Kiss away the pain
Sta
in piedi, immobile, fissando la lapide bagnata da pioggia.
È
strano come la vita assomiglia ad uno di quei film sdolcinati, pensa
distrattamente Kurenai. Ricorda in particolare una scena, dove la
protagonista piangeva singhiozzando davanti alla tomba del padre (se ricorda
bene), e misteriosamente pioveva.
Come
adesso, infondo.
Piove
su Konoha, e Asuma è morto.
Si
sente vuota, Kurenai. Fredda.
Forse
congelare i sensi è il modo giusto per superare il dolore, si dice
silenziosamente.
Sente
lo scrosciare della pioggia inzupparle i capelli e rendere pesante lo yukata nero che indossa.
Pesante
e fredda. Ecco, forse in quel momento è come la pioggia.
Vuota.
Il
peso della morte di Asuma le grava sulle spalle, come un macigno, e Kurenai tenta
di negare infantilmente che sta piangendo. Lei non sta piangendo, no, è solo in
piedi davanti ad una tomba, con lo sguardo vuoto e il viso rigato dalla
pioggia.
Non
piange. No.
“Yo.”
Kurenai
sussulta un poco, e inclina appena la testa.
Kakashi
è accanto a lei, una sigaretta bagnata tra le dita agili e smilze.
Alza
impercettibilmente un sopracciglio, sorpresa di vederlo lì a quell’ora.
“Cosa
ci fai qui?” gli domanda con voce arrochita, come quella di chi non è più
abituato a parlare. In effetti, non ha detto una sola parola in tutto il giorno.
Non una.
Solo
ora si accorge che anche la gola le brucia, come gli occhi.
“Volevo
fumare una sigaretta per lui.” Alza semplicemente le spalle Kakashi. “Ma la
pioggia me lo impedisce. Sembra che ai funerali piove spesso, vero?”
Kurenai
annuisce, e riporta lo sguardo sulla lapide di granito.
Kakashi
la guarda, e trattiene l’impulso di abbracciarla e baciarla, un desiderio che
coltiva di nascosto da anni. Ma sa che non muoverà un muscolo, se non è lei la
prima ad avvicinarsi. E, per adesso, Kurenai sta solo cercando di estraniare
quel dolore che anche lui aveva provato sulla pelle.
Lo
vede, che lei ha pianto. Chissà se si è accorta di avere gli occhi rossi e
lucidi, il naso arrossato e un poco colante, e le guance bagnate dalla pioggia.
Se le baciasse, Kakashi è certo che sentirebbe il sapore salato sulla lingua. Se la baciasse, Kakashi è certo che
il dolore di entrambi si attenuerebbe un poco. Ma bisogna pazientare, si disse, un giorno in più , un mese, un anno, non fa alcuna differenza.
Le
si avvicina un poco.
“Lui
non si sveglierà più, e lo sai.”
Kurenai
sobbalza, e alza gli occhi cremisi su di lui.
“Potrei
dirti la stessa cosa.”
Ha
la voce così spenta… l’avrà spazzata via la pioggia
quella fiamma nei suoi occhi che ora non c’è più?
Le
mette una mano sulla spalla. “Dai, ti riaccompagno a casa.”
È
bella. Bella da far male.
“Andiamo
via, Kurenai. O prenderai un raffreddore.”
Lei
tira su con il naso ed annuisce. Fa per muovere un piede, ma questo non le
risponde.
“Non
riesco a muovermi, Kakashi. Temo di avere i muscoli atrofizzati.”
“Non
importa. Ci penso io, Kurenai.”
Kakashi
la prende in braccio, e lei lo cinge con le braccia, affondando il naso
nell’incavo del suo collo.
È
così fragile, che potrebbe spezzarsi da un momento all’altro, pensa lui
saltando da un tetto all’altro verso la casa di lei, stringendola stretta.
Sa
che ha bisogno di lui. E lui ha un bisogno disperato di lei. Da tanto, forse
troppo tempo.
Kurenai
si sente salva, tra quelle braccia. Comincia a sentire meno freddo, anche se i
vestiti di Kakashi sono gelidi per il vento e la pioggia. È un calore insolito,
che viene da dentro e la riscalda meglio di una coperta di lana.
