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Autore: sweetie93    26/11/2007    1 recensioni
...quando la tua vita somiglia ad un film di cui non conosci la fine....
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

 

Un leggero raggio di sole entro dalle grate della finestra illuminando alcuni punti della stanza. Il sole era caldo quella mattina. Si sentiva. Si sentiva che era giugno. Non era estate. Almeno. Non ufficialmente. Si andava ancora a scuola.

Ginevra sentì quel raggio farsi spazio sulla pelle e accarezzarla dolcemente. Adorava svegliarsi così. Non poteva esserci risveglio migliore…

No forse no…

*….I’m starring at a broken door….there’s nothing left here anymore…*

No…eccolo. Era questo il risveglio migliore…le dolci note di “ Monsoon” attraversarle il corpo facendole provare un brivido di piacere…

Sorrise. Strinse più forte a se il cuscino. Pensando fosse qualcosa o qualcun altro e lentamente aprì gli occhi. Lo vide. Davanti a lei.

Sorrideva anche lui. E la guardava. Immobile.

I suoi occhi erano i più dolci del mondo. Le facevano sussultare il cuore anche se erano fatti solo di fredda e fragile carta…

“ Buongiorno Bill…” sussurrò

Sbadigliò portando su le braccia. Ancora non completamente cosciente cercò di afferrare il cellulare sul comodino…

* Pack..*

“ Cazzo…” disse mentre guardava il cellulare per terra ormai in due pezzi

Lo raccolse. Lo rimise in sesto. Ormai le succedeva tutte le mattine. Ma una di quelle volte si sarebbe rotto sul serio…

Lo accese. Per fortuna quella mattina non era arrivata.

Guardò l’ora. Erano le 7:12. C’era ancora tempo…il pullman per andare a scuola sarebbe passato tra 38minuti.

Accese la televisione.

Già sintonizzata su MTV o All Music.

Ormai era un rito. Ogni mattina a quel ora c’era un video dei Tokio Hotel in TV. Forse glielo facevano apposta…^^

Si tirò un po’ su e appoggiò la testa alla fredda parete alle sue spalle. Alzò gli occhi al cielo. Riusciva ad intravedere la cornice del quadro attaccato sopra di lei…

Alzò un braccio per sfiorarlo…

Sentì un brivido. Come tutte le volte che lo sfiorava. Forse sentiva tristezza nel guardarlo. Forse malinconia. Ma qualunque cosa fosse…era la cosa a cui teneva di più…

La sua mente d’un tratto spazzò via quella nuvola di ricordi, attirata da un annuncio alla tv…

Il suo sguardo tornò su quello schermo che illuminava appena il lato della stanza in penombra…

 

“…ragazzi…siete pronti?! L’evento più importante nella storia delle nuove rock band si sta avvicinando…solo due giorni…e i mitici, unici TOKIO HOTEL saranno in Italia. Tutto esaurito per il Datch Forum di Milano…e tu?! Ci sarai…?!...”

…si…

Pensò tra sé e sé Ginevra…

Aprì il cassetto del suo comodino e tirò fuori due pezzi di carta che valevano più di quanto potevano sembrare…

Bianco. Blu. Argento. Erano i colori che c’erano sopra.

Tokio hotel…c’era scritto…Datch Forum di Assago…

Ancora non ci poteva credere….aveva convinto la sua amica ad andare con lei. Ma purtroppo non aveva convinto sua madre…ma non era un problema…

C’era il sole fuori.

Era una giornata bellissima…faceva caldo. Ma non troppo. Ancora non era estate. Ma primavera. Gin amava la primavera. Una via di mezzo. Come lei.

Uscì. Non salutò nessuno come ogni mattina e con lo zaino sulle spalle andò verso il pullman…

Come al solito a quel ora non c’era nessuno in giro. Ma andava bene…era bella quel atmosfera tranquilla e un po’ solitaria…

Arrivò alla fermata e posò lo zaino sulla panchina mettendo a palla l’MP3.

Ancora Tokio Hotel. Alternati da Green Day e Linkin Park…

Era in piedi. Guardava da entrambi i lati della strada. Aspettava qualcuno.

Un vecchietto si fermò accanto a lei. La squadrò da capo a piedi e fece qualche commento sottovoce.

Probabilmente riferito al suo aspetto…

Non era molto esuberante o estroso ma dava comunque nell’occhio…

Aveva un pantalone aderente nero fino al ginocchio e degli stivali neri…nonostante la temperatura. Una maglia nera con un teschio, mille braccialetti e un ciondolo a forma di “G”.

