Capitolo
1
Un
leggero raggio di sole entro dalle grate della finestra illuminando
alcuni
punti della stanza. Il sole era caldo quella mattina. Si sentiva. Si
sentiva
che era giugno. Non era estate. Almeno. Non ufficialmente. Si andava
ancora a
scuola.
Ginevra
sentì quel raggio farsi spazio sulla pelle e accarezzarla
dolcemente. Adorava
svegliarsi così. Non poteva esserci risveglio
migliore…
No
forse
no…
*….I’m starring at a
broken door….there’s nothing left
here anymore…*
No…eccolo.
Era questo il risveglio migliore…le dolci note di
“ Monsoon” attraversarle il
corpo facendole provare un brivido di piacere…
Sorrise.
Strinse più forte a se il cuscino. Pensando fosse qualcosa o
qualcun altro e
lentamente aprì gli occhi. Lo vide. Davanti a lei.
Sorrideva
anche lui. E la guardava. Immobile.
I
suoi
occhi erano i più dolci del mondo. Le facevano sussultare il
cuore anche se
erano fatti solo di fredda e fragile carta…
“
Buongiorno Bill…” sussurrò
Sbadigliò
portando su le braccia. Ancora non completamente cosciente
cercò di afferrare
il cellulare sul comodino…
*
Pack..*
“
Cazzo…” disse mentre guardava il cellulare per
terra ormai in due pezzi
Lo
raccolse. Lo rimise in sesto. Ormai le succedeva tutte le mattine. Ma
una di
quelle volte si sarebbe rotto sul serio…
Lo
accese.
Per fortuna quella mattina non era arrivata.
Guardò
l’ora. Erano le 7:12. C’era ancora
tempo…il pullman per andare a scuola sarebbe
passato tra 38minuti.
Accese
la televisione.
Già
sintonizzata su MTV o All Music.
Ormai
era un rito. Ogni mattina a quel ora c’era un video dei Tokio
Hotel in TV.
Forse glielo facevano apposta…^^
Si
tirò
un po’ su e appoggiò la testa alla fredda parete
alle sue spalle. Alzò gli
occhi al cielo. Riusciva ad intravedere la cornice del quadro attaccato
sopra
di lei…
Alzò
un
braccio per sfiorarlo…
Sentì
un
brivido. Come tutte le volte che lo sfiorava. Forse sentiva tristezza
nel
guardarlo. Forse malinconia. Ma qualunque cosa fosse…era la
cosa a cui teneva
di più…
La
sua
mente d’un tratto spazzò via quella nuvola di
ricordi, attirata da un annuncio
alla tv…
Il
suo
sguardo tornò su quello schermo che illuminava appena il
lato della stanza in
penombra…
“…ragazzi…siete
pronti?! L’evento più importante nella storia
delle nuove rock band si sta
avvicinando…solo due giorni…e i mitici, unici
TOKIO HOTEL saranno in Italia.
Tutto esaurito per il Datch Forum di Milano…e tu?! Ci
sarai…?!...”
…si…
Pensò
tra sé e sé Ginevra…
Aprì
il
cassetto del suo comodino e tirò fuori due pezzi di carta
che valevano più di
quanto potevano sembrare…
Bianco.
Blu.
Argento. Erano i colori che c’erano sopra.
Tokio
hotel…c’era scritto…Datch Forum di
Assago…
Ancora
non ci poteva credere….aveva convinto la sua amica ad andare
con lei. Ma
purtroppo non aveva convinto sua madre…ma non era un
problema…
C’era
il
sole fuori.
Era
una
giornata bellissima…faceva caldo. Ma non troppo. Ancora non
era estate. Ma
primavera. Gin amava la primavera. Una via di mezzo. Come lei.
Uscì.
Non salutò nessuno come ogni mattina e con lo zaino sulle
spalle andò verso il
pullman…
Come
al
solito a quel ora non c’era nessuno in giro. Ma andava
bene…era bella quel
atmosfera tranquilla e un po’ solitaria…
Arrivò
alla fermata e posò lo zaino sulla panchina mettendo a palla
l’MP3.
Ancora
Tokio Hotel. Alternati da Green Day e Linkin Park…
Era
in piedi.
Guardava da entrambi i lati della strada. Aspettava qualcuno.
Un
vecchietto si fermò accanto a lei. La squadrò da
capo a piedi e fece qualche
commento sottovoce.
Probabilmente
riferito al suo aspetto…
Non
era
molto esuberante o estroso ma dava comunque
nell’occhio…
Aveva
un
pantalone aderente nero fino al ginocchio e degli stivali
neri…nonostante la
temperatura. Una maglia nera con un teschio, mille braccialetti e un
ciondolo a
forma di “G”.
Cercò
di
coprire con i bracciali più che poteva i
polsi…anche se più il ferro e la pelle
facevano contatto…più faceva male…
Finalmente
non la guardava più…
Da
lontano arrivò correndo goffamente con lo zaino che le
pendeva da un braccio
una ragazza mora. Riccia. Con dei buffi occhiali sul naso. E un sorriso
che
avrebbe fatto tornare il sole anche in un giorno di dicembre…
“…buongiorno…”
disse affannata
Gin
si
limitò a fare un cenno con la testa. Mentre la guardava
molto divertita.
