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Autore: GreenParadise    07/05/2013    3 recensioni
La mia prima Brittana nata non so nemmeno io come, ma eccola qui! Forse un pò no-sense o semplicemente troppo piena di parole, ma è stato un viaggio di fantasia, un tumulto di sentimenti e uno scoppio di emozioni. Sì, la descriverei proprio così. Santana e Brittany in un futuro tutto immaginario e rivoluzionario.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui, a distanza di due giorni dalla pubblicazione di un'altra mia One Shot..
E' assurdo, so di avere lasciato delle storie in sospeso e prima o poi le continuerò perchè meritano e perchè ne ho voglia,
ma proprio fra immense ore di studio e stress per la Maturità mi vien voglia di scrivere,
ma una voglia assurda che non si può reprimere e quindi nascono queste cose..
Questa è la mia prima Brittana, ho già scritto nella descrizione che forse non ha un vero e proprio senso,
anzi, è tutta giocata sulla mia fantasia, ma volevo pubblicarla comunque.

Ricordo che, per chi volesse, ecco la pagina legata al mio account
 https://www.facebook.com/GreenParadiseEfp?fref=ts

E, detto questo, buona lettura! :3

 

* She saved me. *





New York, ore 10.00, aula del tribunale.
Ansia, paura, sguardi, sorrisi, tempo che sembra essersi fermato.


Facciamo un passo indietro.


New York, ore 07.00, appartamento Lopez.
Una calda giornata in un tranquillo Giugno, un sole alto e splendente in un cielo limpido, un toast con uno smile sorridente sopra un piattino azzurro, una tazza di caffè su un tavolo di un semplice appartamento in periferia. Brittany Pierce su una sedia, sorridente come non mai, in un paio di jeans chiari, una maglietta gialla quanto i suoi lunghi capelli raccolti in una coda, con un trucco leggero e un’immensa soddisfazione dentro.
Santana Lopez in piedi, in cucina, con la faccia assonnata, una magliettona a fare da pigiama, capelli appena scombinati e un’immensa voglia di tornare a letto.

- “Che cavolo ci fai ancora in quelle condizioni? Ti ho preparato la colazione, mangia, lavati, vestiti e andiamo! Non vorrai fare tardi spero!”

La latina si trascinò al tavolo con gli occhi ancora socchiusi, bevendo subito un sorso di caffè per poi ritrovarsi gli occhi vispi e chiari della bionda che la osservava con insistenza come se potesse accelerare i suoi morsi al toast o il tempo che impiegava a masticarlo; incredibile quanto quella ragazza poteva essere convincente quando si metteva una cosa in testa!
Finì la colazione e senza dire niente andò a farsi una doccia per lavare via la sonnolenza e ogni presagio negativo per ciò che stava per affrontare; Brittany le aveva preparato il tailleur che non vedeva l’ora di osservare addosso alla sua ragazza e aveva messo in ordine in bagno ogni cosmetico che sarebbe servito alla latina non appena vestita.

- “Grazie Bri, ti ho già detto che ti amo?”

La bionda non rispose mentre l’altra usciva dalla doccia facendo sgocciolare i capelli un po’ ovunque, ma cominciò a rimettere a posto ogni cosa, tanto lei era già pronta da ore e l’unica cosa che le interessava in quel momento era far preparare Santana nel minor tempo possibile per arrivare puntuali.
A volte, non si capiva come né perché, Brittany diventava il leader della coppia, prendeva in mano la situazione e sapeva sempre gestirla nel migliore dei modi, come se sapesse davvero cosa era giusto fare e cosa no; Santana si stupiva di questa sua determinazione che poi, a volte, si trasformava in un’irrefrenabile dolcezza mista ad un pizzico di ingenuità che facevano parte del DNA della bionda, ma le piaceva, le piaceva ogni cosa di quella ragazza e indubbiamente era molto più eccitante quando prendeva in mano le redini della loro vita insieme. La bruna ripassava a mente tutto ciò che adorava della bionda mentre la vedeva indaffarata con vestiti e roba varia, tanto sapeva che qualsiasi nuova cosa le sarebbe venuta in mente, poteva esserle d’aiuto proprio in quella mattinata.
Quando finalmente fu pronta, perfetta nella sua “divisa da lavoro” , formale, ma sexy al punto giusto, lasciarono entrambe l’appartamento e raggiunsero il tribunale.
 

New York, ore 10.00, aula del tribunale.
Ansia, paura, sguardi, sorrisi, tempo che sembra essersi fermato.


Ed eccoci qui; Santana seduta davanti alla commissione, al giudice, ad altri avvocati. Dà le spalle alla gente del suo corso venuta solo per fare da osservatore ad un suo probabile fallimento, a qualche amica più lontana e a lei, la bionda in prima fila, splendente nella sua semplicità e nel suo sorriso da far paura a tutti che, suo malgrado, non potrà guardare mentre esporrà la sua tesi.
Ovviamente il fulcro del suo progetto è inerente a ciò che i professori richiedono, ciò che davvero deve presentare sotto gli occhi e le orecchie attenti dei suoi superiori, ma è l’anno delle rivoluzioni e quindi si è deciso di fare qualcosa di particolare; ognuno degli aspiranti avvocati può, a sua scelta, portare un argomento, una specie di monologo nel quale deve sostenere ciò che più gli sta cuore, qualcosa che potrebbe difendere con le unghia e con i denti e sul quale potrebbe sviluppare pensieri fermi e forti.. Deve insomma essere un lavoro capace di resistere alle varie domande delle arpie e dei vecchi componenti della commissione.