Cercò di coprire con i bracciali più che poteva i polsi…anche se più il ferro e la pelle facevano contatto…più faceva male…

Finalmente non la guardava più…

Da lontano arrivò correndo goffamente con lo zaino che le pendeva da un braccio una ragazza mora. Riccia. Con dei buffi occhiali sul naso. E un sorriso che avrebbe fatto tornare il sole anche in un giorno di dicembre…

“…buongiorno…” disse affannata

Gin si limitò a fare un cenno con la testa. Mentre la guardava molto divertita.

“ Allora!? Che hai deciso?”

“ Come! Mi sembra ovvio…abbiamo speso 180 euro…e dovrei tirarmi indietro…?”

Valeria. Così si chiamava la ragazza. Sorrise ancora di più e iniziò a saltare afferrando Gin per le braccia…

“…ahi…” disse lei allontanando la ragazza e massaggiandosi le braccia

Valeria la guardò un po’ perplessa…

“ L’hai fatto ancora…?!”

Gin non rispose. Abbassò lo sguardo e sperò non ne avessero parlato…

Valeria lo intuì. Non voleva infierire…così tornò di nuovo allegra…

“ Allora si va?”

Gin sorrise vedendo che l’amica aveva capito al volo…

“ Si…ovviamente…due mesi senza i genitori e la scuola tra le palle!”

“ Sicura che non si arrabbieranno?”

“ E chi cazzo se ne frega! Abbiamo 17 anni…non possono tenerci rinchiuse…magari quando torneremo ci faranno un cazziatone…mah…se torneremo…”

“ Come se torneremo?!”

“ No…niente…”

Gin non tornò sull’argomento. Ma era proprio quello che aveva detto. Non voleva tornare…

Il pullman era arrivato…

Salirono. Come al solito l’autista cercò di persuaderle. Erano 5 anni che lo faceva. Era chiaro che era un po’ pedofilo…ma non ci facevano più caso…

Camminarono fino ad arrivare in fondo…

Dei ragazzi fecero i loro soliti commenti…

Qualcuno mise dal cellulare la colonna sonora dell’esorcista e prendendo un coltellino fece finta di tagliarsi i polsi…

“ …sono EMO…sono trasgressivo…non ho paura della morte…” disse cercando di imitare un moribondo e scoppiando a ridere successivamente…

Le due ragazze si sedettero senza farci tanto caso…anche se tutto quello era riferito a Gin…

“ Lasciali stare…sono deficienti!”
” Lo so…ma verrà il momento che teste di cazzo del genere non mi staranno più tra le palle!”

Valeria adorava il modo chiaro e netto di dire le cose di Gin. La faceva apparire sicura e forte. Ma la conosceva troppo bene. Sapeva che dietro quella maschera si nascondeva tutt’altro…

Fuori dalla scuola il gruppo dei ragazzi pronti ad entrare era nettamente diminuito…ormai molti si erano presi le vacanze in anticipo…e quelli che erano rimasti erano del tutto svogliati…

Valeria e Gin non restarono fuori a parlare con i compagni…entrarono…a vedere se in bacheca c’era qualcosa che le riguardava…

Avevano fatto l’Erasmus. Il corso di lingua tedesca…e speravano di vedere appesi i risultati dei loro esami…

Entrarono. Davanti alla bacheca c’erano un po’ di ragazzi che ridevano…intenti a guardare qualcosa…

“ Voglio vedere cos’hanno da ridere…” disse Gin

Si avvicinò facendosi spazio…

Aveva un sorriso in volto. Pronto a vedere cosa c’era di tanto interessante.

Il suo sorriso si spense quando lesse un annuncio scritto su un foglietto nero…

 

“ Cercasi ragazza per compagnia o altro di più intenso…ho già avuto esperienze. Si accettano anche relazioni a tre. Condividerete la passione con me e la mia amica Bill Kauitz…chissà…se gli piace la cosa ci invita gratis al suo concerto…

Ginevra S.”

 

Anche Valeria aveva letto quel annuncio. Era rimasta a dir poco sconvolta. Conosceva l’amica. C’erano due cose a cui teneva al mondo. Una di queste era Bill.

Non era la solita ragazzina urlante dietro le loro canzoni. Gin era devota a Bill…

La guardò cercando di capire le sue intenzioni. Sapeva che non era capace di controllarsi a volte. Era capace di far del male a qualcuno.

Aveva frequentato 3 anni di boxe. Ha dovuto lasciare per una rissa successa durante gli allenamenti…aveva mandato in ospedale un suo “ collega.”…

Era immobile a fissare quel foglio. Abbassò lo sguardo cercando di mantenere il controllo…

“ Ehi…come sta la tua amica? Quella checca…o frocio…Billa giusto?”