“
Allora!? Che hai deciso?”
“
Come!
Mi sembra ovvio…abbiamo speso 180 euro…e dovrei
tirarmi indietro…?”
Valeria.
Così si chiamava la ragazza. Sorrise ancora di
più e iniziò a saltare
afferrando Gin per le braccia…
“…ahi…”
disse lei allontanando la ragazza e massaggiandosi le braccia
Valeria
la guardò un po’ perplessa…
“
L’hai
fatto ancora…?!”
Gin
non
rispose. Abbassò lo sguardo e sperò non ne
avessero parlato…
Valeria
lo intuì. Non voleva infierire…così
tornò di nuovo allegra…
“
Allora
si va?”
Gin
sorrise vedendo che l’amica aveva capito al volo…
“
Si…ovviamente…due mesi senza i genitori e la
scuola tra le palle!”
“
Sicura
che non si arrabbieranno?”
“
E chi
cazzo se ne frega! Abbiamo 17 anni…non possono tenerci
rinchiuse…magari quando
torneremo ci faranno un cazziatone…mah…se
torneremo…”
“
Come
se torneremo?!”
“
No…niente…”
Gin
non
tornò sull’argomento. Ma era proprio quello che
aveva detto. Non voleva
tornare…
Il
pullman era arrivato…
Salirono.
Come al solito l’autista cercò di persuaderle.
Erano 5 anni che lo faceva. Era
chiaro che era un po’ pedofilo…ma non ci facevano
più caso…
Camminarono
fino ad arrivare in fondo…
Dei
ragazzi fecero i loro soliti commenti…
Qualcuno
mise dal cellulare la colonna sonora dell’esorcista e
prendendo un coltellino
fece finta di tagliarsi i polsi…
“
…sono
EMO…sono trasgressivo…non ho paura della
morte…” disse cercando di imitare un
moribondo e scoppiando a ridere successivamente…
Le
due
ragazze si sedettero senza farci tanto caso…anche se tutto
quello era riferito
a Gin…
“
Lasciali stare…sono deficienti!”
” Lo so…ma verrà il momento che teste
di cazzo del genere non mi staranno più
tra le palle!”
Valeria
adorava il modo chiaro e netto di dire le cose di Gin. La faceva
apparire
sicura e forte. Ma la conosceva troppo bene. Sapeva che dietro quella
maschera
si nascondeva tutt’altro…
Fuori
dalla scuola il gruppo dei ragazzi pronti ad entrare era nettamente
diminuito…ormai molti si erano presi le vacanze in
anticipo…e quelli che erano
rimasti erano del tutto svogliati…
Valeria
e Gin non restarono fuori a parlare con i
compagni…entrarono…a vedere se in
bacheca c’era qualcosa che le riguardava…
Avevano
fatto l’Erasmus. Il corso di lingua tedesca…e
speravano di vedere appesi i
risultati dei loro esami…
Entrarono.
Davanti alla bacheca c’erano un po’ di ragazzi che
ridevano…intenti a guardare
qualcosa…
“
Voglio
vedere cos’hanno da ridere…” disse Gin
Si
avvicinò facendosi spazio…
Aveva
un
sorriso in volto. Pronto a vedere cosa c’era di tanto
interessante.
Il
suo
sorriso si spense quando lesse un annuncio scritto su un foglietto
nero…
“
Cercasi ragazza per compagnia o altro di più
intenso…ho già avuto esperienze.
Si accettano anche relazioni a tre. Condividerete la passione con me e
la mia
amica Bill Kauitz…chissà…se gli piace
la cosa ci invita gratis al suo concerto…
Ginevra
S.”
Anche
Valeria aveva letto quel annuncio. Era rimasta a dir poco sconvolta.
Conosceva
l’amica. C’erano due cose a cui teneva al mondo.
Una di queste era Bill.
Non
era
la solita ragazzina urlante dietro le loro canzoni. Gin era devota a
Bill…
La
guardò cercando di capire le sue intenzioni. Sapeva che non
era capace di
controllarsi a volte. Era capace di far del male a qualcuno.
Aveva
frequentato 3 anni di boxe. Ha dovuto lasciare per una rissa successa
durante
gli allenamenti…aveva mandato in ospedale un suo “
collega.”…
Era
immobile a fissare quel foglio. Abbassò lo sguardo cercando
di mantenere il
controllo…
“
Ehi…come sta la tua amica? Quella checca…o
frocio…Billa giusto?”
Gin
girò
la testa di scatto per guardare negli occhi il cretino che aveva
pronunciato
quelle parole…
Non
le
interesso nemmeno che aspetto avesse. Gli sferrò un pugno
buttandolo a terra.