Arrivati
davanti all’uscio, Kurenai deve sciogliere l’abbraccio.
È
sconveniente che li vedano così vicini subito dopo il funerale del suo
compagno, no? Decisamente.
Per
cui scende dalle sue braccia, bilanciandosi sulle proprie gambe, ancora un po’
in cancrena, ma riesce a rimanere in piedi. Si volta verso Kakashi e forza un
sorriso. Le fanno male anche i muscoli della faccia.
“Ecco… grazie mille, Kakashi.”
Che
stupida. Stupida, stupida, stupida! E lui cosa avrebbe dovuto fare? Lasciarla a
marcire davanti alla tomba del suo migliore amico? Non era necessario
ringraziarlo, non in quel modo così stupido.
Gli
occhi si chiudono in quell’espressione beota per cui è noto. Kurenai la trova
deliziosa, ma non l’ammetterebbe mai davanti a nessuno, nemmeno a se
stessa. La maggior parte delle volte che
pensa a Kakashi (e ultimamente succedeva parecchio) lo analizza così minuziosamente
da scoprire ogni volta nuovi dettagli. Come quei due cigli grigi come i
capelli, o il neo sul collo nascosto solitamente dalla maschera ma che di tanto
in tanto si notava.
“Non
c’è bisogno che mi ringrazi… buonanotte.”
La
saluta, e si accinge a incamminarsi verso casa propria.
Kurenai
si morde un labbro.
Non
vuole sentirsi sola. Se ne è accorta solo ora, che sa che lui se ne sta
andando.
Di
slancio gli afferra la manica blu scuro. L’unico occhio scoperto, nero come
pece, si posa su di lei, interrogativamente. Sente le lacrime sulle ciglia, e
tenta di trattenerle.
“Non
vuoi entrare? Ti offro qualcosa, qualsiasi cosa.”
Kakashi
non è stupido. La sente la supplica nella sua voce, che gli perfora le
orecchie. Odia vederla così triste e sofferente; non ci può fare niente. La
ama. In segreto da anni.
Conosce
ogni centimetro del suo corpo, e della sua anima. Riesce a leggerla senza usare
lo Sharingan, solo con i suoi movimenti.
Per
questo accetta la proposta, e la segue all’interno dell’appartamento, lindo,
serio ed elegante.
La
rispecchia. Cerca di non pensare al suo, di contrasto.
La
osserva avvicinarsi alla cucina e tirare fuori la moka.
“Ti
faccio il caffè.”
La
voce di Kurenai è vibrante, prossima al pianto. Kakashi non deve fare altro che
aspettare il momento di rottura.
Le
dita tremanti riempiono il colino di caffè, e montano la moka mettendola sul
fuoco. Kurenai prende tra le mani una scatola di fiammiferi. Prova ad
accenderne uno, fallendo. Un altro. Un altro. Un altro.
Uno
dietro l’altro si rompono, e lei si indigna e li butta a terra con un grido
isterico.
Kakashi
li raccoglie, ne accende uno e avvia il gas.
“Ecco
fatto.”
Kurenai
si morde un labbro, e si butta tra le sue braccia. non sa nemmeno perché lo fa,
forse solo per placare quel freddo che solo la presenza di Kakashi quel giorno
sa scongelare.
Si
odia perché sa di mostrarsi debole, perché è sbagliato che stia tra le braccia di Kakashi, che si senta
incredibilmente bene tra quelle braccia.
Sbagliato
che gli prenda il viso tra le mani e lo baci con impeto, premendo le labbra
contro la sua maschera, tentando di rompere la barriera tra loro.
Sbagliato
che lui la stringa forte e si abbassi la maschera, strofinando le sua labbra
screpolate contro quelle di lei, accendendola come quel fiammifero.
Eppure,
è quello che sta succedendo.
Sente
la lingua di lui accarezzarle il palato, incontrando la sua e delicatamente
accarezzargliela. Un tocco gentile, non impetuoso come si era immaginata.
Persino
la mano sul fianco è un gesto premuroso.
