe raccontato la storia di un cervo

DRAGHI E CERVI

 

NOTA:dedicata a Briciola88, che mi ha dato l’occasione di sfogare un po’ le mie velleità da cantastorie ^^

 

 

- Si chiama bu bum, il tuo cervo?- gli chiese Harry, regalando all’animale uno sguardo nostalgico, e affettuoso.

- Bu bum. – asserì James, e lo protese ancora di più verso Harry.

- Oh. Vuoi che lo tenga io?- Harry cercò l’aiuto di Draco, che accennò al peluches con il mento e sorrise appena.

Harry prese il pupazzo dalla mano di James, e lo osservò con attenzione.

– Un giorno…- mormorò appena, vago. – Ti racconterò una bella storia, su un cervo. Si chiamava proprio come te. - 

 

Fathers, cap.17, “voglio mostrarti una cosa”

 

 

 

 

- …E così il grande mago Percel, con la sua spada magica, riuscì a sconfiggere il potente drago, e tutto il regno fu salvo. –

 

James, aggrappato al polso di Draco, scoccò un’ultima occhiata al suo libro di fiabe, e poi torse la testolina per guardare il genitore.

- Oh. - sospirò, ammirato. – E… e qui? – fece, puntando il ditino sulla pagina.

- Vuoi sapere che cosa c’è scritto lì? –

- Qui, qui. –

- Vediamo, qui c’è scritto “Castello”. –

- E… e qui? –

- Qui c’è scritto “prese”, James. –

 

James sbuffò, accigliato. Osservava l’ampia pagina fitta di parole come fosse stata un campo da guerra. Piazzò entrambe le manine sulla pagina lucida, e tornò alla carica.

 

- Dove? – insistette. – Dove il dago, dove? –

- Vuoi sapere dov’è scritto drago? – Draco passò in rassegna la pagina, scorrendo rapidamente fra le righe, finché non trovò la parola “drago”.

- Ecco, è qui, vedi? – fece, prendendogli un dito e puntandoglielo sulla parola. – Vedi, James? C’è la D, e poi la R, e la A… Drago. –

- Dago. – ripeté James, soddisfatto. – Ma tu? – Tu sei un dago? –

 

La faccina di James era qualcosa di impagabile. Titubante, appena un po’ intimorita, eccitatissima e curiosa.

 

- Io un drago? – ridacchiò Draco. – No, tesoro, non sono un drago. I draghi hanno le ali, e sputano il fuoco. –

- Ma… Ma… - James pareva piuttosto perplesso. Si fissò le ditina, alla ricerca di recondite risposte. – Ma ti chiami come il dago. – constatò, pensieroso.

- No, James, non è la stessa cosa. Il mio nome si scrive in modo diverso diverso. E poi anche se ho un nome che assomiglia a drago, non vuol dire che lo sia, no? –

- Mmm…-

 

Non era affatto convinto. Ma proprio per niente.

 

- Tesoro, vuoi andare a chiederlo a papà Harry? Vedrai che anche lui ti dice che non sono un drago. –

 

James gli scoccò un’occhiatina niente meno che inquisitrice. Oh, poteva scommetterci che lo avrebbe fatto.

 

*          *          *

 

- Ma no, tesoro, papà non è un drago. –

 

Harry si fece una sonora sghignazzata, mentre la sua mente era alle prese con un Draco sputafuoco, con tanto di ali e coda. – Si chiama così perché il suo papà ha deciso di chiamarlo Draco. Come tu ti chiami James. –

- Il papà di papà Daco? – fece James, aggrottando tutte le sopracciglia.

- Ma certo. Tutti quanti hanno un papà, come te. Anche Draco, e anche io. –

- Ooooh! E dove, dove il tuo papà? –

- Il mio papà. - Harry accarezzò la testolina di James, smettendo di ridere in modo involontariamente brusco. – Il mio papà non c’è più. È volato in cielo. –

- Oh… in cielo? –

- Sì, tesoro. –

- Con la copa? –

 

Harry sorrise. Si sorprese a non riuscire a trattenerlo proprio, quel sorriso. Per la prima volta in vita sua, sorrise della morte di suo padre, sorrise dell’immagine che James era riuscito a darne, del modo incredibile con cui un bambino potesse vincere persino la morte, con la sua innocenza. Di come James dimostrasse che in fondo i tabù sono facili da vincere.

