Fanfic su artisti musicali > Jedward
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Autore: Owen    07/05/2013    9 recensioni
John ricorda il giorno più brutto della sua vita.
Quando ha perso la sua battaglia.
Quando ha perso la sua felicità, la sua voglia di vivere e di andare avanti.
Il suo tutto, Edward.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward , John
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic *Edward P.O.V.*



Ancora una volta mio padre mi ha costretto ad andare con lui.

Una volta ogni due settimane lo accompagnavo dall'altra parte della città.

Lì viveva la sua nuova fidanzata.

Dopo che mamma venne portata in prigione quel giorno, mi affidarono a papà.

Non ne ero molto entusiasta, non sono mai andato d'accordo con lui.

Non lo considero nemmeno un padre, non ha mai fatto niente per noi.

Si è separato da mamma quando ha saputo della sua gravidanza.

L'ha lasciata sola.

Quel giorno, una volta a casa della donna, decisi di uscire, di visitare il paese.

Avevo sempre paura a fare qualcosa di nuovo da solo.

Era la prima volta per me.

Il cielo era coperto da nuvole, segno che sarebbe iniziato a piovere presto.

Affondai le mani nelle tasche del cappotto mentre il vento scompigliava il mio ciuffo biondo che mi ricadeva sulla fronte.

Amavo camminare, mi faceva sempre pensare.

Pensare a te.

Da quel giorno sei diventato il mio pensiero fisso.

Ti incontro ogni notte, nei miei sogni.

Quando mi sveglio e mi ritrovo solo nel letto, piango.

Fà male.

Fà fottutamente male.

Non ho mai trovato una persona, un amico in grado di colmare quel vuoto lasciato da te.

Mi trovavo lungo un viale, di lato alcuni alberi mossi dal vento.

Intravidi un parco oltre le chiome e così decisi di andarci.

La gente stava tornando alle loro case, stava per iniziare una tempesta.

Trovai una panchina isolata.

Presi il mio blocco da disegno, lo tenevo sempre in tasca visto le piccole dimensioni.

Scrivere e disegnare era l'unico modo che avevo per sfogarmi.

Molti dei miei compagni di classe lo trovano stupido e infantile.

Ma non per me.

Non ho nessuno con cui posso esprimere le mie emozioni e i miei sentimenti.

Così scrivo.

Poesie, canzoni, qualunque cosa.

Disegno.

Mi piace disegnare, soprattutto occhi.

I tuoi.

Sembra una cosa strana, ma tra noi riuscivamo a capirci anche con un solo sguardo.

Non servivano parole.

Anche in quel momento ero solo, a disegnare i tuoi occhi, l'unica cosa che non sarebbe mai cambiata.

Sognavo di poterli incontrare, un giorno.

Una goccia bagnò l'angolo del mio foglio, risvegliandomi dai miei pensieri.

Forse era ora di tornare a casa.






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Il prossimo capitolo sarà l'ultimo!

   
 
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