Le
vengono le lacrime agli occhi solo per l’attenzione che le dedica, e si sente
sciogliere, ma non ha bisogno di tenerezza in quel momento.
Solo
di un sentirlo addosso a sé, forte e caldo, accanto
a lei, persino dentro di lei.
Dio,
non ricorda più quando era stata l’ultima volta che si era sentita così viva
sotto le dita di un uomo.
Forse
non c’era mai stata.
Gli
stringe i capelli tra le dita, spingendolo contro di sé disperatamente.
“Kakashi…”
Non
sembra nemmeno la sua voce. È così rauca che le arriva ovattata, e la confonde.
Cosa
le sta facendo, quest’uomo?
Kakashi,
invece, sente il sangue pompare nelle vene impazzito.
La
percepisce contro di sé, bagnata e disperata, e lui stesso prova il bisogno di
averla accanto a sé, per alleviare la solitudine. Dio, che voglia di accarezzarla… ma lo avrebbe lasciato?
Prova
a slacciare il nodo dello yukata. Lei non glielo
impedisce, e Kakashi sente un senso di trionfo ed eccitazione riscaldarlo.
Quando le toglie il kimono, si staccò dalle labbra rosse di Kurenai e la osserva
con ambedue i suoi occhi. È semplicemente magnifica. Così bella da mozzare il
fiato.
Avrebbe
voluto esprimere a parole qualche complimento, ma Kurenai gli salta addosso
slacciandogli febbrilmente il giubbetto da chuunin,
la divisa da ninja, lasciandogli solo la maschera a cingergli il collo come una
sciarpa.
Questa
volta è lei ad osservare, facendo scorrere una mano su suoi addominali. Sente
le guance scottare, ma tenta di non badarci, preferendo la sensazione delle sue
dita contro la carne palpitante.
Kakashi
è quasi ipnotizzato dallo sguardo imbarazzato ma deciso di Kurenai.
Quando
la tocca, la vede sobbalzare, e alzare gli occhi su incontrando i suoi. Le
sorride, sapendo che una cicatrice gli percorreva il viso e che parte del
labbro superiore era cucito.
“Sono
più bello misterioso, vero?” ride,scostando i lunghi capelli scuri di lei
dietro la schiena.
Kurenai
scuote la testa. “Sei stupendo.” E gli sorride. Kakashi si china su di lei,
violandole le labbra, accarezzandole la pelle esposta solo per lui.
Quante
volte l’aveva sognata? Non gli sarebbe ricapitato più un’occasione simile.
Le
abbracciò la vita, e issò, abbracciandola.
Kurenai
d’istinto gli cinse i fianchi con le gambe lunghe e snelle, spalmandosi contro
di lui.
Sensazioni
come di farfalle, che effimere battono le ali dentro lo stomaco; un senso di
vertigine, la testa vuota, solo il sangue che brucia.
Una
notte senza stelle, solo con la pioggia battente che ti rivitalizza, ti
esaudisce un desiderio, spazza via la solitudine.
It will be like this starless
night: your arms around me, and your lips on mines.
I belong to you, baby… we know
we’ll search for each other ‘cause only you and I can kiss away the
pain.
Sarà
come questa notte senza stelle: le tue braccia attorno alle mie, e le tue
labbra sulle mie.
Ti
appartengo, piccola… sappiamo che ci cercheremo
vicendevolmente perché solo tu ed io insieme possiamo baciare via il dolore.
*^*^*^*
Romantico,
e essenzialmente il prequel di una KakaKure di _Rael_89_ a cui va tutto il mio
ringraziamento per aver scritto la prima one-shot che ho letto su un forum.
Con
il suo consenso, ho scritto questa, un po’ diversa dalle solite cose che
scrivo, non volevo nemmeno pubblicarla, ma ha insistito tanto il mio Boss… e io dovevo obbedire! XD Oh, no Rael,
non mi sono sentita minacciata, nono… XDDD
Ah,
se ci sono errori per l’inglese, perdonatemi, ecco, e segnalatelo. ù//ù
Kakashi e Kurenai belongs to Kishimoto.
E KakaKure è un bel pairing, ecco. ù.ù
Sperando
che a qualcuno sia piaciuta! ;)
Bye,
Kaho