La prima parte è andata bene, sebbene la latina ha più volte rischiato di perdere la pazienza a causa di domande ritenute da lei un po’ troppo personali, ma ha saputo resistere perché sa che l’attende la parte migliore e perché non poteva tradire il corso accelerato di autocontrollo che Brittany le aveva tenuto tutte le sere da un mese a quella parte.

- “Bene signorina, ha già finito o vuole parlarci di qualcos’altro?”

Eccola, è quella la domanda che avrebbe dato il via al meglio di sé stessa, alla sua parte sua più intima, ai suoi pensieri più veri e profondi. Si alza e si volta verso il suo “pubblico”, verso il parere degli altri che aveva ormai imparato ad accettare anche se tollerarlo era ancora difficile, ma soprattutto si trova di fronte a lei, l’ispiratrice del suo lavoro: Brittany.
Si schiarisce la voce, stringe i fogli che ha fra le mani e comincia a parlare.

“Credo che le esperienze ci facciano crescere, che ci fortifichino e ci rendono più maturi e forti.
Pensate che sia la solita frase da scrivere sulle cartoline da inviare a qualche conoscente che magari nemmeno la leggerà? No, è quello che provo ogni giorno stando al suo fianco.
Prima qualcuno mi diceva: “Esci e vedrai, prima o poi, incontrerai quel qualcuno con cui dividere la tua vita e al quale potrai far conoscere ogni singola parte di te.”
Come se qualcuno potesse mai conoscere ogni singola parte di me.. Non le conosco nemmeno io, perché dovrebbe saperle qualcuno che non convive con me, non sa realmente quello che penso semplicemente perché non può? Non può e basta.
Adesso che ci penso, tutto questo è stupido, ma talmente stupido, talmente superficiale e senza un briciolo di verità che mi vergogno io stessa di averlo anche minimamente fatto entrare nella mia testa.
Sono le parole di chi non ha ancora avuto la fortuna di incontrare la persona giusta, ma non quella dei film o dei libri d’amore, quella che noi decidiamo di far diventare giusta. Non è possibile che un giorno uscendo, incontriamo qualcuno e improvvisamente la persona che ci ritroviamo davanti viene catalogata come quella “giusta”. No, non va così. Incontriamo una persona, lei ci sorride e ci sentiamo già sciogliere dentro, magari ci guarda, ma proprio dentro, nel profondo con un semplice sguardo, poi si avvicina, ma non ci parla, ci sfiora appena. Un tocco impercettibile. Quella, è proprio quella la persona giusta perché ha tutto quello che noi abbiamo sempre desiderato: un sorriso che apre nuove finestre al nostro mondo, degli occhi nei quali potremmo perderci per tutte le emozioni che sono capaci di regalare e una timidezza paragonabile alla delicatezza di una piuma.
Non è forse questo tutto quello che andavamo cercando da anni o da sempre?
Dal momento in cui le nostre braccia hanno desiderato stringere qualcuno, le nostre dita volevano incastrarsi con delle altre, i nostri occhi volevano posarsi sui dettagli di un viso e la nostra bocca voleva assumere qualsiasi espressione legata alle parole di qualcun altro.. Dal momento in cui abbiamo capito che la vita è bella perché può essere condivisa con qualcuno di speciale, qualcuno che fa sentire noi speciali.
Quel momento arriva per tutti, l’istante in cui ci rendiamo conto che abbiamo bisogno di calore, affetto, sorrisi, abbracci, baci, carezze e perché no, qualche rimprovero che fatto dalla persona che attira tutte le nostre attenzioni diventa la cosa più importante al mondo. Ma parlo io, io che fino a qualche tempo fa credevo di essere l’unica sulla faccia della terra a piangere, disperarmi, rinchiudermi in casa, ascoltare musica deprimente e fare qualsiasi cosa che mi ricordasse in ogni minuto che ero una fallita, una sfigata e un’emarginata. Quindi, dove sta il filo logico nel discorso? Magari non c’è, non è che deve esserci per forza, ma voglio dire, parlo io che potrei essere considerata il caso più difficile con cui un psicologo abbia mai avuto a che fare. E invece poi le cose cambiano e cambiano in meglio! Non in un giorno preciso, in un posto preciso o con una persona precisa, cambiano e basta, senza che noi nemmeno ce ne accorgiamo; è come la persona “giusta”, non esiste quella e non esiste il “preciso”.. Esiste quel giorno che poi diventa il nostro preferito nel calendario, il posto che diventerà quello sede di racconti e ricordi memorabili e la persona che ci cambierà la vita senza chiederci il permesso.