Gin girò la testa di scatto per guardare negli occhi il cretino che aveva pronunciato quelle parole…

Non le interesso nemmeno che aspetto avesse. Gli sferrò un pugno buttandolo a terra. Lo guardò con sdegno dall’alto. Mentre un rivolo di sangue gli scorreva lungo il mento…

Aveva perso il controllo…iniziò a tirargli calci…senza fermarsi…

“ Basta!” gridò Valeria un po’ impaurita

Gin la guardò rabbiosa. Riconobbe una lacrima sul suo viso. Poi guardò il ragazzo steso a terra. Sanguinante.

Una scena le tornò in mente…

Una macchina andava via veloce…mentre i suoi pneumatici lasciavano una leggera scia di sangue sull’asfalto.

Un urlo agghiacciante ruppe il silenzio di quella notte…e poi lacrime.

Mani ricoperte di sangue che sfioravano il suo volto…assistendo i suoi ultimi respiri…

Gin si guardò intorno mentre una lacrima le sconvolgeva il trucco e le bagnava il tenero volto…

Si mise una mano alla bocca…

“ Scusa…” disse interrotta dai singhiozzi

Iniziò a correre. Alcuni professori la guardavano indegni…

“ Aspetta!” le gridò Valeria

Gin non l’ascoltò e continuò a correre…

Entrò in un bagno…e chiuse la porta.

Lentamente si accasciò per terra. In lacrime.

Aveva paura di se stessa…

Di quello che poteva fare…

Dei suoi sbalzi di umore. Un momento felicissima e euforica. L’altro triste e depressa. Perché? Perché stava così male?

Da quella sera…

Era cambiata…

Continuò a piangere con il viso tra le mani…

Diede un calcio al muro. Sentì molto dolore, ma non importava.

Tirò fuori dalla sua borsa una limetta.

Non ci pensò nemmeno. Disegnò una “b” sul suo braccio. Con tutta la violenza che aveva.

Il sangue cominciò a scorrere. Da quelle ferite che ormai si erano chiuse…

Ormai non sentiva più dolore…ed era quello il brutto. Non sapeva come compensare il dolore interiore….ormai non c’era niente di più sofferente…

Solo lì. C’era una speranza…bill…forse…lui…no…

 

* Ma che dico! Nessuno mi può aiutare. Nemmeno tu Bill. Che nemmeno mi conosci. Perché non sei qui a sussurrarmi “Ich Bin Da….” Ora che ne ho bisogno. Sono stupida a pensare questo di te!? Dimmelo! Sono stupida…? A provare queste cose per qualcuno che non conosco?”

 

“ Dimmelo!” si mise a urlare…

Mentre il pavimento del bagno si riempiva del suo sangue e delle sue lacrime….

La porta si aprì delicatamente.

Valeria la guardò. Dolce. Le sorrise. Si chinò su di lei. Porgendole un po’ di cotone…

Gin ancora piangeva…

“ Smettila adesso…”

Non l’ascoltava. Continuava a piangere mentre si tamponava le ferite…

“ Smettila adesso!” gridò…

Gin singhiozzò e l’abbraccio. Coprendo la sua delicata maglietta rosa di un rosso intenso.

“ Ce ne andiamo…hai ragione tu…facciamo passare questo giorno…e domani partiamo…”

Gin asciugò le lacrime e la guardò. Non era mai stata così determinata…

“ Sono debole…lui non mi guarderà. Perché dovrebbe!”

“ Perché sei speciale…e poi se non lo farà…peggio per lui…”

Gin le sorrise. Valeria l’aiutò ad alzarsi e la portò fuori…non restavano a scuola.

Si sdraiarono su una panchina della piccola piazza coperte dall’ombra di una grande quercia…

Stranamente Gin sorrideva. Era euforica ora. Non sapeva perché. Non si capiva.

“…I miss you…but you don’t think at me…I miss you…but you don’t know how I feel…”

Gin inziò a canticchiare. Mentre Valeria le faceva il coro…

“ La nostra canzone…la deve sentire…”

“ Si…l’ho scritta per lui…” disse Gin

“ E la sentirà…”

“ Sai una cosa?! Non importa…io amo Bill…”

Valeria sorrise a quelle affermazioni…

“ Ma avremo una sola occasione con loro…uno dei due gemelli sarà mio…Tom…o Bill…”

“ Come Tom?”

“ Non ti preoccupare…quello lì non mi interessa…ma ho un piano…” disse scoppiando a ridere…

Valeria la guardò. Era contenta che fosse allegra…ma un po’ spaventavano anche lei quei cambiamenti d’umore…

 

* Gin…magari Bill ti cambia…non so cos’hai in mente…ma ti seguirò in ogni tua follia…perché ti voglio bene…vuoi scoparti Tom per arrivare a Bill…è un po’ subdolo…ma tu lo vuoi a tutti i costi…e lo avrai…sei forte piccolina…*

 

“ E quale sarebbe….”

“ Domani vedrai…tu porta quello che ti ho detto..”

 

  
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