E soprattutto, sorrise dell’immagine di suo padre che svolazzava qua e là per il paradiso, se mai ne esisteva uno, in sella alla sua scopa.

 

- Sì, tesoro. È volato in cielo, con la scopa. –

- Oh. E pecchè non vai a pendello? –

- Perché non si può. È volato troppo in alto, in un posto dove non si può andare. –

- Oh. E il papà di papà Daco? –

- Il papà di Draco, beh, lui è in un posto molto lontano. Un posto dove mandano le persone che… che hanno commesso degli sbagli. –

- Oh. Il papà di papà Daco è cattivo? – fece James, incredulo.

- Beh… - Harry si mordicchiò un labbro, a disagio. – Beh, vedi… sono cose un po’ complicate. –

- Ufy. – James mise il broncio offeso di un Malfoy che non riesce ad ottenere ciò che voleva.

 

Harry rivide in lui il Draco a cui non venivano gli incantesimi al primo colpo, o che non trovava la costellazione giusta con il telescopio.

Chissà se già allora, in fondo, non era già un pochino innamorato, di lui. Beh, di certo a quel tempo non si sarebbe mai immaginato di rivedere quella sua stessa espressione negli occhi di suo figlio.

 

- Ma potto vedello, papà? –

- No, tesoro, non credo che potrai vederlo. –

 

Il povero James gonfiò le guance, scoraggiato. Harry lo sentì dondolicchiare svogliatamente sulle sue ginocchia, e gli dispiacque immensamente di non poter accontentare una richiesta così semplice. Conoscere i propri nonni dovrebbe essere una cosa normale per ogni bambino, e se i suoi genitori non avrebbero mai potuto conoscere il loro nipotino per il semplice fatto che erano morti, quelli di Draco c’erano, eccome se c’erano. Ma Azkaban non è un posto dove portare un bambino a fare una visita, e francamente Harry non avrebbe saputo come spiegare al suo fin troppo sveglio James come mai i suoi nonni fossero rinchiusi in un posto così tremendo. Non aveva nemmeno idea di come Draco avrebbe potuto reagire ad una simile proposta.

 

- Ma… ma il tuo papà ti vuole bene? – Lo interruppe bruscamente James, rianimando la conversazione.

- Certo che mi vuole bene, piccolo. –

- E il papà di papà Daco? –

Harry esitò. – Beh… sì. sì, certo. Tutti i papà vogliono bene ai loro figli. – disse senza avere il coraggio di guardare James negli occhi. – Anche lui. –

- E… l’alto papà? –

- Quale altro papà? –

- L’alto! – insistette James.

- Oh… oh, no, io avevo una mamma. E anche Draco ha una mamma, tesoro. –

- Oh. Una mamma. – James fece una smorfia schizzinosa. – Le mamme tono butte. –

- Ma no, non dire così. Le mamme sono molto buone, e vogliono tanto bene ai loro bambini. La mia mamma mi voleva bene. –

- Gno! Io ti voglio più bene della tua mamma! – protestò James.

Sembrava si sentisse insidiato nel suo diritto di avere tutto l’amore del suo papà, e da una mamma qualsiasi, per giunta!

 

- La tua mamma è butta. – ribadì senza la minima esitazione.

 

Harry sospirò, e chiese mentalmente scusa alla povera Lily.

 

- La mia mamma non è brutta, James. – lo rimproverò. – Non devi offendere i genitori degli altri solo perché tu hai due papà, hai capito? -

- No non mi piace, è butta, vai via! – strillò James arrabbiatissimo, cercando di divincolarsi.

- Hey, tutto a posto? – si  allarmò Draco dal salotto.

- Tranquillo. – gemette Harry. – Siamo di nuovo alle prese con problemi di parentela. -

 

Eh sì, perché la questione aveva cominciato a materializzarsi quando Draco si era reso conto che James tendeva a chiamare tutti i genitori “papà”. Nello specifico, la mamma del suo amichetto Matty. Harry aveva sempre pensato che fosse una cosa comprensibile, vista la sua situazione, ma

 

Draco aveva voluto, o per meglio dire cercato, di affrontare il discorso con il suo diletto pargolo, e se n’era uscito chiedendogli se non gli sembrasse strano di avere due papà, invece di una mamma e di un papà.