Io non ci credevo a queste cose e non ci credete nemmeno voi, lo so, ma quando vi capiterà e se vi capiterà, perché non tutti hanno la fortuna di essere protagonisti di eventi del genere, se vi capiterà, fermatevi un secondo a riflettere quanto bella sia stata questa esperienza, quanto le vostre idee siano cambiate grazie a questa, quanto i vostri orizzonti si siano allargati e le vostre menti aperte, quanto di incredibile c’è nell’incontrare una persona che ci prende per mano, ci dice “proviamo” e non ci chiede se vogliamo essere partecipe dell’evento perché già sa che è così, che inevitabilmente diremmo “sì”, ci fa da guida e basta, poi va sempre avanti, sempre più in là senza pensare al suo passato e alle cose che non ritorneranno più. Io l’ho incontrata questa persona, questo essere speciale che mi ha cambiato la vita e non so se in meglio o in peggio; immaginate la vostra esistenza rivoluzionata dalla sua presenza, dalle sue mani sul vostro viso, dalle sue parole alle vostre orecchie, dai suoi sguardi sui vostri particolari, da ogni sua singola cellula unita alla vostra..
Immaginate come deve essere bello avere una tale compenetrazione con qualcun altro?
Avete la minima idea di che cosa di possa provare? Io sì.
E’ come se improvvisamente vi ritroviate catapultati in un altro mondo, il vostro magari, sì, quello con le stesse strade e gli stessi palazzi, la stessa gente e gli stessi negozi, ma ognuna di queste cose, ognuna di queste persona ha in sé qualcosa di differente. Le strade sono più sicure e infinite, non ti obbligano ad andare in una direzione, ti danno la possibilità di scegliere dove andare, i palazzi sembrano quasi che ti sorridano con quelle loro finestre decorate da tende colorate e fiori, la gente è più gentile e disponibile a darti un consiglio o regalarti un sorriso e i negozi sono pronti per essere presi d’assalto da noi che vorremmo ricoprire la nostra persona di mille oggetti, mille regali così come lei riempie la nostra vita, ogni giorno.
Non è tutto meraviglioso?
Allora perché ho detto che l’esperienza potrebbe essere negativa?
Ecco, l’esperienza potrebbe, è solo una possibilità, essere negativa perché lei, da un giorno all’altro, così come è venuta, potrebbe andarsene. E in quel caso che cosa faremmo?
In quel caso che cosa riusciremmo a fare per abbandonare quel paradiso e tornare alla vecchia vita di prima?
Nulla, fondamentalmente, noi in prima persona non potremmo fare nulla perché lei ha già deciso, è già lontana, ha lasciato il nostro fianco. Si può impedire la cosa? Forse sì e forse no. Se ci fosse la possibilità una piccola e forse insignificante possibilità per farla restare deve essere giocata, portata avanti fino alla fine, ma se questa non ci fosse dobbiamo lasciarla andare. Lei andrà a ricoprire di vita e luce qualcun altro che non saremmo noi, ovviamente, ma sarò qualcun altro che si trova nella vostra stessa situazione e quindi necessita di essere salvata e quello è il suo compito: salvare la gente.
Pensate che questo sia tanto banale e stupido, giusto?
L’ho pensato anche io, ma poi mi son detta: “Il suo compito con me è finito, adesso è il mio turno.” Ciò significa che persone come queste, capaci di rivoluzionarti il mondo, aprirti la mente, farti ritornare alla vita, si incontrano una o poche volte nel corso di un’intera esistenza e noi non possiamo imprigionarle fra le nostre braccia, impossessarci dei loro pensieri e tenerli sempre con noi, non sarebbe giusto, non vanno così le cose. A quel punto, noi, avremmo raggiunto il suo livello, il livello di splendore e vitalità che è stato capace di tirarci fuori da quel buco nero in cui avevamo affondato la nostra vita e in cui non torneremo più anche volendo perché è come se ci avessimo costruito sopra una parete, un limite invalicabile entro il quale non si può più passare. Noi diventiamo, in prima persona e con le nostre forze, delle persone pronte a guidare il prossimo, chiunque esso sia, verso la luce e la speranza.
Non è il salmo di qualche chiesa, è la mia tesi di laurea e la mia persona mi è ancora al mio fianco e sapete perché? Perché siamo diventate una cosa sola, due anime in un corpo e camminiamo insieme, guidiamo gli altri insieme perché.. Forse non ve l’ho detto, ma esiste questa possibilità: legarsi al cuore della propria persona e non lasciarlo più.”


Un applauso interminabile, un rossore appena evidente sul suo volto e una corsa della bionda finita propria fra le sue braccia perché non aveva potuto evitare di controllarsi; Santana, la sua donna, la sua “persona”, aveva fatto uno di quei discorsi che non avrebbe mai dimenticato.

- “La proclamo dottore in Giurisprudenza, Santana Lopez.”
- “La proclamo dottore della mia vita e persona della mia anima, Santana Lopez.”

Qual è la differenza fra le due frasi? La prima ha bisogno di un pubblico e di qualcuno per poter essere convalidata, la seconda necessita solo di tanto amore e fiducia.
   
 
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