Loneliness.

-Puoi rimanere qui, con me.- Disse a bassa voce, facendogli spazio nel letto.

Lui sorrise con tristezza. Si sentiva come la foto di quel cantante che aveva appeso nella sua camera. Immobile, bloccato.

-È la mia camera, questa.- Si sedette al fondo del letto, -Al massimo posso chiederti io di rimanere.- Sospirò.

Lui si mise a sedere, avvicinandosi. -Io rimarrei in ogni caso. Che sia casa tua, casa mia, un albero, una capanna, una grotta.. Io rimarrei con te.-

Gli brillarono gli occhi a sentire quelle parole, ma non era sicuro che se ne fosse accorto. -Anche se ti fosse vietato?-

-Soprattutto.-

Sorrisero insieme, guardandosi negli occhi. Erano al buio, ma si vedevano benissimo.

Loro si sarebbero visti sempre.

Si sentirono dei rumori dal piano inferiore. Pian piano i rumori aumentarono, fino a cessare del tutto.

Si passò la lingua sulle labbra. -Non ne sono sicuro.-

L'altro inclinò la testa. -Di cosa?-

-Che sia giusto, tutto questo.-

Strinse le labbra. -Tua madre non può farti cambiare idea così.-

Si sdraiò sul letto, e lui lo seguì. Gli sussurrò altre parole delicate, ma lui non lo sentì.

Era immerso in un altro mondo, un mondo a lui sconosciuto.

Passarono altri minuti, poi fu costretto ad andarsene. Cercò di aprire piano la porta, e di sgattaiolare fino all'ingresso. Una volta fuori, lasciò che le lacrime gli solcassero il viso.

Lui lo guardò dalla finestra, sentendolo sempre più lontano.

E non solo perché stava camminando in direzione opposta a casa sua, ma perché, alla fine, non si appartenevano così tanto.