Lo guardò con sdegno dall’alto. Mentre un rivolo
di sangue gli scorreva lungo
il mento…
Aveva
perso il controllo…iniziò a tirargli
calci…senza fermarsi…
“
Basta!” gridò Valeria un po’ impaurita
Gin
la
guardò rabbiosa. Riconobbe una lacrima sul suo viso. Poi
guardò il ragazzo
steso a terra. Sanguinante.
Una
scena le tornò in mente…
Una
macchina andava via veloce…mentre i suoi pneumatici
lasciavano una leggera scia
di sangue sull’asfalto.
Un
urlo
agghiacciante ruppe il silenzio di quella notte…e poi
lacrime.
Mani
ricoperte di sangue che sfioravano il suo volto…assistendo i
suoi ultimi
respiri…
Gin
si
guardò intorno mentre una lacrima le sconvolgeva il trucco e
le bagnava il
tenero volto…
Si
mise
una mano alla bocca…
“
Scusa…” disse interrotta dai singhiozzi
Iniziò
a
correre. Alcuni professori la guardavano indegni…
“
Aspetta!” le gridò Valeria
Gin
non
l’ascoltò e continuò a
correre…
Entrò
in
un bagno…e chiuse la porta.
Lentamente
si accasciò per terra. In lacrime.
Aveva
paura di se stessa…
Di
quello che poteva fare…
Dei
suoi
sbalzi di umore. Un momento felicissima e euforica. L’altro
triste e depressa.
Perché? Perché stava così male?
Da
quella sera…
Era
cambiata…
Continuò
a piangere con il viso tra le mani…
Diede
un
calcio al muro. Sentì molto dolore, ma non importava.
Tirò
fuori dalla sua borsa una limetta.
Non
ci
pensò nemmeno. Disegnò una
“b” sul suo braccio. Con tutta la violenza che
aveva.
Il
sangue cominciò a scorrere. Da quelle ferite che ormai si
erano chiuse…
Ormai
non sentiva più dolore…ed era quello il brutto.
Non sapeva come compensare il
dolore interiore….ormai non c’era niente di
più sofferente…
Solo
lì.
C’era una
speranza…bill…forse…lui…no…
*
Ma che
dico! Nessuno mi può aiutare. Nemmeno tu Bill. Che nemmeno
mi conosci. Perché
non sei qui a sussurrarmi “Ich Bin Da….”
Ora che ne ho bisogno. Sono stupida a
pensare questo di te!? Dimmelo! Sono stupida…? A provare
queste cose per
qualcuno che non conosco?”
“
Dimmelo!” si mise a urlare…
Mentre
il pavimento del bagno si riempiva del suo sangue e delle sue
lacrime….
La
porta
si aprì delicatamente.
Valeria
la guardò. Dolce. Le sorrise. Si chinò su di lei.
Porgendole un po’ di cotone…
Gin
ancora piangeva…
“
Smettila adesso…”
Non
l’ascoltava. Continuava a piangere mentre si tamponava le
ferite…
“
Smettila adesso!” gridò…
Gin
singhiozzò e l’abbraccio. Coprendo la sua delicata
maglietta rosa di un rosso
intenso.
“
Ce ne
andiamo…hai ragione tu…facciamo passare questo
giorno…e domani partiamo…”
Gin
asciugò le lacrime e la guardò. Non era mai stata
così determinata…
“
Sono
debole…lui non mi guarderà. Perché
dovrebbe!”
“
Perché
sei speciale…e poi se non lo
farà…peggio per lui…”
Gin
le
sorrise. Valeria l’aiutò ad alzarsi e la
portò fuori…non restavano a scuola.
Si
sdraiarono
su una panchina della piccola piazza coperte dall’ombra di
una grande quercia…
Stranamente
Gin sorrideva. Era euforica ora. Non sapeva perché. Non si
capiva.
“…I miss
you…but you don’t think at me…I miss
you…but
you don’t know how I feel…”
Gin
inziò
a canticchiare. Mentre Valeria le faceva il coro…
“
La
nostra canzone…la deve sentire…”
“
Si…l’ho scritta per lui…”
disse Gin
“
E la
sentirà…”
“
Sai
una cosa?! Non importa…io amo Bill…”
Valeria
sorrise a quelle affermazioni…
“
Ma
avremo una sola occasione con loro…uno dei due gemelli
sarà mio…Tom…o
Bill…”
“
Come
Tom?”
“
Non ti
preoccupare…quello lì non mi
interessa…ma ho un piano…” disse
scoppiando a
ridere…
Valeria
la guardò. Era contenta che fosse allegra…ma un
po’ spaventavano anche lei quei
cambiamenti d’umore…
*
Gin…magari Bill ti cambia…non so
cos’hai in mente…ma ti seguirò in ogni
tua
follia…perché ti voglio bene…vuoi
scoparti Tom per arrivare a Bill…è un
po’
subdolo…ma tu lo vuoi a tutti i costi…e lo
avrai…sei forte piccolina…*
“
E
quale sarebbe….”
“
Domani
vedrai…tu porta quello che ti ho detto..”