 

Il risultato era stata una scenata tremenda, a colpi di lacrimoni e nasini rossi, perché “ci sono solo due gandi pe ogni bambino, e se aiva una mamma, alloa tu o papà Daco andate via, e io no vojo!”

 

Lui e Draco avevano perso quasi un’ora per cercare di convincerlo che no, non sarebbe arrivata nessuna mamma, e che nessuno se ne andava via.

 

Quando finalmente ogni cosa sembrava essersi risolta per il meglio, James se n’era uscito con una delle sue perle. Si era illuminato all’improvviso per chissà quale grandiosa idea, e aveva esclamato qualcosa come “ Matty dice che la sua mamma gli fa mettere a posto, e gli dice di fare il bavo, e gli pettina i capelli Allora a me non serve la mamma, anche papà Draco lo fa.-

 

Draco aveva strabuzzato gli occhi come se avesse appena inghiottito un Boccino, ed Harry si era detto che sarebbe stato bello morire in quel momento, miseramente ucciso da un attacco di risate convulse.

 

Dopo quell’episodio, Draco aveva giurato a sé stesso che non avrebbe mai più toccato l’argomento, nemmeno sotto tortura.

 

Draco fece capolino in cucina, guardingo.

 

- Stai facendo i capricci, piccolo monello? – indagò squadrando sul figlio con la massima severità.

 

- La mamma di papà Dedy è butta, e il tuo papà è cattivo. – ribatté James, per nulla intimorito.

 

Draco agghiacciò, e il suo sguardo volò verso Harry. – Ma si può sapere che gli hai detto? – sibilò.

- Ha fatto tutto da solo! – si difese Harry. – Io gli ho solo detto che tu ed io abbiamo una mamma, e che tuo padre è lontano. -

 

Draco sbuffò, e diede deliberatamente le spalle ai due. – Bah, pensaci tu a queste questioni genealogiche. Io non ho intenzione di prendermi della mammina un’altra volta. -

- Io? perché io, scusa? -

- Perché è sangue del tuo sangue, Potter. -

- E sentiamo, mammina, che cosa dovrei fare, secondo te? -

- Raccontagli la storia del cervo, così si mette tranquillo e si dimentica del resto. -

- Il cevvo! – si entusiasmò James. – Bello, bello, il cevvo! -

- Ancora? Ma te l’avrò raccontata un milione di volte! -

- No, no, ancoa, ancoa! -

 

Harry alzò le mani in segno di resa, e si accomodò meglio sulla seggiola. Incastrò dolcemente il suo mento sulla spalla di James, prendendolo a pretesto per stringerselo un po’.

 

- E va bene, allora, c’era una volta. – cominciò a mormorare. – Un mago molto abile, che si chiamava James proprio come te, e che amava trasformarsi in un cervo. Aveva molti amici, anche loro capaci di trasformarsi in animali, ed insieme a loro si divertiva un mondo ad esplorare la foresta, e tanti luoghi misteriosi. -

- E poi? E poi aiva la pincipetta? -

 

- Una cosa alla volta, James. Un bel giorno, mentre stava giocando con i suoi amici, il mago vide una bellissima principessa, e se ne innamorò. Ma lei non lo voleva, e lo sai perché? -

- Ti! – James arricciò tutto il faccino in una smorfia buffissima. – Pecchè gli tava tipatico. -

- Gli era proprio antipatico, sì. – rise Harry. – E allora cosa fece, il mago? -

- Si taffomma in cevvo! – esultò James.

- Bravissimo. Il mago si trasformò in un cervo, e riuscì a conquistare la principessa. E poi te lo ricordi come va a finire la storia? -

- Ti. Che si posano, e vanno in cielo. –

James sbattè le palpebre, e improvvisamente si voltò verso Harry. – Come il tuo papà! -

 

Da dietro lo stipite della porta, Draco si affacciò appena. Harry trattenne il fiato per un momento. Ma poi decise che lasciarsi vincere dal suo piccolo James era la miglior conclusione possibile per quella favola.

 

- Hai ragione. Proprio come il mio papà. -

  
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